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martedì 3 maggio 2022

Ursula Poznanski e Arno Strobel - L’ Estraneo

Ursula Poznanski 
e Arno Strobel
L’Estraneo

Recensione - Opinione di
Mugnano di Napoli (Na) – 22-04-2022
 
Alti e bassi! Questo libro, scritto a quattro mani da Ursula Poznanski e Arno Strobel è pieno di alti e bassi, di noia ed emozione, di attimi d’insofferenza e altri di leggera suspense. Rientra a pieno titolo nei thriller psicologici, abbiamo i morti, gli assassini, il mandante segreto, i gregari e anche i giochetti mentali, nonostante tutto non decolla.
I personaggi, discretamente descritti, sono ordinari ed esageratamente sciocchini e distratti, sono piatti. La location non ha nulla d’interessante, prevedibilmente banale, gli eventi si sarebbero potuti svolgere ovunque se non fosse che la xenofobia di stampo neo nazista è più suggestiva se ambientata in Germania, un mediocre cliché.
Cosa altro ha di alti e bassi questo testo? All’inizio può sembrare divertente e piacevole osservare lo stesso episodio, lo stesso attimo di vita, da due punti differenti, maschile e femminile, ma alla lunga annoia da morire; è come rileggere due volte il medesimo avvenimento, trascinato ad oltranza, con solo  minimi cambiamenti che a lungo andare non producono neppure dei veri e propri indizi. 
Questo tedia! O meglio irrita!
Di contro; verso la metà della narrazione, diciamo più della metà, la suspense finalmente s’accende, s’inizia a sperare nell’evoluzione della storia, ma, tale suspense, è tirata troppo per le lunghe; il finale poi, in stile film americano di scarsa fattura, sfuma in una delusione totale.
Insomma, non lo consiglierei a nessuno, anzi dimenticatelo, come uno dei protagonisti ha dimenticato una parte della sua vita. Come è stata chiamata? Amnesia selettiva! Ebbene io penso che l’applicherò a questo libro; ma coscientemente e non per trauma o ipnosi! L.Ch.
Nella mia scala libri da 1 a 5 il mio voto è 1. 📙🕮🕮🕮🕮

TRAMA
L’Estraneo
di  Ursula Poznanski e Arno Strobel
Ripresa da internet e/o dalla 4° di copertina:
Immagina di essere sola in casa, avvolta in un accappatoio, mentre ti asciughi i capelli dopo un bagno caldo. Improvvisamente senti un rumore al piano di sotto, uno strano tintinnio, poi un cassetto che si apre e si richiude. Scendi le scale, ti avvicini alla porta della cucina e d'un tratto ti trovi davanti uno sconosciuto: occhi azzurri, capelli scuri, spalle larghe. Sei paralizzata dalla paura, inizi a gridare. Ma lui non scappa. E, cosa ancora più inquietante, ti chiama per nome, sostiene di essere il tuo fidanzato e non capisce come tu possa non riconoscerlo. Tu però sei certa di non averlo mai visto prima, afferri un fermacarte e glielo scagli contro. Chi è quell'uomo? Perché dice di conoscerti? Stai forse diventando pazza? Immagina di tornare a casa una sera e scoprire che la tua fidanzata non ti riconosce più. Comincia a gridare, è convinta che tu sia un ladro o un maniaco, ti scaglia addosso un fermacarte e corre a rinchiudersi in camera. Non riesci a capire, inizi a guardarti intorno e all'improvviso realizzi un fatto agghiacciante: le tue cose non ci sono più. Le tue giacche, che stamattina erano appese nel guardaroba, sono sparite. Non c'è più niente di tuo in quella casa. Stai forse diventando pazzo? Siete entrambi intrappolati in un incubo. E l'unico modo per uscirne è provare a fidarsi l'uno dell'altra...
 
