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martedì 20 settembre 2022

José Saramago - Le Intermittenze Della Morte

José Saramago

Le Intermittenze Della Morte

Recensione - Opinione di
 
Mugnano di Napoli (Na) – 01.09.2022
 
“ Il giorno seguente non morì nessuno.
Il fatto, poiché assolutamente contrario alle norme di vita, causò negli spiriti un enorme turbamento…”.
Questo è l’incipit e senza girarci intorno vi dico subito che questo romanzo è un capolavoro! Piazzatelo sotto le etichette-generi che volete: Dark Fantasy solo Fantasy, Fiction Gotica, Narrativa ma anche Narrativa Gotica o Narrativa Moderna e Contemporanea non ha importanza, io mi sono divertita dalla prima all’ultima parola, sono rimasta esterrefatta. Ho sorriso, ho provato suspense, ho gioito, mi sono fatta venire l’ansia, ero troppo preoccupata per la Morte, pardon  - morte - con la minuscola, poi leggendo il libro capirete il perché, ma sono sempre stata dalla sua parte; l’ho adorata, l’ho adorato. Per me siamo di fronte ad una delle più belle manifestazioni di Narrativa Umoristica che abbia mai letto, ora che le grandi case editrici lo piazzino sotto l’etichetta/genere desiderano resta il punto centrale: questo lavoro è grandioso! Persino la maphia, si! Con la ph, mi raccomando, che è notoriamente una bruttura, è stata uno spasso! Da pagina 62:
<< Si potrebbe pensare che, dopo tanti e tanto vergognosi cedimenti
quali erano stati quelli del governo durante i tiremmolla delle transazioni con la maphia, fino all’estremo di consentire che  degli umili e onesti impiegati pubblici
passassero a lavorare a tempo pieno per l’organizzazione criminale,
si potrebbe pensare, dicevamo, che non sarebbero possibili maggiori bassezze morali.
Purtroppo, quando si avanza alla cieca  nei pantani terreni della realpolitik,
quando il pragmatismo s’impossessa della bacchetta  e dirige il concerto 
senza badare a cosa c’è scritto nello spartito, è più che sicuro che 
la logica imperativa del degrado finisca per dimostrare che, in definitiva,
c’era ancora qualche gradino da scendere.>>.
A questo punto devo raccontarvi della parola maphia: nella mia lingua il ph si legge F ma ad un certo momento sono stata così immersa nel racconto che ho iniziato a leggerlo ad alta voce, alle 3.00 del mattino, inventandomi intonazioni e voci e rendendo la – maphia – ancora più comica fermando il fiato su - ma - e poi sospirando il ph mentre leggevo. Volevo sentire nel corpo la storia, volevo farne parte! Il racconto è entrato nel mio cervello, solo Shining di Stephen King aveva mai fatto tanto in me! La vicenda narrata ti risucchia in un tornado di avvenimenti e informazioni, non riesci e non vuoi perdere una virgola, un punto, una maiuscola o una minuscola. E bisogna anche prestare attenzione a chi dice cosa e a chi fa cosa. È un delizioso inferno in terra, drammatico e tragico, ma comico all’eccesso! La scrittura, fitta, intensa e dinamica, scorre come la vita, senza sosta; l’autore, José Saramago, premio Nobel per la Letteratura  ricordiamolo, è padrone di un linguaggio raffinato, perfetto, e lo esibisce in una performance magistrale. La vicenda è incredibile, la location perde importanza nella realtà, i personaggi deliziosi, lo stile da premio Nobel insomma non si può chiedere di più! Il finale? Be’! Il finale scioglie il cuore! L.Ch.

Lo so non è una recensione ma una manifestazione d’amore per questo libro e questo autore, quindi avete già capito che nella mia scala da 1 a 5,  di gradimento libro, il mio voto è 5; forse di più! L.Ch.
 
