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Le mie Recensioni-Opinioni Rispecchiano le Sensazioni e le Emozioni che i libri mi regalano! I libri vanno letti! Un Libro dà non prende!
Dopo “Il Disertore” e “Gli Odori del Bosco” l’autore Alfredo
Alvino ci sorprende con un nuovo romanzo storico che trova i suoi punti
focali nella guerra tra I Borbone, i Piemontesi e i Garibaldini non
dimenticando le differenze sociali, le amicizie, i drammi e l’Amore. “Nemici
Fraterni” è un libro di grande intensità emotiva, che farà schierare il
lettore da una parte o dall’altra, soprattutto nelle questioni di cuore; immergendolo
nelle vicende narrate tra l’estate del 1848 e il 1860. Questa immersione è
frutto della bella scrittura, fluida ed elegante, di Alfredo Alvino, che riesce
a proporci un racconto asciutto e senza sbavature, mai tedioso, ben elaborato,
conseguenza, sicuramente, di tanto studio e ricerche. L’autore, infatti, riesce
a trasportarci ed a travolgerci emotivamente non
solo nella drammatica battaglia del Volturno, ma in tutto quel periodo storico
che coincide con lo sbarco di Garibaldi e dei Mille, alle battaglie Borboniche,
fino al Brigantaggio, in un Italia che si avvia all’unità. Tutto questo, però,
dalla prospettiva della “provincia” di Napoli: tra amori fulminei ed intensi, tra
i segreti dei suoi notabili, i massacranti e logoranti lavori dei Coloni
terrieri, le ambizioni dei Gendarmi e dei Soldati dell’Esercito de I Borbone;
ma soprattutto tra uomini sanguigni e di alta nobiltà d’animo contro vigliacchi
malfattori e assassini di ogni casta. Non manca nulla nella vicenda raccontata:
amore, odio, gelosie, fraintendimenti, vendette, differenze sociali e
politiche, guerre e quindi cambiamenti. È decisamente un libro ricco di
suspense, è un dramma storico e psicologico che sa sorprendere e coinvolgere il
lettore con un ritmo incalzante, dove Eros e Thanatos, i due impulsi che
dominano lo spirito di ogni uomo, sono magistralmente esposti allo sguardo del
lettore e lo avvolgono in continuo scambio per tutto il racconto.Federico e Turillo,
i Nemici Fraterni del romanzo, sono i due personaggi principali su cui viene
cucita tutta la storia ma anche a tutti gli altri personaggi, che incroceranno
il loro cammino, sarà dato ampio spazio e tanta cura. Un occhio
attento, inoltre, non potrà non notare come l’autore, in vie parallele, ci
rammenterà anche delle condizioni della donna, nobile o contadina che sia, nel
periodo narrato e di quanto l’istruzione o meglio il solo saper leggere, scrive
e far di conto, sappia fare la differenza tra la vita e la morte sia per un
uomo che per una donna. Trecentotrenta pagine in cui viene riportata una storia
comune a tanti uomini e donne in un’epoca che sta per tramontare e che sta lasciando
spazio ad un altro tempo, un tempo nuovo, con il suo carico di aspettative e
speranze.#LuigiaChianese
Nella mia scala, da 1 a 5, gradimento libro,
questo testo, merita un 4 Libri.📗📘📙📖📖
Il brigante Alfonso Cerullo di Marano, è un personaggio
reale, anche se poco conosciuto, fu condannato a 25 anni di galera nel 1863 e
rimase sempre fedele ai Borbone.
