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lunedì 25 settembre 2023

Aldo Giorgio Salvatori - Naufragio nel Contromondo

Aldo Giorgio Salvatori
Naufragio nel Contromondo
 
Recensione - Opinione di
 
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Mugnano di Napoli (Na) 
07 Settembre  2023
 
Le prime domande che mi sono posta, a metà del libro, sono state: il nuovo che avanza, in qualsiasi forma, è sempre migliore, più giusto, più corretto rispetto al precedente? Siamo sempre portati a ritenere che il nuovo, il progresso sia migliore in quanto superamento di limiti fisici, etici e morali; ma questi superamenti hanno basi solide? Si incorporano nel precedente? O si accettano tout court - in italiano: senza ulteriori specificazioni? Non sarebbe necessario un periodo di transizione, valutazione, ed approfondimento per il medio e lungo termine? Praticamente non corriamo troppo verso il - mundus novus - senza neppure valutare e goderci il passato prossimo e il presente?
E poi, chi sono i nuovi modelli, i nuovi eroi, i nuovi intellettuali, che basi hanno? Su quali pilastri morali ed etici appoggiano il loro pensiero e le loro azioni? Queste sono state le mie prime riflessioni durante l’approccio a questo testo.
Nel suo libro l’autore, Aldo Giorgio Salvatori, per cercare di rispondere a ciò, cita filosofi come Julia Kristeva, scrittori, costituzionalisti, del calibro di Giorgio Ponte, Giovanni Maria Flick e Michele Ainis, Silvana De Mari e tanti altri personaggi molto diversi tra loro, soprattutto per formazione, con idee molto differenti della società; ma con qualcosa in comune: il desiderio o la speranza di rivitalizzare e non dimenticare quei valori che sono tipici di un popolo, che ne hanno costruito la grandezza e il rispetto nel mondo e che lo hanno reso ciò che è, un esempio positivo per gli altri, nonostante le molte distorsioni.  
L’autore ha anche racchiuso nella sua opera un insieme di assurdità giornalistiche le cosiddette “notizia spazzatura” in gergo - fake news - o assurdità che i mass media, in italiano: mezzi di comunicazione di massa, ci hanno rifilato nel 2021.
Ad esempio le accuse di razzismo a Mozart o peggio ancora, per me, accuse di misoginia al grande scrittore americano, di origine ebraica, Philip Roth; certe volte promosse da gente che la cultura “non sa neppure dove sta di casa”, gente che vede il male ovunque con l’unico interesse reale di diventare “il fenomeno del giorno” e apparire agli onori della cronaca e di internet.  
Se non ho contato male, sono circa una cinquantina i temi trattati in questo testo; ma siamo chiari sono solo brevissime riflessioni, giusto un input, come un amo lanciato lì per discutere, pensare, riflettere e confrontarsi. Alcuni dei temi sono:
La Globalizzazione e i suoi effetti negativi. Non gestiti o mal gestiti e non valutati tempestivamente.
La Decadenza Mediatica in cui i giornalisti sembrano più comari da bassifondi che pensatori e ricercatori della verità dei fatti.  
L’Ambientalismo come Fanatismo Ecologista, dove salviamo e ci preoccupiamo dell’ambiente: dei mari, delle foreste, dell’aria, degli animali in estinzione, dove ci opponiamo agli alimenti modificati geneticamente ma dimentichiamo di salvare e/o di preoccuparci del destino dell’uomo in quanto individuo inserito nella comunità.
Le Istanze Femministe portate all’eccesso e spesso al ridicolo; ve la ricordate la pubblicità della Nuvenia? 
La Sessualità Ostentata ovunque, in particolare sui social; ed io mi chiedo: ma ci interroghiamo abbastanza sul perché di questi bisogni?  
La Decultura imperate e la sua osannazione perché divertente, accompagnata dall’illegalità diffusa e quotidiana; io la chiamo la cialtroneria regnante.
Le continue e onnipresenti Pressioni del Mondo LGBTQ+, comunità che ha sì il diritto e il dovere d’esistere e d’essere sostenuta, protetta e accettata, ma non per questo diventare il nuovo faro, il nuovo modello di libertà sessuale; la tv, i social e i libri ne sono invasi, quasi costretti, in nome del Politicamente Corretto o dal Pug, Pensiero Unico Global, per non essere additati come razzisti. Una libertà sessuale, fluida/liquida a “come ci si sveglia la mattina” spesso fatta di disinibizione,  e oltraggio al pudore. Da pagina 112: 
<< Razzista, tuttavia, è colui il quale si senta o 
si dichiari superiore  ad altre etnie, 
non chiunque esprima ansia o timore per... >>.  
Mentre leggevo - Naufragio nel Contromondo - mi venivano in mente i vari Gay Pride; spesso e volentieri solo una festa di pagliacci esibizionisti, semi nudi o completamente nudi, che mimano atti sessuali a discapito del vero fulcro del Gay Pride: ovvero l’accettazione dell’altro.
