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lunedì 7 giugno 2021

Howard Phillips Lovecraft La Casa Stregata E L’Orrore di Dunwich

Howard Phillips Lovecraft
La Casa Stregata 
E
L’Orrore di Dunwich
  
Recensione – Opinione di
 
Mugnano di Napoli - 04  Maggio 2021
 
«Perfino negli orrori più spaventosi di rado manca l’ironia. Talvolta essa entra direttamente nell’insieme degli avvenimenti, mentre altre volte è legata soltanto alla posizione fortuita di questi tra le persone ed i luoghi.»

Questa premessa andrebbe bene per quasi tutte le opere del grande H.P. Lovecraft definito da molti studiosi della sua vita come “un gentiluomo, nel vero senso della parola.>>. A mio parere è eccezionale quasi quanto E.A.Poe  da cui prende spunto ed ispirazione e questo è lampante. In queste due opere, simili in stile, se pur scritte in anni differenti, La Casa Stregata (La casa evitata - The Shunned House) risale al 1924 mentre L’Orrore di Dunwich risale al 1929, troviamo condensante tutte le “Fasi Lovecraftiane”.
- La “Fase Onirica”, Ispirata in origine dalle opere e dal pensiero di Lord Dunsany, dedicata ai sogni spaventosi e a volte premonitori.
- La fase Gotica, che è inutile dire che è ispirata al genio assoluto E.A.Poe, e qui troviamo tracce anche di quel “Pessimismo Cosmico” o “Macabro Cosmico” (Cosmicismo in gergo) che contraddistingue Lovecraft dagli altri autori del suo stesso genere. Questo Macabro Cosmico, lo scorgiamo anche in queste due opere dove nessun umano si può sottrarre al suo destino in qualunque spazio o tempo si trovi.
- Insufficiente è  l’interesse per la sensualità e le donne! Quest’ultime, poco narrate, hanno sempre una connotazione negativa; non a caso Lavinia Whateley, nell'Orrore di Dunwich, è una  servitrice del male. Ed il sesso o la sensualità hanno sempre una connotazione molto negativa, infatti, i rapporti sessuali generano, nelle opere di Lovecraft, sempre esseri meno umani.
- Qui scorgiamo anche quel piccolo velo di razzismo tipico dell’ autore verso coloro che hanno una scarsa conoscenza e scarso uso dell’ intelletto i cosiddetti Villici Superstiziosi che ritroviamo in particolar modo nel “La Casa Stregata”.
- Ho notato che H.P Lovecraft ha la tendenza a dividere gli umani in categorie in base alle loro caratteristiche: la classe superiore con virtù quali l’ intelligenza, elevato status sociale, civiltà e razionalità, istruzione, connotazioni tipicamente dei bianchi, in particolar modo degli anglosassoni, ovvero i protagonisti “positivi” delle sue opere; L’altra categoria, invece, la classe sottostante, quella opposta, connotata da caratteristiche quali l'inferiorità intellettuale, la corruzione, l’irrazionalità, la mancanza di civiltà, coloro che vengono definiti gli impuri, nelle sue opere, sono spesso gli antagonisti. Ed anche in queste due opere, La Casa Stregata e L’ Orrore di Dunwich la cosa non cambia.
Non manca nulla della “Narrativa Lovecraftiana” in questi due racconti, infatti,  vi sono solo poche e semplici cose da dire ovvero che sono altamente eleganti, suggestivi, ricchi di suspense e soprattutto di un’eccezionale fantasia che può piacere agli adulti e ai ragazzi in egual misura! L.Ch. Il Mio voto da 1 a 5 è un bel 4 pieno! 📚📚📚📚🕮


