Recensione -
Opinione di
Mugnano di
Napoli (Na) – 06.01.2022
Superate le prime 50
pagine la suspense la si troverà solo verso il centro del libro; è un racconto,
ambientato in Buenos Aires, con moderata tensione narrativa. Complessa e cruda,
invece, è l’esposizione della psicologia dei personaggi soprattutto quella del
protagonista: l’architetto quieto, frustrato e passivo, Pablo Simó, marito di una piagnucolosa Laura e padre di una
disorientata adolescente, Francisca.
Pablo Simó (da pagina 177) - una persona ossessiva e maniaca dei dettagli - lavora da sempre nello studio di Architettura
Borla (Borla Mario) e Associati, dove l’unica associata è l’affascinate e
decisa Marta Horvat, e da Marta, con il seno rifatto, il top bianco e gli occhiali da sole, è segretamente attratto. I tre, Pablo, Marta e
Mario, custodiscono, sotto un grosso strato di colata di cemento, un orrendo
segreto che, dopo tre anni di silenzio, si materializza verbalmente, a causa di
una giovane fotografa di nome Leonor, che è alla ricerca, e quindi chiede ai
tre, del misterioso Nelson Jara. I motivi per cui Leonor chiede di Nelson Jara
sono bel lontani da ciò che temono e sospettano i tre, ma loro non lo sanno e sarà Pablo Simó a
scoprirlo ed a scoprire qualcosa su se stesso.
Da Pagina 38:
<< “ Era un tipo strano, Jara, vai a sapere
dov’è”.>>.
Nelson Jara apre una
crepa reale in muro ma quella crepa diventa qualcosa in più per Pablo Simó,
diventa una crepa nella sua vita di architetto, marito e padre.
Leonor, la giovane e profumata Leonor, è solo colei che allarga
la crepa interiore, che s’ingrandisce nella mente e nelle emozioni del nostro protagonista,
la si potrebbe definire la goccia che fa traboccare il vaso di una vita triste,
piatta e ripetitiva.
La crepa nel muro, l’omicidio, l’occultazione di
cadavere, i problemi economici dello studio, il tradimento fisico, diventano questioni
secondarie rispetto all’evoluzione emotiva e psicologica che avviene in Pablo Simó.
La prima crepa di Pablo Simó è come architetto parzialmente e/o insufficientemente
realizzato, che continua, in modo ripetitivo e identico a disegnare, con la sua
matita Caran d’Arche da tre millimetri, e a solo sognare di realizzare,
il suo edificio di 11 piani rivolto a Nord.
La seconda crepa è come uomo; lui stesso arriverà
a definirsi - una canaglia - perché l’unica volta che trova un po' di
coraggio, nella sua insoddisfacente e piatta vita, è per un’azione criminale e insensata.
Da pagina 42:
<< “ Tu sai come trattare certe questioni,
Pablo”.
“ Toglimelo di torno” aveva aggiunto
Marta.>>.
La terza crepa è come padre quando comprende che
la figlia Francisca lo vede solo come un uomo - patetico - incapace
di essere veramente felice.
La quarta crepa, di cui prende coscienza, è come
maschio eterosessuale, prevedibile e monotono: percepito - incapace di
conquistare una donna - proprio da sua moglie Laura e definito - esemplare
raro - o - strano - dalle uniche due donne da cui è
attratto, la sensuale collega architetto Marta e la fresca e sveglia fotografa Leonor.
Solo quando prende coscienza di ciò che è
diventato negli anni, un uomo che, come lo definisce Nelson Jara, (da pagina 176) - gli piace seppellirsi vivo sotto questa città – non solo fisicamente, il - Sangue Testardo - di
Pablo Simó, inizia a ribollire in lui e, finalmente, sceglie di costruire la sua vita e realizzare il suo sogno, ad ogni
costo, cambiando prospettiva su ogni aspetto della sua esistenza. Da pagina
107:
<< “Spaventato di cosa?” Chiede Pablo.
“Che la vita passi mentre tu sei ancora così,” risponde
l’amico,
“stufo, magari soltanto un po', è come un piccolo
fastidio,
ma ci devi convivere, un malessere leggero ma
permanente,
che non fa male e non uccide, ma ti consuma.”>>.
L’autrice, Claudia Piñeiro, attraverso un’angolazione architettonica del tutto
singolare di Buenos Aires, narra magistralmente questa evoluzione interiore di Pablo Simó, direi che lo fa con una certa accelerazione emotiva,
molta eleganza è una discreta quantità di realismo. L.Ch.