Continuiamo con i Migranti Clandestini, alla difficile integrazione con loro, che deriva da un assalto così repentino e forzoso; non abbiamo il tempo fisico e mentale per metabolizzare il tutto; un’accoglienza, spesso falsa, che sta tramutando i migranti in un nuovo proletariato da sfruttare politicamente e soprattutto economicamente.
Non vengono tralasciate nel libro Le Furie Iconoclastiche che colpiscono il personaggio noto o storico di turno: la Regina Elisabetta II, il Papa, Napoleone, Cristoforo Colombo, i busti di Mussolini, Lenin, Stalin, Pol Pot e così via, come se si volesse cancellare la storia. I fautori della Cancel Culture dilagano oramai senza freno, un oltraggio alla storia.
Gli argomenti sono tanti, razzismo, religione, linguaggio, non li citerò tutti, ma ci sono.
Vi è molto in questo testo, un’accusa, o come piace dirlo oggi in francese je t'accuse –(ignorando i tempi e i modi) come se l’italiano ci facesse schifo o ci facesse sembrare ignoranti e non alla moda linguistica; perché anche la lingua sembra sotto attacco. Un’accusa ad un mondo che sta andando alla deriva, che sta, appunto, naufragando, un “Contromondo” dove le vecchie generazioni si sentono perse, svuotate e private della capacità di reagire, e dove le nuove generazioni galleggiano in una rete di informazioni, senza bussola, senza poter appoggiare i piedi su un solido scoglio, su una base sicura, perché non hanno tempo, la velocità è diventata il loro mantra. 
Un’accusa ad un mondo dove la decomposizione dei principi morali e la putrefazione della tradizione, del buon gusto, del buon senso, dello stile e della bellezza classica, nonché della decenza, sono divenuti la norma; cose di cui si ha letteralmente paura di parlare e citare perché si teme di essere accusati di Razzismo! 
Siamo alla fiera dell’assurdo, secondo me!
Il libro di A.G. Salvatori ci dice che, oggi, il nemico da combattere con tutte le forze, sembra essere l’identità personale e comunitaria, l’identità storica, religiosa e civile che ci ha determinati, in pratica la tradizione, e di nuovo, leggendo, mi chiedo: - per andare incontro a chi o cosa? Al profitto? Ed a questo punto io, lettore, mi richiedo, preoccupata:- chi sono gli abili strateghi di tutto ciò? E penso al capolavoro di Michael Houellebecq – Sottomissione – letto anni fa, che consiglio; o al “nuovo caso letterario”  - Il Mondo al Contrario di Roberto Vannacci. Generale Italiano -  che non ho ancora letto ma di cui, povera me, già so quasi tutto, interi paragrafi compresi.
Torniamo al testo. L’appendice riporta una “Breve Intervista a Marcello Veneziani”, giornalista e scrittore Italiano; quest’ultimo riesce a collocare temporalmente il momento esatto della transizione al decadimento che è tutt’ora in atto; il 1968. Anno in cui inizia la trasformazione globale. E lo inchioda così; da pagina 179: 
<< il ’68 è povero di eventi, non cambia la politica,  
il sistema capitalistico, gli assetti di potere: 
ma sancisce una svolta, una mutazione antropologica,  
direbbe Pasolini, e avviene l’incrocio tra 
Capitalismo e Progressismo,  
tra Consumismo e Comunismo, 
Secolarizzazione ed Emancipazione,  
Biopolitica e Diritti “Civili”
 e soprattutto Sessuali. 
Certo, il paese pilota è l’America, gli Stati Uniti; 
certo, le tappe di questa Deculturazione di Massa,  
passano dall’Americanizzazione, 
a cui concorre da noi in modo decisivo 
il Berlusconismo televisivo che ha prodotto
 a mio parere veri danni.>>.
La postfazione, invece, è simpaticamente curata da Adriano Monti Buzzetti Colella, anche lui giornalista RAI, anche lui scrittore ed anche saggista. A.M. Buzzetti Colella immagina una lezione del 2121 presso la prestigiosa - Università La Sapienza di Roma -, dove si narra di un certo Aldus Georgius Salvatorius, uomo erudito; da pagina 183: 
<< uno scriba  tele-visuale di lungo corso,  
un dandy dall’elegante canizie… >>. 
che “profetizza” il - Contromondo - o perlomeno ne narra la genesi. A tratti, questa postfazione è stata, per davvero, una lettura divertente e originale; consiglio di non lasciarla, veramente delle pagine piacevoli; non spoiler-o (in italiano: anticipo) altro; godetevelo! Come vi suggerisco di godervi l’intero libro di Aldo Giorgio Salvatori, che non è... da pagina 9: 
<<“…l’ennesimo esempio di un vecchio 
che oppone resistenza  al nuovo che avanza”… 
o che ha nostalgia del passato…>>,  
è solo il libro di un uomo, forte della sua esperienza, colto, onesto intellettualmente, che cerca di comprendere dove sta andando il mondo moderno, proponendo una riflessione per il lettore e presentando un quadro ampio di esempi.
Quindi propongo e consiglio di leggere e parlare di questo testo e dei suoi innumerevoli argomenti dinnanzi ad un bel Martini, una Grappa o un Amaro con amici e amiche con cui è un piacere fare salotto anche quando le idee sono divergenti. Luigia Chianese

