Howard Phillips Lovecraft La Casa
Stregata
E
L’Orrore
di Dunwich
Recensione – Opinione di
Mugnano di Napoli - 04 Maggio 2021
«Perfino
negli orrori più spaventosi di rado manca l’ironia. Talvolta
essa entra direttamente nell’insieme degli avvenimenti, mentre
altre volte è legata soltanto alla posizione fortuita di questi
tra le persone ed i luoghi.»
Questa premessa andrebbe bene per quasi tutte le
opere del grande H.P. Lovecraft definito da molti studiosi della sua vita come “un
gentiluomo, nel vero senso della parola.>>. A mio parere è eccezionale quasi quanto E.A.Poe da cui prende spunto ed ispirazione e questo è
lampante. In queste due opere, simili in stile, se pur scritte in anni
differenti, La Casa Stregata (La casa evitata - The Shunned House) risale al 1924 mentre L’Orrore di Dunwich risale
al 1929, troviamo condensante tutte le “Fasi Lovecraftiane”.- La “Fase Onirica”, Ispirata in origine dalle opere
e dal pensiero di Lord Dunsany, dedicata ai sogni spaventosi e a volte
premonitori.
- La fase Gotica, che è inutile dire che è ispirata
al genio assoluto E.A.Poe, e qui troviamo tracce anche di quel “Pessimismo
Cosmico” o “Macabro Cosmico” (Cosmicismo in gergo) che contraddistingue Lovecraft
dagli altri autori del suo stesso genere. Questo Macabro Cosmico, lo scorgiamo
anche in queste due opere dove nessun umano si può sottrarre al suo destino in
qualunque spazio o tempo si trovi.
- Insufficiente è l’interesse per la sensualità e le donne! Quest’ultime,
poco narrate, hanno sempre una connotazione negativa; non a caso Lavinia Whateley, nell'Orrore di Dunwich, è
una servitrice del male. Ed il sesso o
la sensualità hanno sempre una connotazione molto negativa, infatti, i rapporti
sessuali generano, nelle opere di Lovecraft, sempre esseri meno umani.
- Qui scorgiamo anche quel piccolo velo di razzismo tipico
dell’ autore verso coloro che hanno una scarsa conoscenza e scarso uso dell’
intelletto i cosiddetti Villici Superstiziosi che ritroviamo in particolar modo
nel “La Casa Stregata”.
- Ho notato che H.P Lovecraft ha la tendenza a dividere gli umani
in categorie in base alle loro caratteristiche: la classe superiore con virtù
quali l’ intelligenza, elevato status sociale, civiltà e razionalità,
istruzione, connotazioni tipicamente dei bianchi, in particolar modo degli
anglosassoni, ovvero i protagonisti “positivi” delle sue opere; L’altra
categoria, invece, la classe sottostante, quella opposta, connotata da
caratteristiche quali l'inferiorità intellettuale, la corruzione, l’irrazionalità,
la mancanza di civiltà, coloro che vengono definiti gli impuri, nelle sue opere,
sono spesso gli antagonisti. Ed anche
in queste due opere, La Casa
Stregata e L’ Orrore di Dunwich la cosa non cambia.
Non manca nulla della “Narrativa Lovecraftiana” in
questi due racconti, infatti, vi sono
solo poche e semplici cose da dire ovvero che sono altamente eleganti,
suggestivi, ricchi di suspense e soprattutto di un’eccezionale fantasia che può
piacere agli adulti e ai ragazzi in egual misura! L.Ch. Il Mio voto da 1 a 5 è un bel 4 pieno! 📚📚📚📚🕮
TRAMA
La Casa Stregata E L’Orrore di Dunwich
Riprese da internet e/o
dalla 4° di copertina:
La casa stregata è l'opera più celebre, ispirata ad una casa realmente
esistita una casa realmente esistente a Providence, da lui definita «maledetta
o nutrita di cadaveri».: "All'angolo nord est di Bridge Street ed
Elizabeth Avenue, si trova una casa terribilmente vecchia, un luogo infernale,
con una superficie nerastra, non verniciata, il tetto ripido in maniera
innaturale e una scala esterna che conduce al secondo piano, soffocata da un
groviglio di edera talmente fitta, che non si riesce nemmeno a descriverne la
forma. Mi ricorda Casa Babbit a Benefit Street a Providence (...)". Il racconto La casa stregata venne ispirato a Lovecraft da Il
tema di Antichi orrori che si risvegliano, di misteriose auree demoniache, la
suspense e il senso di oppressione soprannaturale trasmessi da queste pagine si
incontrano anche nel celebre L’orrore a Red Hook, molto citato dagli
appassionati di Lovecraft che sostengono l’ipotesi che lo scrittore fosse un
affiliato di una setta occulta, vista la precisione con cui riporta alcune
formule usate durante rituali esoterici. Il soprannaturale che opprime la
quotidianità e rituali esoterici fanno risalire le radici della sua narrativa
alle angosce e agli incubi più oscuri dell'animo umano.
