Annientare è una storia d’amore, ambientata nella
Francia del 2027, una Francia un po' instabile, politicamente ed
economicamente, ma ancora alla ribalta sulla scena mondiale, una Francia che
l’autore, Michel Houellebecq, fa osservare, sempre più condizionata dagli Arabi
e dai Musulmani; Si potrebbe dire che come nell’altra sua opera – Sottomissione – anche qui si trovi una certa insofferenza verso
questa nuova “direzione-invasione” socio-economico-culturale
della Francia e dell’Europa tutta.
Da pagina 416 (e non solo):
<< …viveva
in quartiere di Arabi,
che istintivamente odiava e temeva. >>.
Annientare, però, resta una tormentata storia
d’amore; una storia vissuta e raccontata dagli occhi di un uomo: Paul
Raison, uomo di successo, molto capace, composto e razionale, stipendio alto,
casa a Parigi, un uomo realizzato secondo gli standard che la società
informalmente impone, ma soprattutto un uomo ordinario e preciso.
Da pagina 389:
<< …gli piaceva in generale che le cose coincidessero,
la vita avrebbe dovuto essere un susseguirsi
di piacevoli
coincidenze,pensava. Idealmente.>>.
Tutto
prende il via quando Paul viene chiamato a collaborare alle indagini della
Direzione Generale per la Sicurezza Interna, (DGSI) che suo padre, Edouard
Raison, aveva fondato e diretto prima d’andare in pensione, Paul viene
convocato, come consigliere, da Bruno Juge, straordinario ministro
dell’Economia Francese, politico di lungo corso, uno degli uomini più influenti
del governo francese, devoto al suo lavoro, tanto da vivere nel ministero
lontano dal sua moglie che lo tradisce continuamente; Bruno Juge, in questo
momento della sua carriera si avvia alle prossime elezioni presidenziali,
assecondando i piani del presidente uscente.
Paul
Raison, viene interpellato nel momento in cui un attacco informatico diffonde
in rete una serie di violenti video che colpiscono sia il governo,
principalmente nella persona di Bruno Juge, (Pagina 23 disegno di una ghigliottina da internet) che di altre nazioni in particolare la Cina
e non solo. (Nel libro i
disegni: Pagina 7 e Pagina 361 © Michel Houellebecq)
Paul
Raison, nel frattempo, in tacito equilibrio, vive, separato in casa, da 10 anni
circa, con la moglie Prudence, convinta ecologista e vegana, novizia della
cultura Wicca, anche lei dipendente statale, difatti lavora al Tesoro, e sarà
lei a far risvegliare l’amore e la passione in Paul.
In
questo volume, di ben 743 pagine, sembra che le parti più interessanti siano
solo 2, parti ben intrecciate tra loro:
la
prima riguarda le manipolazioni politiche ed i giochi di potere per le
presidenziali francesi;
la
seconda parte, gli attacchi informatici e militari, su scala allargata, che
produrranno più di 500 morti, attacchi mostrati al mondo anche con disegni di
simboli e caratteri sconosciuti, che gli informatici, e non solo loro, non
riescono a decodificare. (Nel
libro i disegni: pagina 363 - Collezione Privata; Pagina 597 © Michel
Houellebecq)
Il
tutto s’infittisce quando diventa rilevante ed inquietante la pista dei terroristi-satanisti,
infatti, tra le carte delle indagini, grazie a dei vecchi fascicoli conservati
da Edouard Raison, padre di Paul, spunta l’immagine di Bofometto; nome
risalente al Medioevo, che è la deformazione del nome di Maometto.
Bofometo
è un personaggio ambiguo, venerato da molti e raffigurato (Troviamo un’immagine a pagina 362 del
libro; © Illustrazione tratta da Stanislas de Guaita, Le Serpent de la Genèse.
Le Temple de Satan, Paris, Librarie du Merveilleux,1891 ),
con una testa di capro con grosse corna e con barbetta, con il seno di donna e
delle ali, braccia e mani antropomorfe ma per piedi ha degli zoccoli caprini, non
manca il dettaglio principale, sulla fronte, di questo mostro malefico, vi è un
pentagono regolare stellato, cioè un pentagramma, (Descrizione a pagina 387
del libro) e questo pentagono finisce per esser d’aiuto nel rintracciare le
coordinate degli attacchi che verranno. (Nel libro i disegni: pagina 576 -577 © Michel Houellebecq)
Intorno
a questi due avvenimenti, la politica e gli attacchi terroristici, viene
descritta, all’inizio un po' ai margini, l’esistenza di Paul; i suoi rapporti
con la sua famiglia d’origine: l’amata sorella Cécile, il debole fratello
minore, l’artista Aurélien, il rapporto distaccato con il vecchio ed oramai
invalido padre Edouard e la sua compagna Madeline, l’ossessione di Paul per le
annate che corrispondono a numeri primi e altro ancora.
Da
notare che nel libro l’autore, oltre ai disegni misteriosi degli attacchi
informatici, ci lascia anche un delizioso disegno di due pagine, sulla casa di
campagna, paesaggio incluso, della famiglia di Paul. (Pagina 88 - 89 © Louis Paillard). Questa casa è di
sommaria importanza perché in varie stanze s'incrociano i ricordi e le
riflessioni di Paul, sulla sua vita e i suoi sentimenti. La casa è l’origine!