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TRAMA
Naufragio nel Contromondo
di Aldo Giorgio Salvatori
Ripresa da internet e/o dalla copertina:
Il regalo più scomodo che la modernità ci ha consegnato è l'incertezza come unica certezza della nostra vita e la sensazione che ogni altro componente della società "liquida" in cui viviamo sia un reale o potenziale antagonista da cui guardarsi. Una realtà in continua scissione, in cui gli avversari abbondano e le alleanze si compongono e si scompongono a seconda delle convenienze individuali. È la fine del sentimento di appartenenza a una comunità e la nascita dell'individualità esasperata. I doveri sono fluidi, i desideri spacciati come diritti individuali indiscutibili. Le riforme sociali e culturali meditate cedono il passo a eccessi e stravaganze, del singolo, di gruppi stretti in potenti lobby o intorno a personaggi controversi, ma in grado di condizionare la pubblica opinione. Il politicamente corretto assurto a dogma e il conformismo smerciato come ribellione contro le convenzioni. È il contromondo osservato da uno spettatore che si sente naufrago nella propria terra e tra i propri simili, un naufrago che stenta a riconoscerli perché non obbediscono più al buon senso e ripudiano quasi tutti i valori cardinali rispettati dai nostri antenati.

Postfazione "Ucronica":  di Adriano Monti Buzzetti Colella
Appendice: Breve Intervista a Marcello Veneziani
 
CENNI SULLA VITA di:
Aldo Giorgio Salvatori
Ripresa da internet e/o dalla copertina:
Aldo Giorgio Salvatori, giornalista professionista, ha lavorato dal 1983 al 2011 al TG2 della RAI occupandosi prevalentemente di difesa del Paesaggio e di Beni Culturali. Per i suoi reportage e docufilm ha ricevuto numerosi premi tra i quali lo Zanotti Bianco di Italia Nostra e l’Airone d’Argento di Giorgio Mondadori. Ha pubblicato Il Cerchio Sacro dei Sioux (Vallecchi, tre ristampe e due edizioni), Butteri (edizioni Sica), e Il Patto coi Lupi (Innocenti editore). Vive e lavora a Roma.
 
Autore: Aldo Giorgio Salvatori
Editore: Solfanelli - Collana: Faretra
Anno Edizione: 2022
Lingua: Italiano
Pagine: 320 circa
In commercio dal: 6 febbraio 2022
 
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lunedì 3 luglio 2023

Miriam Candurro - La Settima Stanza

 Miriam Candurro
 La Settima Stanza
 
Recensione - Opinione di
 
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Mugnano di Napoli (Na) 
08 maggio 2023
 
