Gli elementi
della fantascienza però, ci sono tutti.
Iniziamo
con le armi: spade e lance a raggi, simili a quelle di Star Wars di George
Lucas, sono presenti;
Intelligenza
Artificiale Umanoide quasi immortale, deviata e non deviata, e Intelligenza Artificiale
da combattimento, stile drone, in questo caso a forma di sfera, presenti;
Navi da
guerra e da trasporto, classe Explorer, a “Curvatura” ovviamente, presenti;
mezzi da
trasporto terrestri, tipo auto e moto, a cuscini magnetici sollevati dal
terreno, quindi, che viaggiano anche sui ghiacci e sulle acque, presenti;
e,
ovviamente, non potevano mancare laboratori segreti con macchine per il
condizionamento mentale e il trasferimento di memoria umana in corpi
artificiali. La fantascienza non manca.
Ci sono,
però, un po’ di elementi che mi hanno disturbata.
Primo:
il ruolo della donna. Completamente assente, se non per piangere o, ripetuto
più volte, per cucire borsette, cucinare e badare ai bambini. In un futuro di
viaggi intergalattici penso che sia alquanto improbabile che non ci siano donne
scienziate o che rivestano ruoli diversi da quelli delle casalinghe preistoriche;
questo è stato molto brutto da constatare.
Secondo
elemento penalizzante: l’utilizzo della “curvatura” per sposarsi da, ad
esempio, Vancouver a Singapore. La curvatura si
utilizza principalmente per viaggi interstellari non per “voli” terresti; ma l’autore
ha scelto così.
Terzo
elemento: la totale sudditanza, di tutti gli umani rimasti, sotto le decisioni
di solo tre uomini, sia chiaro, maschi: ovvero Mortimer, Jeremiah e Peter. In
pratica qualunque cosa detta o fatta da questi tre, sta bene a chiunque, senza
appello.
Quarto
elemento, forse il più orribile, è stato l’utilizzo, indiscriminato e ad
personam, delle macchine d’Intelligenza Artificiale, con manipolazione mentale,
per spiare i pensieri di tutti, senza chiedere permesso o autorizzazione a
nessuno e quindi elevarsi ad accusa, difesa e giudice, contemporaneamente, ed
infine, anche ad esecutore di sentenza.
Mortimer,
Jeremiah e Peter sono come gli dei dell’Olimpo; a loro si rimette ogni
decisione, non sbagliano mai, non esiste contraddittorio o opinione diversa dalla
loro; ed è prevista anche la tortura, perché per ottenere informazioni, questi
tre soggetti, in particolare Mortimer, non si risparmiano di causare danni
mentali, fisici ed emotivi nei soggetti interessati senza verificare l’eventuale
colpevolezza, ma solo per fini d’indagine. Tra loro e i comportamenti dei nazisti
la differenza è minima; ma questa volta non si ubbidisce, in quanto soldati,
agli “ordini del Fuhrer”, ma vi è vera volontà d’onnipotenza di questi tre
uomini, mascherata con un fine più alto, la salvezza dei pochi umani rimasti o
abbandonati sulla Terra.
Concludendo
potrei dire che “le scelte” sono il vero focus dell’opera; in quanto le azioni
degli uomini sono sempre imprevedibili dinnanzi alla speranza e alla paura, se
pur ausiliate dall’Intelligenza Artificiale e da umanoidi; perché la
prospettiva della solitudine e della morte porta gli esseri umani ad accettare
anche ciò che umanamente intollerabile. Luigia
Chianese
Ripresa da internet
e/o dalla copertina; questa volta inviatami dall’autore: Alla mia tenera età di settantasei anni, mi è saltato alla mente
di scrivere. Non perché io sia un vecchietto che si annoia, anzi, abitando in
una grande vecchia casa in campagna, troverei passatempi da bricoleur a
volontà.
Oriano Galvanini, nato a Trieste nel 1944, vive attualmente a
Pozzuolo del Friuli UD. Ha navigato negli anni 60’ come ufficiale marconista su
navi mercantili battenti bandiera panamense. Dopo una vita trascorsa
prevalentemente all’estero impegnato in diverse attività, in tarda età si
dedica alla scrittura. Da sempre appassionato di storia dell’universo, alla
quale si è avvicinato da curioso autodidatta, sceglie di scrivere di
fantascienza per poter spaziare con la mente, assieme ai suoi lettori, tra i misteri
del cosmo.
Dopo la trilogia de La Saga della Fenice,
Oriano Galvanini dedica questo giallo thriller agli appassionati di entrambi i
generi rimanendo nel suo filone preferito dell'avventura nella fantascienza.
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