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lunedì 14 febbraio 2022

Kike Ferrari - Da Lontano Sembrano Mosche

Kike Ferrari 
             
 Recensione - Opinione di
 
Mugnano di Napoli (Na) – 13.02.2022
 
Questo è un noir molto particolare, brevissimo e intenso. Il protagonista è il signor Machi, un ricco mafiosetto, il suo regno è anche il suo locale - El Impero -. Il signor Machi è un essere volgare, drogato, poco colto, molto arrogante e maleducato, tratta con superiorità e disprezzo tutti coloro che incontra. Lui stesso si definisce, continuamente, un self-made man, ed è molto orgoglioso di esserlo e, soprattutto, di apparire tale, lo fa notare frequentemente e lo esternalizza attraverso il lusso, in particolar modo nell’abbigliamento firmato, da testa a piedi, e nel guidare la sua BMW nera da 200 testoni $. Da pagina 14:
<< Vede il successo, nello specchio, il signor Machi.
Cos’è il successo per lui?
Sorride allo specchio e pensa che il successo è lui.>>.
Ha una moglie Mirta, ricca di famiglia, con tanto di doppio cognome, un figlio Alan, probabilmente gay, e una figlia Luciana, che studia all’università; una figlia che il signor Machi non comprende, per gli studi intrapresi, e per il fidanzato che ha scelto.  
Il signor Machi è l’unico protagonista, la vicenda gira tutta intorno a quest’unico uomo, che il narratore chiamerà sempre signor Machi e verrà chiamato Luís o Luisito solo da se stesso. Tutti i personaggi che gravitano intorno al signor Machi sono tutti personaggi squallidi e negativi, il peggio che l’Argentina può presentare.
La storia si svolge in un lasso temporale brevissimo, ovvero in meno di 24 ore, in un' Argentina quasi post dittatura e completamente allo sbando dove riesce a farsi strada proprio il signor Machi, figlio di un immigrato Italiano. Tra le righe l’autore, Kike Ferrari, mette in evidenza proprio la disastrosa situazione socio-politica-economica in cui versa l’Argentina, in particolare la città di Buenos Aires, ma senza girarci troppo in torno.
Chi gira a vuoto, nella sua BMW nera da 200 testoni $, invece, è il signor Machi, a cui gira letteralmente il cervello tra sniffate di cocaina purissima, alcol, prostitute e soprattutto sospetti e dubbi. I suoi pensieri e le sue riflessioni tradiscono la sua vera natura di uomo moralmente piccolo e troppo condizionato dal successo e dall’apparire.
Il ritmo del libro è decisamente dirompente, fin dalle prime pagine; i brevissimi capitoli sono  incalzanti e ogni pagina tiene in tensione il lettore anche attraverso una scrittura fluida e scorrevole piena di piccoli e direi divertenti colpi di scena. È un libro con un finale – non finale, che, a seconda delle inclinazioni letterarie di che legge, può piacere o deludere, non ha vie di mezzo. Tutti pagano, in un modo o nell’altro, il prezzo per le scelte compiute, e il signor Machi lo sta scoprendo tra puttane, manette con il peluche rosa e 300 italianissime sciarpe firmate Marinella. Kike Ferrari è stata una piacevole scoperta!
Consiglio questa lettura e il mio voto, nella mia scala libri, da 1 a 5, è un buon 3. L.Ch. 📗📘📕📖📖

