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sabato 12 marzo 2022

La Cultura non deve separare deve unire!

AUTORI RUSSI
Aleksandr Puškin  - Anton ˇCechov   - Fëdor Dostoevskij  - Lev Tolstoj   
- Michail Bulgakov  - Nikolaj Gogol’ 

La Cultura non deve separare deve unire!


Luigia Chianese Books Review Blogger

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Mugnano di Napoli (Na)  - 12.03.2022


Oggi 12 marzo 2022 si sta ancora combattendo in #Ucraina, due popoli fratelli, #Russi e #Ucraini, si stanno ammazzando, per uno spicchio di terra e per vecchie e nuove ideologie.  Tra le varie condanne civili, sanzioni economiche, ho letto e sentito assurdità sportive, mio Dio, lo sport dovrebbe unire non dividere; attacchi/boicottaggi anche verso la  cultura e la #letteraturarussa. Insensati!  Stiamo uscendo di senno, anche noi Europei. 
La guerra non distrugge solo persone, case e Paesi, ma distrugge le menti della gente che resta, che soffre, di chi guarda, da vicino e da lontano, e fa prendere decisioni assurde che fanno male al sanzionato ma anche al sanzionatore. Stiamo implodendo! 
Oggi non intendo scrivere Recensioni - Opinioni su qualche libro, non ho l'animo di leggere e tantomeno di scrivere, ma solo presentare a Voi alcune opere che ho letto tanti e tanti anni fa, quando ero solo una spensierata studentessa liceale. Romanzi - Capolavori  della letteratura russa, forse neanche i romanzi più famosi degli autori che citerò, che probabilmente non ho saputo apprezzare come avrei dovuto e che oggi dovrei rileggere con attenzione. Lo farò, quanto prima, e desidero invitare anche Voi a farlo! Perché la Cultura non deve separare deve unire! L.Ch.

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Nel 1925, esce Cuore di Cane di Michail Bulgakov (1891-1940), che all’invenzione fantascientifica affianca invece la verve satirica da sempre tipica dei romanzi russi, narrando di un famoso chirurgo che trapianta l’ipofisi di un ubriacone appena morto su un cane. Il romanzo satirico "Cuore di cane" racconta la storia della trasformazione chirurgica di un cane in uomo, ed è un'evidente critica nei confronti della società sovietica, in particolare dei nuovi ricchi che sorsero dopo la rivoluzione bolscevica. Un cane parlante in agonia scruta e giudica l'umanità, fino a che un professore di medicina di fama mondiale lo salva prendendolo con sé. Un giorno, però, il padrone decide, insieme al suo assistente, di trapiantare all'animale i testicoli e l'ipofisi di un uomo morto. Da questo momento si assiste al fatidico passaggio del cane da animale a individuo e comincia ad assumerne abitudini e vizi. 


Il mio preferito: Il Maestro e Margherita di Michail Bulgakov, (1891-1940) "Un miracolo che ognuno deve salutare con commozione". Così Eugenio Montale accoglieva nel 1967 il romanzo postumo che consacrava di colpo Bulgakov, fino ad allora sconosciuto, tra i grandi scrittori russi del Novecento, e forniva un quadro indimenticabile della Russia di Stalin. Nella Mosca degli anni '30 arriva Satana in persona e sotto le spoglie di un esperto di magia nera, accende una girandola di eventi tragicomici,