CENNI SULLA VITA di:
Ursula Poznanski
Ripresa da internet e/o dalla 4° di copertina:
Ursula Poznanski è nata alla fine degli anni Sessanta (1968)  in Austria, a Vienna, dove ha studiato e dove ancora vive con la famiglia.  Ha lavorato come redattrice in una casa editrice di medicina. Dopo il successo del suo primo romanzo per ragazzi Erebos (pubblicato in Italia da Armenia nel 2011), ha deciso di diventare scrittrice a tempo pieno. Ha pubblicato numerosi libri per bambini e per ragazzi e alcuni thriller per adulti, in particolare Blinde Vögel (2013) e Fünf (2012), tradotto in italiano Cinque e pubblicato da Ponte alle Grazie nel 2013.

Editore: ‎Giunti Editore (2 gennaio 2018)
Lingua: ‎Italiano – Traduttrice: Lucia Ferrantini
Copertina flessibile: ‎368 pagine Dimensioni: ‎12.5 x 20 x 19.5 cm
ISBN-10 ‏ : ‎ 8809864204 - ISBN-13 ‏ : ‎ 978-8809864207


CENNI SULLA VITA di:
Arno Strobel
Ripresa da internet e/o dalla 4° di copertina:
Arno Strobel è nato Land of Saarlouis, Germania il 18 agosto 1962 e ha lavorato a lungo per una grossa banca prima di dedicarsi interamente alla scrittura. È diventato un autore bestseller con una fortunata serie di thriller psicologici. Studia Ingegneria elettrica. Dopo aver lavorato per diversi anni come Consulente di gestione IT  in Germania, si è trasferito in Lussemburgo , dove ha ancora lavorato nel 2014 implementando progetti IT in una grande banca tedesca. Nel febbraio 2014, lascia il lavoro e diventa scrittore freelance. Parallelamente alle sue attività informatiche, ha iniziato una carriera tarda come scrittore quando aveva quasi 40 anni. Il suo primo romanzo, Magnus (2007) è un thriller sotto il Vaticano  per il quale Strobel aveva svolto ricerche a Roma . Il suo primo grande successo, tuttavia, rimane un altro thriller più psicologico, intitolato Der Trakt  (2010). Da allora, tutti i suoi libri sono stati bestseller in Germania. Arno Strobel ora vive con la sua famiglia vicino a Treviri.
 

