martedì 19 aprile 2022

Richard Flanagan - Prima Persona

Richard Flanagan
Prima Persona
Recensione - Opinione di
 
Mugnano di Napoli (Na) – 10 - 04 - 2022
 
Potrebbe sembrare la storia di uno scrittore, che in questo caso è un ghostwriter, che cerca di sbarcare il lunario scrivendo la vera storia o meglio l’autobiografia di un eccellente criminale, intervistandolo, ma non è solo questo; è una storia nella storia, un incontro-scontro tra verità e menzogna, tra ciò che è reale e ciò che deve sembrare reale, tra ciò che è vero e ciò che deve diventare verosimile, è un autentico gioco di potere, è un ribaltamento psicologico tra due mondi, due stili di vita, dove non ha importanza la verità. Da pagina 21:
<< E io voglio che ci metta dentro 
tutto quello i lettori vorrebbero leggere 
su Siegfried Heild.>>.
La verità non ha mai avuto importanza per nessuno, non ha mai avuto uno scopo, la verità sarebbe stata quella proposta dal narratore di turno e, soprattutto, quella che “vorrebbero leggere” i lettori, sotto la logica di un adeguato profitto.
La verità, in questo libro, viene negata anche a se stessi, per conformismo, per volontà o semplicemente perché si ha paura di essa; ma il punto è chiedersi: - la verità è davvero così indispensabile? -. Da pagina 102:
<< Trovo sconcertante che tutti diano importanza alla verità.
Non capisco bene perché l’abbiano inventata,
se per sopravvivere abbiamo bisogno di fingere,
dire bugie bianche e indossare maschere.
Mi segui?>>.
Questo romanzo racconta la vita di una vita, un viaggio tra il mondo vissuto giorno per giorno per andare avanti e i mostri che si trascinano nel proprio io. E questi mostri, viventi o inconsci, si palesano anche quando non agiscono direttamente e si fanno sentire grattando, affamati, sotto la pelle di tutti anche a distanza di tempo e passando di persona in persona, superando il confine della morte. Da pagina 13:
<< La vita non è una cipolla da sbucciare
né un palinsesto da raschiare per riportare alla luce
chissà quale significato originario e più veritiero.
La vita è un’invenzione continua.>>.
La leggera comicità che, all’inizio, utilizza il protagonista Kiff Kehlman, giovane aspirante scrittore, con cui decide di narrare la storia di Siegfried Heidl, notissimo truffatore, è solo uno stratagemma ben preciso: serve per superare le difficoltà di una narrazione continuamente frenata, messa in dubbio, abilmente contorta e manipolata da parte dello stesso Heidl. Da pagina 144:
<< Pensare? Molta gente è fatta dalle opinioni altrui, Kif.
E finché io gliene davo, erano tutti felici e contenti.>>.
Alla fine, però, il ghostwriter cede e costruisce un doppio personaggio quello di Heidl e se stesso; o meglio è Heidl che, con la propria morte, riesce a ricostruire Kiff; quasi in un perverso gioco di ruoli non dichiarato. Da pagina 158:
<< Da Heidl stavo imparando
il potere della suggestione invece che della spiegazione;
dell’evasività invece che della rivelazione;
del concedere a malapena un dato di realtà
 – o meglio, la chiacchiera su un dato della realtà –
per lasciare che fosse il lettore a immaginare
tutto ciò che lo attorniava.>>.
Il fine di Heidl, è di divertirsi, di giocare, di fantasticare e di godere dei sui inganni al prossimo, fino in fondo. Il suo reale intento, per vincere la paura del futuro, secondo me, è di lasciare un marchio a fuoco nelle persone, una cicatrice invisibile e dolorosa, che lo facesse vivere ancora, ancora e ancora, nella memoria di chi lui ha scelto di tenersi accanto e di sentirsi, al contempo, libero di decidere dove, come e quando porre fine al gioco anche per gli altri.
Quello dello scrittore, Kiff Kehlman, invece, è di emergere come autore, ma, inevitabilmente, si trasformerà in ben altro e si ritroverà cambiato e trasformato. È questo il passaggio più accattivante e, secondo il mio parere, il senso di tutto il libro: -  la metamorfosi di un autore attraverso l’illusione della verità. -. Consiglio questa lettura. L.Ch.
Il mio voto, nella mia scala libri, da 1 a 5, è un bel 3. 📘📗📕🕮🕮