Noto come Il Cappotto anche se la sua traduzione più precisa è La Mantella, questo racconto del 1842 di Nikolaj Gogol’ (1809-1852) è fra i più commoventi e godibili del maestro della satira grottesca. La location è una splendida San Pietroburgo da realismo magico in cui viene narrata la storia del piccolo impiegato Akakj Akakievic Basmackin. Costui vive solo e viene spesso deriso sul lavoro, ma con i risparmi di una vita riesce a comprare una bella mantella pronta a diventare la sua unica compagna e consolazione, fino a quando l’invito a una festa non si trasforma in un dramma esistenziale: una storia che per suggestioni e caratterizzazione non ha niente da invidiare a tanti grandi romanzi russi.
Secondo Dostoevskij «siamo tutti usciti dal cappotto di Gogol’». E non soltanto la successiva straordinaria stagione del romanzo russo: sotto i lembi del cappotto dell’impiegatuccio Akakj Akakievic Bašmackin, faticosamente acquistato a prezzo di enormi sacrifici e umiliazioni e rubato poco dopo, si nasconde anche uno dei capolavori assoluti della narrativa mondiale, e uno dei più commoventi e godibili tra i celeberrimi Racconti di Pietroburgo.


Morto dopo un duello all’età di soli 38 anni, Aleksandr Puškin (1799-1837) è ritenuto il fondatore della lingua e della letteratura russa dei nostri tempi, con le sue odi classiche, i drammi storici, la narrativa di stampo realistico, le fiabe, le favole e le novelle. 
Ne - La Figlia del Capitano e Altri Racconti - Un padre severo, un figlio ribelle spedito a prestare il servizio militare all'avamposto di Belogorsk, un bandito, una giovane donna contesa. Sullo sfondo di una Russia attraversata dalla rivolta cosacca di Pugacëv, tra duelli, scontri e prigionie, Aleksandr Puskin narra il contrastato amore tra due giovani, il nobile Grinëv e la dolce Masa, che per coronare il loro sogno dovranno superare innumerevoli traversie. Ultima prova letteraria di Puskin, "La figlia del capitano" fonde magistralmente le vicende dei protagonisti con la Storia, in un romanzo che si legge come un'"antica fiaba russa".

Fëdor Dostoevskij (1821-1881); La Mite,  un fulminante racconto del 1876 ispirato a un fatto di cronaca, che attraverso un’analisi precisa e lucida apre vuoti e profondi buchi sui meandri della psiche umana. Sconvolto davanti al cadavere ancora caldo della moglie, infatti, un uomo si interroga sul suo suicidio e ripercorre a ritroso la loro storia d’amore, fino a quando, tra flashback e reticenze, non ci accorgiamo che i suoi sensi di colpa nascondono qualcosa di oscuro…
«Perché questa donna è morta?» Sconvolto davanti al cadavere ancora caldo della moglie, un uomo si interroga sul suo suicidio. Veniamo così a conoscenza del loro primo incontro, del matrimonio, delle liti. In un susseguirsi di sensi di colpa e autoassoluzioni, affiora dal magma indistinto dei ricordi la storia di un legame doloroso, di un amore appassionato e crudele, a tratti meschino. Apparso per la prima volta nel 1876, La mite è, insieme alle Notti bianche, il racconto più ispirato di Fëdor Dostoevskij: attraverso un’analisi acutissima e spietata, apre vertiginosi squarci sui meandri della psiche umana, senza lasciare scampo.

Fra le opere più celebrate di  Lev Tolstoj 
(1828-1910), La morte di Ivan Il′ič descrive con minuzia e maestria il progressivo decadimento fisico e la conseguente metamorfosi psicologica di un borghese al culmine della sua carriera, che viene sorpreso da una malattia ed è costretto a confrontarsi con le ipocrisie della vita.
Scritto nel 1886, negli anni del suo profondo travaglio spirituale, La morte di Ivan Il′ič è uno dei più bei racconti di Tolstoj. Vi si racconta l’ultima parte della vita del protagonista che in seguito a una banale caduta urta col fianco la maniglia di una finestra, che gli provoca una malattia che lo porta alla morte. Il romanzo è un’accorata meditazione sul destino umano e sul senso dell’esistenza. Nel contrasto tra l’indifferenza che agli occhi del protagonista sembra caratterizzare il mondo circostante e il proprio tormento interiore, l’autore rappresenta la condizione di assoluta solitudine dell’uomo davanti alla morte.

