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martedì 22 novembre 2022

Romy Hausmann - Perfect Day

Romy Hausmann
Perfect Day

Recensione - Opinione di
 
Mugnano di Napoli – 08 novembre 2022
 
Tutta la storia gira intorno ad un problema: l’alessitimia; chi ne è colpito non riesce a provare quasi niente. Come dirà l’assassino a pagina 361:
<< Per gli altri le sensazioni sono come dei bulldozer,
per me sono piuttosto… un alito di vento
…Una brezza che mi sfiora, appena percettibile.>>.
Romy Hausmann scrive un intero thriller psicologico per arrivare all’alessitimia. Non ci sarebbe nulla di anormale in questo eccetto per il fatto che tutta la vicenda è narrata come un’americanata, nel senso negativo del termine. Negativo perché esagerata e grossolana.
Iniziamo dal principioil filosofo di fama mondiale, Walter Lesniak, viene arrestato perché sospettato di essere un killer che ha assassinato ben 10 bimbe lasciandole morire dissanguate dopo aver tagliato loro le vene al polso sinistro. Sempre Walter Lesniak, stimato docente universitario, viene ribattezzato dalla stampa il “Professor Morte” e come presunto killer si ammutolisce, chiudendosi in sé. Dopo la cattura, sua figlia Ann, fa di tutto per provare l’innocenza di quel padre straordinario, affettuoso e protettivo e per scoprire chi, secondo lei, è il vero killer. Ann viene aiutata da un personaggio a noi già noto l’avvocato Polacco-Tedesco Ludwig Abramczyk, ormai in pensione e amico del padre di Ann. Avvocato che abbiamo già conosciuto nel precedente romanzo di Romy Hausmann – La Mamma Si è Addormentata –. Ann viene aiutata anche  dal giornalista Jakob Wesseling, che sembra un pò succube e imbranato. La storia potrebbe anche essere avvincente, se vista con gli occhi di Ann o del giornalista, ma, per me lettore, è stato tutto troppo sovradimensionato, come in un brutto film americano. Da pagina 208:
<< Ma il mondo diventa un posto sgradevole
se non fai altro che porti delle domande invece di vivere.>>.
Ann, ragazzina appena ventenne in tre mesi e poco più riesce:
Uno, a scoprire che il presunto colpevole, Mark Steinhausen, non è colpevole.
Due, a fermare la tortura e l’omicidio di Andreas Steinhausen fratello del sospetto colpevole e a far arrestare Rainer Meller ossessionato da Mark Steinhausen e dalla morte della sua figliastra Larissa.
Tre, a scoprire un omicidio di una donna, Kerstin Seiler.
Quattro, a salvare un padre innocente, Steffen Fester; e far arrestare una madre disturbata, Nathalie, che non accetta la morte per malattia di sua figlia Lenia.
E non  finisce qui! La nostra protagonista, (a questo punto avrete capito che mi sta antipatica, too much!) dopo tante avventure: 
Uno, realizza che è omosessuale ed ha sempre amato la sua amica del cuore Eva Harbert, che per colpa di Ann, finirà in coma in ospedale e lì verrà lasciata! 
Due, Ann, prima sposa e poi si separa da Zoe, ex compagna universitaria, con cui condivide anche un figlio, Noah, geneticamente di Zoe.
E tre, dulcis in fundo, sempre Ann, riesce a far confessare al killer gli omicidi e il perché di tali omicidi e a provocare la morte di quest’ultimo in prigione! 
Lei riesce, in tre mesi e poco più, a fare ciò che avvocati, investigatori, poliziotti, giornalisti, forze dell’ordine e genitori delle vittime non sono riusciti a fare in 14 anni; e succede di tutto, e le succede di tutto. 
Tutto questo perché, la nostra protagonista, segue la massima di Pascal sul cuore e la ragione e lei sceglie il cuore nelle sue decisioni; per farla breve lei ragiona così: Noi conosciamo la Verità non soltanto con la ragione, ma anche con il Cuore! 
Tra citazioni di vari filosofi tra cui Pascal, Socrate, e Platone su tutti, si svolgono tutte le vicende, il tutto narrato molto bene, devo dirlo; vicende presentate su quattro fronti.
Primo fronte: la visione o meglio le avventure di Ann nel presente.
Secondo fronte: i ricordi di Ann, bambina amata dal padre.
Terzo fronte: le interviste all’assassino.
Quarto e ultimo fronte “il Noi” che non vi svelo ma che è il più assurdo di tutti. 
Se non fosse così esagerato sarebbe un ottimo romanzo, ma è, come si dice in questo periodo, decisamente “too much”. L.Ch.
 
