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martedì 12 luglio 2022

Carlos Ruiz Zafón - L’Ombra Del Vento

 Carlos Ruiz Zafón

L’Ombra Del Vento

Mugnano di Napoli (Na) – 25 giugno 2022
 
Da pagina 177:
<< Sono poche le ragioni per dire la verità,
mentre quelle per mentire sono infinite. >>.
Andiamo con ordine:
La storia è brillante e coinvolgente ed è raccontata splendidamente senza sproloqui. Si narra la vita di un libro intitolato “L’Ombra del Vento” ritrovato in una quasi impenetrabile e nascosta biblioteca chiamata “Cimitero dei Libri Dimenticati” e si narrano le tragiche vicende del suo scrittore, Julián Carax, e le assurde avventure e disavventure del suo più accanito lettore e fan, il giovanissimo Daniel Sempere figlio di un libraio.
Da pagina 11:
<< Ogni libro, ogni volume che vedi possiede un’anima,
l’anima di chi lo ha scritto e l’anima di coloro che lo hanno letto,
di chi ha vissuto e di chi ha sognato grazie ad esso.
Ogni volta che un libro cambia proprietario,
ogni volta che un nuovo sguardo ne sfiora le pagine,
il suo spirito acquista forza. >>.
La nazione in cui è ambientata la storia è la Spagna, in particolare la città di Barcellona, con la sua storia politica e sociale, sono sfondi ben costruiti senza essere invadenti e senza addentrarsi troppo nelle vicende storiche Iberiche dalla seconda guerra mondiale in poi.
I personaggi e i loro tratteggio sono tra i punti di forza di tutta la vicenda, con numerosi protagonisti come il giovane e curioso Daniel Sempere, il misterioso e sfortunato Julián Carax, il malvagio e violento Fumero e tanti altri, ma su tutti spicca l’uomo dalle mille risorse, Fermin Romero de Torres, tutti protagonisti eccellenti ed eccezionali.
Da pagina 380:
<< Il folle è consapevole di esserlo?
O i pazzi sono coloro che vogliono convincerlo della sua follia
per salvaguardare la loro esistenza insensata? >>.
Il romanzo è misterioso ed appassionante, quasi una fiction gotica, non lascia scoperto nessun punto, nessun personaggio e nessuna vicenda; la storia è commovente, ricca, intrigante dalla prima all’ultima riga, anzi il termine più corretto, arrivati alle ultime pagine, è emozionante estremamente emozionante. L.Ch.
Nella mia scala da 1 a 5 gradimento libro, il mio voto è un pieno 4. 📕📗📘📙🕮
 
TRAMA
L’Ombra Del Vento
di Carlos Ruiz Zafón
Ripresa da internet e/o dalla 4° di copertina:
A Barcellona, una mattina d'estate del 1945 il proprietario di un negozio di libri usati conduce il figlio undicenne, Daniel, al Cimitero dei Libri Dimenticati, un luogo segreto dove vengono sottratti all'oblio migliaia di volumi di cui il tempo ha cancellato il ricordo. E qui Daniel entra in possesso di un libro maledetto che cambierà il corso della sua vita, introducendolo in un mondo di misteri e intrighi legato alla figura di Julián Carax, l'autore di quel libro. Daniel ne rimane folgorato, mentre dal passato iniziano a emergere storie di passioni illecite, di amori impossibili, di amicizie e lealtà assolute, di follia omicida e di un macabro segreto custodito in una villa abbandonata. Una storia in cui Daniel ritrova a poco a poco inquietanti paralleli con la sua vita. Un romanzo in cui i bagliori di un passato inquietante si riverberano sul presente del giovane protagonista, in una Barcellona dalla duplice identità: quella ricca ed elegante degli ultimi splendori del Modernismo e quella cupa del dopoguerra. Uscito in sordina in Spagna nel 2001, L'ombra del vento è divenuto un incredibile successo grazie al solo tam-tam dei lettori. L'esordio sulla scena internazionale di uno straordinario narratore. Mystery, romanzo storico e tragedia amorosa, L'ombra del vento fa rivivere la grande tradizione del feuilleton ottocentesco con una sensibilità squisitamente contemporanea. Clamoroso caso editoriale, è il libro che ha imposto Zafón sulla scena internazionale, e da allora non ha smesso di stregare milioni di lettori in tutto il mondo. Prodotto e realizzato da Emons, per conto di Mondadori.
 