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martedì 19 aprile 2022

Richard Flanagan - Prima Persona

Richard Flanagan
Prima Persona
Recensione - Opinione di
 
Mugnano di Napoli (Na) – 10 - 04 - 2022
 
Potrebbe sembrare la storia di uno scrittore, che in questo caso è un ghostwriter, che cerca di sbarcare il lunario scrivendo la vera storia o meglio l’autobiografia di un eccellente criminale, intervistandolo, ma non è solo questo; è una storia nella storia, un incontro-scontro tra verità e menzogna, tra ciò che è reale e ciò che deve sembrare reale, tra ciò che è vero e ciò che deve diventare verosimile, è un autentico gioco di potere, è un ribaltamento psicologico tra due mondi, due stili di vita, dove non ha importanza la verità. Da pagina 21:
<< E io voglio che ci metta dentro 
tutto quello i lettori vorrebbero leggere 
su Siegfried Heild.>>.
La verità non ha mai avuto importanza per nessuno, non ha mai avuto uno scopo, la verità sarebbe stata quella proposta dal narratore di turno e, soprattutto, quella che “vorrebbero leggere” i lettori, sotto la logica di un adeguato profitto.
La verità, in questo libro, viene negata anche a se stessi, per conformismo, per volontà o semplicemente perché si ha paura di essa; ma il punto è chiedersi: - la verità è davvero così indispensabile? -. Da pagina 102:
<< Trovo sconcertante che tutti diano importanza alla verità.
Non capisco bene perché l’abbiano inventata,
se per sopravvivere abbiamo bisogno di fingere,
dire bugie bianche e indossare maschere.
Mi segui?>>.
Questo romanzo racconta la vita di una vita, un viaggio tra il mondo vissuto giorno per giorno per andare avanti e i mostri che si trascinano nel proprio io. E questi mostri, viventi o inconsci, si palesano anche quando non agiscono direttamente e si fanno sentire grattando, affamati, sotto la pelle di tutti anche a distanza di tempo e passando di persona in persona, superando il confine della morte. Da pagina 13:
<< La vita non è una cipolla da sbucciare
né un palinsesto da raschiare per riportare alla luce
chissà quale significato originario e più veritiero.
La vita è un’invenzione continua.>>.
La leggera comicità che, all’inizio, utilizza il protagonista Kiff Kehlman, giovane aspirante scrittore, con cui decide di narrare la storia di Siegfried Heidl, notissimo truffatore, è solo uno stratagemma ben preciso: serve per superare le difficoltà di una narrazione continuamente frenata, messa in dubbio, abilmente contorta e manipolata da parte dello stesso Heidl. Da pagina 144:
<< Pensare? Molta gente è fatta dalle opinioni altrui, Kif.
E finché io gliene davo, erano tutti felici e contenti.>>.
Alla fine, però, il ghostwriter cede e costruisce un doppio personaggio quello di Heidl e se stesso; o meglio è Heidl che, con la propria morte, riesce a ricostruire Kiff; quasi in un perverso gioco di ruoli non dichiarato. Da pagina 158:
<< Da Heidl stavo imparando
il potere della suggestione invece che della spiegazione;
dell’evasività invece che della rivelazione;
del concedere a malapena un dato di realtà
 – o meglio, la chiacchiera su un dato della realtà –
per lasciare che fosse il lettore a immaginare
tutto ciò che lo attorniava.>>.
Il fine di Heidl, è di divertirsi, di giocare, di fantasticare e di godere dei sui inganni al prossimo, fino in fondo. Il suo reale intento, per vincere la paura del futuro, secondo me, è di lasciare un marchio a fuoco nelle persone, una cicatrice invisibile e dolorosa, che lo facesse vivere ancora, ancora e ancora, nella memoria di chi lui ha scelto di tenersi accanto e di sentirsi, al contempo, libero di decidere dove, come e quando porre fine al gioco anche per gli altri.
Quello dello scrittore, Kiff Kehlman, invece, è di emergere come autore, ma, inevitabilmente, si trasformerà in ben altro e si ritroverà cambiato e trasformato. È questo il passaggio più accattivante e, secondo il mio parere, il senso di tutto il libro: -  la metamorfosi di un autore attraverso l’illusione della verità. -. Consiglio questa lettura. L.Ch.
Il mio voto, nella mia scala libri, da 1 a 5, è un bel 3. 📘📗📕🕮🕮

Prima Persona
di Richard Flanagan
Ripresa da internet e/o dalla 4° di copertina:
Siegfried Heidl è il più celebre truffatore d'Australia. Alla vigilia del processo che segnerà il suo destino una grande casa editrice decide di pubblicare la sua autobiografia, commissionandola a un “ghostwriter”. L'incarico viene affidato a Kiff Kehlman, giovane aspirante scrittore con famiglia a carico e ambizioni al momento frustrate dalla realtà. Kiff, che accetta a malincuore, spinto dalla necessità, ha sei settimane di tempo per comporre il ritratto di un uomo che forse non è mai esistito, che è per sua stessa natura un'illusione, un falso, un inganno. Dopo una settimana di domande imprecise e risposte evasive, Kiff decide che l'unico modo per raccontare Ziggy Heidl è riscriverlo, fino a smarrire il confine tra ciò che è reale e ciò che non lo è. Ispirato a un episodio della vita di Flanagan, un romanzo comico e raggelante che parla con lucidità del confine sempre più labile tra vero e falso nel nostro mondo.
 