Nella mia scala, da 1 a 5, gradimento libro, questo testo, merita un 2 e mezzo  Libri. 
📗📘📚🕮🕮 #LuigiaChianeseBooksReviewBlogger
 
Romy Hausmann torna in libreria
con un thriller inquietante e crudele
che ci trascina alla ricerca
dello spietato omicida di dieci bambine.
 


Tutti gli indizi portano a Walter, il Professor Morte. 
Tutti sono ormai certi che lui sia il colpevole,
tutti tranne sua figlia. 


Lei sa che suo padre è innocente.
Ma come dimostrarlo, se suo padre non parla più? 
Come scagionarlo?


TRAMA
Perfect Day
di Romy Hausmann
Ripresa da internet e/o  dalla 4° di copertina:
Dieci bambine scomparse nei dintorni di Berlino. Dieci piccoli corpi ritrovati nei boschi, in vecchie rimesse, in cantieri abbandonati. E un’unica traccia: una serie di fiocchi rossi appesi ai rami degli alberi, che guidano fino al luogo in cui giacciono le vittime. Sono passati quattordici lunghi anni dal primo omicidio e finalmente la polizia stringe il cerchio intorno al presunto colpevole: il filosofo di fama mondiale Walter Lesniak, ribattezzato dalla stampa il “Professor Morte”. Ma dal momento dell’arresto, quello che un tempo era uno stimato docente universitario, sembra paralizzato dallo shock e aver perduto una delle fondamentali capacità dell’uomo: la parola. Più lui tace, più le cose si complicano. C’è solo una persona che non crede alla sua colpevolezza: sua figlia Ann, determinata a provare l’innocenza di quel padre straordinario, affettuoso e protettivo, e a scoprire chi è il vero killer. Un viaggio che la porterà a esplorare i lati più oscuri dell’animo umano.
 
Editore: ‎Giunti Editore
Prima Uscita Italia: 6 ottobre 2022
Lingua: ‎Italiano 
Traduttrice in Italiano: Alida Daniele

Copertina flessibile: ‎384 pagine 
Dimensioni: 15 x 2.44 x 23 cm
ISBN-10: ‎8809942213 
ISBN-13: ‎978-8809942219
Genere – Etichette : ThrillerPsicologico Giallo Horror 

 
CENNI SULLA VITA di:
Romy Hausmann 
Ripresa da internet e/o dalla 4° di copertina:
Romy Hausmann (1981) ha lavorato come caporedattrice di una casa di produzione televisiva a Monaco. Dalla nascita di suo figlio, lavora come libera professionista per la tv. Vive con la sua famiglia in un cottage nei boschi vicino a Stoccarda.  - La mia prediletta - (Giunti 2020) è il suo romanzo d’esordio, divenuto rapidamente un grande bestseller internazionale, rimasto per mesi al 1° posto della classifica dello Spiegel e opzionato per un film di prossima uscita. Un successo confermato dal suo secondo thriller -  La mamma si è addormentata.- . I libri di Romy Hausmann sono tradotti in 24 Paesi. Il 03 Novembre 2021, con la traduzione di Alida Daniele, esce – La mamma si è addormentata – mentre in Italia il 06 ottobre 2022 esce - Perfect Day - sempre con Giunti Editore e traduzione di Alida Daniele
 