TRAMA
Le Intermittenze Della Morte
di José Saramago
Ripresa da internet e/o dalla 4° di copertina:
Un paese senza nome, 31 dicembre, scocca la mezzanotte. E arriva l'eternità, nella forma più semplice e quindi più inaspettata: nessuno muore più. La gioia è grande, la massima angoscia dell'umanità sembra sgominata per sempre. Ma non è tutto così semplice: chi sulla morte faceva affari per esempio perde la sua fonte di reddito. E cosa ne sarà della chiesa, ora che non c'è più uno spauracchio e non serve più nessuna resurrezione? I problemi, come si vede, sono tanti e complessi. Ma la morte, con fattezze di donna, segue i suoi imprendibili ragionamenti: dopo sette mesi annuncia, con una lettera scritta a mano, affidata a una busta viola e diretta ai media, che sta per riprendere il suo usuale lavoro, fedele all'impegno di rinnovamento dell'umanità che la vede da sempre protagonista. Da lì in poi le lettere viola partono con cadenza regolare e raggiungono i loro sfortunati (o fortunati?) destinatari, che tornano a morire come si conviene. Ma un violoncellista, dopo che la lettera a lui indirizzata è stata rinviata al mittente per tre volte, costringe la morte a bussare alla sua porta per consegnarla di persona.
 
Editore:‎ Feltrinelli (24 gennaio 2013)
Lingua: ‎Italiano
Copertina flessibile: ‎ 224 pagine - Dimensioni ‏ : ‎ 13 x 1.42 x 19.99 cm
ISBN-10: ‎ 8807881357 - ISBN-13:‎ 978-8807881350

Oppure:

Editore: Einaudi; EINAUDI edizione (15 novembre 2005)
Lingua: ‎Italiano
Copertina rigida: ‎205 pagine ­ Dimensioni: ‎14.5 x 1.7 x 22 cm
ISBN-10: ‎ 8806179373 - ISBN-13: ‎ 978-8806179373

Traduttrice Rita Desti

 
CENNI SULLA VITA di:
José Saramago
Ripresa da internet e/o dalla 4° di copertina:
José Saramago nato in portogallo, Azinhaga nel 1922 – e morto a Tias,  Isole Canarie nel 2010, è stato narratore, poeta e drammaturgo portoghese, ha vinto il Premio Nobel per la Letteratura nel 1998. Costretto a interrompere gli studi secondari fece varie esperienze di lavoro prima di approdare al giornalismo che ha esercitato con successo su vari quotidiani. Dopo il romanzo giovanile Terra e due libri di poesia caratterizzati da una forte sensibilità ritmico-lessicale, si è rivelato acquistando fama internazionale con un'originale produzione narrativa in cui rielaborazione storica e immaginazione mistica e allegorica, realtà e finzione si mescolano in un linguaggio tendenzialmente poetico e vicino ai modi della narrazione orale. Tra le sue opere più note pubblicate da Feltrinelli: Il vangelo secondo Gesù CristoCecitàTutti i nomi, L'uomo duplicatoL'ultimo QuadernoDon Giovanni o il dissoluto assolto. Riconosciuto come uno degli autori più significativi del Novecento, la sua produzione spazia dalla poesia al romanzo, dal teatro La seconda volta di Francesco d'Assisi e Nomine Dei ai racconti storici. Intellettuale raffinato e impegnato, ha spesso fatto discutere per i suoi racconti dissacranti che colpiscono al cuore i mali della nostra società. Nel 1998 l’Accademia di Svezia gli ha conferito il Premio Nobel per la Letteratura premiando le sue qualità di scrittore ma anche l’uomo delle battaglie civili. Fissa in una frase il perché del proprio scrivere: “Le parole sono l’unica cosa immortale: quando uno è morto, ai posteri rimangono solo loro". Tra le pubblicazioni più recenti per Feltrinelli figurano: nel 2012 Lucernario, romanzo giovanile perduto e ritrovato; nel 2014 Alabarde Alabarde; nel 2019 Diario dell'anno del Nobel.
 