Miriam Candurro è un’attrice e con questo suo secondo lavoro letterario ci mostra che è anche una discreta scrittrice. L’ho incontrata alla presentazione del suo Libro, in Sala Ulisse, ore 11.00, Stazione Marittima, Fiera NapoliCittàLibro nell’aprile 2023. Non è stata la presentazione a farmi comprare il libro, già l’avevo preso allo stand - IoCiSto - perché la trama aveva destato il mio interesse perché ruota tra il Noir e un Romanzo di Formazione, questo intreccio di generi ha solleticato la mia curiosità.
Questo testo, a quanto ha raccontato l’autrice durante la suddetta presentazione, è stato scritto durante la pandemia di Covid-19, quando siamo stati costretti, anche noi sani, a restare chiusi in casa; ed anche il libro è ambientato in quel periodo; lei l’ha definito “una scusa per restare”. Perché come titolo La Settima Stanza? Da pagina 19:
<< … e di avere una stanza in più la settima,
che avrebbe consentito alla struttura
di essere un albergo e non un affittacamere.>>.
Da questo capiamo il perché del titolo: il proprietario dell’alloggio voleva un albergo e per essere una struttura ricettiva con la denominazione di albergo bisogna possedere almeno 7 camere da letto con bagno, il tutto di un - X - dimensioni. La settima stanza dell’albergo - Villa Rosa - non è proprio della dimensione corretta quindi viene perennemente occupata da Giovanni protagonista della storia e figlio del proprietario. Da pagina 23:
<< La settima stanza, la mia stanza, 
il mio rifugio, il mio luogo dell’anima.>>.
Potrei dire che oltre alle etichette-genere che ho affibbiato al romanzo, potrei azzardare che questo lavoro letterario è quasi un giallo perché la verità viene a galla piano piano. Molto piano, tanto che a un certo punto mi sono stancata del protagonista, Gianni, ci ha messo molto per “sputare fuori” ciò che il lettore comprende fin da subito. Questo racconto è anche un libro “sfumato”, perché ogni cosa non è perfettamente delineata, ma è accennata.
I luoghi, se pur chiari sono da considerarsi – non luoghi – in quanto interiorizzazione dei sentimenti dei protagonisti; come il mare di fronte all’albergo, ad esempio, è un – non luogo – perché tende all’immensità.
La stanza stessa, la settima stanza, con le sue vetrate e i sui soffitti con travi, è una protagonista della storia; sia nella sua architettura e arredamento che come involucro di ricordi, di pensieri e di emozioni. La Settima Stanza dell’albergo Villa Rosa diventa lo specchio dell’anima e del mondo di due persone, in primis di Giovanni Durante da pagina 86:
<< … non avrei comunque permesso a nessuno di entrare lì dentro,
perché ciò avrebbe significato condividere con qualcuno
una parte profonda e intima di me. [… ]
ma era la parte più minuscola e inabitabile di me stesso,
quella che non avrei condiviso con nessuno.>>.
Ed è invece l’involontario incubo e tormento di Anna. Anche i personaggi, come i luoghi, non vengono volutamente descritti in maniera netta dall’autrice; li tiene sfumati, perché lascia al lettore la fantasia d’immaginarseli, per non distrarre il lettore e non corrompere la visione mentale che si fa di essi. In effetti si potrebbe azzardare, per questo romanzo, che è una scrittura per immagini velate.