CONSIGLIATI da

   Giallo
   Horror

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giovedì 3 novembre 2022

Charles Bukowski - Donne

Charles Bukowski
(Henry Charles "Hank" Bukowski Jr)
Donne

Recensione - Opinione di
 
Mugnano di Napoli (Na) – 23.10.2022
 
Questo libro di Charles Bukowski è intitolato - Donne - e di questo tratta, ma è come parla di loro che è eccezionale perché è incredibilmente affettuoso, brutale, crudele, dolce, esagerato, erotico, poetico, sensuale, sguaiato, sincero, vivo, volgare, ma la parola che più indentifica l’autore è crudo. Lui necessita delle donne; anzi vive per tre cose: scrittura, alcol e donne; queste sono le sue fonti, questi i suoi bisogni primari. Sappiamo chi è Charles Bukowski non abbiamo bisogno che ci sia qualcuno che ce lo dica, lui si descrive da solo magnificamente; Da pagina 56:
<< Ero un burbero. Ero squinternato.>>.
Odiava la gente e soprattutto stare in mezzo alla gente, lui è scivolato nella vita per caso e per caso viveva! E anche questo piaceva alle donne, sia alle donne che lui voleva, desiderava e aveva, e ne erano tante, sia a quelle che lui disprezzava. Lui, anche in questo lavoro, è stato diretto, non allusivo, e ha descritto molto di se stesso, ma l’ha fatto attraverso la sua ossessione per le donne; le loro gambe, i loro capelli e la loro testa. Da pagina 180:
<< Non metto mai in mostra la mia volgarità.
Aspetto che arrivi da sola. >>.
Con le donne è stato crudele, spesso infantile, violento e strafottente, ha ferito ed è stato ferito, e senza l’alcol, la sua benzina, si sarebbe ammazzato da tempo, prima che nel 1994 una leucemia fulminante lo portasse via da noi a 73 anni. A quanto traspare da questo lavoro letterario, e non solo, l’alcol e le donne l’hanno salvato da suicidio certo. Sembra assurdo ma è così; Da pagina 192:
<< La gente doveva tenersi occupata nell’attesa di morire.>>.
Ha avuto donne di ogni tipo ed a modo suo le ha amate o almeno apprezzate, di sicuro le ha usate e molte hanno usato lui, ma senza di loro forse non avrebbe scritto. Di loro diceva, tra le altre cose; Da pagina 203:
<<Ogni donna è diversa. 
In genere sembra che sia una combinazione tra bello e brutto…
magiche e tremende allo stesso tempo. 
Comunque sono felice che esistano.>>.
Il realismo sporco di Charles Bukowski è divertente, a volte patetico, spesso ripetitivo, ma se ci s’immerge completamente può spaventare, perché ti entra nell’anima, ti fa scavare in te stesso, ti tira un pugno in faccia lasciandoti tramortito e cosciente ma ti fa vacillare; infatti è così facile cadere nelle braccia dell’alcolismo e lui ne è sempre stato consapevole; Da pagina 185:
<< Ecco qual è il problema con il bere, 
pensai, mentre me ne versavo uno.
Se succede qualcosa di brutto bevi per dimenticare,
se succede qualcosa di bello bevi per festeggiare,
e se non succede niente bevi per far succedere qualcosa.>>.
È come se una parte di lui, vero o inventata che sia, esistesse in ognuno di noi, o perlomeno ci fa sospettare che esista e che possa spuntare fuori. Lui ha la grandezza di vomitarcelo addosso come una brutta marca di cherry bevuta per compiacere una donna.
 