TRAMA

La Casa Stregata L’Orrore di Dunwich

Riprese da internet e/o  dalla 4° di copertina:
La casa stregata è l'opera più celebre, ispirata ad una casa realmente esistita una casa realmente esistente a Providence, da lui definita «maledetta o nutrita di cadaveri».: "All'angolo nord est di Bridge Street ed Elizabeth Avenue, si trova una casa terribilmente vecchia, un luogo infernale, con una superficie nerastra, non verniciata, il tetto ripido in maniera innaturale e una scala esterna che conduce al secondo piano, soffocata da un groviglio di edera talmente fitta, che non si riesce nemmeno a descriverne la forma. Mi ricorda Casa Babbit a Benefit Street a Providence (...)".  Il racconto La casa stregata venne ispirato a Lovecraft da Il tema di Antichi orrori che si risvegliano, di misteriose auree demoniache, la suspense e il senso di oppressione soprannaturale trasmessi da queste pagine si incontrano anche nel celebre L’orrore a Red Hook, molto citato dagli appassionati di Lovecraft che sostengono l’ipotesi che lo scrittore fosse un affiliato di una setta occulta, vista la precisione con cui riporta alcune formule usate durante rituali esoterici. Il soprannaturale che opprime la quotidianità e rituali esoterici fanno risalire le radici della sua narrativa alle angosce e agli incubi più oscuri dell'animo umano.


Riprese da internet e/o  dalla 4° di copertina:
L’Orrore di Dunwich entriamo in un altro mondo, in quell’universo alieno inaugurato dalla figura di Cthulhu che lo scrittore svilupperà in una serie di famose raccolte. L’orrore non proviene solo dallo spazio infinito, ma anche dall’infinità di universi paralleli al nostro. Creatore e caposcuola incontestato del filone dell’orrore soprannaturale, Lovecraft fa risalire le radici della sua narrativa alle angosce e agli incubi più oscuri dell’ animo umano. Con eccezionale maestria Lovecraft crea una particolare sensazione di stranezza e angoscia nel descrivere il piccolo villaggio di Dunwich, nello stato del Massachusetts, dove nasce Wilbur Whateley, figlio di una ragazza albina lievemente deforme chiamata Lavinia e di un padre sconosciuto. Dalla notte della sua nascita iniziano ad accadere fatti strani: i cani abbaiano senza sosta, si sentono provenire dalla casa suoni mostruosi, si scorgono misteriose presenze. Old Whateley, il padre di Lavinia, è conosciuto in tutto il villaggio come un occultista e si dichiara orgoglioso del nipote, al quale desidera trasmettere tutto il suo sapere. Il bambino cresce velocemente e inizia a parlare già a sette mesi assumendo un aspetto inquietante. Il villaggio assiste con sgomento ai riti oscuri praticati da madre e figlio durante le notti di Halloween. All'interno - come in tutti i volumi Fermento - gli "Indicatori" per consentire al lettore un agevole viaggio dentro il libro.

 

CENNI SULLA VITA di:

Howard Phillips Lovecraft

Ripresa da internet e/o dalla 4° di copertina:

Nato il 20 agosto del 1890 a Providence, (Rhode Island, USA), H. P. Lovecraft è considerato uno dei più grandi autori horror di sempre. La sua particolarità sta nell'aver creato un mondo fantastico e suggestivo, in cui la dimensione dell'orrore si colloca addirittura sul piano cosmico. 

