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mercoledì 13 marzo 2024

Vera Buck - Bambini Lupo

 Vera Buck
Bambini Lupo


Recensione - Opinione di
 
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Mugnano di Napoli (Na)
Domenica 18 febbraio 2024
 
È stata dura! Questo thriller è iniziato malissimo, perché mi sono annoiata per buona parte del libro. Quasi come se fosse fatto di proposito “l’allungare il brodo”. Il libro è composto di 435 pagine, ringraziamenti esclusi, ma a pagina 235 stavo per cedere, poi ho scelto di dargli una possibilità. Ottima scelta, perché la storia, finalmente, ha iniziato a vivacizzarsi e ad avere un senso. Il racconto è narrato in prima persona da ogni personaggio principale e ne sono circa 4/5. Ogni capitolo, infatti, porta come titolo il nome di chi racconta quel tratto di avvenimento in corso.
Tra questi spicca Smilla la giovane giornalista apprendista e traumatizzata dal rapimento della sua amica del cuore, Juli, rapita da oramai 10 anni. A seguire il giovane Jesse Glanzer; tra lui e lei non saprei chi vive più sensi di colpa. Questo povero ragazzo vede la sua vita crollare pezzo dopo pezzo. Abbiamo, poi, il personaggio più carino di tutti, la piccola bambina lupo, la vera outsider tra gli outsider ovvero la piccola Edith Mader, di appena 9 anni, con il suo papà che è un vero criminale. Rebekka, di anni 16, è quella che farà smuovere le acque sconvolgendo non solo la vita nello sperduto villaggio montano di Jakobsleiter ( Jakobsleiter significa Scala di Giacobbe) della comunità Mennonita¹ – Anabattista², ma anche le vite di Jesse e della nuova e giovane insegnate Laura Bender, anche lei super traumatizzata da precedenti avvenimenti, ovvero a scuola uno studente le stava per sparare in testa. Vi chiarisco, fin da subito, che buona parte dei personaggi ha grossi problemi con se stesso, con il mondo e le persone che le circondano, e quasi tutti hanno problemi con il passato. Il racconto è ben ambientato: tra montagne sperdute, tra gallerie segrete e gole nascoste; e l’intreccio è discretamente sviluppato. Ho trovato originale il finale, pensavo che il rapitore e assassino fosse… invece era… tranquilli non vi rovinerò la sorpresa. Ad un certo punto il sospetto non solo viene ma è evidente, solo che non ci sono prove nel testo a suffragio delle supposizioni che il lettore fa nella propria testa, ma alla fine ci si arriva con facilità, perché resta vero il principio che l’insospettabile è il più pericoloso. Non è una brutta lettura, anzi verso la fine è anche ricca di pathos, ma se non fosse per il personaggio di Edith mi sarei annoiata. Spero, però, in un sequel dove lei e il padre diventino protagonisti. Luigia Chianese
 
Nella mia scala, da 1 a 5, gradimento libro, questo testo, merita un 2 e mezzo  Libri.📕📗📚📖📖
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NOTE
1) 
Mennoniti costituiscono la più numerosa delle chiese anabattiste. Devono il loro nome a Menno Simons (1496-1561), che assicurò, riorganizzandoli (1536), la sopravvivenza degli anabattisti olandesi dopo che questi attraversarono un periodo di gravissima crisi, in seguito agli eventi di Münster (1535). Ad oggi infatti si contano più di un milione e mezzo di mennoniti nel mondo, soprattutto negli Stati Uniti, sulle coste caraibiche in Honduras, in Paraguay (soprattutto tra i discendenti degli immigrati tedeschi), in Canada, in Africa e in India.
L'obiettivo dei mennoniti è quello di creare delle comunità di santi, basate su sobrietà e carità. Nelle intenzioni queste comunità si dovrebbero avvicinare molto alle prime comunità cristiane, chiuse al mondo esterno, fortemente disciplinate. I mennoniti, infatti, non hanno particolare interesse nel proselitismo; inoltre le loro congregazioni locali sono dotate di larghissima autonomia: gli organi centrali servono più da collegamento che in effetti per unificare dottrine e pratiche religiose. I mennoniti oggi continuano a combattere il lusso eccessivo e a vivere relativamente appartati rispetto alla società circostante, ma di fatto hanno finito per accettare l'etica sociale calvinista, allontanandosi dall'originale ascesi anabattista.
 
