La Mamma si è
Addormentata
Mugnano di Napoli - 22.11.2021
Quando
ho visto la copertina e il nome dell’autrice, Romy Hausmann, la mia mente e
volata all’ultimo libro che ho letto scritto da questa autrice - La mia Prediletta - (Giunti 2020) che è stato il suo
romanzo d’esordio, ed essendo stata una piacevolissima scoperta e lettura,
letta la trama di – La Mamma si è Addormentata – ho deciso di prenderlo con la
speranza di rivivere la medesima emozione. Speranza delusa! Lo so è un commento
lapidario ma è un commento sincero. La
scrittura è fluida e chiara, come nel primo romanzo, ma il racconto,
soprattutto all’inizio, ed intendo almeno per 100/130 pagine, annoia tantissimo.
Nella parte centrale si riprende alla grande, pieno di ritmo e suspense, ma si
affloscia subito, e ci si ritrova con un finale scontato e banale. A
prima lettura potrebbe sembrare che il personaggio principale sia Nadja Kaluka,
ragazzina Polacca, con tanta sfortuna e tanti, tantissimi problemi; dal mio
punto di vista, però, i protagonisti sono tutti i soggetti coinvolti, perché,
al di là della vicenda narrata, che secondo me non è ne piacevole e neanche
avvincente, l’unica cosa bella del testo è il viaggio che si compie in tutte le
personalità disturbate che ci sono. Spoilero che in questo romanzo gli
innocenti di omicidio vanno in galera e degli assassini, gli omicidi, uno resta
fuori e l’altro si suicida. Molti
personaggi del libro, dall’avvocato Berlinese Gero van Hoven a Marta, la madre
di Nadja, a Hannes Liewert, povera vittima, a molti altri, non sono stati
capaci di elaborare i traumi, piccoli o grandi del loro passato. Nessuno! È il
loro passato, infatti, così forte, così vivo, nel loro presente, che determina
la loro vita attuale e futura, le loro azioni quotidiane, le loro scelte o
meglio decisioni a volte espiatorie. Tutti, in un modo o nell’altro, si
puniscono da soli; Questa è una costante nel testo, l’autopunizione! Da
Marta, madre, operaia, prostituta, ballerina mancata, perseguitata dal suo
passato, dai sogni non realizzati per colpa della nascita della figlia, sarà la
causa prima delle sofferenze di Nadja e del suo amatissimo fratellastro Janek,
mettendo in moto un meccanismo a catena di sofferenze prolungate in un
ventennio.
Da pagina 128:
<<
Probabilmente è molto difficile amare qualcuno
quando odi te stesso.
Le persone ferite feriscono le altre persone.
Possiamo
forse biasimarle per questo?>>.
A Nadja
che non fa mai un passo avanti, nonostante anni e anni di analisi, pagate da
terzi, sempre piena di paure, panico e angosce che però spariscono, per un
attimo, o almeno il tempo necessario, solo quando sta per essere uccisa; arrivati
a quel punto, però, si potrebbe parlare d’istinto di sopravvivenza non di un passo
verso la guarigione. Che
si fa? Trauma scaccia trauma? Violenza per violenza? Questo sembra uscire dal
racconto. Nel
libro vi è una frase, durante l’addio dell’avvocatessa Tabea Lenggries a Gero van Hoven, che può valere per
tutti i personaggi della storia, dai più ricchi, realizzati e fortunati, come la
segretaria, allegra e estroversa segretaria-moglie-madre-assassina Laura Brehme
e il masochista avvocato Polacco-Tedesco Ludwig Abramczyk, ai più poveri e
disgraziati come Marta e Nadja.
Da pagina 135:
<< Automaticamente si sentì solo,
una sensazione che aveva mal sopportato fin dall’asilo,
perché la solitudine rendeva attaccabili. E
deboli.>>.
Si
arriva al personaggio più assurdo: l’avvocato Gero van Hoven, che paga un crimine
non suo per mantenere una promessa alla sua amata Laura Brehme e soprattutto a
sua figlia Vivi; una promessa che a lui fu fatta da ragazzino, dalla sua
famiglia, e che non fu mai rispettata. Ed al culmine del masochismo, il grande
e controllato avvocato Gero van Hoven, dopo averne combinate di cotte e di
crude, si auto punisce, autoaccusandosi di omicidio e anche non denunciando il
suo aggressore in carcere, Paul Heger, per espiare il suo essersi elevato a
giudice proprio con quest’ultimo. Tutto questo solo per essere amato!