Drammaturgo e narratore Anton ˇCechov (1860-1904), sono sufficienti addirittura tre cartelle per cogliere la potenza della sua immaginazione: sono quelle de  La Morte dell’ Impiegato, storia pubblicata nel 1883 e che scardina in tempo record cliché e aspettative della narrativa breve. Dalle novelle d’esordio, di timbro prevalentemente comico e grottesco, in cui è ancora presente l’influsso di Gogol’, ai capolavori della maturità, dominati da una vena malinconica e pessimistica – La steppa (1888), Il duello (1892), La corsia n. 6 (1892), Il monaco nero (1894), La signora col cagnolino (1899) – i racconti di ˇCechov evocano una drammaticità esistenziale trattenuta e sommessa. Poveri d’azione e quasi privi di intreccio, ma attenti alle più piccole incrinature dell’anima, hanno come protagonisti individui incompresi, umiliati, sconfitti dalla vita, vittime di equivoci e di autoinganni: un campionario di frustrazioni e mediocrità, dove trionfano l’impotenza ad agire e l’incapacità di comunicare. L’intera parabola narrativa di ˇCechov testimonia uno degli aspetti fondamentali della sua arte: quella sorta di dolente distacco dalle vicende descritte che riecheggia lo smarrimento di un’epoca e l’inerzia spirituale della società russa di fronte ai sintomi della propria decadenza morale e intellettuale.

PICCOLA NOTA:
Ho ricevuto, sulle mie pagine social di Facebook, contestazioni da parte di una giovane Ucraina, molto provata dal momento storico che la sua nazione e i sui concittadini stanno vivendo; la donna mi ha rimproverato, ridendo di me, sostenendo che non essendo io Ucraina non posso conoscere la storia del suo Paese e non so che sto commettendo un grave errore ovvero che Nikolaj Gogol’ (1809-1852) non è Russo ma Ucraino.

Ho deciso, pertanto, di aggiungere questa nota la mio post, per chiarire, una volta per tutte, la questione di Nikolaj Gogol’.
 
Note pervenute da interne, in particolare da Wikipedia e dalla Treccani:
Nikolaj Vasil'evič Gogol'- Janovskij (in ucraino: Микола Васильович Гоголь-Яновський; in russo: Николай Васильевич Гоголь-Яновский - Velyki Soročynci, 31 marzo 1809, 19 marzo del calendario giuliano – Mosca, 4 marzo 1852, 21 febbraio del calendario giuliano), è stato uno scrittore e drammaturgo russoGogol' è considerato uno dei grandi della letteratura russa. 

Gogol' è nato sotto l'IMPERO RUSSO. Se leggete le date di nascita e morte 
31 marzo 1809, 19 marzo del calendario giuliano 
Mosca, 4 marzo 1852, 21 febbraio del calendario giuliano capirete.
L'Ucraina, inoltre, è diventata indipendente nel 1991, con il crollo dell'Unione Sovietica, o meglio è tornata ad esserlo dopo la breve esistenza di una Repubblica Ucraina durante la guerra civile 1917-22.
Quando e nato e vissuto Nikolaj Gogol’, praticamente, non esisteva nemmeno l’ URSS ma solo l’Impero Russo. 

Gogol' scriveva prevalentemente in Russo ed ha vissuto la maggior parte della sua vita in quella che oggi è la Russia, ma ha scritto anche di quella che oggi noi chiamiamo Ucraina. Gogol' è Russo: è nato, vissuto e morto sotto l' Impero Russo. L.Ch. 



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domenica 25 agosto 2019

Vladimir Nabokov - Ada o Ardore

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Ada o Ardore

Recensione – Opinione


Mugnano di Napoli
domenica 25 agosto 2019

Riletto dopo tanti anni per la seconda volta;
E' il romanzo di letteratura erotica più raffinato, ricercato, distinto, chic e sofisticato che abbia mai letto, è presuntuoso, ma assolutamente fantastico. 
Lungo da morire, circa 604 pagine;  5 parti più le note, circa 40 pagine,  e una marea di capitoli, a tratti ripetitivo ma sempre sul punto.
Insieme a Ven, Ada è la protagonista ed è incantevole, maliziosa, viziosa, misteriosa, erotica ed affascinante, una pseudo innocenza adolescenziale in una straordinaria eleganza dove anche l’incesto diventa cosa piccola dinnanzi a lei.  