Nella mia scala, da 1 a 5, gradimento libro, questo testo, merita un 4 Libri. #LuigiaChianeseBooksReviewBlogger
 
TRAMA
Donne
Charles Bukowski
Ripresa da internet e/o dalla 4° di copertina:
Le donne per Bukowski (forse non soltanto per lui) sono state un'attrazione costante e prepotente, un sogno e un bisogno che non si è mai interrotto, un desiderio che non ha mai conosciuto pause. In questo, che è il suo romanzo più esplicitamente erotico, Bukowski racconta con strepitosa immediatezza le sue avventure d'amore, vere o immaginarie che siano. Storie tumultuose, incontri tra lo sguaiato e il grottesco, memorabili o miserabili prodezze, dialoghi enormemente e dolcemente sboccati, sullo sfondo di un'esistenza randagia, segnata da maratone alcoliche, assillata dalla ricerca di denaro, vissuta sempre e rigorosamente «on the road». Un mondo di picari audaci e pezzenti che nessuno ha saputo far vivere nelle pagine di un romanzo con l'intensità e l'efficacia di Bukowski.
 
Editore: TEA; 6° edizione (5 marzo 2020)
Lingua: ‎Italiano – Traduzione di: Simona Viciani
Copertina flessibile: ‎318 pagine Dimensioni: ‎12.8 x 2 x 12.8 cm
ISBN-10: ‎ 8850246986 - ISBN-13: ‎ 978-8850246984
Etichette – Generi: Charles Bukowski  Autori USA 
 
CENNI SULLA VITA di:
Charles Bukowski
Henry Charles "Hank" Bukowski Jr
Ripresa da internet e/o dalla 4° di copertina:
Henry Charles "Hank" Bukowski Jr., nato  Heinrich Karl Bukowski, noto anche con lo pseudonimo di Henry Chineski, suo alter ego letterario nato a Andernach, 16 agosto 1920  e morto a  Los Angeles il 09 marzo 1994   è stato un poeta e scrittore statunitense. 
Ha scritto sei romanzi, centinaia di racconti e migliaia di poesie, per un totale di oltre sessanta libri. Il contenuto di questi tratta della sua vita, caratterizzata da un rapporto morboso con l'alcol, da frequenti esperienze sessuali, descritte in maniera realistica e senza troppi eufemismi, e da rapporti tempestosi con le persone. La corrente letteraria a cui spesso viene associato è quella del Realismo Sporco. 
Dopo essersi diplomato alla Los Angeles High School, frequentò il L. A. City College (università) per due anni, seguendo corsi di arte, giornalismo e letteratura. Mentre studiava là, si associò brevemente con un gruppo di nazisti, il German-American Bund (Amerika deutscher Volksbund), che prese poi in giro in “Panino al Prosciutto”. Per un po' frequentò anche gruppi di estrema sinistra. 
Nella poesia "Cosa penseranno i vicini" viene sfatata per l'ennesima volta una delle svariate leggende che gli furono attribuite nel corso degli anni, quella di essersi schierato con le frange estremiste di destra: "non ero schierato con nessun gruppo o ideologia. in realtà nell'insieme l'idea della vita e della gente mi ripugnava ma era più facile scroccare da bere a quelli di destra che alle vecchie nei bar"
«Al L.A. City College, poco prima che cominciasse la seconda guerra mondiale, mi atteggiavo a nazista. Distinguevo a fatica Hitler da Ercole e non poteva importarmene di meno. Era soltanto lo stare seduti a lezione e sentire tutte le prediche patriottiche su come dovremmo andar lì e fare del nostro meglio, mi vennero a noia. Decisi di diventare l'opposizione. Non mi prendevo il tempo neppure per informarmi su Adolf, semplicemente sputavo qualsiasi cosa che pensavo fosse malvagia o bestiale.»
(Politics, A sud di nessun nord) Il 22 luglio  1944, con la seconda guerra mondiale che ancora infuriava, fu arrestato dagli agenti del FBI a Filadelfia, in Pennsylvania (dove viveva in quel periodo), con l'accusa di renitenza alla leva e fu tenuto per diciassette giorni in prigione, per non aver dichiarato i suoi spostamenti all'esercito. Sedici giorni dopo non superò un esame fisico-psicologico e fu dichiarato non adatto al servizio militare. In futuro parteciperà ad alcune campagne pacifiste, ma sarà sostanzialmente disinteressato dalla politica:
«La differenza tra dittatura e democrazia è che in democrazia prima si vota e poi si prendono ordini, in dittatura non dobbiamo sprecare il nostro tempo andando a votare.».
A tredici-quattordici anni bevve per la prima volta il vino, grazie al suo amico William “Baldy” Mullinax (chiamato nei libri Eli La Crosse), figlio di un chirurgo alcolizzato. 
“Questo mi aiuterà per tanto tempo”, scrisse in seguito, descrivendo l'inizio del suo amore a vita con l'alcol.
«Se succede qualcosa di brutto si beve per dimenticare; se succede qualcosa di bello si beve per festeggiare;
e se non succede niente si beve per far succedere qualcosa.» (Women, Donne)
 