TRAMA
Da Lontano Sembrano Mosche
Kike Ferrari
Ripresa da internet e/o dalla 4° di copertina:
Il signor Machi è un uomo potente a Buenos Aires, quando si guarda allo specchio vede l’immagine del successo. Padrone di un piccolo impero, colluso in ogni sorta di traffico, Machi procede in modo spregiudicato in tutti gli ambiti. Per intenderci, in Italia sarebbe uno del “mondo di mezzo”. Ma cosa succede se un giorno, alla guida della sua Bmw nera da 200 mila dollari, fora una gomma e scopre nel bagagliaio un cadavere dal volto sfigurato da un colpo di pistola? Chi gli ha voluto giocare un brutto tiro? Sono tanti quelli che lui ha schiacciato e umiliato, e ai suoi occhi sono sempre stati così insignificanti da sembrargli da lontano solo piccole mosche. Così inizia la giornata più difficile dell’indimenticabile signor Machi, un personaggio emblematico e rappresentativo dei nostri giorni, abituato all’impunità del potere, che per la prima volta si ritrova alle prese con una situazione che sembra essergli sfuggita di mano. Di chi ha paura il signor Machi?

Editore: Feltrinelli (11 gennaio 2018)
Prima edizione: 2011
Lingua: Italiano - Traduttore: Pino Cacucci
Copertina flessibile: 183 pagine
ISBN-10: ‎ 8807032724 - ISBN-13: ‎ 978-8807032721
Dimensioni: ‎ 14.2 x 1.8 x 22.2 cm
Generi – Etichette: Giallo Hard-Boiled  Letteratura  Mistero Narrativa  Noir
 

“Probabilmente non vi ricapiterà di leggere una storia così perfetta”
Paco Ignacio Taibo II
 

“Kike Ferrari, scrittore premiato di giorno,
addetto alle pulizie nella metropolitana di notte.” 
El País
 


CENNI SULLA VITA di:
Kike Ferrari
Ripresa da internet e/o dalla 4° di copertina:
Kike Ferrari è nato nel 1972 e vive a Buenos Aires con la moglie e i tre figli. Ha esercitato i mestieri più diversi e ha vissuto quattro anni negli Stati Uniti a Fort Lauderdale, dove è andato a cercare fortuna con la moglie, prima di essere entrambi rimpatriati come immigrati illegali. 
Ora lavora come addetto alle pulizie nella metropolitana della capitale argentina di giorno e si dedica alla scrittura di notte. 
Ha pubblicato quattro libri che gli sono valsi premi importanti tra cui il premio Casas de las Américas (Cuba) e ha ottenuto con Da lontano sembrano mosche il premio come migliore opera prima al festival la Semana Negra de Gijón (Spagna). Per Feltrinelli, Da lontano sembrano mosche (2018).


