Louise Doughty
Binario Sette
Recensione
– Opinione
di
Mugnano
di Napoli
17 Marzo
2020
Fantasma o meglio
presenza che parla e che prende coscienza e/o cognizione di ciò che è veramente
importante e cosa non lo è; l’importanza dell’esistenza è sottintesa, non mi
soffermo sull’ovvio.
Da pagina 34: <<Qual è il punto in cui un essere umano smette di essere umano e diventa cosa?>>.
Da pagina 34: <<Qual è il punto in cui un essere umano smette di essere umano e diventa cosa?>>.
La protagonista vive
una specie di sogno temporale, sospesa nel tempo ma in uno spazio definito, principalmente
nella stazione di Petersborough, intorno al binario Sette,
racconta la sua storia e nel contempo la definisce e si definisce nelle
emozioni, tra ricordi che affiorano e consapevolezza che si ritrova piano piano.
Il testo viaggia a tratti spedito, a tratti più lento ed è quella la parte
noiosa ed insopportabile, tremendamente odiosa. Ci sono tanti momenti tristi,
che fanno sentire la protagonista “inferiore” e “manipolata”, ma altri momenti
sono in salita, un’onda oscillante continua, è forse questo l’ effetto “dell’
Amore Perfetto” che lei desidera, cerca, trova, pensa? Ma poi tanto perfetto
non è, lo definirei malato.
Questo romanzo è classificato nei Thriller ma io sarei più
precisa, lo infilerei nei Thriller Psicologici, ma di scarso livello, anche se
il tentativo di riuscire a mettere a nudo le debolezze e i limiti umani ci sta.
Il fulcro centrale del testo su cui
riflettere veramente sono le emozioni, ma sono raccontate in maniera pessima
nel senso che è tutto troppo noioso e a volte inutile! Quasi una continua
lamentela! L.Ch.
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TRAMA
Binario Sette
di
Louise Doughty
Stazione di Petersborough, binario Sette, quattro del
mattino: Lisa Evans è determinata a capire perché si
Però una cosa la sa: lei è morta,
ed è morta lì, investita da un treno al binario Sette. ma come siano davvero
andate le cose, Lisa non riesce a capirlo. Nella solitudine della notte,
assiste a un altro «incidente»: un uomo solo, anch'egli travolto da un treno di
passaggio. Lo choc fa riaffiorare, un tassello dopo l'altro, le vicende e le
persone del suo passato. Su tutte, Matthew, il fidanzato. Medico affascinante e
premuroso, Matthew è andato a vivere con lei dopo poche settimane di
appuntamenti romantici e passionali. I suoi genitori lo adorano, è quello
giusto. Potrebbe essere la relazione perfetta solo che, come spesso accade, non
lo è. Matthew arriva sempre in ritardo, ma detesta quando lo fa Lisa. Le dice
che lei è solo sua, ed è ossessionato dai suoi fidanzati passati, per scherzo.
Le controlla il cellulare e conosce le sue password. Tanto per provare, quando
sono a letto insieme, le chiede di fingere di essere morta. Giorno dopo giorno,
un senso di soffocamento e allo stesso tempo di colpa si insinua nella vita di
Lisa. C'è qualcosa che non funziona, ed è sicuramente lei il problema. A meno
che non sia Matthew. Mentre il ricordo della relazione si fa sempre più vivido,
una domanda tormenta Lisa: si è suicidata su quel binario, o qualcuno l'ha
spinta sotto al treno? Perché il suo spirito continua a vagare per la stazione,
come se avesse qualcosa di irrisolto da portare alla luce prima di potersi
abbandonare in pace all'eternità? Tra le vicende dei frequentatori abituali
della stazione, che può osservare dalla sua postazione privilegiata, e le
immagini che le tornano alla mente, Lisa capisce di non essere sola, e che può
ancora fare qualcosa per riportare a galla la sua terribile verità.
Copertina flessibile: 442 pagine
Editore: Bollati Boringhieri (23
gennaio 2020)
Collana: Varianti
Lingua: Italiano
CENNI SULLA VITA
di:
Louise Doughty
Ripresa da internet e/o dalla 4° di copertina:
(Dalla seconda/terza di copertina)
Louise Doughty, pluripremiata autrice di romanzi e drammi radiofonici, è
critico letterario per numerosi giornali internazionali e per la BBC. Ha
scritto dieci romanzi, dei quali, oltre a Binario Sette, Bollati Boringhieri ha
pubblicato Nel nome di mia figlia (2016), finalista al Costa Novel Award e
all’Orange Prize for Fiction; Fino in fondo (2014 e 2016), finalista allo
Specsavers National Book Award come Thriller dell’anno; e Il buio nell’acqua
(2017). Vive a Londra.)
Louise Doughty (Melton Mowbray, 4 settembre 1963) è una scrittrice, drammaturga e giornalista britannica di etnia romanichals.
In Gran
Bretagna scrive una sua rubrica dal nome "Un romanzo in
un anno" sul Daily
Telegraph.
In
Italia molti suoi articoli sono stati pubblicati dal settimanale Internazionale.
Ha
pubblicato sette romanzi:
Crazy
Paving (1995)
Dance with
Me (1996)
Honey-Dew (1998)
Fires in the
Dark (2003)
Stone
Cradle (2006)
Nel nome di mia
figlia (Whatever you love) (2010), Milano, Bollati Boringhieri, 2016
Fino in
fondo (Apple Tree Yard) (2013), Torino, Bollati Boringhieri, 2014
Il buio
nell'acqua (Black Water) (2016), Milano, Bollati Boringhieri, 2017
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