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martedì 5 luglio 2022

NICOLA PUGLIESE - MALACQUA Quattro giorni di pioggia nella città di Napoli in attesa che si verifichi un accadimento straordinario!

NICOLA PUGLIESE
MALACQUA
Quattro giorni di pioggia 
nella città di Napoli
 in attesa che si verifichi
un accadimento straordinario

 
Mugnano di Napoli (Na) – 16 Giugno 2022
 
Svogliatamente giravo in libreria, forse per riparare dal caldo infernale di questo giugno 2022; una copertina nera con uno sfondo di Vesuvio sotto la pioggia ha attirato la mia attenzione, diciamo che è stato un richiamo. Ho letto la trama, quattro giorni di pioggia incessante su Napoli, bambole misteriose che urlano, monete da 5 lire che cantano e la tensione verso qualcosa che accadrà o potrebbe accadere ma non è detto che accada; me ne sono innamorata subito e poi ho scoperto, leggendolo, o meglio divorandolo, di avere un piccolo grande capolavoro tra le mani!
Un testo raffinato, surreale, intenso e sofisticato che ha come protagonista Napoli e i Partenopei. 
Questo libro è una continua attesa tesa.
La sua prosa è magica; è un diluvio di pensieri fatti di storie e sotto storie proprio come è Napoli, piena di bellezze, contraddizioni, speranze e con la sua anima sotterranea e misteriosa.
Questo diluvio di pensieri riportati su carta è come il diluvio d’acqua che, per quattro lunghi giorni, scende su Napoli; immagini di vita che guarda avanti nonostante le catene del passato, immagini e pensieri che galleggiano mescolati nella falsa immobilità dell’eterna Partenope, tutto sospeso, tutto da valutare anche le certezze della vita.
La scrittura colpisce fin da subito sa essere elaborata e semplice nel medesimo tempo; elaborata nella prosa, semplice nella terminologia; ma ciò che risalta di più alla lettura è la ripetizione dei termini all’interno dello stesso periodo, quasi come se fosse un rafforzamento ad ogni più piccolo concetto espresso, ad ogni più piccola sfumatura dei pensieri e della realtà, tutto prende una strada o la crea come l’acqua che scorre e non la si può fermare.
Suggestivo, misterioso e dirompente questo è il libro di Nicola Pugliese. L.Ch.
Nella mia scala, da 1 a 5, di valutazione libri, per questo testo o meglio per questo capolavoro non può che raggiungere un voto di 5 libri. L.Ch. 📕📗📘📙📘
 
TRAMA
MALACQUA
Quattro giorni di pioggia nella città di Napoli
 in attesa che si verifichi un accadimento straordinario.
NICOLA PUGLIESE
Ripresa da internet e/o dalla 4° di copertina:
Dopo una notte di pioggia torrenziale, all’alba grigia e funerea del 23 ottobre, arriva una telefonata ad Annunziata Osvaldo, centralinista della Questura di Napoli. Una strada è crollata. E poi un palazzo in via Tasso. La città sembra liquefarsi mentre l’acqua scorre, penetra, danneggia. Andreoli Carlo, giornalista che si occupa dei misteriosi accadimenti, si fa testimone degli effetti di una diabolica pioggia che sembra non finire mai. E intanto voci inquietanti risuonano dal Maschio Angioino, l’enigma di tre bambole assilla le autorità, sale l’acqua del mare e le monetine da cinque lire cominciano d’un tratto a suonare canzoni. 
Un romanzo cupo e raffinato sulla bellezza e l’enigma che da sempre ammantano la città di Napoli, un’opera diventata con il tempo un clamoroso caso letterario del secondo Novecento. 
La sua scomparsa dalle librerie coincise con quella dell’autore dalla città e dal giornalismo, facendo di Nicola Pugliese un “Salinger napoletano”. Trascorse con ostinato riserbo gli ultimi anni nel paesino di Avella in Bassa Irpinia, dove si era trasferito in un isolamento volontario. Mentre la critica si ricordava di Malacqua consacrandolo come un capolavoro, i lettori più fortunati si passavano in fotocopia quel testo ormai introvabile.
 