Figlio unico di una famiglia agiata e benestante, perde a soli otto anni il padre, rappresentante di commercio, vittima della sifilide. Il futuro scrittore cresce così all'ombra delle donne di famiglia rappresentate dalle zie e dalla madre, quest'ultima una donna non molto equilibrata e incline a forme di comportamento ossessive. Con il piccolo Howard, ad esempio, si atteggia in modo eccessivamente protettivo, impedendogli di giocare con i coetanei o, spesso e volentieri, anche di uscire. A questo stato di segregazione si aggiungano una serie di lutti che colpiscono il bambino, da quello già citato del padre (un padre abbastanza assente comunque), a quello dell'amato nonno materno, una figura che agli occhi di Howard aveva incarnato e sostituito qualità paterne. Ma la perdita del nonno è anche un duro colpo sul piano economico, visto che grazie alla sua dipartita si interrompono le attività commerciali che egli portava avanti di persona. Tuttavia, un bene prezioso il nonno la lascia pur sempre in eredità a Lovecraft: la sua estesa biblioteca ricca di libri antichi e di classici, in cui il giovane può immergersi e divagare grazie alla sua accesa fantasia e sensibilità. Non a caso, si appassiona alle letture più strampalate o fantasiose (ma anche assai colte), che vanno dalla mitologia greca e latina, alla letteratura fantastico - fiabesca, fino ad arrivare a tomi di argomento scientifico. L'influenza di queste letture è ben visibile sulla sua produzione successiva (sì, perché già a sette anni Lovecraft componeva brevi racconti di ispirazione macabra), mai esente da una certa patina arcaicizzante. Di fatto, comunque, Lovecraft si rivela un vero e proprio bambino prodigio. Oltre a scrivere come detto brevi racconti, redige anche innovativi articoli di astronomia e chimica, accolti con entusiasmo dalle principali riviste amatoriali dell'epoca. Inoltre, pubblica a sua cura numerosi "fogli" periodici, di argomento miscellaneo, nei quali fa sfoggio di una prodigiosa erudizione (tra i più importanti di questi fogli, vi è il "The Conservative"). Problemi di salute, legati alla sua costituzione debole, gli impediscono però di completare gli studi della scuola superiore; inoltre, prende forma in questo periodo il suo stile di vita schivo e solitario, malgrado le numerose amicizie epistolari, che smentiscono in parte il soprannome che lo scrittore si guadagnerà negli anni, quello appunto di "solitario di Providence". Di fatto, comunque, l'epistolario lovecraftiano costituisce un corpus superiore perfino alla stessa produzione letteraria; e non solo per dimensioni, ma soprattutto per la profondità filosofico - concettuale, la varietà dei temi, la sterminata erudizione storica, artistica, letteraria e l'eccezionale spessore umano. Il 1917 è l'anno della svolta: fallito il tentativo di arruolarsi nell'esercito e di partecipare alla Prima Guerra Mondiale, a causa dei suoi cronici problemi di salute (e all'opprimente influenza materna), Lovecraft decide di imprimere un cambiamento alla sua esistenza. Inizia così la grande stagione della narrativa lovecraftiana, che è possibile suddividere sommariamente in tre fasi: dapprima quella dei racconti fantastici, comprendente la sua produzione letteraria più "onirica" e visionaria, influenzata dalla spiccata ammirazione per Lord Dunsany (il suo principale modello estetico fino alla metà degli anni Venti): questa fase è in parte corrotta da una imitazione, talora eccessivamente di maniera, del "gotico" alla Poe. In seguito, prendono vita le storie del macabro "cosmico" e filosofico ispirate da una vena decisamente più personale. In questa fase si colloca il fondamentale "The Call of Cthulhu" (1926), che prefigura la successiva evoluzione delle tematiche narrative verso il cosiddetto "cosmicism" e la creazione di una pseudo  mitologia in funzione simbolica (che si fonda perfino su un Libro magico di pura invenzione, il "Necronomicon").  Questi scritti hanno fatto la fortuna di Lovecraft a partire dal secondo dopoguerra, dando ad alcuni critici lo spunto per apparentare gran parte della sua produzione successiva sotto l'etichetta del "Ciclo di Cthulhu", espressione in realtà mai usata da Lovecraft.

«Penso che la cosa più misericordiosa al mondo 
sia l'incapacità della mente umana di mettere in relazione i suoi molti contenuti. 
Viviamo su una placida isola d'ignoranza in mezzo a neri mari d'infinito  e non era previsto che ce ne spingessimo troppo lontano. 
Le scienze, che finora hanno proseguito ognuna per la sua strada,  non ci hanno arrecato troppo danno: 
ma la ricomposizione del quadro d'insieme ci aprirà, 
un giorno, visioni così terrificanti della realtà 
e del posto che noi occupiamo in essa, 
che o impazziremo per la rivelazione o fuggiremo dalla luce mortale  nella pace e nella sicurezza di una nuova età oscura.»