2)     
L'Anabattismo (da non confondere con il successivo battesimo), in greco ἀνα (di nuovo) + βαπτίζω (battezzare), ovvero ribattezzatori, in tedesco Wiedertäufer, è un movimento religioso di matrice cristiana nato in Europa nel XVI sec., nell'ambito della Riforma Protestante. Il loro nome è tra altri, Fratelli in Cristo e talvolta Chiesa di Dio. Gli Anabattisti non usarono mai questo nome per definirsi credenti; tra loro si chiamavano semplicemente "Fratelli in Cristo" o "Fratelli". Il termine "anabattista" fu coniato dai loro nemici con intento mistificante: quando gli "anabattisti" battezzavano i credenti, non intendevano, "ri-battezzare", perché per loro il battesimo dei neonati, un battesimo ricevuto per volontà altrui e per interposta persona, era nullo. Il movimento nacque a Zurigo la sera di mercoledì 21 gennaio 1525 quando Conrad Grebel amministrò a Blaurock il primo ribattesimo della storia, a sancire l'ingresso volontario e consapevole nella loro comunità. Il movimento anabattista è principalmente basato su: la totale separazione tra Stato e Chiesa, il rifiuto del battesimo degli infanti in favore del battesimo dei credenti, la Chiesa intesa nella sua interezza come comunità locale tra eguali, l'interpretazione biblica (intesa come ermeneutica comunitaria), lo stretto biblicismo con il ruolo predominante del Nuovo Testamento sull'Antico il rifiuto di ogni tipo di violenza, il rifiuto di assumere cariche politiche, il rifiuto del giuramento e, pur accettando il principio luterano della giustificazione per sola fede, la necessità e la possibilità per il credente di vivere conformemente a Cristo, grazie alla potenza dello Spirito. Strenui sostenitori del principio di sobrietà, furono i pionieri del movimento antialcolista.

TRAMA
Bambini Lupo
di Vera Buck
Ripresa da internet e/o dalla copertina:
Il piccolo insediamento di Jakobsleiter non compare su nessuna mappa e i suoi abitanti raramente scendono a valle. Qui si vive secondo i dettami del vento, della pioggia e delle stagioni, a stretto contatto con gli animali e rifuggendo qualsiasi tipo di modernità. È un luogo governato dalle leggi della natura: dure e spietate, ma coerenti. Almeno così è sempre sembrato a Jesse, che è nato lì. A lui e agli altri bambini è stato insegnato che tutto ciò che è cattivo vive in città. Ma la sua amica Rebekka non ci crede e sta cercando un modo per lasciare il villaggio una volta per tutte. Finché un giorno scompare. E non è l'unica. Negli ultimi anni sono state diverse le donne sparite senza lasciare traccia. Eppure solo la giovane giornalista Smilla è convinta che in quelle zone si aggiri un serial killer, forse lo stesso che dieci anni prima le ha portato via la sua migliore amica. Ben presto, però, si diffondono voci che fanno ricadere i sospetti sugli abitanti della isolata comunità montana. Qual è il mistero che si cela dietro Jakobsleiter? Che cosa lega queste sparizioni? Può una bugia, una volta raccontata, diventare la verità? Un thriller serrato, avvincente e molto inquietante, con un'atmosfera cupa e un'immensa potenza linguistica e visiva. Capace di trasportarci nel regno dei lupi, dove foreste e montagne, pendii scoscesi e labirintici passaggi all'interno di grotte millenarie contengono oscuri segreti. 