Editore: ‎Bompiani (6 aprile 2022)
Lingua: ‎Italiano
Introduzione: Francesco Palmieri
Copertina flessibile: ‎192 pagine
ISBN-10: ‎8830105147 - ISBN-13: ‎978-8830105140
 

CENNI SULLA VITA di:
NICOLA PUGLIESE
Ripresa da internet e/o dalla 4° di copertina:
Nicola Pugliese nasce a Milano, nel 1944, ma vive a Napoli per quasi tutta la sua vita. Il regista Armando Pugliese è suo fratello. Eredita dal padre la professione di giornalista e scrive per molti anni sul Roma, testata all’epoca dell’armatore Achille Lauro. Nel 1977, scoperto da Calvino, pubblica per "i Coralli" della casa editrice Einaudi il suo romanzo d'esordio: Malacqua. Nel corso degli anni Ottanta, Pugliese si ritira a vita privata presso Avella, un paesino in provincia di Avellino. Nel 2008, per una piccola casa editrice napoletana (La compagnia dei trovatori), viene dato alle stampe il suo secondo libro, La Nave Nera, una raccolta di racconti dai toni Kafkiani a cura di Nando vitali. Nicola Pugliese si è sempre mostrato scettico davanti alla possibilità di ristampare il suo capolavoro, il romanzo Malacqua, come sottolineato dall'editore Tullio Pironti durante un'intervista sull'edizione napoletana di La Repubblica
Proprio Tullio Pironti, tuttavia, ha ripubblicato la nuova edizione di Malacqua, riportandola in libreria nel giugno del 2013. Qualche mese dopo, è uscito anche il documentario di Giuseppe Pesce, Tutto il resto è Malacqua: La versione di Nick Pugliese, che raccoglie una lunga intervista allo scrittore. Nel 2010, sotto l'egida della Fondazione Premio Napoli, è stato pubblicato un saggio di critica letteraria dedicato a Malacqua, in cui viene ricostruita la vicenda editoriale e la fortuna del libro. Il saggio, di Giuseppe Pesce, si intitola Napoli, il dolore e la non-storia: Malacqua di Nicola Pugliese, un piccolo capolavoro del secondo Novecento.

 
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martedì 24 agosto 2021

SALMAN RUSHDIE - I VERSI SATANICI

SALMAN RUSHDIE
I VERSI SATANICI

 
Mugnano di Napoli (Na) – 10.08.2021
 
Avevo appena 13 anni (oggi ne ho 45) quando comprai questo libro, ero una studentessa del 4° ginnasio (primo anno al liceo classico) ricordo che lo acquistai sull’onda dell' emotività collettiva dell’epoca: per il clamore suscitato, per la fatwā (in arabo فتوى ), che è la condanna a morte in contumacia pronunciata nell'anno 1989 dall'Ayatollah Khomeinī, leader religioso Iraniano ( vedi nota 1 sotto ), contro lo scrittore-autore Indiano, naturalizzato poi Inglese, Salman Rushdie, ritenuto reo di sacrilegio verso la religione musulmana per il suo libro “I Versi Satanici”.  Tale fatwā fu lanciata non solo verso l’autore ma anche contro i traduttori del libro, infatti il traduttore Italiano Ettore Capriolo fu aggredito, per l’esattezza pugnalato, da un sicario, in casa sua, nel milanese, il 3 luglio 1991, rimanendo però solo ferito; così come l'editore Norvegese in un episodio analogo; mentre il traduttore Nipponico del romanzo, Hitoshi Igarashi, fu ucciso da emissari del regime Iraniano; La fatwā è stata reiterata ancora il 17 febbraio 2008, in quanto 

-"La condanna a morte dell'Imam Khomeini contro 
Salman Rushdie 
ha un significato storico per l'Islam 
e non è semplicemente una condanna a morte”-

Comprai il libro, probabilmente,  per il continuo chiacchiericcio su di esso e sul suo autore, chiacchiericcio che si ascoltava in tv, nella mia scuola e si leggeva sui giornali; o lo acquistai semplicemente perché frutto del mio attraversare, due volte al giorno, per 6 giorni alla settimana, una popolare strada Partenopea, famosa per la vendita di libri e strumenti musicali, mentre frequentavo il Liceo Classico di Napoli (Liceo Ginnasio Statale Vittorio Emanuele II - sez. A) tra i licei uno dei più antichi e importanti; praticamente comprarlo è stato, per me, frutto di grande curiosità.