CENNI SULLA VITA di:
Carlos Ruiz Zafón
Ripresa da internet e/o dalla 4° di copertina:
Carlos Ruiz Zafón (Barcellona, 1964 - Los Angeles, 2020) è uno degli scrittori più conosciuti nel panorama della letteratura internazionale dei nostri giorni e l'autore spagnolo più letto in tutto il mondo dopo Cervantes. Le sue opere sono state tradotte in più di cinquanta lingue. Ha cominciato la sua carriera nel 1993 con un libro per ragazzi, Il Principe della Nebbia, che, insieme a Il Palazzo della Mezzanotte e Le luci di settembre, forma la "Trilogia della Nebbia". A questa serie è seguito poi Marina. Nel 2001 ha pubblicato L'ombra del vento, il primo romanzo della saga del "Cimitero dei Libri Dimenticati", che comprende Il gioco dell'angeloIl Prigioniero del Cielo e Il Labirinto degli Spiriti: un universo letterario che si è trasformato in uno dei più grandi fenomeni editoriali dei cinque continenti. I suoi romanzi, in Italia, sono tutti pubblicati da Mondadori. La città di vapore è uscito postumo in Spagna nel 2020.

Editore: ‎ Mondadori; Neuauflage (22 aprile 2022)
Lingua: ‎ Italiano – Traduzione: Lia Sezzi
Seguito da: Il Gioco Dell’Angelo
Copertina flessibile: ‎ 420 pagine - Dimensioni: ‎ 13.9 x 2.5 x 21.4 cm
ISBN-10: 8804750480 - ISBN-13: 978-8804750482
 
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giovedì 22 ottobre 2020

Manuel Rios San Martin - L ’Impronta del Male

Manuel Rios San Martin

L’Impronta del Male

 

Recensione – Opinione di

Luigia Chianese Books Review Blogger

Blog Libri e Opinioni

@LibrieOpinioni

 Mugnano di Napoli  - 09/10/2020

 

 Ciò che proprio non passa inosservato in questo thriller è la   capacità dell’ autore di scavare nella vita dei personaggi, di far   emergere emozioni e sentimenti sia dei vivi che dei morti infine   allinea tutto ad una location originale e reale, ovvero un sito   preistorico spagnolo, Atapuerca infatti,  che oltre ad essere uno dei   siti archeologici più importanti al mondo, è anche il luogo in cui è   stato commesso il primo omicidio documentato della storia, ed il   Thriller è servito!


Da pagina 74:

<<Anche lei, come me, pensa che la crudeltà sia il prezzo che

abbiamo dovuto pagare per l’ intelligenza?.>>.

 

Il personaggio femminile, ed anche principale, la Capo Ispettrice Silvia Guzmán, è la classica donna con un ruolo importante che vive costantemente nel mondo …. “devo dimostrare di …. “ . Devo dirlo, questo tema di donne forti che devono dimostrare di essere sia belle che intelligenti e capaci mi ha stancato, non è originale; come il “macio”, l’ex poliziotto Daniel Velarde, che diventa “meno macio” e mette in dubbio se stesso dinnanzi alla gran donzella … Basta! Concetti superati … Andiamo oltre!

 

La scrittura è scorrevole, facile, chiara però non genera grande suspense, ma non è mai tediosa, diciamo che lascia poco spazio all’ immaginazione e punta molto sulla logica, o meglio tende a rendere logici sia i sentimenti che le emozioni. Un po' come i vecchi giallisti che stringevano il cerchio come una spirale, pian piano, intorno all’ assassino fino a far diventare il cerchio/spirale un punto preciso che, a sua volta, è il cerchio che contiene il tutto della storia.

L’ incipit del libro è decisamente attraente, cattura alla prima lettura e lascia grandi aspettative, che, a par mio, a livello di azioni sono un po' eccessive ma a livello concettuale sono ottimi ragionamenti.

 

<< L’ istinto alla violenza si nasconde dentro di noi,

acquattato nel nostro io più profondo. È  nel DNA, nell’ anima.

Ciascuno può collocarlo dove vuole, sta di fatto che, è presente,

e che non si può estirpare senza uccidere l’essenza dell’ essere umano.

È  qualcosa di primitivo, atavico, fondamentale.

Esiste da milioni di anni.  È il mistero che ci definisce.

Bisogna solo aspettare che la rabbia o il dolore lo risveglino.

Oppure l’invidia. O la paura. O la lussuria.

E a quel punto … . >>

 

Di particolare fascino, che vincono sulla storia narrata, secondo me, sono le riflessioni che si generano sui concetti di bene e male che convivono all’ interno dell’ individuo.

 

Da pagina 271:

<< Quando si  a che fare con il male, è facile vederlo negli altri,

in coloro che classifichiamo come criminali;

il difficile è accorgersi che vive dentro ognuno di noi.>>.