Giovanni è… complicato! È un architetto sulla quarantina, fidanzato da pochi mesi con Emma. Fidanzati, ma forse non veramente innamorati! Lui è tormentato e tormentoso, ma alla fine sceglie di accantonare il passato “ho smesso di pensarti”, Giovanni non dimentica semplicemente lui sceglie di “non tornare” sul dolore. O almeno crede di poterlo fare. Da pagina 6:
<< Ho paura che queste poche ore trascorse qui facciano riaffiorare,
insieme ai ricordi, la parte peggiore di me,
quella che ho soffocato dietro milioni e milioni di scuse
che negli anni ho costruito intorno a me stesso
per proteggermi, per giustificarmi, per salvarmi.>>.
Anna, invece, è un personaggio antitetico rispetto a Giovanni. Anna, nonostante tutto ciò che ha patito è leggera; Anna è la realtà scomoda, è la componente psicologica disturbatrice che amplifica le sensazioni; Anna è anche la speranza di realizzare e di superare il dolore. Da pagina 36:
<< Perché, come un giorno mi disse mia madre, 
le cose succedono e basta.>>.
Piccola nota curiosa, il personaggio di Anna somiglia alla figlia di Miriam Candurro, (Vittoria) magra e con lentiggini; informazione pervenuta durante la presentazione del libro.
Ultimo personaggio è Clara, cugina di Giovanni, lei è personaggio concreto, forte; è la chiave di volta perché è energia positiva che aiuta Giovanni a fare quel salto lontano dal dolore e dai ricordi. Clara, infatti, con la sua personalità decisa, impone a Giovanni, di raccontarle la verità, della sua vigliaccheria, delle sue paure e amarezze e di andare avanti ed aprire tutto: il cuore e la porta della Settima Stanza.
La storia inizia durante la pandemia del Covid 19 ed ha una data ben precisa il 22 marzo 2020 quando, dopo 22 anni, Giovanni ritorna verso sud, da Bologna, lungo l’autostrada del Sole fino a San Falco in Puglia. Il padre, con cui volutamente non aveva più rapporti, è morto e Gianni è costretto ad andare da un notaio per le ultime pratiche ma… scopritelo leggendo il libro o la trama sotto.
Le altre date importanti nel racconto sono: la notte del 15 giugno 1998 quando Giovanni salva, dal suicidio in mare, Anna; e l’altra è una sera di settembre, il 15 settembre 1998, giorno della festa di San Nicola a Malafonte, il giorno della fuga, della scelta e della vigliaccheria. 1998-2020 due date, due vite, due svolte! Da pagina 70:
<< Chissà se è stata la scelta giusta, dimenticare.
Ma sì, certo che lo è stata.>>.
Chi, però, dimentica e chi ricorda? Il passato, realmente, si può lasciare alle spalle? E per quanto tempo? Le emozioni, quelle potenti, sono il filo rosso che tiene insieme i personaggi e quindi tutto il romanzo. L’empatia che si genera tra il lettore e i protagonisti rende questa lettura altamente piacevole, pertanto posso affermare che questo Romanzo di Formazione e di Narrativa Psicologica, alla fine, ha soddisfatto la mia curiosità. Consiglio questo libro. Luigia Chianese