Questa fu la motivazione dell’epoca e come potete vedere dalla foto pubblicata, la mia copia, di 28.000 lire (oggi 14,50 € circa) è ancora lì, tutta un po' consumata perché l’ho prestata tante volte ed oggi lo sto rileggendo.
(p.s. non presto più i libri )

Perché proprio oggi? Perché a 33 anni dalla sua prima pubblicazione (1988) si parla ancora di questo libro (ho visto uno speciale su Rai 5, se non sbaglio, proprio il 10.08.2021) ed è meglio rileggerlo con un occhio più attento e una maturità maggiore. Perché, forse, i temi religiosi, in questo periodo storico, sono sulla bocca di tutti; 
leggerlo nuovamente ora, forse, perché le migrazioni sono all’ordine del giorno con il loro carico di diversità culturale e soprattutto religiosa; 
rileggerlo, forse, per il susseguirsi di attentati terroristici, di matrice islamica che sono aumentati, fuori e dentro la mia Europa, quindi più vicini a me; 
leggerlo ancora, forse, perché ci troviamo di fronte alla fine della missione in Afganistan, (missione iniziata nel 2001/2002 dopo gli attentati, quattro attentati per l’esattezza, dell’ 11 settembre 2001 negli Stati Uniti d’America ) voluta del nuovo Presidente Americano, il Democratico Joe Biden, dopo circa 20 anni, con il conseguente avanzamento dei Talebani, nella medesima regione e principalmente nella capitale dell’Afganistan, Kabul, dove ora ammazzano, sottomettono, umiliano e schiavizzano la popolazione più di prima, soprattutto donne; 
Va riletto, ora, semplicemente perché la fatwā del 1989, dall'Ayatollah Khomeinī, contro l’autore, Ahmed Salman Rushdie, e non solo contro di lui, è ancora in vigore.

I motivi sono tanti e la mia ragione di fondo non muta: - curiosità - e voglia di sapere, ma con uno sguardo non di una ragazzina di appena 13 anni e qualche mese ma di una donna.

E poi un libro etichettato sotto il genere letterario - Realismo Magico - (Vedi Nota 2) penso che sia un piacere da leggere! L.Ch.

NOTE:
1) La fatwā 1989 dall'Ayatollah Khomeinī: << Informo tutti i buoni musulmani del mondo che l’autore de’ I Versi satanici, un testo scritto e pubblicato contro la religione islamica, contro il profeta dell’Islam e contro il Corano, insieme a tutti gli editori e coloro che hanno partecipato con consapevolezza alla sua pubblicazione, sono condannati a morte. Chiedo a tutti i coraggiosi musulmani, ovunque si trovino, di ucciderli immediatamente, cosicché nessuno osi mai più insultare la sacra fede dei musulmani. Chiunque sarà ucciso per questa causa sarà un martire per il volere di Allah.>>.
2) Il realismo magico è una corrente artistica, pittorica e letteraria della prima metà del ‘900, che si identifica per una visione lucidamente attonita del reale. Nella letteratura (come realismo fantastico) è un filone attribuito a determinate opere narrative in cui gli elementi magici appaiono in un contesto altrimenti realistico.

TRAMA
I VERSI SATANICI
di SALMAN RUSHDIE
Ripresa da internet e/o dalla 4° di copertina:
«I Versi Satanici» non è solo un romanzo, ricchissimo di immagini e invenzioni, ma è anche un libro che ha diviso l'opinione pubblica mondiale, dando origine a un caso letterario senza precedenti. La storia che viene descritta è un meraviglioso cocktail di realismo e fantasia, una vicenda magica in cui due viaggiatori, miracolosamente scampati a un disastro aereo, si vedono trasformati l'uno in una creatura angelica e l'altro in un essere diabolico. Ormai simboli del Bene e del Male, i due si affronteranno nella più antica e inevitabile delle battaglie, una lotta senza esclusione di colpi destinata a protrarsi in eterno nel tempo e nello spazio, dai più sperduti villaggi indiani alla Londra contemporanea. Un abbagliante mosaico di allegria e disperazione, di finzione e verità.
I Versi Satanici a cui fa riferimento il titolo sono i versi 19 e 20 della 53ª Sura (al-Najm, La Stella) e, soprattutto, il verso immediatamente successivo, presente solo in alcune antiche versioni del Corano e successivamente espunto nelle edizioni ortodosse. In questi versetti, che la tradizione considera ispirati da Satana, si dichiaravano degne di venerazione le tre dee pagane preislamiche al-Lāt e al-ʿUzzā e di Manāt (sorelle di Allah, dio pagano del pantheon arabo, chiamato con lo stesso nome con cui oggi in arabo si indica il Dio unico delle religioni monoteiste).
Il romanzo è diviso in nove capitoli, in cui si alterna il racconto delle vicende di due musulmani indiani miracolosamente scampati a un disastro aereo, Gibreel Farishta e Saladin Chamcha (nei capitoli 1, 3, 5, 7, 9) e la rivisitazione romanzesca di alcuni aspetti della cultura islamica, contenuti appunto nei versi che danno il titolo al romanzo (nei capitoli pari). Simboli del Bene e del Male i due protagonisti si affronteranno in una lotta senza esclusione di colpi destinata a protrarsi in eterno, fino alla improvvisa apparizione divina del profeta Mahound.
 