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martedì 3 maggio 2022

Ursula Poznanski e Arno Strobel - L’ Estraneo

Ursula Poznanski 
e Arno Strobel
L’Estraneo

Recensione - Opinione di
Mugnano di Napoli (Na) – 22-04-2022
 
Alti e bassi! Questo libro, scritto a quattro mani da Ursula Poznanski e Arno Strobel è pieno di alti e bassi, di noia ed emozione, di attimi d’insofferenza e altri di leggera suspense. Rientra a pieno titolo nei thriller psicologici, abbiamo i morti, gli assassini, il mandante segreto, i gregari e anche i giochetti mentali, nonostante tutto non decolla.
I personaggi, discretamente descritti, sono ordinari ed esageratamente sciocchini e distratti, sono piatti. La location non ha nulla d’interessante, prevedibilmente banale, gli eventi si sarebbero potuti svolgere ovunque se non fosse che la xenofobia di stampo neo nazista è più suggestiva se ambientata in Germania, un mediocre cliché.
Cosa altro ha di alti e bassi questo testo? All’inizio può sembrare divertente e piacevole osservare lo stesso episodio, lo stesso attimo di vita, da due punti differenti, maschile e femminile, ma alla lunga annoia da morire; è come rileggere due volte il medesimo avvenimento, trascinato ad oltranza, con solo  minimi cambiamenti che a lungo andare non producono neppure dei veri e propri indizi. 
Questo tedia! O meglio irrita!
Di contro; verso la metà della narrazione, diciamo più della metà, la suspense finalmente s’accende, s’inizia a sperare nell’evoluzione della storia, ma, tale suspense, è tirata troppo per le lunghe; il finale poi, in stile film americano di scarsa fattura, sfuma in una delusione totale.
Insomma, non lo consiglierei a nessuno, anzi dimenticatelo, come uno dei protagonisti ha dimenticato una parte della sua vita. Come è stata chiamata? Amnesia selettiva! Ebbene io penso che l’applicherò a questo libro; ma coscientemente e non per trauma o ipnosi! L.Ch.
Nella mia scala libri da 1 a 5 il mio voto è 1. 📙🕮🕮🕮🕮

TRAMA
L’Estraneo
di  Ursula Poznanski e Arno Strobel
Ripresa da internet e/o dalla 4° di copertina:
Immagina di essere sola in casa, avvolta in un accappatoio, mentre ti asciughi i capelli dopo un bagno caldo. Improvvisamente senti un rumore al piano di sotto, uno strano tintinnio, poi un cassetto che si apre e si richiude. Scendi le scale, ti avvicini alla porta della cucina e d'un tratto ti trovi davanti uno sconosciuto: occhi azzurri, capelli scuri, spalle larghe. Sei paralizzata dalla paura, inizi a gridare. Ma lui non scappa. E, cosa ancora più inquietante, ti chiama per nome, sostiene di essere il tuo fidanzato e non capisce come tu possa non riconoscerlo. Tu però sei certa di non averlo mai visto prima, afferri un fermacarte e glielo scagli contro. Chi è quell'uomo? Perché dice di conoscerti? Stai forse diventando pazza? Immagina di tornare a casa una sera e scoprire che la tua fidanzata non ti riconosce più. Comincia a gridare, è convinta che tu sia un ladro o un maniaco, ti scaglia addosso un fermacarte e corre a rinchiudersi in camera. Non riesci a capire, inizi a guardarti intorno e all'improvviso realizzi un fatto agghiacciante: le tue cose non ci sono più. Le tue giacche, che stamattina erano appese nel guardaroba, sono sparite. Non c'è più niente di tuo in quella casa. Stai forse diventando pazzo? Siete entrambi intrappolati in un incubo. E l'unico modo per uscirne è provare a fidarsi l'uno dell'altra...
 
