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lunedì 2 settembre 2019

MAURIZIO MAGGIANI – LA REGINA DISADORNA

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           LA REGINA DISADORNA

Recensione – Opinione


Mugnano di Napoli
02  Settembre 2019

Questo romanzo mi fu regalato, ma lo scelsi io insieme ad altri 3 testi;
fu ordinato il 26 dicembre 1999 e mi arrivò il 05 gennaio 2000, pagato ancora in lire, cara vecchia lira; oggi lo rileggo con piacere, anche perché non ricordavo più nulla lo confesso.
Bando ai ricordi e passiamo alla mia Recensione - Opinione 
Le descrizioni nel libro sono la prima cosa che mi hanno colpito, forse più della storia stessa.  Questo perché le descrizioni sono precise ed attente, saltano agli occhi.
Nella prima parte del romanzo sono descrizioni di scene, persone, animali, merci, perché è ambientato nel porto di Genova quindi un fermento di umanità. 
Pagina  13: <<Questa era la bellezza. Ed era eleganza il camminare leggero e un po’ a traverso. Come se da bambino gli avessero fatto fare i primi passi insegnandogli nel contempo a farsi portare dal sentimento dei venti. Non è che per la strada vagasse, e men che meno su una passerella o su uno scalandrone, ma dava all’andatura un singolare movimento sinusoide, appena percettibile a onor del vero, somigliante a quello di un veliero che risale i venti muovendosi lungo la sua rotta con poca fatica e molta grazia.>>.
Nella seconda parte si passa dal porto genovese all’ Oceania, un tuffo in un’altra realtà, con usi e costumi differenti, soprattutto per un inizio ‘900.
L’intreccio e le vicende sono decisamente affascinanti, come i luoghi descritti, l’ incontro con una cultura diversa è come un ponte tra due civiltà (p.s. è un anno e un mese circa che è crollato il ponte Morandi a Genova, non posso non pensarci ) che si uniscono ma con non proprie piccole forzature e difficoltà.
A volte, l’ autore, tende a essere prolisso, in particolare verso la fine, ma il racconto resta efficace.
Pagina 286:<<I due uomini si volsero a osservarli mentre si avventuravano contro la luce del tramonto, e così si accorsero che la radura si perdeva nel mare, in una spiaggia di corallo rosato e in una baia di bassi fondali stretta tra due pareti di roccia. La baia era disseminata di scogli affioranti qua e là come dalla bocca sdentata di un vecchio leone marino, e i riflessi del sole basso all’orizzonte davano ai frammenti di corallo e alle conchiglie adagiate sul fondo lo splendore di un forziere di rubini e smeraldi riverso nell’ acqua.>>.
E’ un romanzo a tratti avventuroso a tratti triste, in vari punti travolgente e riesce a lasciare il lettore sempre molto coinvolto, fino alla fine.
Lo consiglio.

L.Ch.

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TRAMA
LA REGINA DISADORNA
di

Ripresa da internet e dalla 4° di copertina:
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Il romanzo è una grande favola storica che ha per sfondo lo scenario operaio del porto di Genova e quello primitivo di un isola del Pacifico. Giacomo è uno stranito sacerdote, inviato come missionario nel Pacifico. 
A Moku Iti, sotto il suo nero vulcano, Giacomo impara la febbrile indolenza di un popolo che lui lo sa bene - non ha bisogno della sua religione. 
La figlia di re John, Lucy, gli cresce accanto, bella, forte, avviata ad un destino di regina bambina. Giacomo e Lucy si dicono, muti, le parole indecifrabili che fanno da ponte fra due civiltà, fra due storie, fra due mondi, l'uno e l'altro minacciati dalla fine, ma entrambi depositari di un'ultima ricchezza, di un'ultima folgorante, disadorna verità.