CENNI SULLA VITA di:
Vera Buck
Ripresa da internet e/o dalla copertina:
Vera Buck è nata nel 1986 in Germania nel Nord Reno-Westfalia, ha studiato giornalismo, letteratura europea e sceneggiatura in Europa e alle Hawai. Durante gli studi ha scritto testi per la radio, la televisione e riviste, e successivamente racconti per antologie e riviste letterarie. Ha ricevuto borse di studio e premi in patria e all'estero. Il suo primo romanzo “Runa” è stato nominato per il Premio Friedrich Glauser 2016. Mentre "Il libro degli artisti dimenticati", è stato molto apprezzato dai lettori e dalla stampa. Vera Buck vive e lavora come autrice freelance a Zurigo. “Bambini lupo” è il suo debutto nel thriller.

Editore: ‎ Giunti Editore
Prima Edizione Italiana: 3 gennaio 2024
Traduzione: Gaia Bartolesi
Lingua: ‎ Italiano
Copertina flessibile: ‎ 444 pagine
ISBN-10: ‎ 8809935187 - ISBN-13: ‎ 978-8809935181
Generi - Etichette: Narrativa Suspense Thriller


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domenica 9 luglio 2023

Wulf Dorn - La Psichiatra

Wulf Dorn

La Psichiatra


Recensione - Opinione di
 
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Mugnano di Napoli (Na) – 19 maggio 2023
 
È uno thriller psicologico; questo è scritto a chiare lettere sul retro della copertina, difatti lo è, ma è anche un thriller psicologico un tantino scontato. Già dalle prime 50/70 pagine si riesce a comprendere o ad intuire, senza grossi errori e senza grandi sforzi d’intelligenza o di conoscenze psichiatriche, cosa potrebbe essere accaduto e a chi; non resta da scoprire i perché e il come. Avete letto bene - i perché -. Sono due, infatti, i perché: entrambi scatenanti se pur a distanza di vent’anni. Il primo - perché - riguarda la creazione del trauma; Paura, Abbandono, Stupro e Omicidio. Il secondo -perché - riguarda l’inconsapevole ripetizione dell’ambientazione generatrice del precedente trauma che riemerge attraverso due sensi quali la vista/il buio e il tatto.
Devo dire che i personaggi sono ben descritti, soprattutto Ellen Roth - Lara Baumann ovvero la protagonista, si riesce letteralmente a vederla; come in un film di Sir Alfred Joseph Hitchcock.
L’ambientazione principale è presso la Waldklinik (Clinica del Bosco); è una clinica specializzata in psichiatria, psicoterapia e psicosomatica, ed è un contorno davvero ideale per questa storia. La Waldklinik dell’opera è una bella struttura ospedaliera risalente ai primi del ‘900, al momento della narrazione sotto custodia della sovraintendenza delle belle arti, quindi immaginate la suggestione di un ospedale psichiatrico nella Germania dei primi del ‘900. Intrigante vero?
I sogni pilotati, che vengono narrati, sono davvero originali ma è la fuga dissociativa: ovvero una fuga d’identità del soggetto che si rifugia in un’altra identità. Tale persona abbandona l’ambiente personale in cui è vissuto creando un’altra personalità e convincendosi di essere la persona da lei stessa creata il tutto per far fronte a dai traumi subiti; questa è la parte meglio gestita e lavorata dall’autore. Da pagina 175:
<< Non tutto ciò che ci aiuta 
dev’essere necessariamente piacevole.>>.
La suspense e le sorprese, nel bene e nel male, anzi soprattutto nel male, non mancano, o meglio le si aspetta e fortunatamente le si trova tutte e ciò procura un certo grado di soddisfazione nelle aspettative del lettore.
Anche le emozioni e i sentimenti sono un punto forte della narrazione perché non sono esasperate, come le americanate esagerate, e neppure abbandonate al margine; hanno la giusta misura. Tutto il romanzo ha la giusta misura.
La scrittura è fluida, semplice, elegante e per nulla scontata; infatti il romanzo si legge con scioltezza in poco tempo! Wolf Dorn sa condurci, piano piano e per mano, nella mente della protagonista, ci lascia esplorare i suoi pensieri e il suo sub-inconscio in modo scorrevole e leggero, senza lasciarci sfuggire nulla.  Questo è un buon libro!  Luigia Chianese
 