Prima Persona
di Richard Flanagan
Ripresa da internet e/o dalla 4° di copertina:
Siegfried Heidl è il più celebre truffatore d'Australia. Alla vigilia del processo che segnerà il suo destino una grande casa editrice decide di pubblicare la sua autobiografia, commissionandola a un “ghostwriter”. L'incarico viene affidato a Kiff Kehlman, giovane aspirante scrittore con famiglia a carico e ambizioni al momento frustrate dalla realtà. Kiff, che accetta a malincuore, spinto dalla necessità, ha sei settimane di tempo per comporre il ritratto di un uomo che forse non è mai esistito, che è per sua stessa natura un'illusione, un falso, un inganno. Dopo una settimana di domande imprecise e risposte evasive, Kiff decide che l'unico modo per raccontare Ziggy Heidl è riscriverlo, fino a smarrire il confine tra ciò che è reale e ciò che non lo è. Ispirato a un episodio della vita di Flanagan, un romanzo comico e raggelante che parla con lucidità del confine sempre più labile tra vero e falso nel nostro mondo.
 
Editore:Bompiani (5 settembre 2018)
Lingua:Italiano
Traduttore: Alessandro Mari
Titolo originale: ''First Person'' (2017)
Prima Pubblicazione: 02 ottobre 2017
Copertina flessibile: ‎430 pagine
ISBN-10: ‎ 884529644X - ISBN-13: ‎ 978-8845296444
Dimensioni: ‎ 15 x 2.74 x 21 cm
 
CENNI SULLA VITA di:
Richard Flanagan
Ripresa da internet e/o dalla 4° di copertina:
Richard Flanagan (1961) è nato e cresciuto in Tasmania, dove vive con la moglie e i tre figli. È Scrittore, Sceneggiatore e regista Australiano. Abbandonata la scuola in giovane età, ritorna in seguito a studiare e si laurea all'università della Tasmania con un  Bachelor’s Degree nel 1983. In seguito frequenta un Master in storia ad Oxford, al Worcester College, e, prima di dedicarsi alla scrittura, svolge i lavori più disparati, dalla guida fluviale (tema del suo esordio nella narrativa) all'imbianchino. Comincia il suo apprendistato (come esso stesso ama definirlo) nella saggistica trattando temi storico-politici della sua nazione e biografie come quella del noto truffatore australiano John Friedrich. In seguito, a partire dal 1994, esordisce come narratore con - Morte di una guida fluviale - il cui protagonista, Aljaz Cosini, nell'attimo del suo annegamento rivive la propria storia e quella dei suoi antenati al quale fa seguito una serie di acclamati romanzi che spingono alcuni critici a definirlo il più talentuoso romanziere della sua generazione. È autore di sei romanzi tra i quali - La vita sommersa di Gould -, basato sulla storia d'amore tra l'artista William Buelow Gould e una giovane donna di colore, che si è aggiudicato il Commonwealth Writers’ Prize nel 2002, La donna sbagliata dà voce alle ansie dell'Occidente post 11 settembre, mentre  - Solo per desiderio - verte sulle storie parallele dello scrittore Charles Dickens e dell'aborigena Mathinna.  - La strada stretta verso il profondo Nord -, ambientato durante la seconda guerra mondiale presso i campi di prigionia giapponesi e la Burma Railway, è in trentotto paesi, gli è valso il Man Booker Prize 2014.
 
