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mercoledì 26 settembre 2018

Sylvia Kant Prova ad amarmi


Sylvia Kant

Prova ad amarmi 

Mugnano di Napoli
Lunedì 24 Agosto 2015

Devo essere sincera quando ho visto che il romanzo è di 508 pagine ho sospirato, ma essendo, per metà in ferie, mi sono detta che potevo farcela pur leggendo solo la sera a letto; quello che mi ha depresso è stato notare che la grandezza del carattere è più piccola del solito. Quindi 508 pagine in carattere tendente al piccolo.
L’ unica cosa che non mi è piaciuta è che, il romanzo, non è finito, che ci sarà il solito seguito; invito la Sig.ra Kant a scriverlo quanto prima e possibilmente con meno pagine e carattere normale e capitoli più corti, magari di più ma più corti. Non aspetta solo Angela ma anche io, insieme a coloro che hanno apprezzato il testo. Grazie!
(Mi auguro che nel seguente romanzo, non succeda la banalità che Antony, nello scoppio del letto di Rachel, si salvi, ma perda la memoria, e quella poverina di Angela se la debba cavare da sola magari con 2 gemelli partoriti da poco e, forse, con il solo aiuto di Ducan, e Thomas, per poi, come nelle migliori peripezie disneyane, li bel tenebroso, l’ anima nera, si ricorda tutto, guarisce e … l’amore vince su tutto; questo no! La prego. Aspetterò, speranzosa.)
Ritornando alla recensione. Per quanto riguarda la storia non vi è nulla di nuovo; l’abusato che viene violato da un’altrettanto abusata di cui, una diventa cattiva e l’ altro buono; poi vi è la piccola poveretta che, all’ inizio non capisce nulla ma, poi, con la sua indole da crocerossina martire e speranzosa, salva la situazione.
Raccontato così sembra brutto; ma in realtà è scritto bene. Rispetto agli altri romanzi di questo genere, Romanticamente Erotici, è scritto decisamente molto bene. La storia trascina ed è avvincente.
Quando un romanzo non lo vuoi posare sul comodino, dopo una giornata di lavoro duro, e sono le due di notte, ma vuoi sapere come, almeno, finisce il capitolo, vuol dire che il testo è “attraente”. (mega capitoli permettendo)
Quello che forse ho amato di più è stata la scrittura. Il romanzo, rispetto alla media del genere, si intende, è scritto con un linguaggio più curato, meno semplificato, con una terminologia più elaborata rispetto al solito.
Oggi gli scrittori compongono le loro opere con la medesima terminologia che si usa sui social o sui motori di ricerca, semplice e poco curata. Questo romanzo no, la parola è ricercata; Sembra scritto negli anni “50 quando la gente utilizzava un linguaggio più forbito e composto. Questo mi è piaciuto tantissimo.
Sussiego, indomita capigliatura, chiostra di denti, temibile virago, battuta salace, appressa, efelidi, cogitabondo, gordiano, rabbuia, scolopendra/e, singulto, (non leggevo questi ultimi 2 termini da tantissimo), inusitatamente, esacerbato, intimorente, trasecolata, palomino, madia, tralice e torva/o, due parole abusatissime in questo romanzo, circa7/8 volte il primo 11/12 volte il secondo; ma va bene ugualmente. E’ stato piacevole leggerli tutti; finalmente una scrittrice che usa un buon linguaggio, meno da talk show.
L’ unica cosa che proprio non sopporto, in questo e in tutti i romanzi di questo genere, è che i protagonisti, nonostante la vita sregolata, le droghe, l’alcol, sesso continuo e selvaggio, le ore di sonno perse, la cucina italiana (le tagliatelle), sono sempre super belli, svegli e vivaci, estremamente affascinanti, non ingrassano mai, fantastici sul lavoro, mai una ruga o capello fuori posto, favolosi anche con la juta addosso e senza trucco, e sempre, costantemente e sfacciatamente sexy. Bastaaaaa! Sono gelosa!
Lo consiglio, aspetto il seguito e spero in meglio!
Luigia Chianese



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