martedì 19 marzo 2019

Catia Proietti - Da ora in poi

Catia Proietti
Da ora in poi 

Mugnano di Napoli (Na)
Teatro Comunale
Celebrazione della
Giornata della Legalità

Martedì 19 marzo 2019
ore 9:00 - 12:30

Questa è un opera di Educazione per tanto voglio iniziare da una frase, quella a pagina 170, quella che intitola la Lezione 10: 
<<Quando tutto è  sotto gli occhi di tutti, tutti smettono di vedere.>>. 
Ciò che è sotto gli occhi di tutti, in questo romanzo, è “La Scelta”.
Questo libro ci inviata a scegliere, a non arrendersi, soprattutto, utilizzando la novella di G. Verga, Rosso Malpelo, come sottofondo, ci inviata a non farci fermare dai pregiudizi e dall’ illegalità. Nel romanzo, il protagonista Claudio, sceglie di cambiare, sceglie, senza non poche difficoltà, botte e delusioni, di abbattere le barriere dei pregiudizi, quelle barriere che annullano i sogni e desideri.

L’ illegalità, che regna non solo nel suo quartiere romano, San Basilio, gioca sul mettere tutto davanti agli occhi di tutti per renderlo normale. L’illegalità desidera e alimenta l’ignoranza, la violenza, gli stereotipi e i pregiudizi; essa non vuole che l’individuo sia messo in grado di decidere della sua vita autonomamente, anzi fa in modo che sia l’ individuo a chiudersi nelle gabbie dei suoi stessi pregiudizi.

Claudio, invece, riesce ad andare oltre, attraverso lo sport, lo skateboard; riesce fisicamente e psicologicamente a saltare le barriere!

Questo testo vuole farci capire che non possiamo permettere a quattro  delinquenti disgraziati ed ignoranti, di farci allontanare dai nostri sogni e di impedirci di ascoltare il nostro cuore.
Nelle pagine 44 – 45 uno studente chiede:
<< A professoré ma secondo lei, 
al mondo, sono più le perone buone o quelle cattive? 
Se uno ascolta i telegiornali quelli cattivi sono proprio tanti!>> 

. . . <<Sono più i buoni, afferma infine con convinzione>> . . . 

<<Al mondo esistono più persone che creano, 
confronto a quelle che distruggono. 
Altrimenti non saremo qui, non trovate? 
Solo che noi, perché io mi considero tra i buoni, 
non facciamo rumore quando ci muoviamo. 
Siamo silenziosi. 
Invece i cattivi fanno un baccano terribile! 
Di loro parlano tutti, giornali, televisioni, 
cinema, per questo sembrano di più.>>.

A volte basta un singolo, ma a volte, anzi quasi sempre, servono più persone, però chiunque può diventare un esempio positivo, per se stesso e per gli altri. 
Ed ecco cosa possiamo fare noi!  Combattere ed essere d’esempio, e come viene detto dal protagonista a pagina 210
:<<Pensai tra le lacrime che finalmente 
i buoni avevano cominciato a fare rumore>>.
Facciamo rumore anche noi buoni! Claudio, quando si esibisce sul Vert half-pipe, sceglie di volare, sapendo che può cadere e farsi molto male, ma vola, perché sceglie di ascoltarsi ed è questo che dovremmo fare tutti.
Il dott.re Giovanni Falcone, (magistrato Italiano ucciso dalla mafia; strage di Capaci) un giorno disse:
<<Che le cose siano così, 
non vuol dire che debbano andare così. 
Solo che, quando si tratta di rimboccarsi le maniche 
e incominciare a cambiare, 
vi è un prezzo da pagare, 
ed è allora che la stragrande maggioranza 
preferisce lamentarsi piuttosto che fare.>>.

E Noi, come il Claudio del romanzo, dobbiamo iniziare a fare! L.Ch.

Presentazione video da parte dell’ autrice

Video da You Tube


TRAMA 
Da ora in poi
Catia Proietti
Ripresa da internet e/o dalla 4° di copertina: 
Claudio, tredici anni, è nato e cresciuto a San Basilio, quartiere problematico della periferia romana. Appassionato di skateboard, rivela il suo talento iniziando a frequentare uno skatepark nelle vicinanze. Ma a casa la situazione è difficile: orfano di madre, vive con il padre Dario che, inabile al lavoro a causa di un incidente, sfrutta l'abilità del figlio per spacciare droga. Claudio ha un sogno, vorrebbe diventare uno skater professionista, ma si sente vittima di un destino imposto dai condizionamenti sociali ed è deluso dal mondo degli adulti. La scuola e lo sport gli offrono un'opportunità di riscatto e, in un susseguirsi di avvenimenti a ritmo serrato, Claudio sceglierà di ribellarsi.