TRAMA
Nemici Fraterni
di Alfredo Alvino
Ripresa da internet e/o dalla 4° di copertina:
Il romanzo esordisce nell’anno 1848 e volge
all’epilogo con la battaglia del Volturno. Narra la storia delle fortune, del
dolore e degli amori di Federico e Turillo. Ambientata alle porte di Napoli,
nel fondo A’ Melella, proprietà del conte Ruotolo di Chiaiano. Tra i figli del
conte e i figli dei coloni regna la promiscuità. Senza distinzione di
lignaggio, i ragazzini formano un gruppo di spensierati coetanei, culla del
rapporto fraterno tra Federico, figlio maggiore di un colono e Turillo, figlio
del conte. Il passare degli anni e l’avvio di Turillo alla carriera militare
determinano un primo inevitabile distacco tra i due, ma sarà poi un gravissimo
fatto di sangue, a far sì che i due amici prima fraterni, diventino nemici
mortali. L’uno, Federico, costretto a darsi alla macchia, braccato dall’altro,
Turillo, ormai parte della Gendarmeria borbonica. Nel frattempo gravi eventi
storici, lo sbarco di Garibaldi e dei Mille a Marsala e la guerra che ne
deriverà, cambieranno le carte in tavola. La lunga e articolata fuga porterà
Federico sulla strada di un amore, pur complicato e ricco di ostacoli, e
all’incontro con il Fungiaro, uomo d’esperienza, che saprà fargli da maestro,
accompagnandolo fino alla fine del romanzo. Turillo diventerà ufficiale della
Cavalleria borbonica, Federico si aggregherà alle truppe garibaldine. Entrambi,
alla fine, si ritroveranno schierati l’uno contro l’altro, su due fronti
diversi, nella drammatica battaglia del Volturno. Si intrecciano, nel nuovo
romanzo storico di Alfredo Alvino, in un contesto di microstoria pre-unitaria,
analisi sociale, vicende umane complesse e singolari, tensione emotiva e
introspezione psicologica.
Editore: Edizioni
dell'Ippogrifo - Collana: I Narratori
In commercio dal: 31 maggio
2022 - Lingua: Italiano
Alfredo Alvino è nato a Napoli, città che ama immensamente, il
25 febbraio del 1951; è attualmente sposato. marito di Angela e padre di
Chiara. Ha frequentato il Liceo Classico per poi proseguire con gli studi in
Giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Napoli Federico
II; Avvocato, laureato in legge, ha esercitato la professione
forense per la Regione Campania. Cresciuto nel cuore della sua città natale,
tra Porta grande a Capodimonte e via Salvator Rosa, per poi trasferirsi in
Marano Prov.di Napoli. Giunto alla pensione si dedica a tutte le sue passioni. La
musica è una delle sue passioni, infatti da giovane suonava la batteria e negli
anni universitari, ha anche suonato in diversi locali. È stato, anche, un
promettente Regbysta con il C.U.S. Partenope Rugby. Ora scrive Romanzi e
Racconti. Scrivere anche per il teatro che adora tantissimo infatti nell’ambito
della letteratura teatrale, si è dedicato alla traduzione in vernacolo
napoletano della commedia di Joseph kesselring, Arsenico e Vecchi Merletti, con
il titolo È Signurine Bruschetti, e della pièce francese La
Presidentessa di Charles Maurice Hennequin e Pierre Veber, con il titolo A’Mugliera
d’o Presidente. È autore del romanzo storico, pubblicato nel 2011, Edizioni
Eracle, intitolato “Il Disertore” ed ha vinto due premi letterari
con due racconti: “Il Vicolo” e “Orso” tratti da una raccolta,
intitolata “Autunno Napoletano”. Con il romanzo “Gli Odori del Bosco”,
Edizione Creativa Le Pleadi, 2018 ancor prima della pubblicazione, ha vinto il
secondo premio letterario “IRIDE” , per le opere inedite, svoltosi nell’ottobre
2017. Nel 2022 esce in commercio il nuovo libro “Nemici Fraterni”, altro
romanzo storico.
Salve amici del Blog Libri e
Opinioni, grazie per essere qui sulla mia pagina per sbirciare questo video
girato al volo! Mi è appena arrivato un nuovo libro dello scrittore Alfredo Alvino, titolo del libro Nemici Fraterni. È un romanzo
storico, sotto al video troverete la trama del Romanzo.