 
Nella mia scala, da 1 a 5, gradimento libro, questo testo, merita un 2 e mezzo Libri.
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TRAMA
La Settima Stanza
Miriam Candurro
Ripresa da internet e/o dalla 4° di copertina:
Ci sono momenti che restano indelebili. È a questo che pensa Giovanni mentre percorre la litoranea che lo porta a casa. Una casa da cui vuole stare lontano e in cui non torna da vent’anni. Vent’anni di assenza, di silenzio, di sensi di colpa. Tutto è cominciato lì, a Villa Rosa, di fronte a un mare immenso e cristallino: una sera d’estate l’adolescente Giovanni, affacciato alla finestra della sua stanza, aveva visto una ragazza lottare tra le onde. Senza pensarci, era corso in spiaggia e si era buttato in acqua per salvarle la vita. Quel momento aveva cambiato tutto: Giovanni ancora non lo sapeva, ma il suo destino e quello della ragazza sarebbero stati inesorabilmente legati. Ora, mentre i cancelli di Villa Rosa si riaprono, i ricordi riaffiorano vividi, prepotenti, e Giovanni si trova a fare i conti con il passato e con un sentimento che, forse, non ha mai dimenticato.

 
Editore: Sperling & Kupfer
Prima Edizione Italia: 25 ottobre 2022
Lingua: Italiano
Copertina flessibile: 262 pagine - Dimensioni: 15.4 x 2.3 x 21.3 cm
ISBN-10: ‎8820076721
ISBN-13: ‎978-8820076726
Generi – Etichette: Noir Narrativa NarrativaPsicologica Romanzo di Formazione Educazione Letteratura
 
CENNI SULLA VITA di:
Miriam Candurro
Ripresa da internet e/o dalla 4° di copertina:

Miriam Candurro è nata a Napoli nel 1980, consegue la maturità presso il liceo ginnasio statale Giuseppe Garibaldi, e dove successivamente si laurea in Lettere classiche all'Università degli Studi di Napoli Federico II.
A Napoli vive con il marito e i figli, il marito è l’avvocato napoletano Mauro Tornincasa ed è madre di due figli, Vittoria e Fabrizio.
Dopo l’esordio cinematografico nel 2004 in - Certi Bambini - di Andrea e Antonio Frazzi, film vincitore di tre David di Donatello il ruolo complesso e sofferto di Caterina le farà ricevere il Premio Domenico Rea, come miglior attrice esordiente. Successivamente partecipa a varie fiction tv tra cui: - E poi c'è Filippo, con Neri Marcorè e Giorgio PasottiAngela: film TV di Rai1, con Sabrina FerilliDon Matteo5La squadra7L'inchiesta.
Nel 2007 è protagonista, insieme a Massimo Ranieri e Michelle Bonev, della miniserie tv Operazione pilota, in onda su Rai 1.  Continua la sua carriera nel mondo del cinema/TV e partecipa a altre serie tv di successo: il12 marzo 2012 debutta in  - Un Posto al Sole - soap di culto su Rai 3 in cui è una delle protagoniste nel ruolo di Serena Cirillo. Ma nel suo c.v. d’attrice vi sono anche le fictions - Capri – (2008 e nel 2010 in Capri 3). Sul grande schermo la ritroviamo con la commedia - La seconda volta non si scorda mai - e con il film italo-americano - The Eternal City – Non si dimentica la sua interpretazione nella serie -  I Bastardi di Pizzofalcone -. Nel 2015 e 2016 è stata testimonial del marchio Biancaluna fotografata da Gaetano Mansi.
Insieme a Massimo Cacciapuoti ha scritto il romanzo - Vorrei che fosse già domani - (Garzanti 2018). – La settima Stanza è il suo romanzo per adulti d’esordio.
 