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martedì 5 aprile 2022

Andrew Michael Hurley - Il Giorno Del Diavolo

Andrew Michael Hurley

Il Giorno Del Diavolo


Recensione - Opinione di
Mugnano di Napoli (Na) 
01.04.2022
 
Non consiglio questo libro se si è appassionati di Horror o Horror Psicologici. Lo consiglio se si è appassionati di ornitologia e natura in genere. Viene etichettato dalle case editrici anche come Horror perché parla del maligno, della malvagità,  del Diavolo che passa di cosa in cosa, di animale in animale e di persona in persona, ma anche di stagione in stagione attraversando i secoli, ma di tensione horror ne ha ben poca. Da pagina 10:
<< Il Diavolo non lasciava impronte nella neve, 
non bussava alla porta.
Era come se fosse l’aria stessa, dicevano.
La roba che respiravano. >>.
Suggestive, invece, sono le descrizioni dell’ambiente e in particolare dell’ambiente rurale, maestoso e molto faticoso,  in cui è avvolta la storia; le Endlands inglesi e il villaggio nella brughiera del Lancashire; Nella brughiera, appunto, non è un luogo a caso, l’autore l’ha scelto per un motivo bene preciso secondo me, forse, perché è un luogo misterioso e sinistro ed è il medesimo luogo dove sono state ambientate molte storie note al grande pubblico: è dove Sherlock Holmes passa per affrontare il terribile Mastino dei Baskerville, oppure dove hanno ballato le streghe narrate da Shakespeare nell’inizio del Macbeth, ed anche il luogo dove è ambientato il disperato amore raccontato in Cime Tempestose. Il luogo, però, è importante, ma non basta, perché la storia lo dovrebbe essere di più. Toccanti i paesaggi, ma, ad un certo punto, tediano fino all’inverosimile, la tentazione di abbandonare la lettura è forte, ma è più forte il desiderio di sapere “dove vuole andare a parare” l’autore Andrew Michael Hurley.
Come ho già accennato le descrizioni delle locations nello spazio e nel tempo, ma anche nella memoria della famiglia protagonista i Pentecost, e nella storia sono eccellenti, fin troppo meticolose direi, quasi da far perdere l’orientamento nel racconto, ma i personaggi e gli eventi non sono narrati con la medesima efficacia o  con la medesima passione, infatti, anche la morte è quasi banale. Da pagina 91
<< Ognuno di noi muore prima di ciò che possiede,
ognuno di noi tramanda ai vivi un museo accidentale. >>.
I personaggi sono flosci, arronzati, quasi forzati, in atteggiamenti e in azioni. Le vicende narrate non hanno molto pathos e sono scadenti in suspense e brividi e ricordo ancora che questo testo è catalogato negli Horror. Le tradizioni raccontate, i riti che vengono eseguiti, come svegliare e dar da mangiare al Diavolo e poi farlo andare via, non danno al racconto quel guizzo di curiosità che il lettore cerca, ciò che doveva essere ingannevole, sinistro, cupo e spaventoso semplicemente non lo è. La parte Horror doveva essere elaborata meglio perché così concepita la storia è solo un affascinante viaggio in folcloristiche tradizioni di dura vita campestre. L.Ch.
Nella mia scala libri da 1 a 5 il mio voto è un semplice 2. 📗📙📖📖📖
 
TRAMA
Il Giorno Del Diavolo
di Andrew Michael Hurley
Ripresa da internet e/o dalla 4° di copertina:
Cent'anni fa, durante una bufera eccezionale, gli abitanti delle Endlands sono rimasti confinati in casa per settimane. E quando sono finalmente usciti il Diavolo aveva seminato il suo veleno ovunque. Nessun rito, sacro o profano, è riuscito a cacciarlo. Si è portato via tredici persone in una volta sola. Il Giorno del Diavolo oggi è un giorno di tradizioni che si rinnovano per i bambini, un modo per ricordare, una messinscena intrisa di scongiuri. Ma se il Diavolo facesse veramente ritorno, a sconvolgere la vita già dura di chi ancora si occupa delle greggi, a seminare discordia tra famiglie che da sempre non si vedono di buon occhio? È autunno quando John Pentecost torna a casa, al villaggio nella brughiera del Lancashire dove è cresciuto, con la giovane moglie che aspetta un bambino. Il nonno, il patriarca, è appena morto, e oltre a congedarsi da lui bisogna dare una mano alla famiglia per riportare le pecore dai pascoli agli ovili. John e Kat sono attratti dall'idea di restare, lasciando una vita più agiata ma anche più banale per dare continuità alla tradizione. Ma antichi rancori riemersi rendono complicata la scelta, dividendo la famiglia di John, in cui sembra insinuarsi la presenza concreta del Diavolo nelle sembianze che prende quando vuole affliggerci. Una storia cupa, sinistra, inquietante, in cui la battaglia quotidiana della vita rurale è aggravata dalle complicazioni imprevedibili del soprannaturale.




