LA MISURA DELL’ UOMO
Recensione
– Opinione
Napoli
06 Dicembre
2018
Desidero partire dal progetto grafico
del libro che è stato realizzato da Rocio Isabel Gonzalez, veramente molto
elegante e a tema diretto. Le riproduzioni, da Fac-Simile, (Riproduzione da Fac-Simile conservato nella Biblioteca della Stamperia
d’Arte Fratelli Alinari, Firenze) di alcuni progetti di Leonardo da Vinci,
sono tutti meravigliosi e appropriati.
Leggendo la trama dalla copertina, il romanzo, potrebbe sembrare difficile e complicato: il
1493, Ludovico il Moro, il re di Francia, il Regno di Napoli, e soprattutto
Leonardo da Vinci; una fiction storica può sembrare sempre un pò pesante come
lettura, invece, questo giallo storico è sorprendente. È attuale e fresco! Dettagliato, mai tedioso,
è coinvolgente fin da subito, divertente ed intrigante. Mi sono chiesta, dopo
pochi capitoli: è più facile scrivere di fantasia, creando ex novo qualcosa che
non esiste ed espandersi all’ infinito, oppure è più complesso fantasticare su
qualcosa che potrebbe essere verosimile, soprattutto con personaggi, realmente
esistiti e potenti nel cuore della gente, come quelli di questo romanzo? A voi
la risposta! Ho molto apprezzato, all’
inizio, la presentazione dei singoli personaggi divisi per ceto sociale, e
soprattutto ho amato la raffigurazione dell’ albero genealogico degli Sforza
Duchi di Milano, (un ripasso di storia non fa mai male!) e soprattutto la parte
sulle amanti; mai sottovalutare le amanti. Dopo queste due premesse, elenco dei
numerosi personaggi e albero genealogico con amanti e figliastri inclusi, il
libro potrebbe sembrare complicato, ma nella realtà le continue battute tra
Beatrice d’ Este, Ludovico il Moro, il duca di d’Orleans, Galeazzo Maria,
Cecilia Gallerani di altri e soprattutto del Maestro Leonardo da Vinci, sono
tutte mirate, vivaci e contemporanee. Anche se sono personaggi storicamente
grandiosi per la nostra Nazione e per l’ Europa tutta, diciamolo con orgoglio,
nel romanzo prendono una dimensione più vicina a noi, una dimensione meno
legata all’ aura storica che li lega alla mostra memoria; un esempio a pagina 98: <<la gente, quando parla, si scorda
del resto del mondo. Gli si potrebbe cavare un molare e manco se ne
accorgerebbero, da quanto sono intenti a chiacchierare degli affari loro. Tutti
gli uomini, tutti. E se questo signore è un uomo, allora c’è da qualche parte
il modo di fregarlo. Anche se si chiama Leonardo da Vinci.>>.
La vicenda raccontata sembra attuale
come se fosse accaduta l’ altro ieri e non in pieno Rinascimento; nell’
intreccio sembra simile alla vita dei nostri giorni: con la decadenza morale in
atto e la crisi economica latente. Viene
da chiedermi: sono una questione genetica della razza italiana le crisi? Che
poi sono crisi relative, perché se viste dagli occhi del Leornardo del romanzo,
sono solo confini da superare. Pagina 75: <<O forse perché, confini non ci sono proprio>>; oppure pagina 185 << ... perché quel confine non esiste>>.
O perché, aggiungerei di mio, gli
Italiani, tendono sempre ad andare oltre, all’ infinito a superare sé
stessi. La risposta alla mia domanda avviene
molto avanti nel romanzo, messa sulla bocca di Leonardo a pagina 267: <<Per crescere bene occorre libertà e tranquillità. In una parola
fiducia. Ma anche regole e rispetto di esse, perchè altrimenti il forte
soverchia il debole, o il furbo abbindola il fesso, e di libertà non v’é
più.>>.
Tornando al testo: gli innumerevoli
personaggi, tutti di varia importanza, fin da subito, vengono tracciati in
maniera semplice e diretta, si allungano nel racconto come le dita della mano,
ognuno per sé, con spiccate personalità ma profondamente vincolati tra loro.
Ogni personaggio, nonostante tutto, è unico. Da notare,
infatti, che, più volte, precisamente 4, (pagina 263,264,266,280) Marco
Malvaldi ha l’ ardire di mettere in
bocca al grande Leonardo da Vinci una frase inquietante: <<Se tu sarai solo, sarai sempre tuo.>>. Fa riflettere!
È impossibile non evidenziare, di
tanto in tanto, le incursioni dell’
autore nel racconto. Non solo descrivono, con simpatia, gli atteggiamenti, a
non tutti consoni dell’ epoca rinascimentale, ma servono per rendere più
scorrevole e semplice la lettura. Queste “incursioni a gamba tesa”, improvvise,
sono piacevoli e le situazioni spiegate non sono mai troppe, mai ridondanti,
mai inopportune, anzi sono brillanti, appropriate ed efficaci ma sopratutto
divertenti quando l’autore le confronta con i giorni nostri. Il thriller vero e
proprio, per me, non è così
fondamentale. Certo l’ incontro-scontro tra la scienza di Leonardo da Vinci e
la superstizione dell’ astrologo di corte, Ambrogio Varese da Rosate, di
porpora bardato, sul “come” viene ucciso Rambaldo Chiti (ex allievo di
Leonardo) sono particolari; ma sono più degne di nota, i “perchè”
dell’assassinio, un perchè tanto caro all’ imponente Ludovico il Moro, rispetto
ai mandanti e all’ esecutore stesso.