CENNI SULLA VITA di:
Ursula Poznanski
Ripresa da internet e/o dalla 4° di copertina:
Ursula Poznanski è nata alla fine degli anni Sessanta (1968)  in Austria, a Vienna, dove ha studiato e dove ancora vive con la famiglia.  Ha lavorato come redattrice in una casa editrice di medicina. Dopo il successo del suo primo romanzo per ragazzi Erebos (pubblicato in Italia da Armenia nel 2011), ha deciso di diventare scrittrice a tempo pieno. Ha pubblicato numerosi libri per bambini e per ragazzi e alcuni thriller per adulti, in particolare Blinde Vögel (2013) e Fünf (2012), tradotto in italiano Cinque e pubblicato da Ponte alle Grazie nel 2013.

Editore: ‎Giunti Editore (2 gennaio 2018)
Lingua: ‎Italiano – Traduttrice: Lucia Ferrantini
Copertina flessibile: ‎368 pagine Dimensioni: ‎12.5 x 20 x 19.5 cm
ISBN-10 ‏ : ‎ 8809864204 - ISBN-13 ‏ : ‎ 978-8809864207


CENNI SULLA VITA di:
Arno Strobel
Ripresa da internet e/o dalla 4° di copertina:
Arno Strobel è nato Land of Saarlouis, Germania il 18 agosto 1962 e ha lavorato a lungo per una grossa banca prima di dedicarsi interamente alla scrittura. È diventato un autore bestseller con una fortunata serie di thriller psicologici. Studia Ingegneria elettrica. Dopo aver lavorato per diversi anni come Consulente di gestione IT  in Germania, si è trasferito in Lussemburgo , dove ha ancora lavorato nel 2014 implementando progetti IT in una grande banca tedesca. Nel febbraio 2014, lascia il lavoro e diventa scrittore freelance. Parallelamente alle sue attività informatiche, ha iniziato una carriera tarda come scrittore quando aveva quasi 40 anni. Il suo primo romanzo, Magnus (2007) è un thriller sotto il Vaticano  per il quale Strobel aveva svolto ricerche a Roma . Il suo primo grande successo, tuttavia, rimane un altro thriller più psicologico, intitolato Der Trakt  (2010). Da allora, tutti i suoi libri sono stati bestseller in Germania. Arno Strobel ora vive con la sua famiglia vicino a Treviri.
 