Da
notare che l’autore pone l’accento anche sulle condizioni di vita di coloro che
sono vecchi, vecchi-malati e invalidi, come Edouard il padre di Paul, o di
malati terminali. M. Houellebecq, infatti, con infinita delicatezza, denuncia
non solo le pessime condizioni di assistenza verso coloro che stanno
percorrendo l’ultimo miglio, la vita nelle RSA, ma come sia ancora in vigore una
mentalità chiusa e spaventata dalla morte come fine di un ciclo, una mentalità
poco incline al rispetto della libertà di morire da parte dei soggetti oramai
fragili e di come la malattia e la vecchiaia siano un peso opprimente per la
società moderna.
Tornando
al nostro protagonista, Paul Raison, tutte le sue riflessioni, dubbi e
interrogazioni interiori vengono descritte anche attraverso improvvisi e
leggeri viaggi nel mondo onirico di Paul; un mondo onirico incontrollato e
complesso che da una parte s’allontana e dall’altra si confonde con la realtà
ed i ricordi.
La
visione dell’esistenza di Paul, con abilità narrativa magistrale, nel libro,
diventa il solo argomento principe, tutto il resto passa in secondo piano; infatti
l’autore lascia in sospensione temporale le vicende presidenziali ed irrisolto
il perché e il chi degli attacchi terroristici, tanto che nelle riflessioni di
Paul viene fuori che, da
pagina 320:
<< …la cosa peggiore era che se l’obiettivo
dei terroristi
era quello di annientare il mondo come lui
lo conosceva,
di annientare il mondo moderno, non poteva
dargli affatto torto.>>.
Una
piccola nota a riguardo, se non cado in errore, in questa frase, è l’unica
volta che Michel Houellebecq, utilizza, per due volte, la parola – annientare -
ovvero il titolo del romanzo.
I
pensieri di Paul e le sue riflessioni sulla vita, sul suo presente, sulle
relazioni e sull’amore, in tutta la narrazione, si misurano, principalmente,
attraverso il confronto con l’esistenza altrui; in modo particolare su quella
del suo amico Bruno, schiavo volontario del suo amato lavoro ed il saper
risollevare la sua vita sessuale e amorosa, e su quella dell’oramai fragile,
invalido e anziano padre, tanto amato dalla sua compagna e dalla sua prediletta
e credente figlia Cécile.
Ed
è proprio con la sorella che Paul si scontrerà su un argomento spinoso ovvero
lo scorrere della vita, l’amore verso la vita e l’importanza che essa assume per
sé e per gli altri, ma soprattutto a chi questa vita appartenga e perché.
Da
pagina 677:
<< “ …la vita è un dono di Dio, e
Dio ti aiuterà se tu aiuti te stesso,
ma se rifiuti il dono di Dio, lui non può
fare più niente per te,
e in fondo non hai nemmeno il diritto di
rifiutarlo,
tu forse immagini che la tua vita ti
appartenga, ma non è vero,
la tua vita appartiene a chi ti ama,
tu appartieni prima di tutto a Prudence,
ma anche un po' a me,
e forse ad altre persone che non conosco,
tu appartieni agli altri, anche se non lo
sai.” >>.
Quando
Paul Raison arriva a comprendere cosa sia l’amore e inizia a viverlo ed a respirarlo
con tutto se stesso, nella sua interezza fisica ed emotiva, un tumore alla
mandibola e alla lingua lo intrappolano senza scampo, obbligandolo a rivedere ancora la sua vita, a
riprogrammare la sua realtà prendendo coscienza, con dolore, di una tremenda
verità: l’incontrollabilità e la finitezza della vita. Da pagina 529:
<< Quello che non poteva sopportare,
si era reso conto
con inquietudine,
era l’impermanenza di sé;
era l’idea che una cosa, qualunque
cosa, finisse;
quello che non poteva sopportare, non era altro che
una delle condizioni essenziali della vita.>>.
Più
che superfluo affermare che lo stile narrativo di Houellebecq è eccezionale,
limpido, scorrevole, anche nei momenti in cui i sogni di Paul prendono il
sopravvento la narrazione resta compatta, non ci sono voli pindarici su
riflessioni filosofiche sull’esistenza umana che fanno perdere il filo della storia,
ma sono sempre 743 pagine che si abbattono sul lettore come le onde del mare,
alternando potenza e tranquillità, ma non fanno mai annegare il lettore nella
noia,; il racconto di Michel Houellebecq è come un massaggio all’animo di chi
legge.
Solo
un dispiacere, le ultime 5 parole, nei ringraziamenti finali, scritte da questo
illuminato autore, (Per inciso per me meriterebbe il Nobel per la letteratura)
a pagina 743:
<< …è il momento di fermarmi .>>.
Spero
ardentemente che non decida di smettere di scrivere, sarebbe, secondo me, una
gran perdita per l’umanità.
#LuigiaChianese