Ciò che spicca, oltre alla genialità
di Leonardo da Vinci, è la mente brillante di Ludovico il Moro, che va oltre l’
omicidio, oltre ciò che si vede con occhi, il mantenere fermo il suo punto di
arrivo. Il giallo, il mistero,
l’assassinio da svelare, sono solo lo sfondo, il filo conduttore dell’ opera
che spesso entrano in secondo piano, perché ciò che attira davvero è il
concetto espresso bene a pagina 279: << ... è nella crescita e nell’ imparare, non nella nascita, che
si vede la misura dell’ uomo>>. L.Ch.
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Trama
MARCO MALVALDI
LA MISURA DELL’ UOMO
(Dalla copertina e da internet):
A cinquecento
anni dalla morte di Leonardo da Vinci, Marco Malvaldi gioca con la lingua, la
scienza, la storia, il crimine e lo riporta in vita immaginando la sua
multiforme intelligenza alle prese con le fragilità e la grandezza dei destini
umani.

Ottobre 1493.
Firenze è ancora in lutto per la morte di Lorenzo il Magnifico. Le caravelle di
Colombo hanno dischiuso gli orizzonti del Nuovo Mondo.Il sistema
finanziario contemporaneo si sta consolidando grazie alla diffusione delle
lettere di credito. E Milano è nel pieno del suo rinascimento sotto la guida di
Ludovico il Moro.
A chi si avventura
nei cortili del Castello o lungo i Navigli capita di incontrare un uomo sulla
quarantina, dalle lunghe vesti rosa, l’aria mite di chi è immerso nei propri
pensieri.
Vive nei locali
attigui alla sua bottega con la madre e un giovinetto amatissimo ma dispettoso,
non mangia carne, scrive al contrario e fatica a essere pagato da coloro cui
offre i suoi servigi. È Leonardo da Vinci:
la sua fama già supera le Alpi giungendo fino alla Francia di re Carlo VIII,
che ha inviato a Milano due ambasciatori per chiedere aiuto nella guerra contro
gli Aragonesi ma affidando loro anche una missione segreta che riguarda proprio
lui. Tutti, infatti, sanno che Leonardo ha un taccuino su cui scrive i suoi
progetti più arditi – forse addirittura quello di un invincibile automa
guerriero – e che conserva sotto la tunica, vicino al cuore. Ma anche il Moro,
spazientito per il ritardo con cui procede il grandioso progetto di statua
equestre che gli ha commissionato, ha bisogno di Leonardo: un uomo è stato
trovato senza vita in una corte del Castello, sul corpo non appaiono segni di
violenza, eppure la sua morte desta gravi sospetti... Bisogna allontanare le
ombre della peste e della superstizione, in fretta: e Leonardo non è nelle
condizioni di negare aiuto al suo Signore. Un romanzo
straordinario, ricco di felicità inventiva, di saperi e perfino di ironia,
un’indagine sull’ uomo che più di ogni altro ha investigato ogni campo della
creatività, un viaggio alla scoperta di qual è – oggi come allora – la misura
di ognuno di noi.
Prima pubblicazione: novembre
2018
Etichette: Thriller,
Fiction storica, Giallo storico
Iniziato il 04 dic 2018 e finito il 05 dic. 2018
CENNI SULLA VITA
MARCO MALVALDI
MARCO MALVALDI
(Brevi note prese da internet e dalla copertina) :
Nato a Pisa, il 27 gennaio 1974 (stesso giorno di Mozart, Mordecai Richler, Lewis Carrol e Lando Fiorini), ha sempre vissuto a Pisa, a parte una breve e umida parentesi in Olanda.
E'
sposato, ha un figlio e due gatti. Marco è un tipo eclettico, e sa fare
male parecchie cose: dopo la laurea in chimica, ha frequentato fra il 1992 ed il 2005 il dipartimento di
Chimica e Chimica Industriale dell' Università di Pisa dove si è laureato, ha conseguito un dottorato di
ricerca ed è stato assegnista di ricerca per due anni al dipartimento di
Farmacia. Ha studiato anche al conservatorio, ha
provato a fare il cantante lirico professionista ma la critica lo ha stroncato
presto. Appesa l'ugola al chiodo, e messo in un cassetto chiuso male il
mestiere di chimico, nel frattempo ha provato a scrivere un libro. E lì, per fortuna, sembra andare
meglio. Con Sellerio editore ha pubblicato cinque gialli ambientati sulla costa
toscana, che hanno come protagonisti Massimo e i vecchietti: tra il primo - La
Briscola in Cinque - uscito nel 2007, fino a - Il Telefono Senza fili (2014). Tra i romanzi storici, è uscito nel
2015 - Buchi nella sabbia - con il giornalista e poeta Ernesto Ragazzoni; mentre
del 2011 è spuntato fuori con - Odore di
Chiuso - il cui protagonista è il noto
cuoco e gourmet Pellegrino Artusi. Dei due anni successivi sono il giallo
- Milioni di milioni - e il romanzo, di difficile classificazione in un solo
genere letterario (thriller-crime story-feuilleton-libro di cucina), - Argento vivo. Insomma scrive ciò che gli pare e
quando vuole!
Nato a Pisa, il 27 gennaio 1974 (stesso giorno di Mozart, Mordecai Richler, Lewis Carrol e Lando Fiorini), ha sempre vissuto a Pisa, a parte una breve e umida parentesi in Olanda.

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