Con La regina disadorna (1998) ha vinto il Premio Alassio e nel 1999  il Premio Stresa di narrativa e il Premio Letterario Chianti






CENNI SULLA VITA di:

Ripresa da internet (wikipedia e dalla 4° di copertina:

Maurizio Maggiani è uno scrittore e giornalista italiano.
Nascita1 ottobre 1951, Castelnuovo Magra
PremiPremio StregaPremio Campiello – Selezione Giuria dei LetteratiPremio Campiello
CandidatureCampiello Europa

Nato in una famiglia di modeste condizioni, dopo aver svolto decine di professioni (è stato anche impiegato e venditore di pompe idrauliche) è approdato alla letteratura.
Politicamente è stato vicino agli anarchici fino agli anni 2000, nonostante apprezzi anche il mazzinianesimo, le idee di Carlo Pisacane e il garibaldinismo del Risorgimento italiano.
Nel 1987 ha vinto il Premio "Inedito - L'Espresso" con il racconto Prontuario per la donna senza cuore.
Con Il coraggio del pettirosso (1995) ha vinto il Premio Viareggio e il Premio Campiello
con La regina disadorna (1998) ha vinto il Premio Alassio e nel 1999 il Premio Stresa di narrativa e il Premio Letterario Chianti.
Nel 2005 ha vinto, con il romanzo Il viaggiatore notturno, il Premio Ernest Hemingway, il Premio Parco della Maiella e il Premio Strega.  
Dal Coraggio del pettirosso (citazione del verso un pettirosso da combattimento da La domenica delle salme di Fabrizio De André che ispirò anche l'omonimo album di Loredana Bertè), ha preso spunto lo scultore Alfonso Gialdini, per la scultura dedicata a Carlo Giuliani.
Come giornalista e commentatore cura rubriche all'interno del quotidiano genovese Il Secolo XIX, su Il Fatto del Lunedì e scrive per La Stampa. Ultimamente ha anche iniziato una collaborazione settimanale con Il Sole 24 Ore. Per la casa editrice Feltrinelli pubblica dei podcast sotto il titolo Il viaggiatore zoppo.
Nel 2008 ha pubblicato il CD Storia della meraviglia, con Gian Piero Alloisio, tratto dallo spettacolo teatrale rappresentato dai due nella stagione precedente.
Nel 2010 apre il suo archivio personale ai lettori rendendo disponibili sul suo sito, con una licenza copyleft, i suoi primi racconti, pubblicati in edizioni ormai introvabili, e dei cui diritti è tornato in possesso esclusivo, nonché gli inediti, insieme agli articoli scritti in tanti anni di collaborazioni con vari giornali.
Nel 2011 firma la prefazione a La messa non è finita - processo per "smisurato" amore a don Alessandro Santoro di Saverio Tommasi.
Due suoi brani sono stati inseriti, tradotti nella lingua internazionale Esperanto, nel volume di Carlo Minnaja “Eugenio Montale kaj aliaj liguriaj aŭtoroj” (Eugenio Montale e altri autori liguri) (ed. EVA, Venafro 2013. I due brani (tradotti da Michela Lipari) sono:
“2000” (pag. 192);
“La haveno de Ĝenovo” (Il porto di Genova) (pagg. 193-195).
Alcuni brani tratti da Mi sono perso a Genova. Una guida (2007) figurano nell'etnografia di Emanuela Guano Creative Urbanity: An Italian Middle Class in the Shade of Revitalization (University of Pennsylvania Press, 2017).


dott.ssa Luigia Chianese
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giovedì 15 agosto 2019

Almudena Grandes - Le Età di Lulù


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Le Età di Lulù

Recensione – Opinione
di Luigia Chianese
Books Review Blogger
Mugnano di Napoli
14/08/2019