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martedì 30 novembre 2021

Romy Hausmann – La Mamma si è Addormentata

Romy Hausmann 
La Mamma si è 
Addormentata
 
 
Mugnano di Napoli - 22.11.2021
 
Quando ho visto la copertina e il nome dell’autrice, Romy Hausmann, la mia mente e volata all’ultimo libro che ho letto scritto da questa autrice - La mia Prediletta - (Giunti 2020) che è stato il suo romanzo d’esordio, ed essendo stata una piacevolissima scoperta e lettura, letta la trama di – La Mamma si è Addormentata – ho deciso di prenderlo con la speranza di rivivere la medesima emozione. Speranza delusa! Lo so è un commento lapidario ma è un commento sincero. La scrittura è fluida e chiara, come nel primo romanzo, ma il racconto, soprattutto all’inizio, ed intendo almeno per 100/130 pagine, annoia tantissimo. Nella parte centrale si riprende alla grande, pieno di ritmo e suspense, ma si affloscia subito, e ci si ritrova con un finale scontato e banale. A prima lettura potrebbe sembrare che il personaggio principale sia Nadja Kaluka, ragazzina Polacca, con tanta sfortuna e tanti, tantissimi problemi; dal mio punto di vista, però, i protagonisti sono tutti i soggetti coinvolti, perché, al di là della vicenda narrata, che secondo me non è ne piacevole e neanche avvincente, l’unica cosa bella del testo è il viaggio che si compie in tutte le personalità disturbate che ci sono. Spoilero che in questo romanzo gli innocenti di omicidio vanno in galera e degli assassini, gli omicidi, uno resta fuori e l’altro si suicida. Molti personaggi del libro, dall’avvocato Berlinese Gero van Hoven a Marta, la madre di Nadja, a Hannes Liewert, povera vittima, a molti altri, non sono stati capaci di elaborare i traumi, piccoli o grandi del loro passato. Nessuno! È il loro passato, infatti, così forte, così vivo, nel loro presente, che determina la loro vita attuale e futura, le loro azioni quotidiane, le loro scelte o meglio decisioni a volte espiatorie. Tutti, in un modo o nell’altro, si puniscono da soli; Questa è una costante nel testo, l’autopunizione!   Da Marta, madre, operaia, prostituta, ballerina mancata, perseguitata dal suo passato, dai sogni non realizzati per colpa della nascita della figlia, sarà la causa prima delle sofferenze di Nadja e del suo amatissimo fratellastro Janek, mettendo in moto un meccanismo a catena di sofferenze prolungate in un ventennio.
Da pagina 128:
<< Probabilmente è molto difficile amare qualcuno 
quando odi te stesso.
Le persone ferite feriscono le altre persone. 
Possiamo forse biasimarle per questo?>>.
A Nadja che non fa mai un passo avanti, nonostante anni e anni di analisi, pagate da terzi, sempre piena di paure, panico e angosce che però spariscono, per un attimo, o almeno il tempo necessario, solo quando sta per essere uccisa; arrivati a quel punto, però, si potrebbe parlare d’istinto di sopravvivenza non di un passo verso la guarigione. Che si fa? Trauma scaccia trauma? Violenza per violenza? Questo sembra uscire dal racconto. Nel libro vi è una frase, durante l’addio dell’avvocatessa Tabea  Lenggries a Gero van Hoven, che può valere per tutti i personaggi della storia, dai più ricchi, realizzati e fortunati, come la segretaria, allegra e estroversa segretaria-moglie-madre-assassina Laura Brehme e il masochista avvocato Polacco-Tedesco Ludwig Abramczyk, ai più poveri e disgraziati come Marta e Nadja.
Da pagina 135:
<< Automaticamente si sentì solo,
una sensazione che aveva mal sopportato fin dall’asilo,
perché la solitudine rendeva attaccabili. E deboli.>>.
Si arriva al personaggio più assurdo: l’avvocato Gero van Hoven, che paga un crimine non suo per mantenere una promessa alla sua amata Laura Brehme e soprattutto a sua figlia Vivi; una promessa che a lui fu fatta da ragazzino, dalla sua famiglia, e che non fu mai rispettata. Ed al culmine del masochismo, il grande e controllato avvocato Gero van Hoven, dopo averne combinate di cotte e di crude, si auto punisce, autoaccusandosi di omicidio e anche non denunciando il suo aggressore in carcere, Paul Heger, per espiare il suo essersi elevato a giudice proprio con quest’ultimo. Tutto questo solo per essere amato!
Da pagina 149:
<<L’amore, questa creatura impetuosa e imprevedibile,
non faceva domande, ma arrivava barcollando 
su sentieri inaspettati, per poi cadere 
come un ubriaco e rimanere lì disteso.>>.
Ed alla fine abbiamo il patetico, vigliacco e brufoloso Hannes Liewert, una comparsa che prima commette un omicidio d’impeto, poi si pente, poi confessa e alla fine s’ammazza. Tutto per la sua amata Nelly Elisabeth Schutt, ovvero l’amante di Paul Heger. Tutti i personaggi, praticamente, se la cantano e se la suonano, come si usa dire. L’unico che riesce veramente ad affrontare la vita e a fare qualcosa di buono è il vecchio avvocato Ludwig Abramczyk che ha successo nel lavoro e cresce come essere umano aiutando gli altri e  cercando di capire le loro sofferenze e difficoltà. In sintesi, questo racconto, è un viaggio tra persone all’apparenza normali ma che si portano dentro traumi non gestiti a dovere e alla fine viene da chiedersi: - si devono gestire sul serio i traumi o bisogna lasciarli lì e far scorrere l’esistenza così come è perché la vita perfetta non sembra esistere? – Ai posteri e alla psicanalisi l’ardua sentenza. Le uniche note originali, forse, sono la circa 13 lettere, su 32, scritte da Nadja; più i suoi tre/quattro “tentativi” di lettere: 0, 20,21,23, e le sue 01,02,03 lettere finalmente riuscite. L.Ch