 

Nozioni messe in luce da un sapiente professore, l’ archeologo/sacerdote Samuel Henares, che riesce, volontariamente o involontariamente, ad amplificare i concetti di male negli assassini e i concetti di bene nelle eroine, soprattutto, però, riesce a dare spunti di meditazione a noi lettori su tali argomenti.


<< Chi lotta coi mostri deve guardarsi di

non diventare, così facendo, un mostro.

E, se tu scruterai a lungo in un abisso,

anche l’abisso scruterà dentro di te.>>.

( Friederich Wilhelm Nietzsche, al di là del bene e del male)

 

Come lettrice, amante dei gialli e dei thriller, posso affermare che della storia narrata con gli anni ricorderò poco o nulla se non solo che è stata ambientata in Spagna e che si intrecciava con la preistoria, ma ciò che non potrò mai dimenticare sono i pensieri che ha lasciato frullare nella mia mente, il far girare concetti ed idee, su cosa siamo stati, come ci stiamo trasformando e cosa diventeremo.

 

Da pagina 481:

<< Il prezzo del nostro presunto trionfo come specie è la mediocrità.

La totale mancanza di libertà .>>.

<< I mediocri hanno bisogno di vincoli.

 Regole che gli dicano ciò che è bene e ciò che è male.

La nostra società tenta di reprimere la violenza facendoci sentire in colpa,

invece di aiutarci a conoscerla e ad accettarla. … >>.

 

Alla fine? Consiglio questa lettura non per la storia in sè ma per l’ introspezione che produce nel lettore! L.Ch.


TRAMA

L’Impronta del Male

Manuel Rios San Martin


Ripresa da internet e/o  dalla 4° di copertina:

Atapuerca è un paesino di poco più di cento anime relegato in un angolo sperduto della Spagna, ma è pure uno dei siti di archeologia preistorica più vasti del mondo. Qui sono conservati i resti umani più antichi mai rinvenuti. E qui è stato commesso il primo omicidio documentato della storia. Esattamente nello stesso punto, millenni dopo, una scolaresca in gita scopre il cadavere di una ragazza: nuda, in posizione fetale e disposta come nei riti funebri della preistoria. Per Silvia Guzmán, è un incubo che ricomincia. Sei anni prima, un'altra giovane donna era stata uccisa e deposta con modalità rituali in un sito funerario. Quel delitto, mai risolto, aveva quasi distrutto la sua carriera di poliziotta ed era costato il posto a Daniel Velarde, il suo partner, che adesso lavora nel settore della sicurezza privata. Ed è proprio a loro che le autorità affidano la nuova indagine. Per Silvia e Daniel, è l'occasione per affrontare i fantasmi del passato e i loro demoni personali, e forse per venire a patti coi sentimenti che ancora provavano l'uno per l'altra. Tuttavia, più tempo passano in quel luogo inquietante, in cui tutti si conoscono, più i segreti si moltiplicano e le ombre si tingono di nero. A poco a poco, Silvia e Daniel si rendono conto che l'unico modo per fare luce sul mistero e sul legame tra i due omicidi è comprendere le motivazioni dell'assassino, anche se ciò significa inoltrarsi nei sentieri oscuri della sua mente e seguirli fino agli abissi più profondi e nascosti dell'animo umano. Là dove il male ha lasciato la sua impronta fin dalla notte dei tempi...

 

Prima pubblicazione: 2020 
Autore: Manuel Rios San Martín 
 

CENNI SULLA VITA di:

Manuel Rios San Martin


Ripresa da internet e/o dalla 4° di copertina: Manuel Ríos San Martín è nato a Madrid nel 1965. È laureato in Scienze delle Comunicazioni e ha lavorato per anni per le maggiori case di produzione televisive spagnole, sia come produttore sia come regista e sceneggiatore. L'impronta del male è il suo romanzo d'esordio.