Riprese da internet e/o dalla 4° di copertina:
L’Orrore di Dunwich entriamo in un altro mondo, in quell’universo alieno
inaugurato dalla figura di Cthulhu che lo scrittore svilupperà in una serie di
famose raccolte. L’orrore non proviene solo dallo spazio infinito, ma anche
dall’infinità di universi paralleli al nostro. Creatore e caposcuola
incontestato del filone dell’orrore soprannaturale, Lovecraft fa risalire le
radici della sua narrativa alle angosce e agli incubi più oscuri dell’ animo
umano. Con eccezionale maestria Lovecraft crea una particolare sensazione di
stranezza e angoscia nel descrivere il piccolo villaggio di Dunwich, nello
stato del Massachusetts, dove nasce Wilbur Whateley, figlio di una ragazza
albina lievemente deforme chiamata Lavinia e di un padre sconosciuto. Dalla
notte della sua nascita iniziano ad accadere fatti strani: i cani abbaiano
senza sosta, si sentono provenire dalla casa suoni mostruosi, si scorgono
misteriose presenze. Old Whateley, il padre di Lavinia, è conosciuto in tutto
il villaggio come un occultista e si dichiara orgoglioso del nipote, al quale
desidera trasmettere tutto il suo sapere. Il bambino cresce velocemente e
inizia a parlare già a sette mesi assumendo un aspetto inquietante. Il
villaggio assiste con sgomento ai riti oscuri praticati da madre e figlio
durante le notti di Halloween. All'interno - come in tutti i volumi Fermento -
gli "Indicatori" per consentire al lettore un agevole viaggio dentro
il libro.
CENNI SULLA VITA
di:
Howard Phillips Lovecraft
Ripresa
da internet e/o dalla 4° di copertina:
Nato il 20
agosto del 1890 a Providence, (Rhode Island, USA), H. P. Lovecraft è
considerato uno dei più grandi autori horror di sempre. La sua particolarità
sta nell'aver creato un mondo fantastico e suggestivo, in cui la dimensione
dell'orrore si colloca addirittura sul piano cosmico.
Figlio unico di una
famiglia agiata e benestante, perde a soli otto anni il padre, rappresentante
di commercio, vittima della sifilide. Il futuro scrittore cresce così all'ombra
delle donne di famiglia rappresentate dalle zie e dalla madre, quest'ultima una
donna non molto equilibrata e incline a forme di comportamento ossessive. Con il
piccolo Howard, ad esempio, si atteggia in modo eccessivamente protettivo,
impedendogli di giocare con i coetanei o, spesso e volentieri, anche di uscire.
A questo stato di segregazione si aggiungano una serie di lutti che colpiscono
il bambino, da quello già citato del padre (un padre abbastanza assente
comunque), a quello dell'amato nonno materno, una figura che agli occhi di
Howard aveva incarnato e sostituito qualità paterne. Ma la perdita del nonno è
anche un duro colpo sul piano economico, visto che grazie alla sua dipartita si
interrompono le attività commerciali che egli portava avanti di persona. Tuttavia,
un bene prezioso il nonno la lascia pur sempre in eredità a Lovecraft: la sua
estesa biblioteca ricca di libri antichi e di classici, in cui il giovane può
immergersi e divagare grazie alla sua accesa fantasia e sensibilità. Non a
caso, si appassiona alle letture più strampalate o fantasiose (ma anche assai
colte), che vanno dalla mitologia greca e latina, alla letteratura fantastico -
fiabesca, fino ad arrivare a tomi di argomento scientifico. L'influenza di
queste letture è ben visibile sulla sua produzione successiva (sì, perché già a
sette anni Lovecraft componeva brevi racconti di ispirazione macabra), mai
esente da una certa patina arcaicizzante. Di fatto, comunque, Lovecraft si
rivela un vero e proprio bambino prodigio. Oltre a scrivere come detto brevi
racconti, redige anche innovativi articoli di astronomia e chimica, accolti con
entusiasmo dalle principali riviste amatoriali dell'epoca. Inoltre, pubblica a
sua cura numerosi "fogli" periodici, di argomento miscellaneo, nei
quali fa sfoggio di una prodigiosa erudizione (tra i più importanti di questi
fogli, vi è il "The Conservative"). Problemi di salute, legati alla
sua costituzione debole, gli impediscono però di completare gli studi della
scuola superiore; inoltre, prende forma in questo periodo il suo stile di vita