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martedì 1 febbraio 2022

Claudia Piñeiro – La Crepa

CLAUDIA PIÑEIRO 
 
Recensione - Opinione di
 
Mugnano di Napoli (Na) – 06.01.2022
 
Superate le prime 50 pagine la suspense la si troverà solo verso il centro del libro; è un racconto, ambientato in Buenos Aires, con moderata tensione narrativa. Complessa e cruda, invece, è l’esposizione della psicologia dei personaggi soprattutto quella del protagonista: l’architetto quieto, frustrato e passivo, Pablo Simó, marito di una piagnucolosa Laura e padre di una disorientata adolescente, Francisca.
Pablo Simó (da pagina 177) - una persona ossessiva e maniaca dei dettagli - lavora da sempre nello studio di Architettura Borla (Borla Mario) e Associati, dove l’unica associata è l’affascinate e decisa Marta Horvat, e da Marta, con il seno rifatto, il top bianco e gli occhiali da sole, è segretamente attratto. I tre, Pablo, Marta e Mario, custodiscono, sotto un grosso strato di colata di cemento, un orrendo segreto che, dopo tre anni di silenzio, si materializza verbalmente, a causa di una giovane fotografa di nome Leonor, che è alla ricerca, e quindi chiede ai tre, del misterioso Nelson Jara. I motivi per cui Leonor chiede di Nelson Jara sono bel lontani da ciò che temono e sospettano i tre, ma loro non lo sanno e sarà Pablo Simó a scoprirlo ed a scoprire qualcosa su se stesso.
Da Pagina 38: 
<< “ Era un tipo strano, Jara, vai a sapere dov’è”.>>.
Nelson Jara apre una crepa reale in muro ma quella crepa diventa qualcosa in più per Pablo Simó, diventa una crepa nella sua vita di architetto, marito e padre.
Leonor, la giovane e profumata Leonor, è solo colei che allarga la crepa interiore, che s’ingrandisce nella mente e nelle emozioni del nostro protagonista, la si potrebbe definire la goccia che fa traboccare il vaso di una vita triste, piatta e ripetitiva.  
La crepa nel muro, l’omicidio, l’occultazione di cadavere, i problemi economici dello studio, il tradimento fisico, diventano questioni secondarie rispetto all’evoluzione emotiva e psicologica che avviene in Pablo Simó.
La prima crepa di Pablo Simó è come architetto parzialmente e/o insufficientemente realizzato, che continua, in modo ripetitivo e identico a disegnare, con la sua matita Caran d’Arche da tre millimetri, e a solo sognare di realizzare, il suo edificio di 11 piani rivolto a Nord.
La seconda crepa è come uomo; lui stesso arriverà a definirsi - una canaglia - perché l’unica volta che trova un po' di coraggio, nella sua insoddisfacente e piatta vita, è per un’azione criminale e insensata.
Da pagina 42:
<< “ Tu sai come trattare certe questioni, Pablo”.
“ Toglimelo di torno” aveva aggiunto Marta.>>.
La terza crepa è come padre quando comprende che la figlia Francisca lo vede solo come un uomo - patetico - incapace di essere veramente felice.
La quarta crepa, di cui prende coscienza, è come maschio eterosessuale, prevedibile e monotono: percepito - incapace di conquistare una donna - proprio da sua moglie Laura e definito - esemplare raro - o - strano - dalle uniche due donne da cui è attratto, la sensuale collega architetto Marta e la fresca e sveglia fotografa Leonor.
Solo quando prende coscienza di ciò che è diventato negli anni, un uomo che, come lo definisce Nelson Jara, (da pagina 176) - gli piace seppellirsi vivo sotto questa città – non solo fisicamente,  il - Sangue Testardo - di Pablo Simó, inizia a ribollire in lui e, finalmente, sceglie di costruire la sua vita e realizzare il suo sogno, ad ogni costo, cambiando prospettiva su ogni aspetto della sua esistenza. Da pagina 107:
<< “Spaventato di cosa?” Chiede Pablo.
“Che la vita passi mentre tu sei ancora così,” risponde l’amico,
“stufo, magari soltanto un po', è come un piccolo fastidio,
ma ci devi convivere, un malessere leggero ma permanente,
che non fa male e non uccide, ma ti consuma.”>>.
L’autrice, Claudia Piñeiro, attraverso un’angolazione architettonica del tutto singolare di Buenos Aires, narra magistralmente questa evoluzione interiore di Pablo Simó, direi che lo fa con una certa accelerazione emotiva, molta eleganza è una discreta quantità di realismo. L.Ch.
Consiglio questa lettura, infatti il mio voto, nella scala libri 1-5, è di un bel 3 libri. 📚📚📚📖📖
 
TRAMA
La Crepa - Claudia Piñeiro
Ripresa da internet e/o dalla 4° di copertina:
Nella vita da uomo qualunque dell'architetto Pablo Simó c'è una fessura inconfessabile, una crepa che gli tormenta la coscienza: Nelson Jara. Forse era solo un piccolo truffatore, una "canaglia", ma anche Pablo Simó sa di essere una canaglia, nonostante l'apparenza di irreprensibile professionista e buon padre di famiglia. Come una crepa che si allunga e si allarga, tutte le piccole certezze quotidiane di Pablo si sgretolano: una giovane donna che sembra sapere chissà cosa su Jara scatena in lui un'attrazione dirompente, la famiglia va in frantumi, il lavoro diventa insopportabile, e passo dopo passo la tentazione di essere canaglia fino in fondo lo travolge. Ancora una volta Claudia Piñeiro ci narra i piccoli inferni di una variegata umanità, nella monumentale Buenos Aires invasa dal cemento delle speculazioni edilizie dove l'apparenza, più che mai, inganna.
 