Nella mia scala, da 1 a 5, gradimento libro, questo testo, merita un 2 e mezzo, quasi 3 Libri. 📗📘🕮📖📖
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NOTE:
«Ci sono posti nella mente umana che nessuno dovrebbe visitare.
Dopo il viaggio allucinante dell'Ipnotista, La psichiatra ci riporta nel lato oscuro.»
Donato Carrisi

«Wulf Dorn sembra davvero scrivere sull'orlo dell'abisso.
E quando – con una calibrata strategia della suspense –
fa tirare il fiato al lettore, è solo per trascinarlo meglio più giù, verso l'inferno.»
Il Messaggero - Francesco Fantasia
  
TRAMA
La Psichiatra
di Wulf Dorn

Ripresa da internet e/o dalla copertina:
Lavorare in un ospedale psichiatrico è difficile. Ogni giorno la dottoressa Ellen Roth si scontra con un'umanità reietta, con la sofferenza più indicibile, con il buio della mente. Tuttavia, a questo caso non era preparata: la stanza numero 7 è satura di terrore, la paziente rannicchiata ai suoi piedi è stata picchiata, seviziata. È chiusa in se stessa, mugola parole senza senso. Dice che l'Uomo Nero la sta cercando. La sua voce è raccapricciante, è la voce di una bambina in un corpo da donna: le sussurra che adesso prenderà anche lei, Ellen, perché nessuno può sfuggire all'Uomo Nero. E quando il giorno dopo la paziente scompare dall'ospedale senza lasciare traccia, per Ellen incomincia l'incubo. Nessuno l'ha vista uscire, nessuno l'aveva vista entrare. Ellen la vuole rintracciare a tutti i costi, ma viene coinvolta in un macabro gioco da cui non sa come uscire.
 
Editore: ‎ TEA
4° edizione: (19 novembre 2020)
Lingua: ‎ Italiano Tradizione:  Alessandra Petrelli
Copertina rigida: ‎ 400 pagine - Dimensioni ‏ : ‎ 12.8 x 3 x 19.8 cm
ISBN-10: ‎ 8850259115 - ISBN-13: ‎ 978-8850259113

CENNI SULLA VITA di:

Wulf Dorn

Ripresa da internet e/o dalla copertina:
Wulf Dorn (Ichenhausen, 20 aprile 1969) è uno scrittore tedesco. Ha ottenuto fama internazionale nel 2010 grazie al suo primo romanzo La psichiatra
Oltre ad aver studiato lingue, ha lavorato per anni come logopedista per la riabilitazione del linguaggio in pazienti psichiatrici. 
Da sempre appassionato della lettura, Dorn comincia a scrivere vari racconti sin da quando aveva dodici anni. 
La psichiatra è stato il suo primo romanzo pubblicato in Germania il 5 gennaio 2009, divenuto un caso editoriale grazie al passaparola tra i lettori. 
A partire dal 2010 il romanzo venne tradotto in altre lingue, diventando un best seller con oltre 100 000 copie vendute.

In Italia le sue opere sono pubblicate dalla casa editrice Corbaccio.
2010  - La psichiatra (Trigger), Milano, Corbaccio - traduzione di Alessandra Petrelli
2011 - Il superstite (Kalte Stille), Milano, Corbaccio - traduzione di Alessandra Petrelli
2012 - Follia profonda (Dunkler Wahn), Milano, Corbaccio - traduzione di Alessandra Petrelli
2013 - Il mio cuore cattivo (Mein böses Herz), Milano, Corbaccio - trad. di Umberto Gandini
2014 - Phobia, Milano, Corbaccio - traduzione di Leonella Basiglini
2016 - Incubo (Die Nacht gehort den Wolfen), Milano, Corbaccio - traduzione di A. Petrelli
2017 - Gli eredi (Die kinder), Milano, Corbaccio - traduzione di Alessandra Petrelli
2019 - Presenza oscura (21: Dunkle Begleiter), Milano, Corbaccio - traduzione di A. Petrelli
2021 - L'ossessione (Trigger II: Intrusion), Milano, Corbaccio - traduzione di A. Petrelli
 