Da pagina 149:
<<L’amore, questa creatura impetuosa
e imprevedibile,
non faceva domande, ma arrivava barcollando
su sentieri inaspettati, per poi cadere
come un ubriaco e rimanere lì disteso.>>.
Ed
alla fine abbiamo il patetico, vigliacco e brufoloso Hannes Liewert, una
comparsa che prima commette un omicidio d’impeto, poi si pente, poi confessa e alla
fine s’ammazza. Tutto per la sua amata Nelly Elisabeth Schutt, ovvero l’amante
di Paul Heger. Tutti
i personaggi, praticamente, se la cantano e se la suonano, come si usa dire. L’unico
che riesce veramente ad affrontare la vita e a fare qualcosa di buono è il
vecchio avvocato Ludwig Abramczyk che ha successo nel lavoro e cresce come essere
umano aiutando gli altri e cercando di
capire le loro sofferenze e difficoltà. In
sintesi, questo racconto, è un viaggio tra persone all’apparenza normali ma che
si portano dentro traumi non gestiti a dovere e alla fine viene da chiedersi: -
si devono gestire sul serio i traumi o bisogna lasciarli lì e far scorrere
l’esistenza così come è perché la vita perfetta non sembra esistere? – Ai
posteri e alla psicanalisi l’ardua sentenza. Le
uniche note originali, forse, sono la circa 13 lettere, su 32, scritte da Nadja;
più i suoi tre/quattro “tentativi” di lettere: 0, 20,21,23, e le sue 01,02,03
lettere finalmente riuscite. L.Ch.
Nella
mia scala, da 1 a 5, gradimento libro, questo testo, merita un 3 Libri.
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TRAMA
La Mamma si è Addormentata
di Romy Hausmann
Ripresa da internet e/o dalla 4° di
copertina:Era solo una ragazzina di quindici anni quando
è stata condannata per un crimine atroce, di cui si è sempre dichiarata
innocente. Adesso Nadja è una donna adulta e ha ormai scontato la sua pena. Non
chiede altro che una vita normale, e quel lavoro anonimo come assistente in uno
studio di avvocati sembra l'unico modo per tenere a bada gli incubi e il panico
che la assale all'improvviso. Un'esistenza grigia e ripetitiva che però la fa
sentire protetta. Ma un giorno, inaspettatamente, la morte rientra di nuovo
nella sua vita. Laura, la moglie del suo capo, l'unica persona che le abbia mai
dimostrato amicizia, ha commesso un tragico errore, un errore che è finito nel
sangue. Adesso potrebbe perdere tutto: suo marito, sua figlia, le sue
sicurezze. Nadja sa bene che cosa significhi. Ma sa anche che aiutarla la
renderebbe sua complice. Mentre si dirige nei boschi dello Spreewald con un
carico inquietante nel bagagliaio della macchina, non può certo immaginare che
quel luogo popolato di oscure leggende diventerà teatro di una caccia spietata.
Qualcuno sta cercando di trascinarla in un gioco perverso e Nadja capirà ben
presto che il suo passato sanguinoso potrebbe fare di lei la vittima perfetta.
O l'assassina perfetta.
CENNI SULLA VITA
di: Romy Hausmann
Romy Hausmann (1981) ha lavorato come
caporedattrice di una casa di produzione televisiva a Monaco. Dalla
nascita di suo figlio, lavora come libera professionista per la tv. Vive con la sua famiglia in un cottage nei
boschi vicino a Stoccarda. - La Mia Prediletta - (Giunti 2020) è il
suo romanzo d’esordio, divenuto rapidamente un grande bestseller internazionale,
rimasto per mesi al 1° posto della classifica dello Spiegel e opzionato per un
film di prossima uscita. Un successo confermato dal suo secondo thriller -
La Mamma si è Addormentata.- . I libri di Romy Hausmann sono
tradotti in 24 Paesi. Il 03 Novembre 2021, con la traduzione di Alida Daniele,
esce – La Mamma si è Addormentata -
Editore:
Giunti Editore
Prima uscita Italia: 3 novembre 2021
Lingua: Italiano - Traduttrice in Italiano: Alida Daniele
Prima uscita Italia: 3 novembre 2021
Lingua: Italiano - Traduttrice in Italiano: Alida Daniele
Copertina flessibile : 384 pagine - Dimensioni: 15 x 2.24 x 23 cm
ISBN-10 : 880995159X - ISBN-13: 978-8809951594
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