Consiglio questa lettura, infatti il mio voto,
nella scala libri 1-5, è di un bel 3 libri. 📚📚📚📖📖
TRAMA
La Crepa - Claudia
Piñeiro
Nella vita da uomo qualunque
dell'architetto Pablo Simó c'è una fessura inconfessabile, una crepa che gli
tormenta la coscienza: Nelson Jara. Forse era solo un piccolo truffatore, una
"canaglia", ma anche Pablo Simó sa di essere una canaglia, nonostante
l'apparenza di irreprensibile professionista e buon padre di famiglia. Come una
crepa che si allunga e si allarga, tutte le piccole certezze quotidiane di
Pablo si sgretolano: una giovane donna che sembra sapere chissà cosa su Jara
scatena in lui un'attrazione dirompente, la famiglia va in frantumi, il lavoro
diventa insopportabile, e passo dopo passo la tentazione di essere canaglia
fino in fondo lo travolge. Ancora una volta Claudia Piñeiro ci narra i piccoli
inferni di una variegata umanità, nella monumentale Buenos Aires invasa dal
cemento delle speculazioni edilizie dove l'apparenza, più che mai, inganna.
Autrice: Claudia Piñeiro
Editore: Feltrinelli (14 gennaio 2016)
Copertina flessibile: 208 pagine
Lingua: Italiano
Traduttore: Pino Cacucci
Lingua Originale: Spagnolo
Titolo Originale: Las Grietas de Jara
1° Edizione Originale: 2009
Ambientazione: Buenos Aires
Genere – Etichette: Autori Argentini Giallo Mistero Narrativa
Editore: Feltrinelli (14 gennaio 2016)
Copertina flessibile: 208 pagine
Lingua: Italiano
Traduttore: Pino Cacucci
Lingua Originale: Spagnolo
Titolo Originale: Las Grietas de Jara
1° Edizione Originale: 2009
Ambientazione: Buenos Aires
Genere – Etichette: Autori Argentini Giallo Mistero Narrativa
CENNI SULLA VITA di:
Claudia Piñeiro
Claudia Piñeiro nasce il 10 aprile 1960 a Burzaco, nella
provincia di Buenos Aires. Al momento di iscriversi all'università il suo
desiderio era quello di studiare lettere o sociologia, ma in quegli anni
la dittatura militare precluse alle donne la possibilità di seguire
una carriera legate alle scienze umanistiche e così Claudia fu costretta a
cambiare percorso di studi. Si laurea nel 1983 all’ Università di Buenos
Aires come contabile pubblico nazionale, professione che eserciterà per 10
anni prima di dedicarsi alla scrittura.
In un'intervista pubblicata nel 2005 nella Revista Ñ
del diario Clarín, racconta come iniziò la sua carriera di scrittrice. Nel
1991 lavorava in una società che aveva una filiale a San Paolo, ma trovava la
mansione noiosa e insoddisfacente. Un giorno, leggendo un’inserzione in un
giornale riguardante un concorso di scrittura, “La Sonrisa Vertical”,
decise di parteciparvi e il suo romanzo El secreto de las rubias arrivò
tra i primi 10 finalisti, ma non venne mai pubblicato.
Il primo romanzo della Piñeiro, Un ladrón entre
nosotros, vede le stampe nel 2004. Nello stesso anno la scrittrice
porta nei teatri anche la sua prima opera teatrale, Cuánto vale una
heladera, con la quale vince il premio offerto dal Grupo Editorial Norma in
Colombia.
Nel 2005 scrive Le vedove del giovedì (Las
viudas de los jueves), con il quale vince il Premio Clarìn. Quattro anni
dopo l’uscita del romanzo, il regista Marcelo Piñeyro ne realizza la
versione cinematografica.
Sempre nel 2005 pubblica il romanzo Tua (Tuya).
Alejandro Doria inizia la pre-produzione del film basato su questo romanzo, ma
la sua morte, avvenuta nel 2009, impedirà di portarlo a termine. Il film verrà
poi realizzato nel 2015, con regia e sceneggiatura di Edgardo González Amer,
Juanita Viale, Jorge Marrale e Andrea Pietra.
Nel 2006 Claudia Piñeiro pubblica un altro romanzo di
grande successo, Elena Sabe, e tre anni dopo La crepa (Las
grietas de Jara). Nel 2010 il produttore Vanessa Ragone annuncia che Julia
Solomonoff dirigerà un film basato su questo romanzo.
Nel 2011 esce Betibú, da cui sarà tratto un film nel
2014, diretto da Miguel Cohan e interpretato da Mercedes Morán, Daniel Fanego
e Alberto Ammann.
Oltre a scrivere romanzi, la Piñeiro lavora come giornalista,
drammaturga e sceneggiatrice televisiva. Tiene una rubrica intitolata "Il
giovedì di Claudia Piñeiro" nel Suplemento Literario Télam dell'agenzia
di stampa omonima.
Le sue opere sono state tradotte in diverse lingue.
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