Almudena Grandes è un’ importante scrittrice Spagnola, famosa e premiata, e questo è uno dei suoi libri più celebrati e letti, diventato, nel 1990, con il regista Bigas Luna  anche un film. Pilastro della letteratura erotica, così è descritto, ma io non vedevo l’ ora di finirlo.
Più che un testo erotico, in alcune parti, è solo testo pornografico per un eccesso di “visuale” che non eccita, non intriga ma stanca; la mancanza di pudore dei personaggi ( Lulù, Marcelo e Pablo)  che spesso segna la linea di base di alcuni personaggi erotici, questa volta è solo qualcosa di scontato.
La storia è noiosa, è scocciante e non è interessante perché la crescita mentale di Lulù,  attraverso il martirio del sesso, chiamiamolo erotismo malato e violento? E’ così sciocco e banale che non strappa ne un sorriso, né un pizzico di empatia e neppure un po' di eccitazione.
Per non parlare degli altri due personaggi principali Marcelo, il fratello di Lulù e Pablo, l’ eterno amore, due esseri totalmente insignificanti e sciocchi, direi solo presuntuosi.
Come romanzo è’ semplice da leggere, da seguire e capire ma non ha mordente è decadente; inizia con altissime aspettative ma poi si perde in un mare di sciocchezze; non vi è nessuna “ricerca psicologica”  intorno alla figura di Lulù; lei è nuda e cruda ma è una figura stupida e basta.
E va bene così, forse è questa la novità!  Il lancio di figure noiose e stupide!  E’ un testo che occuperà un po' di spazio sullo scaffale.


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TRAMA
Le Età di Lulù

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«La linea di confine mi tentava, la sua prossimità esercitava su di me un'attrazione quasi irresistibile, il richiamo dell'abisso, precipitare nel vuoto e cadere, cadere giù per decine, centinaia, migliaia di metri, cadere fino a schiantarmi sul fondo, e non dovere più pensare per tutta l'eternità.»
Per Lulù, protagonista di questa opera prima, l'erotismo ha i caratteri di un'ossessione, di una condanna da scontare, di un richiamo che la spinge a sperimentare le estreme, più offensive forme di trasgressione: conseguenza paradossale di una prima, violenta e tenera esperienza avuta a quindici anni con Pablo, amico di famiglia di dodici anni più vecchio di lei, e del rapporto che i due hanno coltivato nella lontananza e nel desiderio fino a ritrovarsi e a sposarsi.
Ma è un rapporto fondato sulla pratica del libertinaggio. La prossima età di Lulù sarà quella della fuga da Pablo e del tentativo di costruire un'esistenza autonoma: rimane però, irresistibile, l'attrazione per la sessualità più torbida e sfrenata, incarnata nella intensa figura di Ely. il travestito che accompagna la sua discesa nei gironi dei bassifondi madrileni. Ipnotico monologo che si distende nel ricordo e si riaffaccia di continuo sul presente, Le età di Lulù rappresenta tutta la durezza e la dolcezza del dialogo tra i corpi: il lettore non si stupirà scoprendo che l'allucinata violenza della scena finale del romanzo si placa nell'ultimo, tenero abbraccio fra Lulù e Pablo.



Prima pubblicazione: 1989
Autore: Almudena Grandes
AdattamentiLe età di Lulù (1990)
Generi: Letteratura erotica, Narrativa
Premi: Premio Sor Juana Inés de la CruzPremio Nazionale per la narrativa

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CENNI SULLA VITA di:

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Almudena Grandes
Almudena Grandes Hernández
(Madrid7 maggio 1960) è una scrittrice spagnola, nota al grande pubblico per il suo romanzo Le età di Lulù (1989), dal quale nel 1990 il regista Bigas Luna trasse l'omonimo film. Le sue successive opere  Ti chiamero venerdì (1991),  Malena: un nome da tango (1995),  Atlante di geografia umana (2007), Cuore di ghiaccio (2007), Baci sul pane (2015)hanno contribuito a consolidare la sua fama internazionale come importante esponente della letteratura spagnola contemporanea. Fin da bambina Almudena espresse il desiderio di fare la scrittrice, ma per volere della madre che desiderava per la figlia una "carriera da donne", venne iscritta alla Facoltà di Geografia e Storia all'Universidad Complutense de Madrid, anziché seguire gli studi classici che avrebbe preferito. Dopo la laurea iniziò a scrivere articoli per enciclopedie e alcuni copioni cinematografici (es. A contratiempo di Óscar Landoire). In quanto figlia e nipote di "poeti appassionati", l'autrice ha dichiarato di non essersi mai dedicata ad altro genere al di fuori della narrazione, eccezione fatta per la sua opera drammatica Atlante di geografia umana, genere per il quale afferma di provare "una grande passione, ma alle volte una grande frustrazione". Il primo romanzo che pubblicò fu Le età di Lulù (1989), opera erotica che le valse la vittoria all'undicesima edizione del premio La Sonrisa Vertical e una trasposizione cinematografica diretta da Bigas Luna l'anno successivo. La critica accolse positivamente il romanzo, che venne tradotto in più di venti lingue. Questo suo primo straordinario successo, secondo dichiarazioni della stessa autrice, le regalò la vita che aveva sempre sognato e "mai riuscirò a pagare tale debito”. Il suo secondo romanzo, Ti chiamerò Venerdì (1991), distaccatosi dal genere erotico, non riscosse molto successo, al contrario di Malena, un nome da Tango (1994), che Gerardo Herrero portò sullo schermo nel 1996. Lo stesso anno venne pubblicata una raccolta di racconti intitolata Modelli di donna, in parte già apparsi in pubblicazioni periodiche. Tra questi, Il vocabolario dei balconi, ispirato ad un poema del marito Luis García Montero, funse da spunto per il lungometraggio Benché tu non lo sappia che Juan Vincente Córdoba diresse nel 2000, e che valse all'autrice il Premio Rosone d'Oro. Almudena fu la prima donna e il primo autore di origine spagnola a riceverlo. Atlante di geografia umana (1998), Gli anni difficili (2002) e Troppo amore (2004) danno un seguito al percorso romanzesco dell'autrice. Come le precedenti opere, anche queste sono ambientate nella Spagna di fine '900 e inizio 2000 e dipingono con grande realismo e introspezione psicologica la vita quotidiana di personaggi di quel periodo. Nel 2006 dal libro Gli anni difficili verrà tratto un film diretto da Gerardo Herrero, già regista di Malena. Nel 2003 venne pubblicata una serie di articoli apparsi in El País con il titolo Mercado de Barceló. È del 2005 il romanzo breve Il ragazzo che apriva la fila, un libro che raccoglie cinque storie brevi in cui si raccontano situazioni di forte difficoltà emotiva ed esistenziale (la morte di un fratello, l'iniziazione al sesso, la malattia di un genitore) vissute da cinque adolescenti, e il loro cammino verso la maturità e l'età adulta. Nel 2007 esce alle stampe Cuore di ghiaccio, ampio e complesso racconto in cui la storia di due famiglie diventa l'emblema della storia delle due Spagne, quella rossa e quella nera. Il libro ottenne l'anno seguente due importanti premi: il José Manuel Lara e il Gremio de Libreros de Madrid. Il 23 marzo del 2007 uscì nelle sale Atlante di geografia umana, basato sull'omonimo libro. Interpretato da Cuca Escribano, Montse Germán, María Bouzas e Rosa Vilas, fu diretto da Azucena Rodríguez, amica della scrittrice. Il suo romanzo Inés e l'allegria (2010) con il quale Almudena inizia la serie Episodi di una guerra interminabile, vince in Messico il premio Elena Poniatowska e viene definito "opera narrativa portentosa che, a cavallo della tradizione galdosiana e scritta controvento e contro marea, si scontra con la tendenza generale di andare di fretta del nostro periodo, tanto dal punto di vista di chi l'ha scritta, come di chi la legge". Nella sua opera più recente, I baci sul pane (2015), romanzo ambientato in un quartiere di Madrid durante la grave crisi spagnola del 2008 che scosse strutturalmente tutte le classi sociali, Almudena Grandes descrive un microcosmo abitato da persone diverse per appartenenza generazionale, provenienza, estrazione sociale: coppie, famiglie allargate, single, giovani e anziani, spagnoli e stranieri, negozianti e operai. Fra questa popolazione composita, secondo la scrittrice, sono i vecchi, coloro che già hanno vissuto nella loro vita simili o peggiori catastrofi, quelli che più di altri riescono a mantenere la dignità e resistere. "Se io portassi qui mio nonno Manolo e gli dicessi: guarda che crisi stiamo vivendo!, morirebbe dal ridere". I " baci sul pane" sono quelli che, un paio di generazioni fa, i genitori insegnavano a dare al cibo caduto per terra, in segno di rispetto per quel bene prezioso, che non doveva, in alcun caso, essere buttato o sprecato. Una lezione dimenticata, sostiene Almudena, negli anni del benessere e dell’abbondanza "quando ci facevano credere di essere ricchi, sempre più ricchi". Questo di Almudena Grandes non è soltanto un romanzo sulla nuova povertà, ma "una rivendicazione della cultura della povertà, quella dei nostri nonni che sapevano essere poveri con dignità ed essere felici accontentandosi di quello che c'era.

