lunedì 15 aprile 2024

Luca Doninelli - Nero Fiorentino

Luca Doninelli
Nero Fiorentino

Recensione - Opinione di
 
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Mugnano di Napoli (Na) – 08 aprile 2024
 
Quando ho scelto di comprare questo libro ci sono stati vari fattori che mi hanno convinto ad acquistarlo. Il primo fattore è stato la trama, veramente magnifica e ambiziosa, ero carica di aspettative; il secondo fattore è stato la copertina con la Cupola di Santa Maria del Fiore in Firenze di Filippo Brunelleschi, mi sono illuminata, già mi aspettavo chissà quale intrigo; il terzo e ultimo fattore, che mi ha fatto aprire il portafoglio e spendere questi 18,00€, e non sono pochi, è stato l’aver letto, sull’aletta posteriore del libro, la mini biografia dell’autore, un curriculum imponente, una marea di libri scritti e premi vinti e, soprattutto, con la seconda ristampa del libro in meno di quattro mesi nel medesimo anno; e a questo punto mi son detta: Si! Sarà un bel romanzo, lo compro! Ed è arrivata la delusione fin dalle prime cinquanta pagine. 
Da principio mi ero entusiasmata perché il testo parte con un bel elenco dei personaggi principali in ordine di apparizione, e io amo quando gli autori fanno ciò, poi mi sono afflosciata come un orologio di Dalì. Ci ho impiegato giorni per finirlo, anche se è di appena 270 pagine, scritte con un bel carattere grande che non stanca gli occhi, altra cosa che apprezzo tantissimo ed è motivo di scelta nell’acquisto di un libro. Non amo, però, lasciare i libri a metà, e non ho rinunciato neppure questa volta, ma proprio non sono riuscita ad apprezzare lo svolgimento dell’intreccio, sono arrivata alla fine, delusa e annoiata in un caldo pomeriggio di aprile.
Voglio essere chiara, l’autore, Luca Doninelli, ha una bella scrittura, una grammatica curata e precisa, non ci sono imperfezioni, ha ottime capacità narrative con una scelta linguistica adatta per la maggior parte degli utenti, ma è esageratamente prolisso. Troppo! Veramente troppo. In questo libro ci si perde in discorsi e situazioni inutili, che potrebbero essere spiegate con molto meno. Certo l’autore, forse, avrà voluto dare un’aria nostalgica e noir al giallo, ma da lettrice di gialli e thriller penso che abbia esagerato un po' troppo. Mentre leggevo, e immaginavo le scene nella mia mente, pensavo: adesso arriva al punto, adesso capirò il perché di tante spiegazioni, ma a metà libro, ancora non si veniva a capo di nulla, solo una testa piena di confusione tra situazioni e personaggi.
Sono però arrivata in fondo, perché oramai volevo solo sapere non chi avesse commesso gli omicidi o il mandante e neppure il perché, volevo solo sapere dove sarebbero andate a finire le misteriose tavole prospettiche del Brunelleschi.  So, ovviamente, che è un racconto di fantasia ma almeno una curiosità andava soddisfatta ma sono rimasta amareggiata. Alla fine penso che questo grande intrigo, lungo ben quindici anni, non è centrato sulle tavole del Brunelleschi ma sulle vite delle persone e sulle scelte che compiono e che, in un modo o nell’altro, riescono a mutare i destini di tanta gente innocente; il “Fattore Umano”, citato dall’autore, è il vero fulcro dell’intero racconto.  Luigia Chianese
 
Nella mia scala, da 1 a 5, gradimento libro, questo testo, merita un 2 Libri. 📕📗🕮🕮🕮
#LuigiaBooksBlogger #Blog #LibriEOpinioni
 