CENNI SULLA VITA di:
Andrew Michael Hurley
Ripresa da internet e/o dalla 4° di copertina:
Andrew Michael Hurley Nato nel 1975 a Preston, scrittore Britannico, dopo aver vissuto a Manchester e a Londra, vive e lavora nel Lancashire e qui  insegna letteratura inglese e scrittura creativa alla Manchester Metropolitan University.  Loney, del 2014, il suo romanzo d’esordio, pubblicato da Bompiani nel 2017, dopo la prima tiratura di 278 copie con un piccolo editore è stato rilanciato dall’editore John Murray e ha vinto molti premi e ha ottenuto un Premio Costa. è stato tradotto in venti Paesi e ha venduto oltre 150 mila copie in Gran Bretagna. Anche il suo secondo romanzo, Il giorno del diavolo, pubblicato da Bompiani nel 2019, ha ottenuto molti riconoscimenti infatti è stato insignito dell' Encore Award destinato alla seconda opera pari merito con la scrittrice Lisa Mclnerney. Giornalista per il Guardian.

Editore: ‎ Bompiani (27 marzo 2019)
Lingua: ‎ Italiano
Traduttore: Vincenzo Vega
Copertina flessibile: ‎ 352 pagine
ISBN-10: ‎ 8845296210 - ISBN-13: ‎ 978-8845296215
Dimensioni: ‎ 15 x 2.24 x 21 cm
 


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sabato 12 marzo 2022

La Cultura non deve separare deve unire!

AUTORI RUSSI
Aleksandr Puškin  - Anton ˇCechov   - Fëdor Dostoevskij  - Lev Tolstoj   
- Michail Bulgakov  - Nikolaj Gogol’ 

La Cultura non deve separare deve unire!


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Mugnano di Napoli (Na)  - 12.03.2022


Oggi 12 marzo 2022 si sta ancora combattendo in #Ucraina, due popoli fratelli, #Russi e #Ucraini, si stanno ammazzando, per uno spicchio di terra e per vecchie e nuove ideologie.  Tra le varie condanne civili, sanzioni economiche, ho letto e sentito assurdità sportive, mio Dio, lo sport dovrebbe unire non dividere; attacchi/boicottaggi anche verso la  cultura e la #letteraturarussa. Insensati!  Stiamo uscendo di senno, anche noi Europei. 
La guerra non distrugge solo persone, case e Paesi, ma distrugge le menti della gente che resta, che soffre, di chi guarda, da vicino e da lontano, e fa prendere decisioni assurde che fanno male al sanzionato ma anche al sanzionatore. Stiamo implodendo! 
Oggi non intendo scrivere Recensioni - Opinioni su qualche libro, non ho l'animo di leggere e tantomeno di scrivere, ma solo presentare a Voi alcune opere che ho letto tanti e tanti anni fa, quando ero solo una spensierata studentessa liceale. Romanzi - Capolavori  della letteratura russa, forse neanche i romanzi più famosi degli autori che citerò, che probabilmente non ho saputo apprezzare come avrei dovuto e che oggi dovrei rileggere con attenzione. Lo farò, quanto prima, e desidero invitare anche Voi a farlo! Perché la Cultura non deve separare deve unire! L.Ch.

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Nel 1925, esce Cuore di Cane di Michail Bulgakov (1891-1940), che all’invenzione fantascientifica affianca invece la verve satirica da sempre tipica dei romanzi russi, narrando di un famoso chirurgo che trapianta l’ipofisi di un ubriacone appena morto su un cane. Il romanzo satirico "Cuore di cane" racconta la storia della trasformazione chirurgica di un cane in uomo, ed è un'evidente critica nei confronti della società sovietica, in particolare dei nuovi ricchi che sorsero dopo la rivoluzione bolscevica. Un cane parlante in agonia scruta e giudica l'umanità, fino a che un professore di medicina di fama mondiale lo salva prendendolo con sé. Un giorno, però, il padrone decide, insieme al suo assistente, di trapiantare all'animale i testicoli e l'ipofisi di un uomo morto. Da questo momento si assiste al fatidico passaggio del cane da animale a individuo e comincia ad assumerne abitudini e vizi. 