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giovedì 15 agosto 2019

Almudena Grandes - Le Età di Lulù


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Le Età di Lulù

Recensione – Opinione
di Luigia Chianese
Books Review Blogger
Mugnano di Napoli
14/08/2019

Almudena Grandes è un’ importante scrittrice Spagnola, famosa e premiata, e questo è uno dei suoi libri più celebrati e letti, diventato, nel 1990, con il regista Bigas Luna  anche un film. Pilastro della letteratura erotica, così è descritto, ma io non vedevo l’ ora di finirlo.
Più che un testo erotico, in alcune parti, è solo testo pornografico per un eccesso di “visuale” che non eccita, non intriga ma stanca; la mancanza di pudore dei personaggi ( Lulù, Marcelo e Pablo)  che spesso segna la linea di base di alcuni personaggi erotici, questa volta è solo qualcosa di scontato.
La storia è noiosa, è scocciante e non è interessante perché la crescita mentale di Lulù,  attraverso il martirio del sesso, chiamiamolo erotismo malato e violento? E’ così sciocco e banale che non strappa ne un sorriso, né un pizzico di empatia e neppure un po' di eccitazione.
Per non parlare degli altri due personaggi principali Marcelo, il fratello di Lulù e Pablo, l’ eterno amore, due esseri totalmente insignificanti e sciocchi, direi solo presuntuosi.
Come romanzo è’ semplice da leggere, da seguire e capire ma non ha mordente è decadente; inizia con altissime aspettative ma poi si perde in un mare di sciocchezze; non vi è nessuna “ricerca psicologica”  intorno alla figura di Lulù; lei è nuda e cruda ma è una figura stupida e basta.
E va bene così, forse è questa la novità!  Il lancio di figure noiose e stupide!  E’ un testo che occuperà un po' di spazio sullo scaffale.


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TRAMA
Le Età di Lulù

Ripresa da internet e dalla 4° di copertina:
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«La linea di confine mi tentava, la sua prossimità esercitava su di me un'attrazione quasi irresistibile, il richiamo dell'abisso, precipitare nel vuoto e cadere, cadere giù per decine, centinaia, migliaia di metri, cadere fino a schiantarmi sul fondo, e non dovere più pensare per tutta l'eternità.»
Per Lulù, protagonista di questa opera prima, l'erotismo ha i caratteri di un'ossessione, di una condanna da scontare, di un richiamo che la spinge a sperimentare le estreme, più offensive forme di trasgressione: conseguenza paradossale di una prima, violenta e tenera esperienza avuta a quindici anni con Pablo, amico di famiglia di dodici anni più vecchio di lei, e del rapporto che i due hanno coltivato nella lontananza e nel desiderio fino a ritrovarsi e a sposarsi.
Ma è un rapporto fondato sulla pratica del libertinaggio. La prossima età di Lulù sarà quella della fuga da Pablo e del tentativo di costruire un'esistenza autonoma: rimane però, irresistibile, l'attrazione per la sessualità più torbida e sfrenata, incarnata nella intensa figura di Ely. il travestito che accompagna la sua discesa nei gironi dei bassifondi madrileni. Ipnotico monologo che si distende nel ricordo e si riaffaccia di continuo sul presente, Le età di Lulù rappresenta tutta la durezza e la dolcezza del dialogo tra i corpi: il lettore non si stupirà scoprendo che l'allucinata violenza della scena finale del romanzo si placa nell'ultimo, tenero abbraccio fra Lulù e Pablo.



Prima pubblicazione: 1989
Autore: Almudena Grandes
AdattamentiLe età di Lulù (1990)
Generi: Letteratura erotica, Narrativa
Premi: Premio Sor Juana Inés de la CruzPremio Nazionale per la narrativa

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CENNI SULLA VITA di:

Ripresa da internet (Wikipedia) e dalla 4° di copertina:

Almudena Grandes
Almudena Grandes Hernández
(Madrid7 maggio 1960) è una scrittrice spagnola, nota al grande pubblico per il suo romanzo Le età di Lulù (1989), dal quale nel 1990 il regista Bigas Luna trasse l'omonimo film. Le sue successive opere  Ti chiamero venerdì (1991),  Malena: un nome da tango (1995),  Atlante di geografia umana (2007), Cuore di ghiaccio (2007), Baci sul pane (2015)hanno contribuito a consolidare la sua fama internazionale come importante esponente della letteratura spagnola contemporanea. Fin da bambina Almudena espresse il desiderio di fare la scrittrice, ma per volere della madre che desiderava per la figlia una "carriera da donne", venne iscritta alla Facoltà di Geografia e Storia all'Universidad Complutense de Madrid, anziché seguire gli studi classici che avrebbe preferito. Dopo la laurea iniziò a scrivere articoli per enciclopedie e alcuni copioni cinematografici (es. A contratiempo di Óscar Landoire). In quanto figlia e nipote di "poeti appassionati", l'autrice ha dichiarato di non essersi mai dedicata ad altro genere al di fuori della narrazione, eccezione fatta per la sua opera drammatica Atlante di geografia umana, genere per il quale afferma di provare "una grande passione, ma alle volte una grande frustrazione". Il primo romanzo che pubblicò fu Le età di Lulù (1989), opera erotica che le valse la vittoria all'undicesima edizione del premio La Sonrisa Vertical e una trasposizione cinematografica diretta da Bigas Luna l'anno successivo. La critica accolse positivamente il romanzo, che venne tradotto in più di venti lingue. Questo suo primo straordinario successo, secondo dichiarazioni della stessa autrice, le regalò la vita che aveva sempre sognato e "mai riuscirò a pagare tale debito”. Il suo secondo romanzo, Ti chiamerò Venerdì (1991), distaccatosi dal genere erotico, non riscosse molto successo, al contrario di Malena, un nome da Tango (1994), che Gerardo Herrero portò sullo schermo nel 1996. Lo stesso anno venne pubblicata una raccolta di racconti intitolata Modelli di donna, in parte già apparsi in pubblicazioni periodiche. Tra questi, Il vocabolario dei balconi, ispirato ad un poema del marito Luis García Montero, funse da spunto per il lungometraggio Benché tu non lo sappia che Juan Vincente Córdoba diresse nel 2000, e che valse all'autrice il Premio Rosone d'Oro. Almudena fu la prima donna e il primo autore di origine spagnola a riceverlo. Atlante di geografia umana (1998), Gli anni difficili (2002) e Troppo amore (2004) danno un seguito al percorso romanzesco dell'autrice. Come le precedenti opere, anche queste sono ambientate nella Spagna di fine '900 e inizio 2000 e dipingono con grande realismo e introspezione psicologica la vita quotidiana di personaggi di quel periodo. Nel 2006 dal libro Gli anni difficili verrà tratto un film diretto da Gerardo Herrero, già regista di Malena. Nel 2003 venne pubblicata una serie di articoli apparsi in El País con il titolo Mercado de Barceló. È del 2005 il romanzo breve Il ragazzo che apriva la fila, un libro che raccoglie cinque storie brevi in cui si raccontano situazioni di forte difficoltà emotiva ed esistenziale (la morte di un fratello, l'iniziazione al sesso, la malattia di un genitore) vissute da cinque adolescenti, e il loro cammino verso la maturità e l'età adulta. Nel 2007 esce alle stampe Cuore di ghiaccio, ampio e complesso racconto in cui la storia di due famiglie diventa l'emblema della storia delle due Spagne, quella rossa e quella nera. Il libro ottenne l'anno seguente due importanti premi: il José Manuel Lara e il Gremio de Libreros de Madrid. Il 23 marzo del 2007 uscì nelle sale Atlante di geografia umana, basato sull'omonimo libro. Interpretato da Cuca Escribano, Montse Germán, María Bouzas e Rosa Vilas, fu diretto da Azucena Rodríguez, amica della scrittrice. Il suo romanzo Inés e l'allegria (2010) con il quale Almudena inizia la serie Episodi di una guerra interminabile, vince in Messico il premio Elena Poniatowska e viene definito "opera narrativa portentosa che, a cavallo della tradizione galdosiana e scritta controvento e contro marea, si scontra con la tendenza generale di andare di fretta del nostro periodo, tanto dal punto di vista di chi l'ha scritta, come di chi la legge". Nella sua opera più recente, I baci sul pane (2015), romanzo ambientato in un quartiere di Madrid durante la grave crisi spagnola del 2008 che scosse strutturalmente tutte le classi sociali, Almudena Grandes descrive un microcosmo abitato da persone diverse per appartenenza generazionale, provenienza, estrazione sociale: coppie, famiglie allargate, single, giovani e anziani, spagnoli e stranieri, negozianti e operai. Fra questa popolazione composita, secondo la scrittrice, sono i vecchi, coloro che già hanno vissuto nella loro vita simili o peggiori catastrofi, quelli che più di altri riescono a mantenere la dignità e resistere. "Se io portassi qui mio nonno Manolo e gli dicessi: guarda che crisi stiamo vivendo!, morirebbe dal ridere". I " baci sul pane" sono quelli che, un paio di generazioni fa, i genitori insegnavano a dare al cibo caduto per terra, in segno di rispetto per quel bene prezioso, che non doveva, in alcun caso, essere buttato o sprecato. Una lezione dimenticata, sostiene Almudena, negli anni del benessere e dell’abbondanza "quando ci facevano credere di essere ricchi, sempre più ricchi". Questo di Almudena Grandes non è soltanto un romanzo sulla nuova povertà, ma "una rivendicazione della cultura della povertà, quella dei nostri nonni che sapevano essere poveri con dignità ed essere felici accontentandosi di quello che c'era.

Luigia Chianese
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