NOTE (Riprese da vari siti internet)
Filippo Brunelleschi
e Le Tavole Prospettiche
Filippo Brunelleschi è nato a Firenze nel 1377 ed è deceduto nel 1446; è nato da padre notaio, ebbe una formazione culturale di tipo umanistico, ma presto i suoi interessi si volsero alle arti, praticando la professione dell’orafo e dello scultore, e successivamente all’architettura. Studiò a Roma e viaggio moltissimo, tali studi e viaggi gli diedero modo di conoscere l’architettura antica, spingendolo, poi a dedicarsi a rilievi condotti con tecniche scientifiche. La sua profonda conoscenza della scienza, soprattutto dei procedimenti geometrici, matematici e ottici lo portarono ad un grande risultato  intorno al 1413, con la Tavoletta Prospettica che rappresentava il Battistero di S. Giovanni a Firenze. Antonio Manetti, biografo di Brunelleschi, nel 1475 descrisse l’esperimento.
Brunelleschi, su una tavoletta di forma quadrata con lato di mezzo braccio, all’incirca circa 30 cm, aveva dipinto il Battistero di S. Giovanni a Firenze con i suoi intarsi marmorei precisamente «che non è miniatore che l’avessi fatto meglio». Per dimostrare la convergenza dell’immagine dipinta con quella reale, nella tavoletta fu praticato un buchino svasato verso il retro del dipinto, in modo che l’occhio di chi avrebbe osservato, posto a circa 60 cm all’interno della porta centrale del Duomo, avrebbe potuto percepire l’immagine reale della scena. Con l’aiuto di uno specchio sorretto dall’altra mano, e regolato a distanza opportuna, poi, l’osservatore, avrebbe potuto visualizzare l’immagine dipinta ma riflessa nello specchio per ammirare la perfetta coincidenza dell’immagine dipinta con quella esistente. La verosimiglianza era evidenziata anche da un effetto illusorio ottenuto da una lamina d’argento che nel dipinto cospargeva l’area del cielo, al fine di ottenere un’immagine riflessa del cielo reale. 
Per risolvere l’inversione tra destra e sinistra, con cui l’immagine riflessa dallo specchio mostrava il dipinto, venne eseguito con rovesciamento simmetrico. Questo metodo, escogitato da Brunelleschi, aveva lo scopo di dimostrare la precisione di un disegno realizzato con la geometrica definizione di un punto di vista ovvero la posizione dell’occhio dell’osservatore. Per rendere inconfutabile la validità della sua costruzione, Brunelleschi scelse un edificio già esistente, e non immaginario, in modo da verificarne i risultati. Con la seconda tavoletta fece la stessa cosa, realizzata in Piazza della Signoria, con la vista di Palazzo Vecchio e della Loggia dei Lanzi; ma la posizione angolata non presentava una simmetria come nella prima tavoletta e pertanto non adottò l’espediente del foro e dello specchio. Ritagliata però la parte del cielo sul dipinto, era possibile far collimare il profilo degli edifici disegnati con quello dell’immagine reale e verificarne la perfetta coincidenza visiva. Insomma questi due esperimenti hanno fondato la prospettiva lineare chiamata anche prospettiva artificiale, secondo costruzioni scientifiche. 
I capisaldi di questa scienza prospettica sono conosciuti come «Regola Brunelleschiana» E sono:
-        Rappresentazione è basata sulla definizione di un punto di vista, dal quale partono i raggi visivi che formano la piramide visiva;
-        Immagine prospettica non è altro che l’intersezione della piramide visiva con il piano del quadro;
-        Linee parallele convergono in un punto (punto di fuga);
-        Punto di fuga delle rette perpendicolari al quadro coincide con il punto di vista centrale (punto principale);
-        Rette inclinate a 45° rispetto al quadro convergono in punti (punti di distanza) posti dal punto principale a distanza pari a quella del punto di vista dal quadro.

Il Fattore Umano
: titolo originale in lingua ingleseThe Human Factor, è un romanzo di Graham Greene pubblicato nel 1978. Il Fattore Umano racconta la storia di Maurice Castle, un anziano e stimato agente segreto britannico il quale svolge un lavoro di tipo burocratico nella sede centrale dell'MI6Castle conduce apparentemente una tranquilla esistenza in Inghilterra: vive con la moglie Sarah e il figlio Sam in campagna e si reca al lavoro a Londra in treno. Castle ha conosciuto Sarah in Africa; la donna è di colore e, per salvarla da un campo di prigionia sudafricano, Castle ha ottenuto l'aiuto di un comunista e, in segno di gratitudine, si è impegnato a fornire ai servizi sovietici informazioni segrete sull'Africa. I servizi segreti britannici si rendono conto della fuga di notizie dalla sezione nella quale lavora Castle, ma la loro inchiesta porta al colpevole sbagliato: il collega di Castle Arthur Davis, il quale viene eliminato da Percival, uno dei capi dell'MI6. Il ruolo di Castle nella fuga di notizie è tuttavia scoperto da Muller, un collaboratore sudafricano dello spionaggio inglese. Castle si sente braccato e infine viene costretto dai sovietici a un isolamento perpetuo a Mosca, senza speranza di potersi ricongiungere con i familiari, confinati in Inghilterra.
Henry Graham Greene
 è nato a Berkhamsted, il 2 ottobre 1904 ed è morto a Corsier-sur-Vevey, il 3 aprile 1991. È stato uno scrittore, drammaturgo, sceneggiatore, agente segreto e critico letterario britannico. Le sue opere esplorano la morale ambivalente e le questioni politiche del mondo moderno. Greene fu uno scrittore impegnato molto popolare. Rifiutò sempre l'etichetta di romanziere cattolico per quella di romanziere anche cattolico, tuttavia i temi religiosi, in particolare cattolici, furono alla radice di molti suoi scritti, specialmente i quattro romanzi La roccia di BrightonIl nocciolo della questioneFine di una storia e Il potere e la gloria. Opere come Un americano tranquilloIl nostro agente all'Avana e Il fattore umano mostrano il suo grande interesse per le operazioni di politica internazionale e di spionaggio. Greene soffriva di un disturbo bipolare che ebbe una profonda influenza sulla sua scrittura e lo portò a degli eccessi nella vita privata. In una lettera a sua moglie Vivien, Greene scrisse di avere «un carattere profondamente incompatibile con la vita domestica quotidiana» e che «sfortunatamente, la malattia è una parte rilevante di una persona»