 
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martedì 2 maggio 2023

Prossima Lettura e Recensione - Miriam Candurro La Settima Stanza

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Miriam Candurro 
La Settima Stanza

 
Mugnano di Napoli (Na) – 02 maggio 2023


TRAMA 
La Settima Stanza Miriam Candurro
Ripresa da internet e/o dalla 4° di copertina:
Ci sono momenti che restano indelebili. È a questo che pensa Giovanni mentre percorre la litoranea che lo porta a casa. Una casa da cui vuole stare lontano e in cui non torna da vent’anni. Vent’anni di assenza, di silenzio, di sensi di colpa. Tutto è cominciato lì, a Villa Rosa, di fronte a un mare immenso e cristallino: una sera d’estate l’adolescente Giovanni, affacciato alla finestra della sua stanza, aveva visto una ragazza lottare tra le onde. Senza pensarci, era corso in spiaggia e si era buttato in acqua per salvarle la vita. Quel momento aveva cambiato tutto: Giovanni ancora non lo sapeva, ma il suo destino e quello della ragazza sarebbero stati inesorabilmente legati. Ora, mentre i cancelli di Villa Rosa si riaprono, i ricordi riaffiorano vividi, prepotenti, e Giovanni si trova a fare i conti con il passato e con un sentimento che, forse, non ha mai dimenticato.
 
Editore: Sperling & Kupfer
Prima Edizione Italia: 25 ottobre 2022
Lingua: Italiano
Copertina flessibile: 262 pagine 
Dimensioni: 15.4 x 2.3 x 21.3 cm
ISBN-10: ‎8820076721
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Generi – Etichette: Noir Narrativa NarrativaPsicologica 

CENNI SULLA VITA di:
Miriam Candurro
Ripresa da internet e/o dalla 4° di copertina:
Miriam Candurro è nata a Napoli nel 1980, consegue la maturità presso il liceo ginnasio statale Giuseppe Garibaldi, e dove successivamente si laurea in Lettere classiche all'Università degli Studi di Napoli Federico II.A Napoli vive con il marito e i figli, il marito è l’avvocato napoletano Mauro Tornincasa ed è madre di due figli, Vittoria e Fabrizio. Dopo l’esordio cinematografico nel 2004 in - Certi Bambini - di Andrea e Antonio Frazzi, film vincitore di tre David di Donatello il ruolo complesso e sofferto di Caterina le farà ricevere il Premio Domenico Rea, come miglior attrice esordiente. Successivamente partecipa a varie fiction tv tra cui: - E poi c'è Filippo, con Neri Marcorè e Giorgio Pasotti; Angela: film TV di Rai1, con Sabrina Ferilli; Don Matteo5; La squadra7; L'inchiesta. Nel 2007 è protagonista, insieme a Massimo Ranieri e Michelle Bonev, della miniserie tv Operazione pilota, in onda su Rai 1.  Continua la sua carriera nel mondo del cinema/TV e partecipa a altre serie tv di successo: il12 marzo 2012 debutta in  - Un Posto al Sole - soap di culto su Rai 3 in cui è una delle protagoniste nel ruolo di Serena Cirillo. Ma nel suo c.v. d’attrice vi sono anche le fictions - Capri – (2008 e nel 2010 in Capri 3). Sul grande schermo la ritroviamo con la commedia - La seconda volta non si scorda mai - e con il film italo-americano - The Eternal City – Non si dimentica la sua interpretazione nella serie -  I Bastardi di Pizzofalcone -. Nel 2015 e 2016 è stata testimonial del marchio Biancaluna fotografata da Gaetano Mansi. Insieme a Massimo Cacciapuoti ha scritto il romanzo - Vorrei che fosse già domani - (Garzanti 2018). – La settima Stanza è il suo romanzo per adulti d’esordio.   
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martedì 17 gennaio 2023

Manolo Trinci - Le Basi Proprio della Grammatica - Manuale di italiano per italiani