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martedì 22 novembre 2022

Romy Hausmann - Perfect Day

Romy Hausmann
Perfect Day

Recensione - Opinione di
 
Mugnano di Napoli – 08 novembre 2022
 
Tutta la storia gira intorno ad un problema: l’alessitimia; chi ne è colpito non riesce a provare quasi niente. Come dirà l’assassino a pagina 361:
<< Per gli altri le sensazioni sono come dei bulldozer,
per me sono piuttosto… un alito di vento
…Una brezza che mi sfiora, appena percettibile.>>.
Romy Hausmann scrive un intero thriller psicologico per arrivare all’alessitimia. Non ci sarebbe nulla di anormale in questo eccetto per il fatto che tutta la vicenda è narrata come un’americanata, nel senso negativo del termine. Negativo perché esagerata e grossolana.
Iniziamo dal principioil filosofo di fama mondiale, Walter Lesniak, viene arrestato perché sospettato di essere un killer che ha assassinato ben 10 bimbe lasciandole morire dissanguate dopo aver tagliato loro le vene al polso sinistro. Sempre Walter Lesniak, stimato docente universitario, viene ribattezzato dalla stampa il “Professor Morte” e come presunto killer si ammutolisce, chiudendosi in sé. Dopo la cattura, sua figlia Ann, fa di tutto per provare l’innocenza di quel padre straordinario, affettuoso e protettivo e per scoprire chi, secondo lei, è il vero killer. Ann viene aiutata da un personaggio a noi già noto l’avvocato Polacco-Tedesco Ludwig Abramczyk, ormai in pensione e amico del padre di Ann. Avvocato che abbiamo già conosciuto nel precedente romanzo di Romy Hausmann – La Mamma Si è Addormentata –. Ann viene aiutata anche  dal giornalista Jakob Wesseling, che sembra un pò succube e imbranato. La storia potrebbe anche essere avvincente, se vista con gli occhi di Ann o del giornalista, ma, per me lettore, è stato tutto troppo sovradimensionato, come in un brutto film americano. Da pagina 208:
<< Ma il mondo diventa un posto sgradevole
se non fai altro che porti delle domande invece di vivere.>>.
Ann, ragazzina appena ventenne in tre mesi e poco più riesce:
Uno, a scoprire che il presunto colpevole, Mark Steinhausen, non è colpevole.
Due, a fermare la tortura e l’omicidio di Andreas Steinhausen fratello del sospetto colpevole e a far arrestare Rainer Meller ossessionato da Mark Steinhausen e dalla morte della sua figliastra Larissa.
Tre, a scoprire un omicidio di una donna, Kerstin Seiler.
Quattro, a salvare un padre innocente, Steffen Fester; e far arrestare una madre disturbata, Nathalie, che non accetta la morte per malattia di sua figlia Lenia.
E non  finisce qui! La nostra protagonista, (a questo punto avrete capito che mi sta antipatica, too much!) dopo tante avventure: 
Uno, realizza che è omosessuale ed ha sempre amato la sua amica del cuore Eva Harbert, che per colpa di Ann, finirà in coma in ospedale e lì verrà lasciata! 
Due, Ann, prima sposa e poi si separa da Zoe, ex compagna universitaria, con cui condivide anche un figlio, Noah, geneticamente di Zoe.
E tre, dulcis in fundo, sempre Ann, riesce a far confessare al killer gli omicidi e il perché di tali omicidi e a provocare la morte di quest’ultimo in prigione! 
Lei riesce, in tre mesi e poco più, a fare ciò che avvocati, investigatori, poliziotti, giornalisti, forze dell’ordine e genitori delle vittime non sono riusciti a fare in 14 anni; e succede di tutto, e le succede di tutto. 
Tutto questo perché, la nostra protagonista, segue la massima di Pascal sul cuore e la ragione e lei sceglie il cuore nelle sue decisioni; per farla breve lei ragiona così: Noi conosciamo la Verità non soltanto con la ragione, ma anche con il Cuore! 
Tra citazioni di vari filosofi tra cui Pascal, Socrate, e Platone su tutti, si svolgono tutte le vicende, il tutto narrato molto bene, devo dirlo; vicende presentate su quattro fronti.
Primo fronte: la visione o meglio le avventure di Ann nel presente.
Secondo fronte: i ricordi di Ann, bambina amata dal padre.
Terzo fronte: le interviste all’assassino.
Quarto e ultimo fronte “il Noi” che non vi svelo ma che è il più assurdo di tutti. 
Se non fosse così esagerato sarebbe un ottimo romanzo, ma è, come si dice in questo periodo, decisamente “too much”. L.Ch.
 