Il mio preferito: Il Maestro e Margherita di Michail Bulgakov, (1891-1940) "Un miracolo che ognuno deve salutare con commozione". Così Eugenio Montale accoglieva nel 1967 il romanzo postumo che consacrava di colpo Bulgakov, fino ad allora sconosciuto, tra i grandi scrittori russi del Novecento, e forniva un quadro indimenticabile della Russia di Stalin. Nella Mosca degli anni '30 arriva Satana in persona e sotto le spoglie di un esperto di magia nera, accende una girandola di eventi tragicomici,



Noto come Il Cappotto anche se la sua traduzione più precisa è La Mantella, questo racconto del 1842 di Nikolaj Gogol’ (1809-1852) è fra i più commoventi e godibili del maestro della satira grottesca. La location è una splendida San Pietroburgo da realismo magico in cui viene narrata la storia del piccolo impiegato Akakj Akakievic Basmackin. Costui vive solo e viene spesso deriso sul lavoro, ma con i risparmi di una vita riesce a comprare una bella mantella pronta a diventare la sua unica compagna e consolazione, fino a quando l’invito a una festa non si trasforma in un dramma esistenziale: una storia che per suggestioni e caratterizzazione non ha niente da invidiare a tanti grandi romanzi russi.
Secondo Dostoevskij «siamo tutti usciti dal cappotto di Gogol’». E non soltanto la successiva straordinaria stagione del romanzo russo: sotto i lembi del cappotto dell’impiegatuccio Akakj Akakievic Bašmackin, faticosamente acquistato a prezzo di enormi sacrifici e umiliazioni e rubato poco dopo, si nasconde anche uno dei capolavori assoluti della narrativa mondiale, e uno dei più commoventi e godibili tra i celeberrimi Racconti di Pietroburgo.


Morto dopo un duello all’età di soli 38 anni, Aleksandr Puškin (1799-1837) è ritenuto il fondatore della lingua e della letteratura russa dei nostri tempi, con le sue odi classiche, i drammi storici, la narrativa di stampo realistico, le fiabe, le favole e le novelle. 
Ne - La Figlia del Capitano e Altri Racconti - Un padre severo, un figlio ribelle spedito a prestare il servizio militare all'avamposto di Belogorsk, un bandito, una giovane donna contesa. Sullo sfondo di una Russia attraversata dalla rivolta cosacca di Pugacëv, tra duelli, scontri e prigionie, Aleksandr Puskin narra il contrastato amore tra due giovani, il nobile Grinëv e la dolce Masa, che per coronare il loro sogno dovranno superare innumerevoli traversie. Ultima prova letteraria di Puskin, "La figlia del capitano" fonde magistralmente le vicende dei protagonisti con la Storia, in un romanzo che si legge come un'"antica fiaba russa".

Fëdor Dostoevskij (1821-1881); La Mite,  un fulminante racconto del 1876 ispirato a un fatto di cronaca, che attraverso un’analisi precisa e lucida apre vuoti e profondi buchi sui meandri della psiche umana. Sconvolto davanti al cadavere ancora caldo della moglie, infatti, un uomo si interroga sul suo suicidio e ripercorre a ritroso la loro storia d’amore, fino a quando, tra flashback e reticenze, non ci accorgiamo che i suoi sensi di colpa nascondono qualcosa di oscuro…
«Perché questa donna è morta?» Sconvolto davanti al cadavere ancora caldo della moglie, un uomo si interroga sul suo suicidio. Veniamo così a conoscenza del loro primo incontro, del matrimonio, delle liti. In un susseguirsi di sensi di colpa e autoassoluzioni, affiora dal magma indistinto dei ricordi la storia di un legame doloroso, di un amore appassionato e crudele, a tratti meschino. Apparso per la prima volta nel 1876, La mite è, insieme alle Notti bianche, il racconto più ispirato di Fëdor Dostoevskij: attraverso un’analisi acutissima e spietata, apre vertiginosi squarci sui meandri della psiche umana, senza lasciare scampo.