Autrice: Claudia Piñeiro
Editore: ‎Feltrinelli (14 gennaio 2016)
Copertina flessibile: ‎208 pagine
Lingua: ‎Italiano
Traduttore: Pino Cacucci
Lingua Originale: Spagnolo
Titolo Originale: Las Grietas de Jara
1° Edizione Originale: 2009
Ambientazione: Buenos Aires
Genere – Etichette: Autori Argentini Giallo Mistero Narrativa  
 
CENNI SULLA VITA di:
Claudia Piñeiro
Ripresa da internet e/o dalla 4° di copertina:
Claudia Piñeiro nasce il 10 aprile 1960 a Burzaco, nella provincia di Buenos Aires. Al momento di iscriversi all'università il suo desiderio era quello di studiare lettere o sociologia, ma in quegli anni la dittatura militare precluse alle donne la possibilità di seguire una carriera legate alle scienze umanistiche e così Claudia fu costretta a cambiare percorso di studi. Si laurea nel 1983 all’ Università di Buenos Aires come contabile pubblico nazionale, professione che eserciterà per 10 anni prima di dedicarsi alla scrittura.
In un'intervista pubblicata nel 2005 nella Revista Ñ del diario Clarín, racconta come iniziò la sua carriera di scrittrice. Nel 1991 lavorava in una società che aveva una filiale a San Paolo, ma trovava la mansione noiosa e insoddisfacente. Un giorno, leggendo un’inserzione in un giornale riguardante un concorso di scrittura, “La Sonrisa Vertical”, decise di parteciparvi e il suo romanzo El secreto de las rubias arrivò tra i primi 10 finalisti, ma non venne mai pubblicato.
Il primo romanzo della Piñeiro, Un ladrón entre nosotros, vede le stampe nel 2004. Nello stesso anno la scrittrice porta nei teatri anche la sua prima opera teatrale, Cuánto vale una heladera, con la quale vince il premio offerto dal Grupo Editorial Norma in Colombia.
Nel 2005 scrive Le vedove del giovedì (Las viudas de los jueves), con il quale vince il Premio Clarìn. Quattro anni dopo l’uscita del romanzo, il regista Marcelo Piñeyro ne realizza la versione cinematografica.
Sempre nel 2005 pubblica il romanzo Tua (Tuya). Alejandro Doria inizia la pre-produzione del film basato su questo romanzo, ma la sua morte, avvenuta nel 2009, impedirà di portarlo a termine. Il film verrà poi realizzato nel 2015, con regia e sceneggiatura di Edgardo González Amer, Juanita Viale, Jorge Marrale e Andrea Pietra.
Nel 2006 Claudia Piñeiro pubblica un altro romanzo di grande successo, Elena Sabe, e tre anni dopo La crepa (Las grietas de Jara). Nel 2010 il produttore Vanessa Ragone annuncia che Julia Solomonoff dirigerà un film basato su questo romanzo.
Nel 2011 esce Betibú, da cui sarà tratto un film nel 2014, diretto da Miguel Cohan e interpretato da Mercedes Morán, Daniel Fanego e Alberto Ammann.
Oltre a scrivere romanzi, la Piñeiro lavora come giornalista, drammaturga e sceneggiatrice televisiva. Tiene una rubrica intitolata "Il giovedì di Claudia Piñeiro" nel Suplemento Literario Télam dell'agenzia di stampa omonima.
Le sue opere sono state tradotte in diverse lingue.
 