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martedì 12 luglio 2022

Carlos Ruiz Zafón - L’Ombra Del Vento

 Carlos Ruiz Zafón

L’Ombra Del Vento

Mugnano di Napoli (Na) – 25 giugno 2022
 
Da pagina 177:
<< Sono poche le ragioni per dire la verità,
mentre quelle per mentire sono infinite. >>.
Andiamo con ordine:
La storia è brillante e coinvolgente ed è raccontata splendidamente senza sproloqui. Si narra la vita di un libro intitolato “L’Ombra del Vento” ritrovato in una quasi impenetrabile e nascosta biblioteca chiamata “Cimitero dei Libri Dimenticati” e si narrano le tragiche vicende del suo scrittore, Julián Carax, e le assurde avventure e disavventure del suo più accanito lettore e fan, il giovanissimo Daniel Sempere figlio di un libraio.
Da pagina 11:
<< Ogni libro, ogni volume che vedi possiede un’anima,
l’anima di chi lo ha scritto e l’anima di coloro che lo hanno letto,
di chi ha vissuto e di chi ha sognato grazie ad esso.
Ogni volta che un libro cambia proprietario,
ogni volta che un nuovo sguardo ne sfiora le pagine,
il suo spirito acquista forza. >>.
La nazione in cui è ambientata la storia è la Spagna, in particolare la città di Barcellona, con la sua storia politica e sociale, sono sfondi ben costruiti senza essere invadenti e senza addentrarsi troppo nelle vicende storiche Iberiche dalla seconda guerra mondiale in poi.
I personaggi e i loro tratteggio sono tra i punti di forza di tutta la vicenda, con numerosi protagonisti come il giovane e curioso Daniel Sempere, il misterioso e sfortunato Julián Carax, il malvagio e violento Fumero e tanti altri, ma su tutti spicca l’uomo dalle mille risorse, Fermin Romero de Torres, tutti protagonisti eccellenti ed eccezionali.
Da pagina 380:
<< Il folle è consapevole di esserlo?
O i pazzi sono coloro che vogliono convincerlo della sua follia
per salvaguardare la loro esistenza insensata? >>.
Il romanzo è misterioso ed appassionante, quasi una fiction gotica, non lascia scoperto nessun punto, nessun personaggio e nessuna vicenda; la storia è commovente, ricca, intrigante dalla prima all’ultima riga, anzi il termine più corretto, arrivati alle ultime pagine, è emozionante estremamente emozionante. L.Ch.
Nella mia scala da 1 a 5 gradimento libro, il mio voto è un pieno 4. 📕📗📘📙🕮
 
TRAMA
L’Ombra Del Vento
di Carlos Ruiz Zafón
Ripresa da internet e/o dalla 4° di copertina:
A Barcellona, una mattina d'estate del 1945 il proprietario di un negozio di libri usati conduce il figlio undicenne, Daniel, al Cimitero dei Libri Dimenticati, un luogo segreto dove vengono sottratti all'oblio migliaia di volumi di cui il tempo ha cancellato il ricordo. E qui Daniel entra in possesso di un libro maledetto che cambierà il corso della sua vita, introducendolo in un mondo di misteri e intrighi legato alla figura di Julián Carax, l'autore di quel libro. Daniel ne rimane folgorato, mentre dal passato iniziano a emergere storie di passioni illecite, di amori impossibili, di amicizie e lealtà assolute, di follia omicida e di un macabro segreto custodito in una villa abbandonata. Una storia in cui Daniel ritrova a poco a poco inquietanti paralleli con la sua vita. Un romanzo in cui i bagliori di un passato inquietante si riverberano sul presente del giovane protagonista, in una Barcellona dalla duplice identità: quella ricca ed elegante degli ultimi splendori del Modernismo e quella cupa del dopoguerra. Uscito in sordina in Spagna nel 2001, L'ombra del vento è divenuto un incredibile successo grazie al solo tam-tam dei lettori. L'esordio sulla scena internazionale di uno straordinario narratore. Mystery, romanzo storico e tragedia amorosa, L'ombra del vento fa rivivere la grande tradizione del feuilleton ottocentesco con una sensibilità squisitamente contemporanea. Clamoroso caso editoriale, è il libro che ha imposto Zafón sulla scena internazionale, e da allora non ha smesso di stregare milioni di lettori in tutto il mondo. Prodotto e realizzato da Emons, per conto di Mondadori.
 
CENNI SULLA VITA di:
Carlos Ruiz Zafón
Ripresa da internet e/o dalla 4° di copertina:
Carlos Ruiz Zafón (Barcellona, 1964 - Los Angeles, 2020) è uno degli scrittori più conosciuti nel panorama della letteratura internazionale dei nostri giorni e l'autore spagnolo più letto in tutto il mondo dopo Cervantes. Le sue opere sono state tradotte in più di cinquanta lingue. Ha cominciato la sua carriera nel 1993 con un libro per ragazzi, Il Principe della Nebbia, che, insieme a Il Palazzo della Mezzanotte e Le luci di settembre, forma la "Trilogia della Nebbia". A questa serie è seguito poi Marina. Nel 2001 ha pubblicato L'ombra del vento, il primo romanzo della saga del "Cimitero dei Libri Dimenticati", che comprende Il gioco dell'angeloIl Prigioniero del Cielo e Il Labirinto degli Spiriti: un universo letterario che si è trasformato in uno dei più grandi fenomeni editoriali dei cinque continenti. I suoi romanzi, in Italia, sono tutti pubblicati da Mondadori. La città di vapore è uscito postumo in Spagna nel 2020.