Editore: ‎ Mondadori: 1° gennaio 1989
Lingua: ‎ Italiano
Prima Edizione: 1988 in inglese
Copertina rigida: ‎ 576 pagine
 
CENNI SULLA VITA di:
Ahmed Salman Rushdie
Ripresa da internet e/o dalla 4° di copertina:

Ahmed Salman Rushdie: è uno scrittore, saggista, e attore indiano naturalizzato britannico, autore di opere di narrativa in gran parte ambientate nel subcontinente indiano.

Il suo stile narrativo, che amalgama il mito e la fantasia con la vita reale, è stato descritto come collegato al realismo magico.

Nasce a Bombay   il 19 giugno 1947 da una benestante famiglia dardica di fede islamica. Rushdie ha frequentato il king’s College di Cambrige. Nel 1999 si è sottoposto ad un intervento chirurgico alle palpebre per curare un disturbo congenito ai tendini rattrappiti, che ne rendevano difficoltosa l'apertura, col rischio della perdita della vista. Nel 2004, Rushdie si è sposato per la quarta volta, questa volta con la modella ed attrice indiana Padma Lakshmi, dalla quale però si è separato nel 2007. Salman Rushdie si dichiara ateo. Nel 2015 ha aperto la Fiera del Libro di Francoforte, evento che ha provocato il boicottaggio da parte dell'Iran

Nel 1988 scrisse I Versi Satanici (The Satanic Verses), una storia fantastica ma chiaramente allusiva nei confronti della figura di Maometto, e ritenuta blasfema dai Musulmani. La pubblicazione del libro provocò nel febbraio 1989 una fatwā dall’Ayatollah Khomeinī che decretò la condanna a morte del suo autore, reo di bestemmia. Un privato cittadino offrì una taglia per la morte dello scrittore, tollerata dal regime Khomeinista. Lo scrittore riuscì a salvarsi rifugiandosi in Inghilterra e vivendo sotto protezione. Il traduttore giapponese del romanzo, Hitoshi Igarashi, fu ucciso da emissari del regime iraniano, mentre il traduttore italiano, Ettore Capriolo fu aggredito da un sicario in casa sua rimanendo però solo ferito, così come l'editore norvegese in un episodio analogo. La fatwā è stata reiterata ancora il 17 febbraio 2008, in quanto “la condanna a morte dell'Imam Khomeinī contro Salman Rushdie ha un significato storico per l'islam e non è semplicemente una condanna a morte”.

 
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lunedì 7 giugno 2021

Howard Phillips Lovecraft La Casa Stregata E L’Orrore di Dunwich

Howard Phillips Lovecraft
La Casa Stregata 
E
L’Orrore di Dunwich
  
Recensione – Opinione di
 
Mugnano di Napoli - 04  Maggio 2021
 
«Perfino negli orrori più spaventosi di rado manca l’ironia. Talvolta essa entra direttamente nell’insieme degli avvenimenti, mentre altre volte è legata soltanto alla posizione fortuita di questi tra le persone ed i luoghi.»