Nella mia scala, da 1 a 5, gradimento libro, questo testo, merita un 2 e mezzo  Libri. 
📗📘📚🕮🕮 #LuigiaChianeseBooksReviewBlogger
 
Romy Hausmann torna in libreria
con un thriller inquietante e crudele
che ci trascina alla ricerca
dello spietato omicida di dieci bambine.
 


Tutti gli indizi portano a Walter, il Professor Morte. 
Tutti sono ormai certi che lui sia il colpevole,
tutti tranne sua figlia. 


Lei sa che suo padre è innocente.
Ma come dimostrarlo, se suo padre non parla più? 
Come scagionarlo?


TRAMA
Perfect Day
di Romy Hausmann
Ripresa da internet e/o  dalla 4° di copertina:
Dieci bambine scomparse nei dintorni di Berlino. Dieci piccoli corpi ritrovati nei boschi, in vecchie rimesse, in cantieri abbandonati. E un’unica traccia: una serie di fiocchi rossi appesi ai rami degli alberi, che guidano fino al luogo in cui giacciono le vittime. Sono passati quattordici lunghi anni dal primo omicidio e finalmente la polizia stringe il cerchio intorno al presunto colpevole: il filosofo di fama mondiale Walter Lesniak, ribattezzato dalla stampa il “Professor Morte”. Ma dal momento dell’arresto, quello che un tempo era uno stimato docente universitario, sembra paralizzato dallo shock e aver perduto una delle fondamentali capacità dell’uomo: la parola. Più lui tace, più le cose si complicano. C’è solo una persona che non crede alla sua colpevolezza: sua figlia Ann, determinata a provare l’innocenza di quel padre straordinario, affettuoso e protettivo, e a scoprire chi è il vero killer. Un viaggio che la porterà a esplorare i lati più oscuri dell’animo umano.
 
Editore: ‎Giunti Editore
Prima Uscita Italia: 6 ottobre 2022
Lingua: ‎Italiano 
Traduttrice in Italiano: Alida Daniele

Copertina flessibile: ‎384 pagine 
Dimensioni: 15 x 2.44 x 23 cm
ISBN-10: ‎8809942213 
ISBN-13: ‎978-8809942219
Genere – Etichette : ThrillerPsicologico Giallo Horror 

 
CENNI SULLA VITA di:
Romy Hausmann 
Ripresa da internet e/o dalla 4° di copertina:
Romy Hausmann (1981) ha lavorato come caporedattrice di una casa di produzione televisiva a Monaco. Dalla nascita di suo figlio, lavora come libera professionista per la tv. Vive con la sua famiglia in un cottage nei boschi vicino a Stoccarda.  - La mia prediletta - (Giunti 2020) è il suo romanzo d’esordio, divenuto rapidamente un grande bestseller internazionale, rimasto per mesi al 1° posto della classifica dello Spiegel e opzionato per un film di prossima uscita. Un successo confermato dal suo secondo thriller -  La mamma si è addormentata.- . I libri di Romy Hausmann sono tradotti in 24 Paesi. Il 03 Novembre 2021, con la traduzione di Alida Daniele, esce – La mamma si è addormentata – mentre in Italia il 06 ottobre 2022 esce - Perfect Day - sempre con Giunti Editore e traduzione di Alida Daniele
 