Negli anni Trenta, invece, si passa ad una letteratura di matrice più spiccatamente fantascientifica. Gran parte dei suoi racconti e delle sue poesie sono apparsi nell'attivo mercato delle fanzines americane dell'epoca dedicate al fantastico, tra cui, in primis, la famosissima "Weird Tales", che nasce proprio nel 1923, e altre tra cui "Amazing Stories" e "Astounding". Diventato oggetto di culto e venerazione da parte di schiere di ammiratori e appassionati del fantastico fin dagli anni Venti, Lovecraft non conobbe mai in vita la vera fama: sempre poverissimo, ricava gran parte del suo sostentamento economico dagli aborriti ma indispensabili lavori di revisione o riscrittura di manoscritti inviatigli da una clientela ambiziosa quanto artisticamente poco dotata, mentre il proprio sostentamento spirituale, da lui tenuto in ben più elevata considerazione, lo ricavava dalla fittissima corrispondenza con giovani amici e ammiratori che incoraggia e avviava all'attività letteraria. Lovecraft muore il 15 marzo 1937 nella sua Providence, dove viene sepolto. Aveva 46 anni. Per Providence è proprio il caso di usare l'espressione "sua" poiché non per nulla sull'epigrafe che compare incisa sulla sua lapide funeraria, posta nello Swan Point Cemetery, compare a chiare lettere il motto: I Am Providence. 

«Sono talmente stanco dell’umanità e del mondo 

che nulla suscita la mia attenzione 

se non comporta almeno due omicidi a pagina,

o se non tratta di innominabili orrori provenienti da altri spazi.»

 

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martedì 25 maggio 2021

STEPHEN KING - GUNS - Contro Le Armi

 STEPHEN KING
GUNS
Contro Le Armi
 
Recensione – Opinione di
Mugnano di Napoli
Martedì 18 - maggio – 2021
 
Andiamo diritti al punto di questo brevissimo saggio di King: è contro le armi. Ciò, però, che si nota di più, secondo me, è il concetto di doppia morale. Deliziosa la doppia morale, quella che applichiamo tutti i giorni a noi stessi e agli altri per giustificare tante cose. Il dolce vivere di contraddizioni. Ovvero accettare un principio ma anche il suo contrario, consciamente o inconsciamente.
In questo caso la doppia morale è questa:
Fatto: Il possesso di armi da fuoco, è sbagliato, in particolare le armi d’assalto, sono causa di morti, non solo in Usa, sono un danno, perché possono e riescono a offendere mortalmente, con estrema facilita e velocità.
Fatto: Il possesso di armi, è giusto, poiché servono per la legittima difesa (negli USA è più che consentito), ogni cittadino ha diritto di difendersi e difendere la propria famiglia, casa, proprietà e Nazione con ogni mezzo disponibile. (Sancito nel 2° Emendamento della Costituzione Americana).
Questi sono fatti, su cui si può discutere all’infinito perché entrambe sono posizioni valide, e per molti sono giuste entrambe. Sono fatti, allora ciò che deve cambiare è la concezione di difesa e autodifesa che vanno misurati, studiati, adeguati, per farla breve, proporzionati alla situazione.
<< Quanti ancora devono morire,
prima che si possa abbandonare
questi giocattoli pericolosi?>>.

Questa è la prima frase che si legge sulla copertina interna di questo libricino, appena lo apriamo. Meditiamo!
King ci mette di fronte a questa scelta, a questo cambiamento. Lui stesso si dichiara possessore di ben tre armi da fuoco, ma il punto è:  avere un intero arsenale in casa è giusto? È giusto possedere armi d’assalto che ucciderebbero un elefante con un sol colpo? È questa la legittima difesa? Questo è il tema su cui Stephen king vuole farci riflettere!


Parliamo della stampa di questo testo, perché ha suscitato scalpore. 
Codesto libricino è alquanto singolare perché questa edizione, in nero di 112 pagine, dalle dimensioni irregolari di 10.5 x 1.1 x 21 cm, con bordo basso angolato, è una riedizione fatta stampare in Italia, precisamente per una piccola libreria/stamperia di quartiere, un quartiere che ha una pessima reputazione ma che da anni sta vivendo una grande rinascita: Scampia in Napoli.
Una piccola precisazione, però, va fatta: sul davanti vi è scritto: Marotta&Cafiero Editori S.r.l. presso “La Scugnizzeria” via Circum.na Esterna 20/a – 80017 – Melito di Napoli etc. etc. … (Stampato in accordo con l’ autore c/o The Lott Agency, ltd, grazie al contributo della Regione Campania) ma sul retro abbiamo anche altro ovvero il luogo, che è precisamente dove io vivo, che cita: Stampato e allestito a Km zero a Mugnano di Napoli, in aprile 2021  a cura di Legatoria Salvatore Tonti; per me è realmente a km zero perché io qui ci abito. Una cosa è certa è stato realizzato in Italia in Campania tra Napoli e provincia.
Se volessimo, però, rasentare la precisione assoluta dovremmo dire che la prima pubblicazione di Guns è stata tra il 2012 e il 25 gennaio 2013 in USA quando Stephen King decise di scrivere un saggio sul tema della violenza armata. Lo scrisse dopo le riprese della Sandy Hook Elementary School, spiegando perché lasciò andare il romanzo Rage e The Bachman Books, l'omnibus in cui appariva anche Rage.
 