Fra le opere più celebrate di  Lev Tolstoj 
(1828-1910), La morte di Ivan Il′ič descrive con minuzia e maestria il progressivo decadimento fisico e la conseguente metamorfosi psicologica di un borghese al culmine della sua carriera, che viene sorpreso da una malattia ed è costretto a confrontarsi con le ipocrisie della vita.
Scritto nel 1886, negli anni del suo profondo travaglio spirituale, La morte di Ivan Il′ič è uno dei più bei racconti di Tolstoj. Vi si racconta l’ultima parte della vita del protagonista che in seguito a una banale caduta urta col fianco la maniglia di una finestra, che gli provoca una malattia che lo porta alla morte. Il romanzo è un’accorata meditazione sul destino umano e sul senso dell’esistenza. Nel contrasto tra l’indifferenza che agli occhi del protagonista sembra caratterizzare il mondo circostante e il proprio tormento interiore, l’autore rappresenta la condizione di assoluta solitudine dell’uomo davanti alla morte.

Drammaturgo e narratore Anton ˇCechov (1860-1904), sono sufficienti addirittura tre cartelle per cogliere la potenza della sua immaginazione: sono quelle de  La Morte dell’ Impiegato, storia pubblicata nel 1883 e che scardina in tempo record cliché e aspettative della narrativa breve. Dalle novelle d’esordio, di timbro prevalentemente comico e grottesco, in cui è ancora presente l’influsso di Gogol’, ai capolavori della maturità, dominati da una vena malinconica e pessimistica – La steppa (1888), Il duello (1892), La corsia n. 6 (1892), Il monaco nero (1894), La signora col cagnolino (1899) – i racconti di ˇCechov evocano una drammaticità esistenziale trattenuta e sommessa. Poveri d’azione e quasi privi di intreccio, ma attenti alle più piccole incrinature dell’anima, hanno come protagonisti individui incompresi, umiliati, sconfitti dalla vita, vittime di equivoci e di autoinganni: un campionario di frustrazioni e mediocrità, dove trionfano l’impotenza ad agire e l’incapacità di comunicare. L’intera parabola narrativa di ˇCechov testimonia uno degli aspetti fondamentali della sua arte: quella sorta di dolente distacco dalle vicende descritte che riecheggia lo smarrimento di un’epoca e l’inerzia spirituale della società russa di fronte ai sintomi della propria decadenza morale e intellettuale.

PICCOLA NOTA:
Ho ricevuto, sulle mie pagine social di Facebook, contestazioni da parte di una giovane Ucraina, molto provata dal momento storico che la sua nazione e i sui concittadini stanno vivendo; la donna mi ha rimproverato, ridendo di me, sostenendo che non essendo io Ucraina non posso conoscere la storia del suo Paese e non so che sto commettendo un grave errore ovvero che Nikolaj Gogol’ (1809-1852) non è Russo ma Ucraino.

Ho deciso, pertanto, di aggiungere questa nota la mio post, per chiarire, una volta per tutte, la questione di Nikolaj Gogol’.
 
Note pervenute da interne, in particolare da Wikipedia e dalla Treccani:
Nikolaj Vasil'evič Gogol'- Janovskij (in ucraino: Микола Васильович Гоголь-Яновський; in russo: Николай Васильевич Гоголь-Яновский - Velyki Soročynci, 31 marzo 1809, 19 marzo del calendario giuliano – Mosca, 4 marzo 1852, 21 febbraio del calendario giuliano), è stato uno scrittore e drammaturgo russoGogol' è considerato uno dei grandi della letteratura russa. 

Gogol' è nato sotto l'IMPERO RUSSO. Se leggete le date di nascita e morte 
31 marzo 1809, 19 marzo del calendario giuliano 
Mosca, 4 marzo 1852, 21 febbraio del calendario giuliano capirete.
L'Ucraina, inoltre, è diventata indipendente nel 1991, con il crollo dell'Unione Sovietica, o meglio è tornata ad esserlo dopo la breve esistenza di una Repubblica Ucraina durante la guerra civile 1917-22.
Quando e nato e vissuto Nikolaj Gogol’, praticamente, non esisteva nemmeno l’ URSS ma solo l’Impero Russo. 

Gogol' scriveva prevalentemente in Russo ed ha vissuto la maggior parte della sua vita in quella che oggi è la Russia, ma ha scritto anche di quella che oggi noi chiamiamo Ucraina. Gogol' è Russo: è nato, vissuto e morto sotto l' Impero Russo. L.Ch. 



