Cecità
Recensione - Opinione di
Mugnano di Napoli (Na) – 24 settembre 2022
Non puoi parlare con un Premio Nobel per la
Letteratura come Josè Saramago con lui è un ascolto continuo, puoi solo imparare
all’infinito; è così la sua scrittura, un fiume in piena, senza possibilità di
discussione: periodi immensi, le virgole ci sono per lasciar prendere fiato al
cervello, questo libro di appena 276 pagine, può sembrare difficile da leggere,
perché richiede una certa concentrazione, ma il testo è ipnotico ed è
impossibile non seguire il tutto. Non puoi perdere il filo. È un libro cinico,
travolgente, disumano, da leggere ininterrottamente, un distopico puro,
destabilizzante, ricco di metafore e anche attuale, in pratica è bellissimo! Due
i punti che si notano su tutto:
Primo:
nelle descrizioni e nei dialoghi non vengono utilizzati i classici due punti e
neppure le virgolette. I dialoghi, in particolare, sono caratteristici perché
sono semplicemente separati da una virgola e poi sono seguiti da una parola che
comincia con una lettera maiuscola, questo è lo stratagemma per capire chi è
che parla.
Secondo:
Mancano i nomi propri delle persone, per quasi tutti i personaggi, protagonisti
e non protagonisti, vengono semplicemente identificati tramite le loro
caratteristiche fisiche, ad esempio: Il Ragazzo Strabico oppure il Vecchio
con la Benda Nera o la Ragazza con gli Occhiali Scuri, comportamentali:
il Malvagio con la Pistola, o lavorative ad esempio: il Dottore/Oculista
o il Tassista.
Ciò che,
però, salta al cuore è altro, ed è il tema centrale dell’opera. La carenza di
empatia e solidarietà che nasce nella maggior parte degli uomini di fronte alle
difficoltà individuali e collettive. La speranza, fortunatamente però, è sempre
sul fondo del vaso, e la speranza, piccola ma luminosa, è interpretata dalla Moglie
del Medico, l’unica che non riscontra il Male Bianco ovvero la
cecità epidemica. Da pagina 37:
<< Dopo,
come se avesse scoperto qualcosa
che fosse obbligato a sapere da lungo tempo,
mormorò triste,
È di questa pasta
che siamo fatti, metà di indifferenza
e metà di cattiveria.>>.
Cecità è lo specchio di ciò che possiamo diventare? Probabile!
Perché nonostante l’evoluzione, la democrazia, le religioni, non abbiamo mai
perso i nostri istinti animali più pericolosi e bestiali, i nostri egoismi e le
nostre bassezze; pensiamo di essere capaci di dominare tutto, anche le emozioni
più forti; ma è una pallida illusione che ci costruiamo nella mente, ed è ciò
che crediamo di vedere, perché di fronte a difficoltà, che sono o sembrano
insormontabili, perdiamo, fin troppo presto e celermente, la logica e il buon
senso del vivere civile, perdiamo l’amore e la cura per il prossimo, soprattutto
verso il più debole e indifeso, e ci degradiamo da soli, decidendo, badate bene
decidendo, di umiliarci da soli, facendoci dominare dagli istinti e dalla forza
bruta dimenticando la nostra umanità. L.Ch.
Nella mia scala da1 a 5,
gradimento libro, questo testo merita abbondantemente un 4 pieno! L.Ch.