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giovedì 27 settembre 2018

Lilia Carlota Lorenzo - Il Cappotto della Macellaia

Lilia Carlotta Lorenzo
Il Cappotto della Macellaia


Recensione - Opinione di

Luigia Chianese Books Review Blogger

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Mugnano di Napoli (Na) 
martedì 06 Luglio 2016
 
Magnifico, divertente, simpatico, curioso, appassionante, leggero e soprattutto scritto bene, con un linguaggio sciolto e veloce! Sembrano tanti "Capitoli Rosa" di un "Rapporto di Polizia di Provincia". Tutto ben studiato e organizzato è uno spettacolare romanzo che vira dal giallo al thriller con un piccolissimo velo di horror; un bel mistero molto ben confezionato! Tutti i personaggi sono "Prime Donne" cosa rara per un romanzo! Questo libro potrebbe tranquillamente diventare una commedia cinematografica di alto livello magari girato in stile Tarantino! Piacevole da leggere, sicuramente sorprenderà e non potrà deludere! Consigliatissimo! Il mio voto da 1 a 5 libri è di 3 libri! L.Ch. 📚📚📚🕮🕮


TRAMA

Il Cappotto della Macellaia

Di Lilia Carlotta Lorenzo 

Ripresa da internet e/o dalla 4° di copertina:
Palo Santo, un paese apparentemente innocuo della pampa argentina. Duecentosette abitanti, tutti si conoscono tra loro. I pettegolezzi corrono più veloci dell'incessante vento che annuncia l'arrivo della tormenta. Mentre la sarta continua a cucire e scucire il cappotto per la figlia della macellaia, che a forza di ingozzarsi di paste con la panna non fa che ingrassare, si consuma un insolito e inquietante omicidio e una serie di fatti strani cominciano ad accadere. Quale orribile scena ha visto il bambino della sarta nella cucina della bellissima merciaia Solimana al punto di scappare terrorizzato ogni volta che la vede? Perché lei attira gli uomini del paese a casa sua? E che inconfessabile segreto custodisce Marcantonia, la sorella ritardata di Solimana? Ne sa qualcosa la bizzarra telefonista, che non si fa vedere da nessuno, ma ascolta le telefonate di tutti annotandole in un quaderno. E ancora di più ne sa Zotikos, immigrato greco in pensione, che dietro la toppa della sua porta tiene sott'occhio l'intero paese... Lilia Carlota Lorenzo porta in Italia il carattere più autentico dell'America Latina. Fonde le atmosfere magiche e i colori di Gabriel García Márquez e la passione malinconica del tango di Gardel per creare una propria voce: ironica, indolente, sboccata e sanguigna. Ci regala personaggi dalla scorza durissima, situazioni crude e surreali che ricordano quelle dei film dei fratelli Coen e ci fa sentire come gli abitanti di Palo Santo...



CENNI SULLA VITA di:

Lilia Carlotta Lorenzo 

Ripresa da internet e/o dalla 4° di copertina:
Mi chiamo Lilia Carlota Lorenzo,  sono argentina. 
Ho una laurea in architettura che mi è servita solo per fare bella figura. Adoro l’ozio, ma non è colpa mia se sono nata in Sudamerica. Nella mia vita ho cambiato trentatré indirizzi, fatto i mestieri più disparati, vissuto in alberghi di lusso, topaie di infima categoria, belle case borghesi. Ho frequentato gli indios del Chaco ma anche gli smorfiosi radical chic europei. Questo mi ha molto arricchita. Adesso non esco più di casa, e ho solo amici virtuali. Di tutti i mestieri che ho fatto, scrivere è senza dubbio il più divertente: niente male come compagno della vecchiaia che si avvicina.

Editore  :  Mondadori (10 maggio 2016)
Lingua  :  Italiano
Copertina flessibile  :  231 pagine

EtichettaGenere: Mistero  Giallo  Thriller  Horror Letteratura Romanzo








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mercoledì 26 settembre 2018

Papa Francesco Laudato si'

Papa Francesco

Laudato si'


 Vediamo come é . . . .non mi è piacuito; confuso e banale ... no! Non l'ho neanche finito di leggere ... troppo brutto, troppa noia!
SCUSATE 
L.Ch. 

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