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giovedì 3 novembre 2022

Charles Bukowski - Donne

Charles Bukowski
(Henry Charles "Hank" Bukowski Jr)
Donne

Recensione - Opinione di
 
Mugnano di Napoli (Na) – 23.10.2022
 
Questo libro di Charles Bukowski è intitolato - Donne - e di questo tratta, ma è come parla di loro che è eccezionale perché è incredibilmente affettuoso, brutale, crudele, dolce, esagerato, erotico, poetico, sensuale, sguaiato, sincero, vivo, volgare, ma la parola che più indentifica l’autore è crudo. Lui necessita delle donne; anzi vive per tre cose: scrittura, alcol e donne; queste sono le sue fonti, questi i suoi bisogni primari. Sappiamo chi è Charles Bukowski non abbiamo bisogno che ci sia qualcuno che ce lo dica, lui si descrive da solo magnificamente; Da pagina 56:
<< Ero un burbero. Ero squinternato.>>.
Odiava la gente e soprattutto stare in mezzo alla gente, lui è scivolato nella vita per caso e per caso viveva! E anche questo piaceva alle donne, sia alle donne che lui voleva, desiderava e aveva, e ne erano tante, sia a quelle che lui disprezzava. Lui, anche in questo lavoro, è stato diretto, non allusivo, e ha descritto molto di se stesso, ma l’ha fatto attraverso la sua ossessione per le donne; le loro gambe, i loro capelli e la loro testa. Da pagina 180:
<< Non metto mai in mostra la mia volgarità.
Aspetto che arrivi da sola. >>.
Con le donne è stato crudele, spesso infantile, violento e strafottente, ha ferito ed è stato ferito, e senza l’alcol, la sua benzina, si sarebbe ammazzato da tempo, prima che nel 1994 una leucemia fulminante lo portasse via da noi a 73 anni. A quanto traspare da questo lavoro letterario, e non solo, l’alcol e le donne l’hanno salvato da suicidio certo. Sembra assurdo ma è così; Da pagina 192:
<< La gente doveva tenersi occupata nell’attesa di morire.>>.
Ha avuto donne di ogni tipo ed a modo suo le ha amate o almeno apprezzate, di sicuro le ha usate e molte hanno usato lui, ma senza di loro forse non avrebbe scritto. Di loro diceva, tra le altre cose; Da pagina 203:
<<Ogni donna è diversa. 
In genere sembra che sia una combinazione tra bello e brutto…
magiche e tremende allo stesso tempo. 
Comunque sono felice che esistano.>>.
Il realismo sporco di Charles Bukowski è divertente, a volte patetico, spesso ripetitivo, ma se ci s’immerge completamente può spaventare, perché ti entra nell’anima, ti fa scavare in te stesso, ti tira un pugno in faccia lasciandoti tramortito e cosciente ma ti fa vacillare; infatti è così facile cadere nelle braccia dell’alcolismo e lui ne è sempre stato consapevole; Da pagina 185:
<< Ecco qual è il problema con il bere, 
pensai, mentre me ne versavo uno.
Se succede qualcosa di brutto bevi per dimenticare,
se succede qualcosa di bello bevi per festeggiare,
e se non succede niente bevi per far succedere qualcosa.>>.
È come se una parte di lui, vero o inventata che sia, esistesse in ognuno di noi, o perlomeno ci fa sospettare che esista e che possa spuntare fuori. Lui ha la grandezza di vomitarcelo addosso come una brutta marca di cherry bevuta per compiacere una donna.
 
Nella mia scala, da 1 a 5, gradimento libro, questo testo, merita un 4 Libri. #LuigiaChianeseBooksReviewBlogger
 
TRAMA
Donne
Charles Bukowski
Ripresa da internet e/o dalla 4° di copertina:
Le donne per Bukowski (forse non soltanto per lui) sono state un'attrazione costante e prepotente, un sogno e un bisogno che non si è mai interrotto, un desiderio che non ha mai conosciuto pause. In questo, che è il suo romanzo più esplicitamente erotico, Bukowski racconta con strepitosa immediatezza le sue avventure d'amore, vere o immaginarie che siano. Storie tumultuose, incontri tra lo sguaiato e il grottesco, memorabili o miserabili prodezze, dialoghi enormemente e dolcemente sboccati, sullo sfondo di un'esistenza randagia, segnata da maratone alcoliche, assillata dalla ricerca di denaro, vissuta sempre e rigorosamente «on the road». Un mondo di picari audaci e pezzenti che nessuno ha saputo far vivere nelle pagine di un romanzo con l'intensità e l'efficacia di Bukowski.
 