Piccola Nota Informativa:
Romanzo Distopico o Anti-Utopico: i romanzi distopici fanno
parte di un particolare genere letterario ed è quel filone che riesce a fornire
ambientazioni reali e non reali senza confini nell’immaginario prima degli
scrittori e a seguire dei lettori. Questo tipo di romanzo permette di spaziare
su innumerevoli e importanti tematiche sociali e quindi di far leva su un
grande pubblico. Una distopìa, o anche anti-utopia, contro-utopia,
utopia negativa o cacotopia, è una descrizione o rappresentazione di una realtà
immaginaria del futuro, un futuro prevedibile sulla base di tendenze del
presente percepite come altamente negative, in cui viene presagita
un'esperienza di vita indesiderabile o spaventosa. (ripresa parzialmente da
Wikipedia)
Editore: Feltrinelli 25 febbraio 2013
Lingua: Italiano
Seguito da: Saggio Sulla Lucidità
Lingua Originale: Portoghese
Copertina flessibile: 288 pagine - Dimensioni: 13 x 1.83 x 19.99 cm
ISBN-10: 8807881578 - ISBN-13: 978-8807881572
Traduttrice: Rita Desti
TRAMA
Cecità di José
Saramago
In un tempo e un luogo non precisati,
all'improvviso l'intera popolazione diventa cieca per un'inspiegabile epidemia.
Chi è colpito da questo male si trova come avvolto in una nube lattiginosa e
non ci vede più. Le reazioni psicologiche degli anonimi protagonisti sono
devastanti, con un'esplosione di terrore e violenza, e gli effetti di questa
misteriosa patologia sulla convivenza sociale risulteranno drammatici. I primi
colpiti dal male vengono infatti rinchiusi in un ex manicomio per la paura del
contagio e l'insensibilità altrui, e qui si manifesta tutto l'orrore di cui
l'uomo sa essere capace. Nel suo racconto fantastico, Saramago disegna la
grande metafora di un'umanità bestiale e feroce, incapace di vedere e
distinguere le cose su una base di razionalità, artefice di abbrutimento,
violenza, degradazione. Ne deriva un romanzo di valenza universale
sull'indifferenza e l'egoismo, sul potere e la sopraffazione, sulla guerra di
tutti contro tutti, una dura denuncia del buio della ragione, con un catartico
spiraglio di luce e salvezza che non n annulla il pessimismo di fondo.
CENNI SULLA VITA di:
José Saramago
Ripresa da
internet e/o dalla 4° di copertina:
José Saramago nato in portogallo, Azinhaga
nel 1922 – e morto a Tias, Isole Canarie
nel 2010, è stato narratore, poeta e drammaturgo portoghese, ha vinto il Premio
Nobel per la Letteratura nel 1998. Costretto a interrompere gli studi
secondari fece varie esperienze di lavoro prima di approdare al giornalismo che
ha esercitato con successo su vari quotidiani. Dopo il romanzo giovanile Terra e
due libri di poesia caratterizzati da una forte sensibilità ritmico-lessicale,
si è rivelato acquistando fama internazionale con un'originale produzione
narrativa in cui rielaborazione storica e immaginazione mistica e allegorica,
realtà e finzione si mescolano in un linguaggio tendenzialmente poetico e
vicino ai modi della narrazione orale. Tra le sue opere più note pubblicate da
Feltrinelli: Il vangelo secondo Gesù Cristo, Cecità, Tutti
i nomi, L'uomo duplicato, L'ultimo Quaderno, Don
Giovanni o il dissoluto assolto. Riconosciuto come uno degli autori più
significativi del Novecento, la sua produzione spazia dalla poesia al romanzo,
dal teatro La seconda volta di Francesco d'Assisi e Nomine
Dei ai racconti storici. Intellettuale raffinato e impegnato, ha
spesso fatto discutere per i suoi racconti dissacranti che colpiscono al cuore
i mali della nostra società. Nel 1998 l’Accademia di Svezia gli ha conferito il
Premio Nobel per la Letteratura premiando le sue qualità di scrittore ma anche
l’uomo delle battaglie civili. Fissa in una frase il perché del proprio
scrivere: “Le parole sono l’unica cosa immortale: quando uno è morto, ai
posteri rimangono solo loro". Tra le pubblicazioni più recenti per
Feltrinelli figurano: nel 2012 Lucernario, romanzo giovanile
perduto e ritrovato; nel 2014 Alabarde Alabarde; nel 2019 Diario
dell'anno del Nobel.
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