 
Video Recensione di
Luigia Books Blogger - Blog Libri e Opinioni
Potete vederla qui su You Tube 
anche seguendo il link https://youtu.be/A3nFs3V_k-k
Grazie!
 
TRAMA
Nero Fiorentino
di Luca Doninelli
Ripresa da internet e/o dalla copertina:
Nella tarda estate del 2010 Firenze è una città immobile, sonnolenta, da camera con vista, che detesta le novità e ogni invito al cambiamento. Eppure nel suo ventre si agitano forze inquietanti e oscure: nell'interrato di un palazzo del centro storico, sede della casa di moda Dombey & Son, fa la sua apparizione uno strano reperto. La segretaria generale Loredana Fallai decide di farlo valutare a Oreste Marcucci, storico dell'arte e suo ex amante, che riconosce le tavole progettate dal Brunelleschi per studiare la prospettiva, un oggetto della cui esistenza ormai tutti dubitavano. L'indomani Fallai viene trovata uccisa con un colpo di pistola alla tempia, le tavole scompaiono e di Marcucci si perdono le tracce. Quindici anni dopo il mistero non è stato svelato. Ma quando viene lanciato un concorso per il completamento della facciata di San Lorenzo, un evento che chiama in città le più grandi archistar del mondo, la sequenza di omicidi e misteri si riavvia. La prima delle nuove vittime è Paolo del Chierico, ex amministratore delegato della casa di moda. Sua sorella Lucia e la fidanzata Giulia Landi, assieme a Maria Giovanna, la figlia di Fallai, indagano per mettere ordine in una vicenda apparentemente priva di senso e dare pace a chi non c'è più.
 
Autore: Luca Doninelli
Editore: ‎Bompiani
Prima Uscita Italiana: 30 agosto 2023
Costo Cartaceo: € 18.00 (all'aprile 2024)
Lingua: ‎Italiano

Copertina flessibile: ‎274 pagine
Dimensioni: ‎15 x 1.75 x 21 cm
ISBN-10: ‎8830107298
ISBN-13: ‎978-8830107298
Generi – Etichette: Giallo Storico Narrativa Thriller Storico
 

CENNI SULLA VITA di:
Luca Doninelli
Ripresa da internet e/o dalla copertina:
Doninelli, Luca. – Scrittore, critico letterario e giornalista italiano è nato a  Leno, vicino Brescia, 1956. Laureatosi in Filosofia a Milano, ha poi insegnato Etnografia Narrativa all’Università Cattolica di Milano. Oggi è docente di Storytelling alla Iulm. Ha collaborato con diverse testate giornalistiche, tra cui: Il Giornale e Avvenire. Ha pubblicato i romanzi I Due Fratelli (1990) ma è con il romanzo La revoca del 1992 che ha vinto il premio Selezione Campiello e con la raccolta di racconti Le decorose memorie del 1994/1995 è stato supervincitore del premio Grinzane Cavour. 
Dopo La verità futile (1995) e Talk show (1996), racconto di una puntata di un famoso programma televisivo di talk show, con La nuova era del 1999 si è aggiudicato il premio Grinzane Cavour. Del 2001 è La mano, centrato sulla figura di un musicista rock, e di tre anni più tardi il pluripremiato Tornavamo dal mare (2004). A questi hanno fatto seguito fra gli altri: La polvere di Allah (2007), storia di un’amicizia coltivata tra due protagonisti di culture completamente diverse, Fa' che questa strada non finisca mai (2014), Le cose semplici (2015), finalista al Premio Campiello, La conoscenza di sé (2017), Tre casi per l'investigatore Wickson Alieni (2018), Premio Strega ragazze e ragazzi 2019, La dieta sono io (2019), L'imitazione di una foglia che cade (2020) e Tu credi che io dorma (2021), a seguire La Colpa di essere Nati. Scritti sui “Promessi Sposi” (2023), Nero Fiorentino (Agosto,2023)
 
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