Ora torniamo al libro.
Non possiamo non notare, nell’edizione italiana, Made with 💓 in Scampia, le infografie, nel libro chiamate Crediti, dalla copertina alla sua quarta fino all’interno del libricino, sono da per tutto. Tutte queste Infografie sono bianche su fondo nero, parole ed immagini, della Brady Campaign to Prevent Gun Violence; sono 8 in tutto e hanno dei titoli:
Armi – Macrovector
Bambini - Vecteezy
Silhouette – VectorGraphic
Mani - Starline
Orologio – Macrovector
Casa -  Vecteezy
Teschi – Macrovector
Stephen King - Maja Hitij/Alamy
Sono suggestivi, artistici ma soprattutto arrivano subito al punto! Le armi sono molto pericolose!
 
Prima di passare alla recensione, degno di nota, secondo i miei gusti estetici, è anche il mini riassunto della vita e delle opere del maestro del Horror e del Thriller a cui sono dedicate due paginette.
Abbiamo, infatti, sul retro, in primo piano, un tondo del suo volto, familiare per i suoi fan , e, sotto il volto di Stephen King, uno dei suoi più memorabili aforismi:

“I mostri sono reali, 
anche i fantasmi lo sono.
Vivono dentro di noi e, 
talvolta, vincono.”

Ancora più in basso troviamo, invece, una vera e propria "scheda segnaletica verticale" dell’autore con: Nome, Cognome, Data di nascita, Luogo di nascita, Stato, Premi selezionati, (solo tre: Bram Stoker Award – Premio Hugo – National Book Award) e Opere selezionate (precisamente cinque: It – Il Miglio Verde – Shining  - Misery – L’ Ombra dello Scorpione) e nella seconda pagina, infine, 19 righi che riassumono la sua vita.

Arriviamo alla parte succosa!
I capitoli sono 9:
il nono è la lista dei succitati crediti/infografie; 
l’ottavo composto, solo da due pagine, contiene la biografia e, con il suo precedente capitolo, condivide l’ infografia "Teschi"; 
il settimo, di una sola mezza pagina, ovvero l’epilogo, è quasi una nuvola di speranza senza mai dimenticare la realtà.
 
Il breve saggio, quindi, si snoda, soltanto, dal primo al sesto capitolo.
 

Capitolo 1 – La Dinamica – Infografia – Armi.
È un capitolo composto di ben 22 punti che riassumono in modo circolare e telegrafico ciò che accade quando ci troviamo di fronte ad una stage commessa, da persone civili,  con armi d’ assalto. 
Chi viene veramente ricordato? 
La risposta di King è: L’ assassino e l’ arma, i morti, dopo un po', entrano in secondo piano!  
Riflettiamo su cosa sia veramente importante!
 

Capitolo 2 – Ossessione – Infografia – Bambini.
In questo capitolo si parla di una scelta che il grande maestro dell’horror ha compiuto anni fa ovvero ritirare dal mercato un libro che aveva scritto in gioventù “Ossessione” sotto lo pseudonimo di Richard Bachman. Perché l’ha fatto? Come dirà più avanti, precisamente a pagina 98/99 di Guns:
<<Non ho ritirato Ossessione dal commercio
perché me lo imponeva la legge;
ero protetto dal Primo Emendamento,
e la legge non avrebbe potuto impormelo.
L’ho ritirato perché a mio avviso poteva ferire qualcuno, 
e questo ha richiesto che agissi responsabilmente.>>. 
King è rimasto molto scosso, e lo dice proprio in questo secondo capitolo, dal fatto che alcuni ragazzi/adolescenti, che hanno commesso stragi, si siano ispirati anche a "Ossessione". Da pagina 35 di questo secondo capitolo:
<<Gli adulti non si scordano degli errori
e delle vergogne della loro infanzia,
ma quei sentimenti tendono
a perdere la loro immediatezza. >>.
In pratica, spiega King, le emozioni, le ossessioni e le paure rivelate nel racconto ritirato dal Maestro, hanno influenzato, anche se in minima parte, le menti di ragazzi liceali, troppo facili da condizionare e lasciati, forse, troppo soli dagli adulti e dalla comunità durante il processo di crescita e socializzazione.