Editore: ‎ Mondadori; Neuauflage (22 aprile 2022)
Lingua: ‎ Italiano – Traduzione: Lia Sezzi
Seguito da: Il Gioco Dell’Angelo
Copertina flessibile: ‎ 420 pagine - Dimensioni: ‎ 13.9 x 2.5 x 21.4 cm
ISBN-10: 8804750480 - ISBN-13: 978-8804750482
 
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martedì 10 maggio 2022

Patrick McGrath - Follia

Patrick McGrath
FOLLIA
Mugnano di Napoli (Na) – 30 Aprile 2022
 
Ipnotica! È una storia ipnotica narrata magistralmente da Patrick McGrath. La follia amorosa, il sentimento amoroso su tutti i livelli: emotivo, passionale, torbido, sessuale, erotico, conscio ed inconscio, insensato, geloso, possessivo, omicida e suicida, sono trattati dall’autore con delicato magnetismo e con lucida consapevolezza, consapevolezza quasi clinica.
In questo romanzo psicologico i personaggi sono ben caratterizzati; in primis Stella Raphael, Edgard Stark e lo psichiatra criminale Peter Cleave; quest’ultimo è  il più ambiguo di tutti i personaggi; in quanto mescola il suo essere psichiatra al suo voler essere amico; ma fin dalle prime pagine mi viene da chiedere se sia morboso desiderio di Stella o di altro? La conoscenza, la gelosia e il possesso! Da pagina 255:
<< Era infatti essenziale che ora Stella
mi considerasse il suo unico sostegno.>>.
Sia ben chiaro su tutti gli attori del libro non vi è una vera e propria analisi psicologica, neanche dei protagonisti, anche se il mondo psicologico fa da sfondo a tutto, ma ugualmente sono tutti strutturati quel tanto che basta da comprendere la natura più intima di ogni soggetto, è un lavoro di limatura, di fino.
La storia è tutta prevedibile, dall’inizio alla fine, ma è comunque piacevolissima da seguire; invece il finale è aperto. Da pagina 296:
<< E naturalmente ho lui.>>.
Aperto alle varie interpretazioni del lettore e al suo sentire o al suo legarsi a qualche personaggio: all’amicizia psichiatrica di Peter Cleave, all’amore drammatico e romantico di Stella, e non è solo lei ad amare perdutamente, da pagina 93:
<<…perché si stava convincendo che la fiducia,
e la speranza e l’amore sono tali in quanto
nascono e screscono a dispetto della ragione.>>.  
Alla tenera e patetica vigliaccheria di Max, marito di Stella e psichiatra a sua volta o all’uxoricida, artista affascinante e calamitoso persuasore e psicopatico Edgard. Da pagina 250:
<< Era molto semplice: non farlo era impossibile. 
Impensabile. E quando capisci che non puoi più evitare, 
o rinviare, o ignorare una necessità,
il rischio cessa di essere un deterrente.>>.
Ora immaginate tutto questo in una Londra estiva che vira all’autunno, tra brevi e irruenti temporali, come le emozioni di Stella; l’inquietante nebbia come quella che avvolge la mente malata di Edgard, i classici bar Londinesi dove, in atmosfere gotiche e suggestive, si affogano i pensieri nell’alcol e per Stella nel gin, il tutto ambientato, per la maggior parte, in un manicomio criminale in stile vittoriano, ed ecco che il cupo romanzo neo gotico viene servito puntuale come una tazza di tè alle 16.30 in un perbene salotto inglese. Anche queste sono tra le note positive che ho ritrovato in questa piacevole narrazione. Da pagina 176:
<< Se ci pensi, quand’è che cominciamo a fare delle distinzioni
tra quel che è giusto e quel che è sbagliato?
Quando qualcosa ci ferisce a minaccia di farlo.>>.
Un racconto magistrale e leggermente inquietante, facile da leggere, coinvolgente e gradevole ed emotivamente forte, il tutto amalgamato in un linguaggio pulito, brillante e chiaro come un gin di qualità. 
E' un ottimo testo! Consigliato! L.Ch.
Nella mia scala libri da 1 a 5 il mio voto è un bel 3 pieno! 📗📕📘🕮🕮
 