Vi lascio anche
la trama di un altro libro dell’autore, un romanzo che ho recensito nel maggio
del 2019 il testo s’intitola “Gli Odori del Bosco” e sotto troverete la
trama anche di questo libro con il link che vi porterà alla mia Recensione. Troverete
anche l’immancabile angolo su Cenni sulla Vita dell’Autore.
Per la Recensione
di Nemici Fraterni, invece, si aspetterà qualche settimana perché
desidero leggerlo con cura e spensieratezza ma soprattutto perché in scaletta, nel
Blog Libri E Opinioni, sono in uscita altri bellissimi libri recensiti
da me!Grazie!
l romanzo esordisce nell’anno 1848 e volge
all’epilogo con la battaglia del Volturno. Narra la storia delle fortune, del
dolore e degli amori di Federico e Turillo. Ambientata alle porte di Napoli,
nel fondo A’ Melella, proprietà del conte Ruotolo di Chiaiano. Tra i figli del
conte e i figli dei coloni regna la promiscuità. Senza distinzione di
lignaggio, i ragazzini formano un gruppo di spensierati coetanei, culla del
rapporto fraterno tra Federico, figlio maggiore di un colono e Turillo, figlio
del conte. Il passare degli anni e l’avvio di Turillo alla carriera militare
determinano un primo inevitabile distacco tra i due, ma sarà poi un gravissimo
fatto di sangue, a far sì che i due amici prima fraterni, diventino nemici
mortali. L’uno, Federico, costretto a darsi alla macchia, braccato dall’altro,
Turillo, ormai parte della Gendarmeria borbonica. Nel frattempo gravi eventi
storici, lo sbarco di Garibaldi e dei Mille a Marsala e la guerra che ne
deriverà, cambieranno le carte in tavola. La lunga e articolata fuga porterà
Federico sulla strada di un amore, pur complicato e ricco di ostacoli, e
all’incontro con il Fungiaro, uomo d’esperienza, che saprà fargli da maestro,
accompagnandolo fino alla fine del romanzo. Turillo diventerà ufficiale della
Cavalleria borbonica, Federico si aggregherà alle truppe garibaldine. Entrambi,
alla fine, si ritroveranno schierati l’uno contro l’altro, su due fronti
diversi, nella drammatica battaglia del Volturno. Si intrecciano, nel nuovo
romanzo storico di Alfredo Alvino, in un contesto di microstoria pre-unitaria,
analisi sociale, vicende umane complesse e singolari, tensione emotiva e
introspezione psicologica.
Editore: Edizioni dell'Ippogrifo - Collana: I Narratori
In commercio dal: 31 maggio 2022 - Lingua: Italiano
"Gli odori del bosco" è un romanzo
ambientato nella Napoli dell'immediato ultimo dopo guerra. Enzo, il
protagonista, è un giovane che, pur vivendo e affrontando le difficoltà, le
ansie e le sofferenze della guerra, faticosamente riesce a realizzare il sogno
di laurearsi in Lettere classiche antiche e guadagnare una cattedra in un liceo
cittadino. Le sue esperienze pregresse legate alle "quattro giornate di
Napoli" (nelle quali si ritroverà travolto e inconsapevole protagonista),
agli studi presso la Scuola Apostolica, al contrabbando e alla dura realtà del
periodo storico, gli rimarranno nel cuore e nella mente. Verrà soprannominato
"Granà" dai suoi ex compagni di lotta che, qualche anno dopo la fine
della guerra, gli saranno di nuovo vicini per aiutarlo a liberarsi dalla morsa
della malavita locale. L'incontro con la giovane Anna, in un ricovero
anti-aereo, proprio alla fine del conflitto, sarà fatale. L'amerà da subito e
continuerà ad amarla e cercarla pur sapendo di non poterla più rivedere. Il
leitmotiv, che dà poi il titolo al romanzo, è legato a un particolare: a ogni
emozione, triste o piacevole che prova nel corso della sua vita, quest'uomo,
anche se per un solo istante, torna bambino, rivivendo un momento sereno della
sua infanzia, sentendo di nuovo nei profumi del bosco di Capodimonte (luogo
bellissimo e verdeggiante dove si recava da fanciullo con la sua mamma), tutta
la nostalgia e il rimpianto di una perduta età felice. Il romanzo si conclude
con la speranza che Enzo e Anna possano insieme ricostruire le loro esistenze.