Luigia Chianese
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martedì 6 agosto 2019

John Cleland - Funny Hill Memorie di una donna di piacere


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John Cleland  - Funny Hill
Memorie di una donna di piacere

Recensione – Opinione
di Luigia Chianese


Mugnano di Napoli
31/luglio / 2019


Funny Hill è un testo annoverato tra i pilastri della letteratura erotica, un vero e proprio porno d’epoca in forma epistolare, non a caso è composto da due lettere. Confermo è un capolavoro! Mi sento di aggiungere, dopo aver letto anche la vita dell’autore e le burrascose vicende di questo libro, che è uno dei testi di letteratura libertina inglese, e non solo, più eleganti che abbia mai letto.

Da pagina 88,86:<<Certo che la natura ha indubbiamente ben disposto quel momentaneo sollievo finale, il cui, avvicinarsi è annunciato da un tenero delirio, da un piacevole brivido al momento dell’ emissione di quei dolci liquidi in cui la beatitudine, quando si esaurisce l’ ultimo sussulto, muore.>>.

E’ interessante notare i punti salienti dell’ erotismo di Fanny;
Le sue metafore marinaresche dove lei si vede come una nave in movimento in parte in preda ai capricci delle onde e in parte come timoniere esperta che impara da se stessa.

Non passa in secondo piano la vera ossessione di Fanny per la grandezza dei falli; lei si ritiene ben disposta dalla natura avendo una "fessura piccola e stretta” ma in verità apprezza esclusivamente i membri di notevoli dimensioni.

Altra caratteristica, che non passa inosservata, è la volontà di aprirsi a nuove esperienze “tipo il sadomaso” per poi richiudersi mentalmente nelle gabbie dei pregiudizi del tempo: il 18° secolo (che poi sono gli stessi dell’ autore e dell’ epoca) quando si va in contro all’ omosessualità.
Non può non cadere all’ occhio attento sulla visione dell’ autore il considerare le “carezze tra donne” come giochi leciti mentre essere meno tollerante, se pur accomodante, nei rapporti tra due maschi.

Da pagina 162-163 << Ma ciò che le arricchiva e le abbelliva moltissimo era la dolce intersezione che in fondo a un ventre liscio, tondo e bianchissimo, era ornata e abbellita da quel solco che la natura ha piazzato lì nel mezzo, delicatamente protetto da due rilievi. Il tutto si accordava meravigliosamente con la delicatezza delle sue forme minute. La natura non avrebbe potuto offrire qualcosa di meglio cesellato.>>.

E  proprio su questo punto posso dire che l’ edizione del libro, scelta da me*,  è una traduzione dalla 1° edizione di JohnCleland , quella “non epurata” ne dall’autore e da nessun altro. ( 1° lettera pubblicata il 21/11/1748 e la 2° lettera il 14/02/1749). Questo libretto, scoprirete che, è passato “nelle mani della censura” per molti moltissimi anni, diciamo due secoli. E si narra che fu proprio l’ autore a voler eliminare, nelle edizioni successive, anche a causa della censura e della prigionia, quei due passi di racconto omosessuale a cui Fanny assiste.

Questo libretto è di una bellezza sensuale pari alla bellezza di Venere. L.Ch.