TRAMA
Follia
di Patrick McGrath
Ripresa da internet e/o dalla 4° di copertina:
Inghilterra, 1959. Dall'interno di un tetro manicomio criminale vittoriano uno psichiatra comincia a esporre, con apparente distacco, il caso clinico più perturbante che abbia incontrato nella sua carriera – la passione letale fra Stella Raphael, moglie di un altro psichiatra dell'ospedale, e Edgar Stark, un artista detenuto per un uxoricidio particolarmente efferato. È una vicenda cupa e tormentosa, che fin dalle prime righe esercita su di noi una malìa talmente forte da risultare quasi incomprensibile – finché lentamente non ne affiorano le ragioni nascoste. Alla fine del libro ci si troverà a decidere se la "follia" che percorre il libro è solo nell'amour fou vissuto dai protagonisti o anche nell'occhio clinico che ce lo racconta.
Il fatto è che in questo straordinario romanzo neogotico McGrath ci scalza dalla posizione abituale, e confortevole, di lettori, chiedendoci di adottare il punto di vista molto più scabroso di chi conduce una forma singolarmente perversa di indagine: il lavoro analitico. Eppure qualcosa, forse una tensione che a poco a poco diventa insopportabile, ci avverte che i conti non tornano, e che l’inevitabile, scandalosa e beffarda verità sarà molto diversa da quella che eravamo stati costretti a immaginare.
«Emersi da una lettura che probabilmente avrà avuto poche interruzioni – senza ricorrere a sensazionalismi plateali, McGrath è un maestro nel­l'arte di non mollare la presa – ci si potrà domandare semmai in che categoria collocare questo libro avvincente ... Libro in ogni caso di atmosfere e di inquietudini sotterranee, tali da creare un disagio che a molti non dispiacerà. Ricordate la Gwendolin di Oscar Wilde? “Che tensione intollerabile” osservava quella saggia giovinetta. E continuava: “Speriamo che duri». Masolino d’Amico

CENNI SULLA VITA di:
Patrick McGrath
Ripresa da internet e/o dalla 4° di copertina:
Scrittore inglese. Nato a Londra nel 1950. Il padre lavorava come psichiatra nel manicomio criminale di Broadmoor, dove il giovane Patrick passa gran parte della propria infanzia. A 21 anni si è trasferito in Canada dove ha lavorato nell’ospedale di Oakridge. Non ha perciò seguito la strada del padre e non si è laureato in psichiatria; la sua irrequietezza lo ha portato altrove, alla scrittura, ed ha immediatamente conquistato i lettori con la trama originale e coinvolgente di Follia, con oltre 500 mila copie vendute, e un successo che dura nel tempo. Tra gli altri suoi libri si ricorda: La lampada del diavolo (La Nave di Teseo, 2021) e Racconti di follia (La Nave di Teseo, 2020).
Dai suoi romanzi sono stati tratti i film The Grotesque (1995), di John-Paul Davidson, Spider (2002), di David Cronenberg e Asylum, di David Mackenzie nel 2005.
Dai suoi romanzi sono stati tratti i film The Grotesque (1995), di John-Paul Davidson, Spider (2002), di David Cronenberg e Asylum, di David Mackenzie nel 2005.

Editore: Adelphi (21 marzo 2012)Lingua:‎ ItalianoCopertina flessibile ‏ : ‎ 296 pagineISBN-10 ‏ : ‎ 8845926982 - ISBN-13 ‏ : ‎ 978-8845926983Lingua Originale: ingleseTitolo Originale: AsylumTraduttore: Matteo Codignola
Generi – Etichette: Fiction Gotica Neo Gotico Narrativa Narrativa Gotica  Narrativa Moderna E Contemporanea Narrativa Psicologica Romanzo 
 
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lunedì 7 giugno 2021

Howard Phillips Lovecraft La Casa Stregata E L’Orrore di Dunwich

Howard Phillips Lovecraft
La Casa Stregata 
E
L’Orrore di Dunwich
  
Recensione – Opinione di
 
Mugnano di Napoli - 04  Maggio 2021
 
«Perfino negli orrori più spaventosi di rado manca l’ironia. Talvolta essa entra direttamente nell’insieme degli avvenimenti, mentre altre volte è legata soltanto alla posizione fortuita di questi tra le persone ed i luoghi.»