CENNI SULLA VITA di:

Catia Proietti


Catia Proietti
Ripresa da internet e/o dalla 4° di copertina:
L’uomo conquistava la luna e io nascevo pochi giorni dopo.Un momento storico di grande fiducia nelle capacità umane e di grande apertura, ma nonostante ciò io sono nata con il mal di mondo, una malattia autoimmune che provoca un devastante moto di ribellione verso ogni forma di ingiustizia, per cui se qualcuno dall’altra parte dell’emisfero soffre, io soffro con lui.C’è chi trascorre una vita senza vedere né sentire e chi vede e sente in eccedenza. All’inizio è stata dura. Ho pensato spesso di essere fuori luogo e fuori tempo.  Meglio rifugiarsi in un libro che vivere la difficile quotidianità delle relazioni. Ma i libri ti aprono alla vita. Ti obbligano a guardarti e scoprirti. Fatti forte, mi hanno suggerito, e io li ho ascoltati: grandi amici i libri! Mi sono diplomata assistente sociale, ma ho esercitato per pochi anni. Lavoravo per un Pronto Intervento Sociale Notturno e ho vissuto a Roma situazioni per le quali si potrebbe sceneggiare una serie televisiva firmata Netflix. Ma quella vita andava bene fino a quando non ho desiderato avere dei figli. Così decisi per un altro lavoro, partecipai a un concorso per educatrice d’infanzia e lo vinsi. Lavorare con i bambini è ogni giorno una sorpresa. Ti chiedono energia, ma te la restituiscono in abbondanza. Sono piccola fisicamente e mi capita di scomparire dietro lunghi silenzi. Però sono nata sotto il segno del leone e vengo da una famiglia di operai, gente che non si è mai tirata indietro di fronte alle fatiche, gente che si è duramente conquistata tutto quello che ha.  E io sono come loro. Non riesco a stare in finestra a guardare. Nessuno di noi, oggi, dovrebbe permetterselo. Abbiamo un mondo da ricostruire, che aspettiamo a farlo? Ho due figli e ho una responsabilità nei loro confronti. Per educare alla coerenza, in un mondo di incoerenti, devi essere coerente. Non è uno scioglilingua. Ho avuto dei grandi dolori che hanno prodotto delle grandi crisi. Ma lì dove c’è una crisi c’è un’opportunità, altrimenti non potrebbe esserci crescita. Vivo in un difficile quartiere di periferia e ho compreso che dovevo muovermi, che quello che facevo da sempre, ossia leggere, poteva essere il mio contributo e la medicina contro il mal di mondo che mi attanaglia. Ho iniziato a collaborare con la biblioteca, la libreria e le altre realtà territoriali per promuovere iniziative culturali e creare un circolo virtuoso di buone energie, grazie alle quali ci si possa sostenere a vicenda. E poi ho cominciato a scrivere seriamente. Il che significa che ho smesso di vomitare il mio dolore su un foglio, mi sono assunta la responsabilità di ciò che dicevo. Ho cominciato a fare: troppi parlano e si lamentano, pochi fanno. Quando sono arrivati i primi risultati del mio lavoro, fosse un concorso letterario vinto o la vendita di una sceneggiatura, mi sono sentita incoraggiata e allora ho cominciato a crederci. Scrivere è la mia azione. Mi consente di conoscere nuove persone e nuovi progetti, mi porta a collaborare nelle librerie, nelle scuole, in paesi che non conoscevo, ad abbracciare persone mai viste. Scrivo per costruire ponti. Perché incoraggiando m’incoraggio e non mi sento più sola. Le mie giornate sono intense, incastri di appuntamenti, pensieri, figli e letture, se sono stanca ricorro a un dolce pur sapendo tutto quello che c’è da sapere circa la sublimazione con il cibo, ma sono golosa e mia madre è una cuoca in pensione. Non posso uscirne vittoriosa. Allora chi sono io? Sono una donna, un’assistente sociale, un’educatrice d’infanzia, una moglie, una madre, una figlia e come tutte le donne vivo una vita multitasche in cui questi ruoli s’intersecano. Scrivo alle quattro e mezza o alle cinque del mattino, quando la casa è ancora nel silenzio e prima di andare a lavoro, prima di aver preparato qualcosa per il pranzo dei miei ragazzi. Scrivo a fatica perché come ben sapeva Virginia Woolf una donna fatica a trovarsi “una stanza tutta per sé”. Ma quando riesco a costruirla, quella stanza, le pareti sono azzurre e il cielo è tempestato di farfalle: mi ricordano che il mal di mondo mi schiaccia a terra, mentre io invece voglio volare.

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