Questa premessa andrebbe bene per quasi tutte le opere del grande H.P. Lovecraft definito da molti studiosi della sua vita come “un gentiluomo, nel vero senso della parola.>>. A mio parere è eccezionale quasi quanto E.A.Poe  da cui prende spunto ed ispirazione e questo è lampante. In queste due opere, simili in stile, se pur scritte in anni differenti, La Casa Stregata (La casa evitata - The Shunned House) risale al 1924 mentre L’Orrore di Dunwich risale al 1929, troviamo condensante tutte le “Fasi Lovecraftiane”.
- La “Fase Onirica”, Ispirata in origine dalle opere e dal pensiero di Lord Dunsany, dedicata ai sogni spaventosi e a volte premonitori.
- La fase Gotica, che è inutile dire che è ispirata al genio assoluto E.A.Poe, e qui troviamo tracce anche di quel “Pessimismo Cosmico” o “Macabro Cosmico” (Cosmicismo in gergo) che contraddistingue Lovecraft dagli altri autori del suo stesso genere. Questo Macabro Cosmico, lo scorgiamo anche in queste due opere dove nessun umano si può sottrarre al suo destino in qualunque spazio o tempo si trovi.
- Insufficiente è  l’interesse per la sensualità e le donne! Quest’ultime, poco narrate, hanno sempre una connotazione negativa; non a caso Lavinia Whateley, nell'Orrore di Dunwich, è una  servitrice del male. Ed il sesso o la sensualità hanno sempre una connotazione molto negativa, infatti, i rapporti sessuali generano, nelle opere di Lovecraft, sempre esseri meno umani.
- Qui scorgiamo anche quel piccolo velo di razzismo tipico dell’ autore verso coloro che hanno una scarsa conoscenza e scarso uso dell’ intelletto i cosiddetti Villici Superstiziosi che ritroviamo in particolar modo nel “La Casa Stregata”.
- Ho notato che H.P Lovecraft ha la tendenza a dividere gli umani in categorie in base alle loro caratteristiche: la classe superiore con virtù quali l’ intelligenza, elevato status sociale, civiltà e razionalità, istruzione, connotazioni tipicamente dei bianchi, in particolar modo degli anglosassoni, ovvero i protagonisti “positivi” delle sue opere; L’altra categoria, invece, la classe sottostante, quella opposta, connotata da caratteristiche quali l'inferiorità intellettuale, la corruzione, l’irrazionalità, la mancanza di civiltà, coloro che vengono definiti gli impuri, nelle sue opere, sono spesso gli antagonisti. Ed anche in queste due opere, La Casa Stregata e L’ Orrore di Dunwich la cosa non cambia.
Non manca nulla della “Narrativa Lovecraftiana” in questi due racconti, infatti,  vi sono solo poche e semplici cose da dire ovvero che sono altamente eleganti, suggestivi, ricchi di suspense e soprattutto di un’eccezionale fantasia che può piacere agli adulti e ai ragazzi in egual misura! L.Ch. Il Mio voto da 1 a 5 è un bel 4 pieno! 📚📚📚📚🕮


TRAMA

La Casa Stregata L’Orrore di Dunwich

Riprese da internet e/o  dalla 4° di copertina:
La casa stregata è l'opera più celebre, ispirata ad una casa realmente esistita una casa realmente esistente a Providence, da lui definita «maledetta o nutrita di cadaveri».: "All'angolo nord est di Bridge Street ed Elizabeth Avenue, si trova una casa terribilmente vecchia, un luogo infernale, con una superficie nerastra, non verniciata, il tetto ripido in maniera innaturale e una scala esterna che conduce al secondo piano, soffocata da un groviglio di edera talmente fitta, che non si riesce nemmeno a descriverne la forma. Mi ricorda Casa Babbit a Benefit Street a Providence (...)".  Il racconto La casa stregata venne ispirato a Lovecraft da Il tema di Antichi orrori che si risvegliano, di misteriose auree demoniache, la suspense e il senso di oppressione soprannaturale trasmessi da queste pagine si incontrano anche nel celebre L’orrore a Red Hook, molto citato dagli appassionati di Lovecraft che sostengono l’ipotesi che lo scrittore fosse un affiliato di una setta occulta, vista la precisione con cui riporta alcune formule usate durante rituali esoterici. Il soprannaturale che opprime la quotidianità e rituali esoterici fanno risalire le radici della sua narrativa alle angosce e agli incubi più oscuri dell'animo umano.