Ma le note sono fondamentali per approcciarsi a quest’ opera:
La mia copia, Ada o ardore, traduzione di Margherita Crepax, (collana "Biblioteca Adelphi" n. 385, Adelphi, 2000, p. 640, ISBN 978-88-459-1504-8.) è una traduzione condotta sull’ edizione critica di Ada a cura di Brian Boyd, Biografo di Vladimir Nabokov e, grazie ad essa,  la consiglio, è molto più semplice capire il romanzo perché richiede una cultura immensa, che io non possiedo, per i vari rifermenti che ci sono nel romanzo ...
Da Tolstoj ... La prima frase è una parodia dell'incipit di Anna Karenina di Lev Tolstoj.  <<Tutte le famiglie felici sono simili fra loro; ogni famiglia infelice è infelice a modo suo>>. ... <<Tutte le famiglie felici sono più o meno diverse tra loro; le famiglie infelici sono tutte più o meno uguali.>>;
A ... Phileas Fogg, il globetrotter di Jules Verne, che compì il giro del mondo da ovest ed est.;
A ... Pascaltrezza: gioco di parole che unisce Pascal a scaltrezza (in italiano <<ingegno acuto>> a treza (parola provenzale che indica i <<fili d’erba intrecciati>>, il francese pas nega il << pensant>> del  <<roseau pensant>> (canna pensante);
Fino a citare ...  “Un gran buon uomo” parole con cui Winston Churchill, uomo politico britannico, definì “entusiasticamente” Stalin;
 A .. “dolci fiori alla dolce” ... ripreso dall’ Amleto, atto V, scena I,.
Solo per citare le più conosciute e semplici.
Devo ammetterlo è un tantino pesante ed impegnativo ma vale la pena, richiede tempo e attenzione soprattutto per i nomi e la moltitudine di personaggi delle famiglie e non, ma rimane nel cuore.
L.Ch.

Prima pubblicazione: 1969
Autore: Vladimir Nabokov
Protagonisti: Van Veen
Titolo originale: Ada or Ardor: A Family Chronicle
Altri personaggi: Marina Durmanova, Lucette Veen, Demon Veen, Cordula De Prey
Lingua originale: inglese
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TRAMA
Ada o Ardore
di

Ripresa da vari siti internet internet da wikki e dalla 4° di copertina: 
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Dopo aver raggiunto le vette dello scandalo e della gloria, dopo aver pubblicato capolavori come Il donoLolita o Fuoco pallido, Nabokov decise di scrivere un romanzo dove avrebbe sfrenato i suoi estri e i suoi capricci più nascosti e più cari, sfidando il lettore a seguirlo, come un seduttore irresistibile e sottilmente perverso. E fu Ada. Sarebbe stata una storia d’amore, di quell’amore «normale e misterioso» che è come la rosa vera mescolata alle altre in un negozio di fiori finti, «pour attraper le client». E anche una storia erotica. E, dietro a tutto, sarebbe stata una celebrazione del dettaglio. «Il dettaglio è sempre benvenuto» diceva Nabokov. Dettaglio è «l’evento senza precedenti e irripetibile» che si staglia fra miliardi di simili – e con ciò in fondo obbliga la letteratura a esistere, se non altro per replicargli con un tessuto di parole che dell’irripetibile mostri qualche filo. Ogni lettore, non appena comincerà ad addentrarsi in Ada, avrà l’impressione di trovarsi davanti a uno di quei libri in cui l’autore ha inteso mettere tutto, come in una vasta arca, grande quanto un leggendario maniero familiare o per lo meno la sua sterminata e veleggiante soffitta. E in quella soffitta costellata di segreti, come nel parco di quel maniero, cosparso di nascondigli erotici, sarà felice di perdersi.
 Pubblicato nel 1969. È ambientato in un mondo parallelo chiamato Anti-Terra, deformazione del nostro pianeta, in cui la Russia si estende nella parte settentrionale del continente americano, sovrapponendosi al Canada.