Editore:Bompiani (5 settembre 2018)
Lingua:Italiano
Traduttore: Alessandro Mari
Titolo originale: ''First Person'' (2017)
Prima Pubblicazione: 02 ottobre 2017
Copertina flessibile: ‎430 pagine
ISBN-10: ‎ 884529644X - ISBN-13: ‎ 978-8845296444
Dimensioni: ‎ 15 x 2.74 x 21 cm
 
CENNI SULLA VITA di:
Richard Flanagan
Ripresa da internet e/o dalla 4° di copertina:
Richard Flanagan (1961) è nato e cresciuto in Tasmania, dove vive con la moglie e i tre figli. È Scrittore, Sceneggiatore e regista Australiano. Abbandonata la scuola in giovane età, ritorna in seguito a studiare e si laurea all'università della Tasmania con un  Bachelor’s Degree nel 1983. In seguito frequenta un Master in storia ad Oxford, al Worcester College, e, prima di dedicarsi alla scrittura, svolge i lavori più disparati, dalla guida fluviale (tema del suo esordio nella narrativa) all'imbianchino. Comincia il suo apprendistato (come esso stesso ama definirlo) nella saggistica trattando temi storico-politici della sua nazione e biografie come quella del noto truffatore australiano John Friedrich. In seguito, a partire dal 1994, esordisce come narratore con - Morte di una guida fluviale - il cui protagonista, Aljaz Cosini, nell'attimo del suo annegamento rivive la propria storia e quella dei suoi antenati al quale fa seguito una serie di acclamati romanzi che spingono alcuni critici a definirlo il più talentuoso romanziere della sua generazione. È autore di sei romanzi tra i quali - La vita sommersa di Gould -, basato sulla storia d'amore tra l'artista William Buelow Gould e una giovane donna di colore, che si è aggiudicato il Commonwealth Writers’ Prize nel 2002, La donna sbagliata dà voce alle ansie dell'Occidente post 11 settembre, mentre  - Solo per desiderio - verte sulle storie parallele dello scrittore Charles Dickens e dell'aborigena Mathinna.  - La strada stretta verso il profondo Nord -, ambientato durante la seconda guerra mondiale presso i campi di prigionia giapponesi e la Burma Railway, è in trentotto paesi, gli è valso il Man Booker Prize 2014.
 
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martedì 1 marzo 2022

John King - Cacciatori di Teste

John King
Cacciatori di Teste

Recensione - Opinione di
 
Mugnano di Napoli (Na) 
19.02.2022
 
I protagonisti di questo romanzo sono 5: Will, Carter, Mango, Balti ed Harry, sono amici di lungo corso, annoiati e tristi, sono uno diverso dall’altro ma hanno in comune l’essere dei maschilisti convinti e le loro parole sono intrise di cattiveria e misoginia; sono dei selvaggi urbanizzati. Questi sono i tratti dei personaggi che ci presenta l’autore in questo suo lavoro e ci riesce benissimo. Nel profondo, questi cinque uomini, non riusciranno mai a considerare le donne come loro pari, ma solo come oggetti da utilizzare e sfruttare e su di loro si scatenerà parte della loro disumanità. La loro descrizione è perfetta, di uomini mediocri e arrabbiati. Il linguaggio utilizzato per loro, dall’autore, e per tutto ciò che li circonda, è un linguaggio da sotto periferia, rozzo e di strada, il classico linguaggio da sottocultura violenta, un linguaggio eccessivo e volgare. Le loro azioni sono brutali e sono descritte con grande abilità ma senza esagerare con il numero di parole. È perfetta anche l’ambientazione che John King ci mette dinnanzi agli occhi; una Inghilterra di periferia, violente e grigia, tipica della classe operaia contemporanea inglese, nettamente in contrasto con la Londra emancipata di quegli anni. Il romanzo è duro, crudo e diretto, scritto con una lucidità fredda e forte che cattura il lettore in ogni sua pagina. L.Ch.
Il mio voto nella mia scala libri da 1 a 5 è un grande 4.  📕📗📘📙🕮
 
TRAMA
Cacciatori di Teste
di John King
Ripresa da internet e/o dalla 4° di copertina:
Cinque amici londinesi che si avvicinano alla quarantina hanno in comune molte cose: le scuole fatte insieme, il tifo calcistico, la passione per il pub, le donne concepite come prede. Così decidono di dar vita alla "Sex Division", un particolarissimo Campionato del Sesso. Vincerà quello di loro che in un determinato tempo avrà posseduto il maggior numero di donne e totalizzato i punteggi più alti sperimentando ardite varianti erotiche.
 