Riprese da internet e/o  dalla 4° di copertina:
L’Orrore di Dunwich entriamo in un altro mondo, in quell’universo alieno inaugurato dalla figura di Cthulhu che lo scrittore svilupperà in una serie di famose raccolte. L’orrore non proviene solo dallo spazio infinito, ma anche dall’infinità di universi paralleli al nostro. Creatore e caposcuola incontestato del filone dell’orrore soprannaturale, Lovecraft fa risalire le radici della sua narrativa alle angosce e agli incubi più oscuri dell’ animo umano. Con eccezionale maestria Lovecraft crea una particolare sensazione di stranezza e angoscia nel descrivere il piccolo villaggio di Dunwich, nello stato del Massachusetts, dove nasce Wilbur Whateley, figlio di una ragazza albina lievemente deforme chiamata Lavinia e di un padre sconosciuto. Dalla notte della sua nascita iniziano ad accadere fatti strani: i cani abbaiano senza sosta, si sentono provenire dalla casa suoni mostruosi, si scorgono misteriose presenze. Old Whateley, il padre di Lavinia, è conosciuto in tutto il villaggio come un occultista e si dichiara orgoglioso del nipote, al quale desidera trasmettere tutto il suo sapere. Il bambino cresce velocemente e inizia a parlare già a sette mesi assumendo un aspetto inquietante. Il villaggio assiste con sgomento ai riti oscuri praticati da madre e figlio durante le notti di Halloween. All'interno - come in tutti i volumi Fermento - gli "Indicatori" per consentire al lettore un agevole viaggio dentro il libro.

 

CENNI SULLA VITA di:

Howard Phillips Lovecraft

Ripresa da internet e/o dalla 4° di copertina:

Nato il 20 agosto del 1890 a Providence, (Rhode Island, USA), H. P. Lovecraft è considerato uno dei più grandi autori horror di sempre. La sua particolarità sta nell'aver creato un mondo fantastico e suggestivo, in cui la dimensione dell'orrore si colloca addirittura sul piano cosmico. 

Figlio unico di una famiglia agiata e benestante, perde a soli otto anni il padre, rappresentante di commercio, vittima della sifilide. Il futuro scrittore cresce così all'ombra delle donne di famiglia rappresentate dalle zie e dalla madre, quest'ultima una donna non molto equilibrata e incline a forme di comportamento ossessive. Con il piccolo Howard, ad esempio, si atteggia in modo eccessivamente protettivo, impedendogli di giocare con i coetanei o, spesso e volentieri, anche di uscire. A questo stato di segregazione si aggiungano una serie di lutti che colpiscono il bambino, da quello già citato del padre (un padre abbastanza assente comunque), a quello dell'amato nonno materno, una figura che agli occhi di Howard aveva incarnato e sostituito qualità paterne. Ma la perdita del nonno è anche un duro colpo sul piano economico, visto che grazie alla sua dipartita si interrompono le attività commerciali che egli portava avanti di persona. Tuttavia, un bene prezioso il nonno la lascia pur sempre in eredità a Lovecraft: la sua estesa biblioteca ricca di libri antichi e di classici, in cui il giovane può immergersi e divagare grazie alla sua accesa fantasia e sensibilità. Non a caso, si appassiona alle letture più strampalate o fantasiose (ma anche assai colte), che vanno dalla mitologia greca e latina, alla letteratura fantastico - fiabesca, fino ad arrivare a tomi di argomento scientifico. L'influenza di queste letture è ben visibile sulla sua produzione successiva (sì, perché già a sette anni Lovecraft componeva brevi racconti di ispirazione macabra), mai esente da una certa patina arcaicizzante. Di fatto, comunque, Lovecraft si rivela un vero e proprio bambino prodigio. Oltre a scrivere come detto brevi racconti, redige anche innovativi articoli di astronomia e chimica, accolti con entusiasmo dalle principali riviste amatoriali dell'epoca. Inoltre, pubblica a sua cura numerosi "fogli" periodici, di argomento miscellaneo, nei quali fa sfoggio di una prodigiosa erudizione (tra i più importanti di questi fogli, vi è il "The Conservative"). Problemi di salute, legati alla sua costituzione debole, gli impediscono però di completare gli studi della scuola superiore; inoltre, prende forma in questo periodo il suo stile di vita schivo e solitario, malgrado le numerose amicizie epistolari, che smentiscono in parte il soprannome che lo scrittore si guadagnerà negli anni, quello appunto di "solitario di Providence". Di fatto, comunque, l'epistolario lovecraftiano costituisce un corpus superiore perfino alla stessa produzione letteraria; e non solo per dimensioni, ma soprattutto per la profondità filosofico - concettuale, la varietà dei temi, la sterminata erudizione storica, artistica, letteraria e l'eccezionale spessore umano. Il 1917 è l'anno della svolta: fallito il tentativo di arruolarsi nell'esercito e di partecipare alla Prima Guerra Mondiale, a causa dei suoi cronici problemi di salute (e all'opprimente influenza materna), Lovecraft decide di imprimere un cambiamento alla sua esistenza. Inizia così la grande stagione della narrativa lovecraftiana, che è possibile suddividere sommariamente in tre fasi: dapprima quella dei racconti fantastici, comprendente la sua produzione letteraria più "onirica" e visionaria, influenzata dalla spiccata ammirazione per Lord Dunsany (il suo principale modello estetico fino alla metà degli anni Venti): questa fase è in parte corrotta da una imitazione, talora eccessivamente di maniera, del "gotico" alla Poe. In seguito, prendono vita le storie del macabro "cosmico" e filosofico ispirate da una vena decisamente più personale. In questa fase si colloca il fondamentale "The Call of Cthulhu" (1926), che prefigura la successiva evoluzione delle tematiche narrative verso il cosiddetto "cosmicism" e la creazione di una pseudo  mitologia in funzione simbolica (che si fonda perfino su un Libro magico di pura invenzione, il "Necronomicon").  Questi scritti hanno fatto la fortuna di Lovecraft a partire dal secondo dopoguerra, dando ad alcuni critici lo spunto per apparentare gran parte della sua produzione successiva sotto l'etichetta del "Ciclo di Cthulhu", espressione in realtà mai usata da Lovecraft.