Questa premessa andrebbe bene per quasi tutte le opere del grande H.P. Lovecraft definito da molti studiosi della sua vita come “un gentiluomo, nel vero senso della parola.>>. A mio parere è eccezionale quasi quanto E.A.Poe  da cui prende spunto ed ispirazione e questo è lampante. In queste due opere, simili in stile, se pur scritte in anni differenti, La Casa Stregata (La casa evitata - The Shunned House) risale al 1924 mentre L’Orrore di Dunwich risale al 1929, troviamo condensante tutte le “Fasi Lovecraftiane”.
- La “Fase Onirica”, Ispirata in origine dalle opere e dal pensiero di Lord Dunsany, dedicata ai sogni spaventosi e a volte premonitori.
- La fase Gotica, che è inutile dire che è ispirata al genio assoluto E.A.Poe, e qui troviamo tracce anche di quel “Pessimismo Cosmico” o “Macabro Cosmico” (Cosmicismo in gergo) che contraddistingue Lovecraft dagli altri autori del suo stesso genere. Questo Macabro Cosmico, lo scorgiamo anche in queste due opere dove nessun umano si può sottrarre al suo destino in qualunque spazio o tempo si trovi.
- Insufficiente è  l’interesse per la sensualità e le donne! Quest’ultime, poco narrate, hanno sempre una connotazione negativa; non a caso Lavinia Whateley, nell'Orrore di Dunwich, è una  servitrice del male. Ed il sesso o la sensualità hanno sempre una connotazione molto negativa, infatti, i rapporti sessuali generano, nelle opere di Lovecraft, sempre esseri meno umani.
- Qui scorgiamo anche quel piccolo velo di razzismo tipico dell’ autore verso coloro che hanno una scarsa conoscenza e scarso uso dell’ intelletto i cosiddetti Villici Superstiziosi che ritroviamo in particolar modo nel “La Casa Stregata”.
- Ho notato che H.P Lovecraft ha la tendenza a dividere gli umani in categorie in base alle loro caratteristiche: la classe superiore con virtù quali l’ intelligenza, elevato status sociale, civiltà e razionalità, istruzione, connotazioni tipicamente dei bianchi, in particolar modo degli anglosassoni, ovvero i protagonisti “positivi” delle sue opere; L’altra categoria, invece, la classe sottostante, quella opposta, connotata da caratteristiche quali l'inferiorità intellettuale, la corruzione, l’irrazionalità, la mancanza di civiltà, coloro che vengono definiti gli impuri, nelle sue opere, sono spesso gli antagonisti. Ed anche in queste due opere, La Casa Stregata e L’ Orrore di Dunwich la cosa non cambia.
Non manca nulla della “Narrativa Lovecraftiana” in questi due racconti, infatti,  vi sono solo poche e semplici cose da dire ovvero che sono altamente eleganti, suggestivi, ricchi di suspense e soprattutto di un’eccezionale fantasia che può piacere agli adulti e ai ragazzi in egual misura! L.Ch. Il Mio voto da 1 a 5 è un bel 4 pieno! 📚📚📚📚🕮


TRAMA

La Casa Stregata L’Orrore di Dunwich

Riprese da internet e/o  dalla 4° di copertina:
La casa stregata è l'opera più celebre, ispirata ad una casa realmente esistita una casa realmente esistente a Providence, da lui definita «maledetta o nutrita di cadaveri».: "All'angolo nord est di Bridge Street ed Elizabeth Avenue, si trova una casa terribilmente vecchia, un luogo infernale, con una superficie nerastra, non verniciata, il tetto ripido in maniera innaturale e una scala esterna che conduce al secondo piano, soffocata da un groviglio di edera talmente fitta, che non si riesce nemmeno a descriverne la forma. Mi ricorda Casa Babbit a Benefit Street a Providence (...)".  Il racconto La casa stregata venne ispirato a Lovecraft da Il tema di Antichi orrori che si risvegliano, di misteriose auree demoniache, la suspense e il senso di oppressione soprannaturale trasmessi da queste pagine si incontrano anche nel celebre L’orrore a Red Hook, molto citato dagli appassionati di Lovecraft che sostengono l’ipotesi che lo scrittore fosse un affiliato di una setta occulta, vista la precisione con cui riporta alcune formule usate durante rituali esoterici. Il soprannaturale che opprime la quotidianità e rituali esoterici fanno risalire le radici della sua narrativa alle angosce e agli incubi più oscuri dell'animo umano.