Editore: ‎ Guanda (19 maggio 2000)
Lingua : ‎ Italiano
Copertina flessibile: ‎ 336 pagine
ISBN-10: ‎ 8882461866 - ISBN-13: ‎ 978-8882461867
Oppure:
Editore: ‎ TEA; 2° edizione (28 giugno 2002)
Lingua: ‎ Italiano
Copertina flessibile: ‎ 331 pagine
ISBN-10 ‏ : ‎ 8850200838 - ISBN-13 ‏ : ‎ 978-8850200832
 
Traduttore: Massimo Bocchiola
Adattamenti: Monte Carlo (2011)
Preceduto da: Fedeli Alla Tribù
 
 
CENNI SULLA VITA di:
John King
Ripresa da internet e/o dalla 4° di copertina:
John King nato a Slough nel 1960 è uno scrittore inglese. Ha studiato presso Upton Court Grammar School. Residente a Londra, è noto per alcuni libri ambientati nel mondo delle tifoserie calcistiche inglesi ed in quello delle sottoculture musicali. I suoi romanzi sono molto apprezzati dal pubblico perché lasciano trasparire il linguaggio della strada. I suoi romanzi che, per la maggior parte, trattano gli elementi più ribelli che guidano la cultura del paese. Le sue storie portano forti correnti sociali e politiche e il suo lavoro è stato ampiamente tradotto all'estero. Ha scritto articoli e recensioni per pubblicazioni alternative e tradizionali, cura la rivista di narrativa Verbale, ed è comproprietario della casa editrice London Books.
Il suo primo romanzo, Fedeli alla tribù (The Football Factory) ebbe un immediato successo, arrivando a vendere oltre 250.000 copie nel Regno Unito; da esso fu tratto il film The Football Factory (2004).
La sua opera più recente, Skinheads (2008), è dedicata ad un gruppo di Skinhead che per lavoro fanno i tassisti a Londra e sono uniti dalla passione per il Chelsea. 
 