Parte Prima I capitoli da 1 a 4 sono una sorta di prologo che presenta la grande famiglia Veen e l'America “russificata”. La prima frase è una parodia dell'incipit di Anna Karenina di Lev Tolstoj. L'ambientazione del romanzo è l'immaginario Estotiland orientale (o Estoty francese). I protagonisti si muovono tra la casa di famiglia a Ardis Hall, presumibilmente a nordovest di Québec, e la località di Kingston a sud di Boston (che nel romanzo si trova nel Mayne). La traslitterazione dei nomi dall'alfabeto russo a quello latino si effettua secondo la vecchia ortografia russa, anteriore alla riforma del 10 ottobre 1918, perché su Antiterra la rivoluzione russa non scoppierà mai. Nel romanzo l'Estotiland è una regione del Canady, nome che potrebbe essere la versione plurale (dal momento che vi sono tre Estotiland) del russo Kanada.   I protagonisti Ada e Ven sono introdotti in maniera indiretta, come nel romanzo ottocentesco, cominciando con la presentazione delle loro famiglie (i Durmanov e i Veen) e dell'ambientazione, che risulta subito leggermente spiazzante perché il lettore non riesce a capire i riferimenti storici e geografici. Su Antiterra, la Russia è “un grazioso sinonimo dell'Estoty” mentre il gigante euroasiatico che si estende “dalla Curlandia alle Curili” si chiama Tartaria. L'energia elettrica è stata messa al bando a metà Ottocento in seguito a un incidente chiamato “disastro EL”, e il mondo che ne risulta sembra un misto della Russia rurale dell'infanzia di Nabokov, della Francia e dell'Inghilterra delle sue letture giovanili e dell'America della sua maturità. Nei capitoli da 5 a 24 si descrive il primo incontro tra il quattordicenne Van e la dodicenne Ada, nel 1884, e la nascita del loro amore. Van arriva a Ardis Hall, ospite per l'estate presso gli zii, e conosce la cugina Adelaida, minore di due anni. La prima volta che la sente nominare, c'è anche la giustificazione del titolo del romanzo. L'interesse di Van per la cugina ha i colori e le parole di un erotismo adolescenziale, e si alimenta di piccoli episodi di seduzione involontaria: la gonna di Ada sollevata senza malizia, oppure una porta socchiusa sulla sua toelette sopra il bacile nel bagno sul quale si avvolge un serpente di porcellana.  La storia si tinge sempre più di erotismo a mano a mano che l'estate avanza, e i due ragazzini colgono tutte le occasioni per appartarsi. Il loro ardore li conduce a una vita sessuale da adulti. I presagi però si inseguono; per esempio, Ada nel cap. 13 gioca a anagrammi, e dalla parola “cestino” tira fuori un innocente “incesto” che fa rabbrividire il lettore.
A mano a mano che la narrazione procede, il lettore si accorge che il punto di vista è quello di Veen che scrive a posteriori la storia del suo amore di tutta una vita, con note a margine sempre più frequenti non solo di suo pugno, ma anche di Ada. Capitoli da 25 a 30 Alla fine dell'estate Ada e Veen devono separarsi; la loro lontananza si protrarrà per quasi quattro anni fino al giugno 1888. Aqua cerca di avvicinare il figlio a una vicina di casa, Cordula de Prey, che è anche compagna di scuola di Ada, ma oramai il giovane è troppo preso dalla cugina. Marina viaggia in Europa con le due figlie, mentre Veen, appena diplomato, si trasferisce in Inghilterra dove acquisisce una certa notorietà come prestidigitatore, con il nome di Mascodagama. Capitoli da 31 a 43 Nel 1888 Veen ritorna in America e si presenta a Ardis Hall all'inizio della nuova estate, trepidante di sapere se Ada sia ancora innamorata di lui. La ragazza, che sta per compiere 16 anni, cade fra le sue