Editore: TEA; 6° edizione (5 marzo 2020)
Lingua: ‎Italiano – Traduzione di: Simona Viciani
Copertina flessibile: ‎318 pagine Dimensioni: ‎12.8 x 2 x 12.8 cm
ISBN-10: ‎ 8850246986 - ISBN-13: ‎ 978-8850246984
Etichette – Generi: Charles Bukowski  Autori USA 
 
CENNI SULLA VITA di:
Charles Bukowski
Henry Charles "Hank" Bukowski Jr
Ripresa da internet e/o dalla 4° di copertina:
Henry Charles "Hank" Bukowski Jr., nato  Heinrich Karl Bukowski, noto anche con lo pseudonimo di Henry Chineski, suo alter ego letterario nato a Andernach, 16 agosto 1920  e morto a  Los Angeles il 09 marzo 1994   è stato un poeta e scrittore statunitense. 
Ha scritto sei romanzi, centinaia di racconti e migliaia di poesie, per un totale di oltre sessanta libri. Il contenuto di questi tratta della sua vita, caratterizzata da un rapporto morboso con l'alcol, da frequenti esperienze sessuali, descritte in maniera realistica e senza troppi eufemismi, e da rapporti tempestosi con le persone. La corrente letteraria a cui spesso viene associato è quella del Realismo Sporco. 
Dopo essersi diplomato alla Los Angeles High School, frequentò il L. A. City College (università) per due anni, seguendo corsi di arte, giornalismo e letteratura. Mentre studiava là, si associò brevemente con un gruppo di nazisti, il German-American Bund (Amerika deutscher Volksbund), che prese poi in giro in “Panino al Prosciutto”. Per un po' frequentò anche gruppi di estrema sinistra. 
Nella poesia "Cosa penseranno i vicini" viene sfatata per l'ennesima volta una delle svariate leggende che gli furono attribuite nel corso degli anni, quella di essersi schierato con le frange estremiste di destra: "non ero schierato con nessun gruppo o ideologia. in realtà nell'insieme l'idea della vita e della gente mi ripugnava ma era più facile scroccare da bere a quelli di destra che alle vecchie nei bar"
«Al L.A. City College, poco prima che cominciasse la seconda guerra mondiale, mi atteggiavo a nazista. Distinguevo a fatica Hitler da Ercole e non poteva importarmene di meno. Era soltanto lo stare seduti a lezione e sentire tutte le prediche patriottiche su come dovremmo andar lì e fare del nostro meglio, mi vennero a noia. Decisi di diventare l'opposizione. Non mi prendevo il tempo neppure per informarmi su Adolf, semplicemente sputavo qualsiasi cosa che pensavo fosse malvagia o bestiale.»
(Politics, A sud di nessun nord) Il 22 luglio  1944, con la seconda guerra mondiale che ancora infuriava, fu arrestato dagli agenti del FBI a Filadelfia, in Pennsylvania (dove viveva in quel periodo), con l'accusa di renitenza alla leva e fu tenuto per diciassette giorni in prigione, per non aver dichiarato i suoi spostamenti all'esercito. Sedici giorni dopo non superò un esame fisico-psicologico e fu dichiarato non adatto al servizio militare. In futuro parteciperà ad alcune campagne pacifiste, ma sarà sostanzialmente disinteressato dalla politica:
«La differenza tra dittatura e democrazia è che in democrazia prima si vota e poi si prendono ordini, in dittatura non dobbiamo sprecare il nostro tempo andando a votare.».
A tredici-quattordici anni bevve per la prima volta il vino, grazie al suo amico William “Baldy” Mullinax (chiamato nei libri Eli La Crosse), figlio di un chirurgo alcolizzato. 
“Questo mi aiuterà per tanto tempo”, scrisse in seguito, descrivendo l'inizio del suo amore a vita con l'alcol.
«Se succede qualcosa di brutto si beve per dimenticare; se succede qualcosa di bello si beve per festeggiare;
e se non succede niente si beve per far succedere qualcosa.» (Women, Donne)
 
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