Riprese da internet e/o  dalla 4° di copertina:
L’Orrore di Dunwich entriamo in un altro mondo, in quell’universo alieno inaugurato dalla figura di Cthulhu che lo scrittore svilupperà in una serie di famose raccolte. L’orrore non proviene solo dallo spazio infinito, ma anche dall’infinità di universi paralleli al nostro. Creatore e caposcuola incontestato del filone dell’orrore soprannaturale, Lovecraft fa risalire le radici della sua narrativa alle angosce e agli incubi più oscuri dell’ animo umano. Con eccezionale maestria Lovecraft crea una particolare sensazione di stranezza e angoscia nel descrivere il piccolo villaggio di Dunwich, nello stato del Massachusetts, dove nasce Wilbur Whateley, figlio di una ragazza albina lievemente deforme chiamata Lavinia e di un padre sconosciuto. Dalla notte della sua nascita iniziano ad accadere fatti strani: i cani abbaiano senza sosta, si sentono provenire dalla casa suoni mostruosi, si scorgono misteriose presenze. Old Whateley, il padre di Lavinia, è conosciuto in tutto il villaggio come un occultista e si dichiara orgoglioso del nipote, al quale desidera trasmettere tutto il suo sapere. Il bambino cresce velocemente e inizia a parlare già a sette mesi assumendo un aspetto inquietante. Il villaggio assiste con sgomento ai riti oscuri praticati da madre e figlio durante le notti di Halloween. All'interno - come in tutti i volumi Fermento - gli "Indicatori" per consentire al lettore un agevole viaggio dentro il libro.

 

CENNI SULLA VITA di:

Howard Phillips Lovecraft

Ripresa da internet e/o dalla 4° di copertina:

Nato il 20 agosto del 1890 a Providence, (Rhode Island, USA), H. P. Lovecraft è considerato uno dei più grandi autori horror di sempre. La sua particolarità sta nell'aver creato un mondo fantastico e suggestivo, in cui la dimensione dell'orrore si colloca addirittura sul piano cosmico. 

Figlio unico di una famiglia agiata e benestante, perde a soli otto anni il padre, rappresentante di commercio, vittima della sifilide. Il futuro scrittore cresce così all'ombra delle donne di famiglia rappresentate dalle zie e dalla madre, quest'ultima una donna non molto equilibrata e incline a forme di comportamento ossessive. Con il piccolo Howard, ad esempio, si atteggia in modo eccessivamente protettivo, impedendogli di giocare con i coetanei o, spesso e volentieri, anche di uscire. A questo stato di segregazione si aggiungano una serie di lutti che colpiscono il bambino, da quello già citato del padre (un padre abbastanza assente comunque), a quello dell'amato nonno materno, una figura che agli occhi di Howard aveva incarnato e sostituito qualità paterne. Ma la perdita del nonno è anche un duro colpo sul piano economico, visto che grazie alla sua dipartita si interrompono le attività commerciali che egli portava avanti di persona. Tuttavia, un bene prezioso il nonno la lascia pur sempre in eredità a Lovecraft: la sua estesa biblioteca ricca di libri antichi e di classici, in cui il giovane può immergersi e divagare grazie alla sua accesa fantasia e sensibilità. Non a caso, si appassiona alle letture più strampalate o fantasiose (ma anche assai colte), che vanno dalla mitologia greca e latina, alla letteratura fantastico - fiabesca, fino ad arrivare a tomi di argomento scientifico. L'influenza di queste letture è ben visibile sulla sua produzione successiva (sì, perché già a sette anni Lovecraft componeva brevi racconti di ispirazione macabra), mai esente da una certa patina arcaicizzante. Di fatto, comunque, Lovecraft si rivela un vero e proprio bambino prodigio. Oltre a scrivere come detto brevi racconti, redige anche innovativi articoli di astronomia e chimica, accolti con entusiasmo dalle principali riviste amatoriali dell'epoca. Inoltre, pubblica a sua cura numerosi "fogli" periodici, di argomento miscellaneo, nei quali fa sfoggio di una prodigiosa erudizione (tra i più importanti di questi fogli, vi è il "The Conservative"). Problemi di salute, legati alla sua costituzione debole, gli impediscono però di completare gli studi della scuola superiore; inoltre, prende forma in questo periodo il suo stile di vita schivo e solitario, malgrado le numerose amicizie epistolari, che smentiscono in parte il soprannome che lo scrittore si guadagnerà negli anni, quello appunto di "solitario di Providence". Di fatto, comunque, l'epistolario lovecraftiano costituisce un corpus superiore perfino alla stessa produzione letteraria; e non solo per dimensioni, ma soprattutto per la profondità filosofico - concettuale, la varietà dei temi, la sterminata erudizione storica, artistica, letteraria e l'eccezionale spessore umano. Il 1917 è l'anno della svolta: fallito il tentativo di arruolarsi nell'esercito e di partecipare alla Prima Guerra Mondiale, a causa dei suoi cronici problemi di salute (e all'opprimente influenza materna), Lovecraft decide di imprimere un cambiamento alla sua esistenza. Inizia così la grande stagione della narrativa lovecraftiana, che è possibile suddividere sommariamente in tre fasi: dapprima quella dei racconti fantastici, comprendente la sua produzione letteraria più "onirica" e visionaria, influenzata dalla spiccata ammirazione per Lord Dunsany (il suo principale modello estetico fino alla metà degli anni Venti): questa fase è in parte corrotta da una imitazione, talora eccessivamente di maniera, del "gotico" alla Poe. In seguito, prendono vita le storie del macabro "cosmico" e filosofico ispirate da una vena decisamente più personale. In questa fase si colloca il fondamentale "The Call of Cthulhu" (1926), che prefigura la successiva evoluzione delle tematiche narrative verso il cosiddetto "cosmicism" e la creazione di una pseudo  mitologia in funzione simbolica (che si fonda perfino su un Libro magico di pura invenzione, il "Necronomicon").  Questi scritti hanno fatto la fortuna di Lovecraft a partire dal secondo dopoguerra, dando ad alcuni critici lo spunto per apparentare gran parte della sua produzione successiva sotto l'etichetta del "Ciclo di Cthulhu", espressione in realtà mai usata da Lovecraft.