Alfredo Alvino è nato a Napoli, città che ama immensamente, il
25 febbraio del 1951; è attualmente sposato. Ha frequentato il Liceo Classico
per poi proseguire con gli studi in Giurisprudenza presso l’ Università degli
Studi di Napoli Federico II; Avvocato, laureato in legge, ha
esercitato la professione forense per la Regione Campania.
Da qualche anno è in
pensione e si dedica a tutte le sue passioni; Scrivere per il teatro, Recitare,
Suonare la Batteria e scrivere Romanzi.
Da giovane è stato un promettente
Regbysta. È autore di un romanzo, pubblicato nel 2011, intitolato “Il
Disertore”; ha vinto due premi letterari con due racconti: “Il
Vicolo” e “Orso” tratti da una raccolta, ancora inedita, intitolata “Autunno
Napoletano”.
Con il romanzo “Gli Odori del Bosco” , ancor prima della
pubblicazione, ha vinto il secondo premio letterario “IRIDE” , per le opere
inedite, svoltosi nell’ottobre 2017. Nel 2022 esce in commercio il nuovo libro “Nemici Fraterni”, altro
romanzo storico.
Ci sono momenti che restano indelebili. È a
questo che pensa Giovanni mentre percorre la litoranea che lo porta a casa. Una
casa da cui vuole stare lontano e in cui non torna da vent’anni. Vent’anni di
assenza, di silenzio, di sensi di colpa. Tutto è cominciato lì, a Villa Rosa,
di fronte a un mare immenso e cristallino: una sera d’estate l’adolescente
Giovanni, affacciato alla finestra della sua stanza, aveva visto una ragazza
lottare tra le onde. Senza pensarci, era corso in spiaggia e si era buttato in
acqua per salvarle la vita. Quel momento aveva cambiato tutto: Giovanni ancora
non lo sapeva, ma il suo destino e quello della ragazza sarebbero stati
inesorabilmente legati. Ora, mentre i cancelli di Villa Rosa si riaprono, i
ricordi riaffiorano vividi, prepotenti, e Giovanni si trova a fare i conti con
il passato e con un sentimento che, forse, non ha mai dimenticato.
Miriam Candurro è nata a Napoli nel 1980, consegue la maturità
presso il liceo ginnasio statale Giuseppe Garibaldi, e dove
successivamente si laurea in Lettere classiche all'Università degli Studi di
Napoli Federico II.A Napoli vive con il marito e i figli, il
marito è l’avvocato napoletano Mauro Tornincasa ed è madre di due figli,
Vittoria e Fabrizio. Dopo l’esordio cinematografico nel 2004
in - Certi Bambini - di Andrea e Antonio
Frazzi, film vincitore di tre David di Donatello il ruolo
complesso e sofferto di Caterina le farà ricevere il Premio Domenico
Rea, come miglior attrice esordiente. Successivamente partecipa a
varie fiction tv tra cui: - E poi c'è Filippo, con Neri
Marcorè e Giorgio Pasotti; Angela: film
TV di Rai1, con Sabrina Ferilli; Don Matteo5; La
squadra7; L'inchiesta. Nel 2007 è protagonista, insieme a Massimo Ranieri e Michelle
Bonev, della miniserie tv Operazione pilota, in onda su
Rai 1. Continua
la sua carriera nel mondo del cinema/TV e partecipa a altre serie tv di
successo: il12 marzo 2012 debutta in - Un Posto al Sole - soap di
culto su Rai 3 in cui è una delle protagoniste nel ruolo di Serena Cirillo. Ma
nel suo c.v. d’attrice vi sono anche le fictions - Capri – (2008 e nel 2010 in
Capri 3). Sul grande schermo la ritroviamo con la commedia - La
seconda volta non si scorda mai - e con il
film italo-americano - The Eternal City – Non si dimentica la sua
interpretazione nella serie - I Bastardi di Pizzofalcone -. Nel
2015 e 2016 è stata testimonial del marchio Biancaluna fotografata
da Gaetano Mansi. Insieme a Massimo Cacciapuoti ha
scritto il romanzo - Vorrei che fosse già domani - (Garzanti
2018). – La settima Stanza è il suo romanzo per adulti d’esordio.