Capitolo 3 – Ubriaconi In Una Bettola – Infografia – Orologio.
Cosa che non posso notare in questo capitolo è “l’incazzatura” dell’autore che trasuda da un linguaggio netto, diretto e sporco; da Pagina 46:
<< Nessuno ascolta perché tutti sono troppo
impegnati a pensare a cosa diranno dopo,
per dimostrare inequivocabilmente che
dalla bocca dell’ interlocutore esce solo merda.>>.
Un capitolo “irritato” dalla precisa e reale convinzione, che è poi la realtà dei fatti, che o siano Democratici o Repubblicani, di destra o di sinistra o non politicamente schierati, o che siano  giornalisti o  trasmissioni televisive dedicate, quando si tratta del tema delle armi da fuoco si ciarla all’infinito ma nella sostanza non si conclude mai nulla di significativo anche perché la pressione delle lobby delle armi da fuoco è immensa, pressante e continua. E qui King accusa spesso alla NRA che sarebbe la National Rifle Association. 
(Associazione a favore dei possessori di arma da fuoco). King, per lo meno, propone una piccola soluzione che troviamo a pagina 48:
<<Il meglio che possiamo fare per la violenza con le armi da fuoco
è imporre pene detentive rigide e obbligatorie
per coloro che usano le armi o le possiedono senza autorizzazione.>>.
 
Capitolo 4 – Cultura Della Violenza – Infografia – Dollari.
Questo è uno dei capitoli più importanti secondo me in quanto King si scaglia contro la costante asserzione che afferma che in USA esiste una “Cultura della Violenza” ed è questa cultura che uccide non le armi. 
Per spiegare ciò, a pagina 55, parte da una citazione di George Orwell del 1984:
<<Se ripeti qualcosa abbastanza spesso, 
sarà accettato come verità.>>.
Per Stephen King questa piccola verità, o meglio scusa, utilizzata, principalmente, dai signori delle armi da fuoco (NRA), non corrisponde alla realtà. Da pagina 56:
<<Fatemelo dire in tutta franchezza:
l’ idea che l’ America sia invischiata
in una cultura della violenza è una stronzata.
L’ America è immersa, semmai, nel culto dei Kardashian.>>.
Il capitolo prosegue con tanti piccoli esempi che rigettano la teoria della Cultura della Violenza in USA.

Capitolo 5 – Dalle Mie Gelide Mani Morte – Infografie – Casa e Silhouette.
Il mio capitolo preferito, quello della doppia morale, di cui vi parlavo sopra; Ciò che io chiamo il dolce vivere di contraddizioni. Questa espressione “Dalle mie gelide mani morte“  la ritroviamo, come ci riporta King nel piccolo saggio, come slogan sui paraurti delle auto e non solo e tale motto citato per intero dice:

<<Prenderete la mia pistola
quando la strapperete 
dalle mie gelide mani.>>.
In questo capitolo King si scaglia contro l’eccessiva e sproporzionata potenza di fuoco concessa, quasi, ad ogni singolo Americano. Armi d’assalto e da guerra, degne di veri e propri conflitti. TEC-9; Glock 19 – AR-15; M16; Fucili calibro 223; Pistole calibro 22, 40, 45; Bushmaster etc.. Atti, non a fermare o dissuadere, ma letteralmente a disintegrare gruppi di persone con una potenza di fuoco oltre ogni misura. King si chiede se realmente gli Americani abbiano la necessità, per
difendersi e difendere la propria famiglia, casa e proprietà, di tutto questo arsenale e se realmente siano in grado di utilizzarlo. Citazione da questo capitolo a pagina 77:

<<Gli omicidi accidentali,
sono solo parte del prezzo
che paghiamo per la libertà … >>.
 