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martedì 1 febbraio 2022

Claudia Piñeiro – La Crepa

CLAUDIA PIÑEIRO 
 
Recensione - Opinione di
 
Mugnano di Napoli (Na) – 06.01.2022
 
Superate le prime 50 pagine la suspense la si troverà solo verso il centro del libro; è un racconto, ambientato in Buenos Aires, con moderata tensione narrativa. Complessa e cruda, invece, è l’esposizione della psicologia dei personaggi soprattutto quella del protagonista: l’architetto quieto, frustrato e passivo, Pablo Simó, marito di una piagnucolosa Laura e padre di una disorientata adolescente, Francisca.
Pablo Simó (da pagina 177) - una persona ossessiva e maniaca dei dettagli - lavora da sempre nello studio di Architettura Borla (Borla Mario) e Associati, dove l’unica associata è l’affascinate e decisa Marta Horvat, e da Marta, con il seno rifatto, il top bianco e gli occhiali da sole, è segretamente attratto. I tre, Pablo, Marta e Mario, custodiscono, sotto un grosso strato di colata di cemento, un orrendo segreto che, dopo tre anni di silenzio, si materializza verbalmente, a causa di una giovane fotografa di nome Leonor, che è alla ricerca, e quindi chiede ai tre, del misterioso Nelson Jara. I motivi per cui Leonor chiede di Nelson Jara sono bel lontani da ciò che temono e sospettano i tre, ma loro non lo sanno e sarà Pablo Simó a scoprirlo ed a scoprire qualcosa su se stesso.
Da Pagina 38: 
<< “ Era un tipo strano, Jara, vai a sapere dov’è”.>>.
Nelson Jara apre una crepa reale in muro ma quella crepa diventa qualcosa in più per Pablo Simó, diventa una crepa nella sua vita di architetto, marito e padre.
Leonor, la giovane e profumata Leonor, è solo colei che allarga la crepa interiore, che s’ingrandisce nella mente e nelle emozioni del nostro protagonista, la si potrebbe definire la goccia che fa traboccare il vaso di una vita triste, piatta e ripetitiva.  
La crepa nel muro, l’omicidio, l’occultazione di cadavere, i problemi economici dello studio, il tradimento fisico, diventano questioni secondarie rispetto all’evoluzione emotiva e psicologica che avviene in Pablo Simó.
La prima crepa di Pablo Simó è come architetto parzialmente e/o insufficientemente realizzato, che continua, in modo ripetitivo e identico a disegnare, con la sua matita Caran d’Arche da tre millimetri, e a solo sognare di realizzare, il suo edificio di 11 piani rivolto a Nord.
La seconda crepa è come uomo; lui stesso arriverà a definirsi - una canaglia - perché l’unica volta che trova un po' di coraggio, nella sua insoddisfacente e piatta vita, è per un’azione criminale e insensata.
Da pagina 42:
<< “ Tu sai come trattare certe questioni, Pablo”.
“ Toglimelo di torno” aveva aggiunto Marta.>>.
La terza crepa è come padre quando comprende che la figlia Francisca lo vede solo come un uomo - patetico - incapace di essere veramente felice.
La quarta crepa, di cui prende coscienza, è come maschio eterosessuale, prevedibile e monotono: percepito - incapace di conquistare una donna - proprio da sua moglie Laura e definito - esemplare raro - o - strano - dalle uniche due donne da cui è attratto, la sensuale collega architetto Marta e la fresca e sveglia fotografa Leonor.
Solo quando prende coscienza di ciò che è diventato negli anni, un uomo che, come lo definisce Nelson Jara, (da pagina 176) - gli piace seppellirsi vivo sotto questa città – non solo fisicamente,  il - Sangue Testardo - di Pablo Simó, inizia a ribollire in lui e, finalmente, sceglie di costruire la sua vita e realizzare il suo sogno, ad ogni costo, cambiando prospettiva su ogni aspetto della sua esistenza. Da pagina 107:
<< “Spaventato di cosa?” Chiede Pablo.
“Che la vita passi mentre tu sei ancora così,” risponde l’amico,
“stufo, magari soltanto un po', è come un piccolo fastidio,
ma ci devi convivere, un malessere leggero ma permanente,
che non fa male e non uccide, ma ti consuma.”>>.
L’autrice, Claudia Piñeiro, attraverso un’angolazione architettonica del tutto singolare di Buenos Aires, narra magistralmente questa evoluzione interiore di Pablo Simó, direi che lo fa con una certa accelerazione emotiva, molta eleganza è una discreta quantità di realismo. L.Ch.
Consiglio questa lettura, infatti il mio voto, nella scala libri 1-5, è di un bel 3 libri. 📚📚📚📖📖
 
TRAMA
La Crepa - Claudia Piñeiro
Ripresa da internet e/o dalla 4° di copertina:
Nella vita da uomo qualunque dell'architetto Pablo Simó c'è una fessura inconfessabile, una crepa che gli tormenta la coscienza: Nelson Jara. Forse era solo un piccolo truffatore, una "canaglia", ma anche Pablo Simó sa di essere una canaglia, nonostante l'apparenza di irreprensibile professionista e buon padre di famiglia. Come una crepa che si allunga e si allarga, tutte le piccole certezze quotidiane di Pablo si sgretolano: una giovane donna che sembra sapere chissà cosa su Jara scatena in lui un'attrazione dirompente, la famiglia va in frantumi, il lavoro diventa insopportabile, e passo dopo passo la tentazione di essere canaglia fino in fondo lo travolge. Ancora una volta Claudia Piñeiro ci narra i piccoli inferni di una variegata umanità, nella monumentale Buenos Aires invasa dal cemento delle speculazioni edilizie dove l'apparenza, più che mai, inganna.
 