braccia; il loro idillio segreto e ardente prosegue; Demon Veen arriva in visita, avrebbe la tentazione di mettere in guardia il figlio a proposito dei legami di consanguineità con Ada, ma rimanda. La gelosia di Van è stimolata dal giovane Percy De Prey, da sempre innamorato della giovane; durante la festa per il 16º compleanno di Ada i due si battono e mani nude, Van ha le meglio ma sfida il giovane a duello. Percy tuttavia parte perché si è arruolato per la guerra che in Crimea contrappone le potenze occidentali ai cinesi e ai tartari. Blanche, la giovane cameriera di Ardis Hall innamorata di Veen, gli rivela che Ada ha avuto una relazione con Herr Rack, il maestro di musica tedesco di sua sorella Lucette. Folle di gelosia, Van si reca in città per vendicarsi, ma sul treno offende e sfida a duello un ufficiale più abile di lui. Rimane ferito a una spalla, e mentre si trova in ospedale scopre che Rack è ricoverato in fin di vita per una malattia mortale. Anche Percy De Prey è morto in battaglia, due giorni dopo lo sbarco in Crimea. Quelli che egli considera i due maggiori ostacoli tra lui e Ada sono stati rimossi dal destino. Tuttavia non riesce a superare la rivelazione dell'infedeltà di Ada. Inizia una convivenza a casa di Cordula De Prey a Manhattan.
Parte Seconda Composta da 11 capitoli. Poco per volta la narrazione evidenzia le differenze tra Antiterra e il nostro mondo. Il continente americano è stato “scoperto” da viaggiatori africani che si sono insediati nel bacino del Mississippi; la Francia ha cessato di esistere nel 1815, occupata dagli inglesi che chiamano “Lute” Parigi; il telefono è sostituito dal “dorofono” (doro- è una sorta di anagramma di idro- perché l'apparecchio funziona secondo un principio idraulico). A parte l'interdizione dell'elettricità, la tecnologia e la società sembrano più avanzate che su Terra: non solo l'automobile per uso privato ma anche l'aeroplano sono comunemente usati negli anni Ottanta del XIX secolo, gli indumenti e la moda sono quelli intorno alla metà del nostro XX secolo. Lontano da Ada, Van si lascia andare alla propria vocazione letteraria e scrive un “romanzo filosofico” intitolato Lettere da Terra, usando lo pseudonimo Voltemand. Il libro vende pochissimo ma ottiene recensioni entusiaste che l'autore sospetta siano opera di Ada. Intanto continua il proprio percorso di formazione universitaria a Chose in Inghilterra e poi nel Mayne. Dopo la fine della relazione, acquista da Cordula il suo attico a Manhattan, ed è qui che nel 1891 riceve una visita da Lucette (che ora ha quindici anni). Perdutamente innamorata di lui, Lucette viene a portargli una lettera di riconciliazione di Ada e a offrirsi, in alternativa: ma Van accetta subito la proposta di riconciliazione di Ada e la invita a Manhattan, malgrado Lucette gli abbia confessato giochi saffici (e incestuosi) tra le due sorelle. Ada e Van si riconciliano a prima vista, lei lo convince che le gelosie che li hanno allontanati sono costruite sul nulla: il prof. Rack era praticamente impotente, tranne che con la moglie, e con Percy ci sono state solo ardenti carezze. I due vivono uno splendido periodo d'amore a Manhattan, anche con la complicità della piccola Lucette che si lascia coinvolgere in un ménage à trois, finché Demon, venuto a trovare il figlio, scopre lo scandalo della loro vita in comune. Per evitare l'ignominia pubblica alla sorella-amante, Van abbandona la casa.