Lunedì mi innamoro di Enrico Fovanna è
un libro commovente. È un giallo, e l’aggettivo commovente spesso non si
accosta a tale genere letterario ma questa volta sì, lo centra in pieno. È un
giallo che si può solo seguire, non intuire, perché è tutto rinchiuso nella
memoria del protagonista Giorgio Camisasca, detto il Toro, e i ricordi che ci
vengono proposti da Giorgio vengono centellinati pezzettino per pezzettino
senza possibilità, per chi legge, di poter anticipare qualcosa, proporre
congetture, di fantasticare supposizioni o soluzioni; cose che, leggendo un
giallo, penso che spesso accadono nella mente del lettore, nella mia sicuramente!
È un romanzo che scivola leggero con la sua scrittura semplice ed efficace, anche
se vi sono salti temporali tra un capitolo e l’altro non si perde mai il filo
della matassa. Direi che è una storia che viene narrata quasi sottovoce e ascoltata
con rilassata pazienza.
Giorgio, il protagonista della vicenda, è cresciuto
a Cravegna un paesino di montagna nella Val Antigorio tra Domodossola e la Val Formazza
a pochi km dalla Svizzera; lui è cresciuto con la nonna Adele, senza fratelli e
orfano prima di madre e poi di padre. È sempre Giorgio che ci racconta la sua storia in due
linee temporali e logistiche diverse: tra gli anni 1981-1984, anni universitari del protagonista presso
il collegio Fraccaro in piazza Leonardo da Vinci, dinnanzi alle Tre Torri in Pavia,
e nell’anno 2010 in Milano. L’obiettivo di Giorgio è di scoprire chi si
spaccia, sul web, per il suo amico fraterno Febo. Febo Molini: amico ammaliate,
colto, elegante, atletico, riflessivo ma molto fragile interiormente e molto
tormentato. Febo è morto da quasi trent’anni e Giorgio lo sa! Chi, ora, si
spaccia per lui e perché cerca proprio Giorgio tra i tanti studenti che
alloggiavano al collegio universitario? Qui inizia il giallo della memoria; perché
solo scavando nel suo passato, e rielaborando se stesso e la propria vita,
Giorgio riuscirà a giungere alla verità.
È un viaggio tra i ricordi, tra le paure, gli amori,
le esperienze e la propria crescita; un viaggio nel proprio vissuto e in ciò
che si è diventati da adulti; tra le persone significative, uomini e donne, che
hanno condizionato irrimediabilmente la sua vita e le sue scelte passate e
presenti. È un viaggio romantico, sotto molti aspetti, soprattutto nel finale,
con tante scoperte sorprendenti. Un giallo tra memoria e romanticismo, come
dicevo, che scorre piano come un fiume in primavera, incontra qualche sasso qui
e lì, ma procede con determinazione per poi giungere al mare della verità.
Il finale, se pur dolce e tenero, non è d’effetto!