«Penso che la cosa più misericordiosa al mondo 
sia l'incapacità della mente umana di mettere in relazione i suoi molti contenuti. 
Viviamo su una placida isola d'ignoranza in mezzo a neri mari d'infinito  e non era previsto che ce ne spingessimo troppo lontano. 
Le scienze, che finora hanno proseguito ognuna per la sua strada,  non ci hanno arrecato troppo danno: 
ma la ricomposizione del quadro d'insieme ci aprirà, 
un giorno, visioni così terrificanti della realtà 
e del posto che noi occupiamo in essa, 
che o impazziremo per la rivelazione o fuggiremo dalla luce mortale  nella pace e nella sicurezza di una nuova età oscura.»

Negli anni Trenta, invece, si passa ad una letteratura di matrice più spiccatamente fantascientifica. Gran parte dei suoi racconti e delle sue poesie sono apparsi nell'attivo mercato delle fanzines americane dell'epoca dedicate al fantastico, tra cui, in primis, la famosissima "Weird Tales", che nasce proprio nel 1923, e altre tra cui "Amazing Stories" e "Astounding". Diventato oggetto di culto e venerazione da parte di schiere di ammiratori e appassionati del fantastico fin dagli anni Venti, Lovecraft non conobbe mai in vita la vera fama: sempre poverissimo, ricava gran parte del suo sostentamento economico dagli aborriti ma indispensabili lavori di revisione o riscrittura di manoscritti inviatigli da una clientela ambiziosa quanto artisticamente poco dotata, mentre il proprio sostentamento spirituale, da lui tenuto in ben più elevata considerazione, lo ricavava dalla fittissima corrispondenza con giovani amici e ammiratori che incoraggia e avviava all'attività letteraria. Lovecraft muore il 15 marzo 1937 nella sua Providence, dove viene sepolto. Aveva 46 anni. Per Providence è proprio il caso di usare l'espressione "sua" poiché non per nulla sull'epigrafe che compare incisa sulla sua lapide funeraria, posta nello Swan Point Cemetery, compare a chiare lettere il motto: I Am Providence. 

«Sono talmente stanco dell’umanità e del mondo 

che nulla suscita la mia attenzione 

se non comporta almeno due omicidi a pagina,

o se non tratta di innominabili orrori provenienti da altri spazi.»

 

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