schivo e solitario, malgrado le numerose amicizie epistolari, che smentiscono
in parte il soprannome che lo scrittore si guadagnerà negli anni, quello
appunto di "solitario di Providence". Di fatto, comunque,
l'epistolario lovecraftiano costituisce un corpus superiore perfino alla stessa
produzione letteraria; e non solo per dimensioni, ma soprattutto per la profondità
filosofico - concettuale, la varietà dei temi, la sterminata erudizione storica,
artistica, letteraria e l'eccezionale spessore umano. Il 1917 è l'anno della
svolta: fallito il tentativo di arruolarsi nell'esercito e di partecipare alla
Prima Guerra Mondiale, a causa dei suoi cronici problemi di salute (e
all'opprimente influenza materna), Lovecraft decide di imprimere un cambiamento
alla sua esistenza. Inizia così la grande stagione della narrativa
lovecraftiana, che è possibile suddividere sommariamente in tre fasi: dapprima
quella dei racconti fantastici, comprendente la sua produzione letteraria più
"onirica" e visionaria, influenzata dalla spiccata ammirazione per
Lord Dunsany (il suo principale modello estetico fino alla metà degli anni Venti):
questa fase è in parte corrotta da una imitazione, talora eccessivamente di
maniera, del "gotico" alla Poe. In seguito, prendono vita le storie
del macabro "cosmico" e filosofico ispirate da una vena decisamente
più personale. In questa fase si colloca il fondamentale "The Call of
Cthulhu" (1926), che prefigura la successiva evoluzione delle tematiche
narrative verso il cosiddetto "cosmicism" e la creazione di una
pseudo mitologia in funzione simbolica (che
si fonda perfino su un Libro magico di pura invenzione, il
"Necronomicon"). Questi scritti hanno fatto la fortuna di Lovecraft a
partire dal secondo dopoguerra, dando ad alcuni critici lo spunto per
apparentare gran parte della sua produzione successiva sotto l'etichetta del
"Ciclo di Cthulhu", espressione in realtà mai usata da Lovecraft.
«Penso
che la cosa più misericordiosa al mondo
sia l'incapacità della mente umana di
mettere in relazione i suoi molti contenuti.
Viviamo su una placida isola
d'ignoranza in mezzo a neri mari d'infinito e non era previsto che ce ne
spingessimo troppo lontano.
Le scienze, che finora hanno proseguito ognuna per
la sua strada, non ci hanno arrecato troppo danno:
ma la ricomposizione del
quadro d'insieme ci aprirà,
un giorno, visioni così terrificanti della realtà
e
del posto che noi occupiamo in essa,
che o impazziremo per la rivelazione o
fuggiremo dalla luce mortale nella pace e nella sicurezza di una nuova età
oscura.»
Negli anni Trenta,
invece, si passa ad una letteratura di matrice più spiccatamente
fantascientifica. Gran parte dei suoi racconti e delle sue poesie sono apparsi
nell'attivo mercato delle fanzines americane dell'epoca dedicate al fantastico,
tra cui, in primis, la famosissima "Weird Tales", che nasce proprio
nel 1923, e altre tra cui "Amazing Stories" e "Astounding".
Diventato oggetto di culto e venerazione da parte di schiere di ammiratori e
appassionati del fantastico fin dagli anni Venti, Lovecraft non conobbe mai in
vita la vera fama: sempre poverissimo, ricava gran parte del suo sostentamento
economico dagli aborriti ma indispensabili lavori di revisione o riscrittura di
manoscritti inviatigli da una clientela ambiziosa quanto artisticamente poco
dotata, mentre il proprio sostentamento spirituale, da lui tenuto in ben più
elevata considerazione, lo ricavava dalla fittissima corrispondenza con giovani
amici e ammiratori che incoraggia e avviava all'attività letteraria. Lovecraft
muore il 15 marzo 1937 nella sua Providence, dove viene sepolto. Aveva 46 anni.
Per Providence è proprio il caso di usare l'espressione "sua" poiché
non per nulla sull'epigrafe che compare incisa sulla sua lapide funeraria,
posta nello Swan Point Cemetery, compare a chiare lettere il motto: I Am
Providence.
«Sono
talmente stanco dell’umanità e del mondo
che nulla suscita la mia attenzione
se
non comporta almeno due omicidi a pagina,
o se
non tratta di innominabili orrori provenienti da altri spazi.»
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