Nella mia scala, da 1 a 5, gradimento libro, questo testo, merita un 3 Libri. 
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TRAMA
La Mamma si è Addormentata  
di Romy Hausmann
Ripresa da internet e/o  dalla 4° di copertina:
Era solo una ragazzina di quindici anni quando è stata condannata per un crimine atroce, di cui si è sempre dichiarata innocente. Adesso Nadja è una donna adulta e ha ormai scontato la sua pena. Non chiede altro che una vita normale, e quel lavoro anonimo come assistente in uno studio di avvocati sembra l'unico modo per tenere a bada gli incubi e il panico che la assale all'improvviso. Un'esistenza grigia e ripetitiva che però la fa sentire protetta. Ma un giorno, inaspettatamente, la morte rientra di nuovo nella sua vita. Laura, la moglie del suo capo, l'unica persona che le abbia mai dimostrato amicizia, ha commesso un tragico errore, un errore che è finito nel sangue. Adesso potrebbe perdere tutto: suo marito, sua figlia, le sue sicurezze. Nadja sa bene che cosa significhi. Ma sa anche che aiutarla la renderebbe sua complice. Mentre si dirige nei boschi dello Spreewald con un carico inquietante nel bagagliaio della macchina, non può certo immaginare che quel luogo popolato di oscure leggende diventerà teatro di una caccia spietata. Qualcuno sta cercando di trascinarla in un gioco perverso e Nadja capirà ben presto che il suo passato sanguinoso potrebbe fare di lei la vittima perfetta. O l'assassina perfetta.
 
CENNI SULLA VITA 
di: Romy Hausmann 
Ripresa da internet e/o dalla 4° di copertina:
Romy Hausmann (1981) ha lavorato come caporedattrice di una casa di produzione televisiva a Monaco. Dalla nascita di suo figlio, lavora come libera professionista per la tv. Vive con la sua famiglia in un cottage nei boschi vicino a Stoccarda.  - La Mia Prediletta - (Giunti 2020) è il suo romanzo d’esordio, divenuto rapidamente un grande bestseller internazionale, rimasto per mesi al 1° posto della classifica dello Spiegel e opzionato per un film di prossima uscita. Un successo confermato dal suo secondo thriller -  La Mamma si è Addormentata.- . I libri di Romy Hausmann sono tradotti in 24 Paesi. Il 03 Novembre 2021, con la traduzione di Alida Daniele, esce – La Mamma si è Addormentata -

Editore: ‎ Giunti Editore
Prima uscita Italia: 3 novembre 2021
Lingua: ‎Italiano - Traduttrice in Italiano: Alida Daniele

Copertina flessibile : ‎384 pagine - Dimensioni: 15 x 2.24 x 23 cm
ISBN-10 : ‎880995159X - ISBN-13: 978-8809951594

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