«Penso che la cosa più misericordiosa al mondo 
sia l'incapacità della mente umana di mettere in relazione i suoi molti contenuti. 
Viviamo su una placida isola d'ignoranza in mezzo a neri mari d'infinito  e non era previsto che ce ne spingessimo troppo lontano. 
Le scienze, che finora hanno proseguito ognuna per la sua strada,  non ci hanno arrecato troppo danno: 
ma la ricomposizione del quadro d'insieme ci aprirà, 
un giorno, visioni così terrificanti della realtà 
e del posto che noi occupiamo in essa, 
che o impazziremo per la rivelazione o fuggiremo dalla luce mortale  nella pace e nella sicurezza di una nuova età oscura.»

Negli anni Trenta, invece, si passa ad una letteratura di matrice più spiccatamente fantascientifica. Gran parte dei suoi racconti e delle sue poesie sono apparsi nell'attivo mercato delle fanzines americane dell'epoca dedicate al fantastico, tra cui, in primis, la famosissima "Weird Tales", che nasce proprio nel 1923, e altre tra cui "Amazing Stories" e "Astounding". Diventato oggetto di culto e venerazione da parte di schiere di ammiratori e appassionati del fantastico fin dagli anni Venti, Lovecraft non conobbe mai in vita la vera fama: sempre poverissimo, ricava gran parte del suo sostentamento economico dagli aborriti ma indispensabili lavori di revisione o riscrittura di manoscritti inviatigli da una clientela ambiziosa quanto artisticamente poco dotata, mentre il proprio sostentamento spirituale, da lui tenuto in ben più elevata considerazione, lo ricavava dalla fittissima corrispondenza con giovani amici e ammiratori che incoraggia e avviava all'attività letteraria. Lovecraft muore il 15 marzo 1937 nella sua Providence, dove viene sepolto. Aveva 46 anni. Per Providence è proprio il caso di usare l'espressione "sua" poiché non per nulla sull'epigrafe che compare incisa sulla sua lapide funeraria, posta nello Swan Point Cemetery, compare a chiare lettere il motto: I Am Providence. 

«Sono talmente stanco dell’umanità e del mondo 

che nulla suscita la mia attenzione 

se non comporta almeno due omicidi a pagina,

o se non tratta di innominabili orrori provenienti da altri spazi.»

 

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