Autrice: Claudia Piñeiro
Editore: ‎Feltrinelli (14 gennaio 2016)
Copertina flessibile: ‎208 pagine
Lingua: ‎Italiano
Traduttore: Pino Cacucci
Lingua Originale: Spagnolo
Titolo Originale: Las Grietas de Jara
1° Edizione Originale: 2009
Ambientazione: Buenos Aires
Genere – Etichette: Autori Argentini Giallo Mistero Narrativa  
 
CENNI SULLA VITA di:
Claudia Piñeiro
Ripresa da internet e/o dalla 4° di copertina:
Claudia Piñeiro nasce il 10 aprile 1960 a Burzaco, nella provincia di Buenos Aires. Al momento di iscriversi all'università il suo desiderio era quello di studiare lettere o sociologia, ma in quegli anni la dittatura militare precluse alle donne la possibilità di seguire una carriera legate alle scienze umanistiche e così Claudia fu costretta a cambiare percorso di studi. Si laurea nel 1983 all’ Università di Buenos Aires come contabile pubblico nazionale, professione che eserciterà per 10 anni prima di dedicarsi alla scrittura.
In un'intervista pubblicata nel 2005 nella Revista Ñ del diario Clarín, racconta come iniziò la sua carriera di scrittrice. Nel 1991 lavorava in una società che aveva una filiale a San Paolo, ma trovava la mansione noiosa e insoddisfacente. Un giorno, leggendo un’inserzione in un giornale riguardante un concorso di scrittura, “La Sonrisa Vertical”, decise di parteciparvi e il suo romanzo El secreto de las rubias arrivò tra i primi 10 finalisti, ma non venne mai pubblicato.
Il primo romanzo della Piñeiro, Un ladrón entre nosotros, vede le stampe nel 2004. Nello stesso anno la scrittrice porta nei teatri anche la sua prima opera teatrale, Cuánto vale una heladera, con la quale vince il premio offerto dal Grupo Editorial Norma in Colombia.
Nel 2005 scrive Le vedove del giovedì (Las viudas de los jueves), con il quale vince il Premio Clarìn. Quattro anni dopo l’uscita del romanzo, il regista Marcelo Piñeyro ne realizza la versione cinematografica.
Sempre nel 2005 pubblica il romanzo Tua (Tuya). Alejandro Doria inizia la pre-produzione del film basato su questo romanzo, ma la sua morte, avvenuta nel 2009, impedirà di portarlo a termine. Il film verrà poi realizzato nel 2015, con regia e sceneggiatura di Edgardo González Amer, Juanita Viale, Jorge Marrale e Andrea Pietra.
Nel 2006 Claudia Piñeiro pubblica un altro romanzo di grande successo, Elena Sabe, e tre anni dopo La crepa (Las grietas de Jara). Nel 2010 il produttore Vanessa Ragone annuncia che Julia Solomonoff dirigerà un film basato su questo romanzo.
Nel 2011 esce Betibú, da cui sarà tratto un film nel 2014, diretto da Miguel Cohan e interpretato da Mercedes Morán, Daniel Fanego e Alberto Ammann.
Oltre a scrivere romanzi, la Piñeiro lavora come giornalista, drammaturga e sceneggiatrice televisiva. Tiene una rubrica intitolata "Il giovedì di Claudia Piñeiro" nel Suplemento Literario Télam dell'agenzia di stampa omonima.
Le sue opere sono state tradotte in diverse lingue.
 
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