Perde in credibilità e in azione perché, a pensarci bene, sarebbe bastato molto
meno per capire chi si celasse dietro la chat, considerando anche il lavoro di
Giorgio. Lo scopo però del misterioso Febo va in porto! Ricordare! E ciò
permetterà a Giorgio di scrivere l’ultimo diario di Febo il settimo… Non
spoilero!
Come si leggerà nei ringraziamenti questo libro è un
misto tra verità e fantasia ed è concepito principalmente per non dimenticare
Paolo Molinari, amico dell’autore, deceduto in circostanze non del tutto
chiare, quasi misteriose, in un’auto, nella campagna alla periferia di Piacenza;
e proprio a quest’ultimo è ispirato il personaggio complesso, affascinate e
nebuloso di Febo, co-protagonista della storia.
Nella
mia scala, da 1 a 5, gradimento libro, questo testo,
merita un 2 e mezzo Libri. 📕📗📚🕮🕮
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#Blog #LibriEOpinioni
Collegio Universitario in cui è ambientato il libro:
Collegio Plinio Fraccaro, Piazza Leonardo Da Vinci, 2,
27100 Pavia PV
TRAMA Lunedì mi innamoro
di Enrico Fovanna
Ripresa
da internet e/o dalla 4° di copertina:
In una luminosa mattina di dicembre Giorgio,
giornalista milanese dall’indole solitaria, riceve su Facebook una richiesta di
contatto che lo lascia interdetto. Arriva da Febo, l’amico inseparabile della
sua giovinezza, morto da quasi trent’anni in circostanze che nessuno ha mai
chiarito fino in fondo. Confuso e turbato, Giorgio accetta l’invito e inizia a
chattare con lo sconosciuto nel tentativo di smascherarlo. Gli rivolge domande
cui solo Febo potrebbe rispondere e non ci sono dubbi: di chiunque si tratti,
sembra molto ben informato. È uno scherzo di cattivo gusto? Una trappola legata
al suo lavoro? Oppure, ma è un’ipotesi del tutto folle, Febo non è mai morto?
Per sciogliere l’enigma Giorgio si butta anima e corpo in un’indagine che lo
conduce a ripercorrere la loro indelebile amicizia, fin dagli albori. Siamo a
Pavia, nei primi anni Ottanta, fra i corridoi del collegio Fraccaro. Febo è brillante,
carismatico, colto, tormentato. Ascolta la musica giusta, è uno spietato
seduttore. Giorgio invece è un rustico e introverso figlio delle montagne,
maldestro con le ragazze, legato alle sue radici ma in perenne fuga da sé
stesso. Condivideranno i giorni migliori della loro vita: le notti che sembrano
eterne e gli amori che durano un attimo, le canzoni che non si scordano e le
disquisizioni su Dio, la libertà conquistata e subito persa nell’eroina. Si
scopriranno così diversi da essere identici: nei sogni, nell’idea che tutto può
ricominciare, nel nascondere al mondo le fragilità del proprio cuore.
Nell’avere amato la stessa donna, senza esserselo mai detti. Una storia di
fratellanza che si legge d’un fiato, una struggente ode al tempo che scorre ma
sa custodire i beni più preziosi. E un mistero che si dipana fino a un colpo di
scena sorprendente.
Enrico Fovanna, è nato a Premosello (Vb) nel
1961. Vive a Milano, dove si occupa di temi sociali, immigrazione, diritti
umani.
Il 9 novembre 1989, giorno della caduta del Muro di Berlino, è stato
assunto dal quotidiano «Il Giorno» dove ancora oggi lavora.
Con Il pesce
elettrico, suo romanzo d’esordio poi ristampato nel 2002, ha vinto il Premio
Stresa 1996 e il premio Festival del Primo romanzo, al Salone del libro di Torino
1997.
Ha pubblicato anche per E/L e Utet e realizzato reportage da Paesi in
guerra all’estero, tra cui Iraq e Afghanistan.
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