Parte terza Composta da otto capitoli. Negli anni successivi, abbandonata Ada per non nuocerle e terminata l'università, Van Veen diventa insegnante, viaggia e scrive alcuni libri tra i quali uno intitolato La tessitura del Tempo. Ada è diventata un'attrice di cinema, sulle orme della madre Marina, e ha sposato un russo statunitense di nome Andrej Vinelander. Marina muore in una casa di cura di Nizza. Un giorno a Parigi Van incontra Cordula che ha sposato Ivan Tobak e hanno un furtivo incontro sessuale. Nel 1901 arriva anche Lucette, portata alla disperazione dal suo amore non ricambiato per Van. Quando lui si imbarca su un transatlantico per fare ritorno in America, Lucette arriva a prendere una cabina sulla stessa nave. Conscia che le sue possibilità di successo si restringono sempre di più, tenta il tutto e per tutto per portarlo nel proprio letto la prima notte; in un ultimo soprassalto di razionalità Van la rifiuta, e lei si getta nelle acque dell'oceano. Non è l'unica tragedia a funestare la famiglia Veen: nel 1905 Demon muore in un incidente aereo sopra il Pacifico. Van si lascia persuadere a conoscere Andrej Vinelander, il marito di Ada, proprietario terriero in Arizona; si incontrano in Svizzera e ricominciano la loro relazione all'insaputa del marito e della cognata. Andrej è tuttavia gravemente malato di tubercolosi, Ada si sente obbligata a riaccompagnarlo in America perché pensa che il marito abbia poco da vivere. Van accetta la obtorto collo questa separazione che durerà 17 lunghi anni, fino all'effettiva morte di Vinelander nel 1922.
Parte Quarta Composta da un solo capitolo, la prima parte del quale è La tessitura del Tempo, il libro di Van Veen pubblicato nel 1922, anno della morte di Vinelander. Contiene le sue elucubrazioni filosofiche sulla struttura del Tempo, un tributo a Alla ricerca del tempo perduto (Marcel Proust è esplicitamente citato) e naturalmente a Henri Bergson, dal momento che Van tiene una serie di conferenze sul filosofo francese all'università.  Appena sepolto il marito, Ada telegrafa a Van il suo arrivo. Per la prima volta da quando si amano, possono vivere insieme senza dover rendere conto alla famiglia.
Parte Quinta I sei brevi capitoli dell'ultima parte rappresentano un epilogo prolungato della lunga storia d'amore di Ada e Van Veen. I due vecchi amanti vivono insieme la maturità della vita e il suo declino, nonché l'affievolirsi fisiologico del desiderio sessuale. Aggiunta la vecchiaia, Van assume una segretaria di nome Violet Knox, che è la redattrice materiale (nell'anno 1967, quando lui ha 97 anni) della storia di loro due, revisionata a quattro mani.

CENNI SULLA VITA di:

Vladimir Nabokov

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Ripresa da internet e dalla 4° di copertina:
Nascita: 22 aprile 1899, San Pietroburgo, Russia
Decesso: 2 luglio 1977, Losanna, Svizzera
Racconti brevi: Signs and SymbolsThe Vane Sisters
FilmLolitaLa partita - La difesa di LužinIn fondo al buio
OpereL'invenzione di Valzer 
                                                                                                                     
Vladimir Nabokov
Nato a Pietroburgo è stato uno scrittoresaggistacritico letterarioentomologodrammaturgo e poeta russo naturalizzato statunitense. Benché universalmente noto per il suo Lolita (1955), scritto in inglese e base per l'omonimo film del 1962 di Stanley Kubrick, Nabokov vanta anche una considerevole produzione in russo; la sua narrativa spazia su varie tematiche: la frammentazione sociale, l'ossessione del sesso, la distopia, mentre in ambito saggistico scrisse di entomologia e di scacchi, dei quali era teorico prima ancora che giocatore.









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