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martedì 1 marzo 2022

John King - Cacciatori di Teste

John King
Cacciatori di Teste

Recensione - Opinione di
 
Mugnano di Napoli (Na) 
19.02.2022
 
I protagonisti di questo romanzo sono 5: Will, Carter, Mango, Balti ed Harry, sono amici di lungo corso, annoiati e tristi, sono uno diverso dall’altro ma hanno in comune l’essere dei maschilisti convinti e le loro parole sono intrise di cattiveria e misoginia; sono dei selvaggi urbanizzati. Questi sono i tratti dei personaggi che ci presenta l’autore in questo suo lavoro e ci riesce benissimo. Nel profondo, questi cinque uomini, non riusciranno mai a considerare le donne come loro pari, ma solo come oggetti da utilizzare e sfruttare e su di loro si scatenerà parte della loro disumanità. La loro descrizione è perfetta, di uomini mediocri e arrabbiati. Il linguaggio utilizzato per loro, dall’autore, e per tutto ciò che li circonda, è un linguaggio da sotto periferia, rozzo e di strada, il classico linguaggio da sottocultura violenta, un linguaggio eccessivo e volgare. Le loro azioni sono brutali e sono descritte con grande abilità ma senza esagerare con il numero di parole. È perfetta anche l’ambientazione che John King ci mette dinnanzi agli occhi; una Inghilterra di periferia, violente e grigia, tipica della classe operaia contemporanea inglese, nettamente in contrasto con la Londra emancipata di quegli anni. Il romanzo è duro, crudo e diretto, scritto con una lucidità fredda e forte che cattura il lettore in ogni sua pagina. L.Ch.
Il mio voto nella mia scala libri da 1 a 5 è un grande 4.  📕📗📘📙🕮
 
TRAMA
Cacciatori di Teste
di John King
Ripresa da internet e/o dalla 4° di copertina:
Cinque amici londinesi che si avvicinano alla quarantina hanno in comune molte cose: le scuole fatte insieme, il tifo calcistico, la passione per il pub, le donne concepite come prede. Così decidono di dar vita alla "Sex Division", un particolarissimo Campionato del Sesso. Vincerà quello di loro che in un determinato tempo avrà posseduto il maggior numero di donne e totalizzato i punteggi più alti sperimentando ardite varianti erotiche.
 
Editore: ‎ Guanda (19 maggio 2000)
Lingua : ‎ Italiano
Copertina flessibile: ‎ 336 pagine
ISBN-10: ‎ 8882461866 - ISBN-13: ‎ 978-8882461867
Oppure:
Editore: ‎ TEA; 2° edizione (28 giugno 2002)
Lingua: ‎ Italiano
Copertina flessibile: ‎ 331 pagine
ISBN-10 ‏ : ‎ 8850200838 - ISBN-13 ‏ : ‎ 978-8850200832
 
Traduttore: Massimo Bocchiola
Adattamenti: Monte Carlo (2011)
Preceduto da: Fedeli Alla Tribù
 
 
CENNI SULLA VITA di:
John King
Ripresa da internet e/o dalla 4° di copertina:
John King nato a Slough nel 1960 è uno scrittore inglese. Ha studiato presso Upton Court Grammar School. Residente a Londra, è noto per alcuni libri ambientati nel mondo delle tifoserie calcistiche inglesi ed in quello delle sottoculture musicali. I suoi romanzi sono molto apprezzati dal pubblico perché lasciano trasparire il linguaggio della strada. I suoi romanzi che, per la maggior parte, trattano gli elementi più ribelli che guidano la cultura del paese. Le sue storie portano forti correnti sociali e politiche e il suo lavoro è stato ampiamente tradotto all'estero. Ha scritto articoli e recensioni per pubblicazioni alternative e tradizionali, cura la rivista di narrativa Verbale, ed è comproprietario della casa editrice London Books.
Il suo primo romanzo, Fedeli alla tribù (The Football Factory) ebbe un immediato successo, arrivando a vendere oltre 250.000 copie nel Regno Unito; da esso fu tratto il film The Football Factory (2004).
La sua opera più recente, Skinheads (2008), è dedicata ad un gruppo di Skinhead che per lavoro fanno i tassisti a Londra e sono uniti dalla passione per il Chelsea. 
 


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Trilogia (Sciolta)
 
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