*di John Cleland (Autore), E. Villari (a cura di), De Beaumont, G. (Traduttore)


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TRAMA
Funny Hill
Memorie di una donna di piacere 

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"Fanny Hill" è un classico della letteratura pornografica che non ha perso nulla, a distanza di due secoli e mezzo, della sua capacità di turbare generazioni di lettori. Fanny è un incantevole, spontaneo, allegro e positivo personaggio femminile. Alla sua esplicita e incondizionata celebrazione delle gioie del sesso e della sessualità, resta estranea la vena dissacrante, perversa e distruttiva della tradizione francese libertina che sarebbe culminata alla fine del secolo nei romanzi del Marchese de Sade. Soprattutto il suo personagio contrasta con il mito della "Pamela" di Richardson; donna che acquisisce felicità e rispettabilità sottraendosi al desiderio maschile e celebra il rito della donna passionale.
Scritto a metà del Settecento, Fanny Hill è uno dei più importanti classici della letteratura erotica mondiale, anche se per lungo tempo è stato un vero e proprio libro clandestino, stampato e trattato di nascosto, diffuso solo a costo di rischi personali. Un vero e proprio libro underground. Processato e proibito a metà del Settecento per la descrizione di una scena di sodomia a cui assiste la protagonista Fanny Hill, dopo aver conosciuto la censura ancora per tutto l'Ottocento, il libro viene pubblicato in modo integrale in Inghilterra solamente nel 1963, appena dopo la chiusura della vicenda che vietava la pubblicazione dell'«Amante di Lady Chatterley». Ma l'editore, a riprova dell'aura maledetta del libro, perde il processo l'anno seguente. Quindi il libro viene di nuovo fatto ritirare dal mercato, fino al successivo tentativo degli anni settanta. Anche negli Stati Uniti il volume andò incontro a vicende analoghe, fino al processo del 1966 in cui venne finalmente dichiarato "non osceno". Il romanzo, come molta letteratura del Settecento, è scritto in forma epistolare e narra le vicende di una giovane ragazza che vive nei pressi di Liverpool. Dopo la morte dei genitori, viene presa a servizio da una signora che lei crede ricca, ma che in realtà è la tenutaria di un bordello, in cui la ragazza viene progressivamente impiegata. Da lì le sue descrizioni delle immaginifiche situazioni a cui si trova ad assistere o partecipare. Da questo libro sono stati tratti numerosi film, tra cui la versione di Russ Meyer del 1964.



Prima pubblicazione: febbraio 1749
AutoreJohn Cleland
Paese: Regno unito
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foto ripresa da internet 
della copertina dell'edizione del 1766 
volume I pagine 50



Cenni sulla vita di:

Ripresa da internet e dalla 4° di copertina:
John Cleland (Kingston upon Thames, 24 settembre 1709 – Londra, 23 gennaio 1789) è stato uno scrittore inglese, famoso soprattutto per essere l'autore del romanzo Fanny Hill. Memorie di una donna di piacere.
Figlio maggiore di William e Lucy Cleland, nacque a Kingston upon Thames nel Surrey ma crebbe a Londra, dove il padre lavorò prima come ufficiale dell'esercito britannico, poi come funzionario statale. William Cleland era amico di Alexander Pope mentre Lucy, oltre a questi, era amica o almeno conoscente anche di Henry St. John, Philip Stanhope, IV conte di Chester e Horace Walpole. La famiglia era più che benestante e faceva parte dei più raffinati circoli letterari e artistici di Londra. John Cleland entrò alla Westminster School nel 1721, ma due anni dopo la abbandonò o ne fu espulso. Il suo allontanamento non fu dovuto a motivi economici, ma a non si sa con precisione di che tipo di dichiarazioni inopportune o comportamento scorretto sia stato conseguenza. Lo storico J. H. Plumb congettura che a monte di tutto vi sia stato il carattere irrequieto e rissoso di Cleland ma, qualsiasi sia stato il motivo, dopo aver lasciato la scuola entrò nella Compagnia inglese delle Indie orientali. Iniziò la propria carriera come soldato, diventando poi funzionario della compagnia e vivendo così a Bombay dal 1728 al 1740. Tornò a Londra su richiesta del padre, che stava per morire. Subito dopo la morte di William il patrimonio di famiglia passò nelle mani della moglie Lucy, che decise di non aiutare John finanziariamente.

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