Capitolo 6 – Nessuna Soluzione – Misure Ragionevoli – Infografia – Mani.
Capitolo conclusivo che presenta, con piccole ma efficaci argomentazioni, quelle che secondo Stephen King potrebbero essere le tre regole che si potrebbero o dovrebbero adottare per il possesso e l’utilizzo  delle armi da fuoco.
Regola 1 a pagina 90: 
Controllo completo e generale dei precedenti.
Regola 2 a pagina 94:
Vietare la vendita di caricatori con una capacità superiore a dieci colpi.
Regola 3 a pagina 95: 
Vietare la vendita di armi d’ assalto come il Bushmaster e l’ Ar-15.
 


Fine! Il piccolo saggio di King è bellissimo! Gradevole da un punto di vista estetico, azzarderei nel definirlo scenografico, e, se pur brevissimo, è adeguato nel contenuto perché centra in pieno il punto: Armi da fuoco? Parliamone efficacemente! L.Ch.
Voto da 1 a 5 libri: 5 📚📚📚📚📚
 
TRAMA
GUNS
DI STEPHEN KING
Ripresa da internet e/o  dalla 4° di copertina:
Il più grande scrittore di thriller e horror al mondo si schiera contro la violenza armata. Uno Stephen King inedito in Italia, che presta la sua penna al tema più controverso d’America: l’utilizzo smodato delle armi da fuoco. Questo libro, scritto subito dopo la strage alla Sandy Hook Elementary School in cui morirono 20 bambini, accende le luci su una situazione fuori controllo negli States. King provoca, discute, tenta di suggerire possibili e necessarie soluzioni. Uno scritto a cuore aperto contro la violenza e gli uomini dal grilletto facile. Con numerose infografiche tratte dalla Brady Campaign to Prevent Gun Violence.
Tradotto dall'inglese -"Guns" è un saggio scritto da Stephen King sul tema della violenza armata. Lo scrisse dopo le riprese della Sandy Hook Elementary School, spiegando perché lasciò andare il romanzo Rage e The Bachman Books, l'omnibus in cui appariva anche Rage.

Prima Pubblicazione: 25 gennaio 2013
Editore : Marotta e Cafiero - 4 maggio 2021 - Made in Scampia – Napoli – Italia 
Lingua : Italiano
Copertina Rigida : 112 pagine 
Dimensioni : 10.5 x 1.1 x 21 cm
Etichetta: Saggi –  Stephen King
CENNI SULLA VITA di:
STEPHEN KING
Ripresa da internet e/o dalla 4° di copertina:
Stephen King è nato a Portland il 21 settembre 1947;
è uno scrittore e sceneggiatore statunitense, uno dei più celebri autori di letteratura fantastica, in particolare horror e gialli, del XX e XXI secolo. Vive e lavora nel Main con la moglie Tabitha e la figlia Naomi.  Da più di 40 anni le sue storie sono best seller incredibili Scrittore prolifico, nel corso della sua carriera, iniziata nel 1974 con Carrie, ha pubblicato oltre ottanta opere, anche con lo pseudonimo di Richard Bachman; fra romanzi e antologie di racconti, entrate regolarmente nella classifica dei best seller, vendendo complessivamente più di 500 milioni di copie in tutto il mondo, le sue opere hanno ispirato famosi registi come  Stanley Kubrick, John Carpenter, Brian De Palma, J. J. Abrams, David Cronenberg, Rob Reiner, Lawrence Kasdan, Frank Darabont, Taylor Hackford e George A. Romero. Pochi autori letterari, a parte William Shakespeare,  Agatha Christie e Arthur Conan Doyle, hanno ottenuto un numero paragonabile di adattamenti. Buona parte dei suoi racconti ha avuto trasposizioni cinematografiche o televisive, tra cui Shining, Stand by me, Ricordo di un’estate, Le ali della libertà, Il miglio verde, solo per citarne alcuni. Tra le ultime serie tv famose abbiamo 22/11/’63. Stephen king oggi è molto seguito sui social media, ed è anche stato insignito dal presidente USA Barack Obama della National Medal of Arts. Nel 2018 ha ricevuto il PEN America Literary Service Adward.
 
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