Manolo Trinci
Le Basi Proprio della Grammatica
Manuale di italiano per italiani

Recensione - Opinione di
 
Mugnano di Napoli (Na) – 04 gennaio 2023
 
Prima del libro devo ammettere che ho scoperto il personaggio, l’autore intendo, su internet, precisamente sul social Facebook. I suoi video sulla grammatica italiana, sulla pronuncia e l’utilizzo di molti termini, mi hanno affascinato.
Ciò che ha attratto la mia attenzione è il “modus operandi” di Manolo Trinci, questo è il suo nome. Lui spiega, con accento marcatamente romano, penso che lo faccia di proposito, tutti gli errori ed orrori che noi Italiani (nome di popolo; a me hanno insegnato a scriverlo sempre con la maiuscola) commettiamo e lo fa attraverso simpaticissime vignette e/o con esempi concreti, reali, di vita vissuta, di linguaggio parlato. Il suo modo di porsi, simpatico e coinvolgente, rende l’ascolto e la visione di ciò che pubblica molto piacevoli perché le sue spiegazioni sono facili da comprendere e ricordare, anche per chi ha più memoria visiva che logica. Questo mi ha indotto a comprare il suo libro, che pubblicizza sui suoi canali social, infatti è lì che l’ho adocchiato per caso!
Il testo è chiaro e semplice con precisazioni essenziali e con la deliziosa aggiunta di 80 vignette. È vero che oggi tutti utilizziamo il correttore automatico, io lo faccio per gli accenti, o il controllo ortografico e grammaticale fornito anche dal pacchetto - Office Word -  ma scrivere e parlare correttamente in lingua italiana non sono competenze semplici neppure per chi è laureato in materie umanistiche; l’errore e/o l’orrore sono dietro l’angolo. Da pagina 7:
<< “Orrori grammaticali” sono stati commessi 
senza processo e relative pene;
abbiamo assistito a “stragi di congiuntivi”
senza poterle segnalare all’ONU 
per un intervento dei caschi blu; … >>.
I miei errori e orrori sono frutto d’ignoranza, lo ammetto, sono una testa dura, e molte regole studiate le ho dimenticate; ma se penso alla grammatica e alle sue regole rammento un po' di latino prima dell’italiano; sarà l’incubo della versione di latino al liceo che si ripresenta; ma devo anche tollerare che l’essere bilingue non aiuta. Sono Italiana, parlo e scrivo in italiano ma penso in due lingue ovvero l’italiano e il napoletano. Il napoletano è lingua con tanto di grammatica e su questo non voglio discutere. (Non so scrivere in napoletano, troppo difficile per me!).
Mi capita spesso di pensare che sono fortunata, perché parlo molto ma molto velocemente, troppo celermente per molti, così nessuno, neppure all’università, si è mai accorto che quando parlo in una sola lingua, rallento a ‘velocità normale’, perché nella mia testa automaticamente traduco prima di dare fiato alle trombe. Non so se questo accade anche ad altre persone, è un atto involontario e automatico per me, ma succede. Questo libro, quindi, mi è molto utile sia per scrivere che per parlare; ad esempio io e gli accenti gravi o acuti che siano siamo nemici mortali, come le doppie, spesso e volentieri il dubbio in italiano mi assale perché in lingua napoletana ‘incasiamo la mano’ - trad. esageriamo abbondantemente - anche con le consonanti, ma sono altresì convinta che parlare e scrivere correttamente sia importante, sono, anche, forme di rispetto verso la nostra lingua e la nostra cultura.
In questo libro - Le Basi Proprio della Grammatica - si vuole aiutare il lettore a “far pace” con la lingua italiana e questa è, da quanto ho compreso dal libro, la simpatica missione e passione del nostro autore, Manolo Trinci, ovvero dimostrare a tutti che la nostra lingua è bellissima ma è anche ‘alla portata di tutti’. Come dico spesso: - la cultura è magnificentissima; essere colti e capaci di utilizzare al meglio ciò che si è appreso, quindi essere intelligenti, risulta sexy ed elegante e sono qualità e competenze non soggette a invecchiamento ma solo a glorifica maturazione! -
Da pagina 8:
<< A tutti capita di sbagliare e non è un crimine.
C’è sempre speranza di migliorare. >>.
Questo libro ritengo che possa essere utile, anzi necessario, a me in primis, ma anche a tutta quella schiera di giornalisti, politici, influencer, blogger, opinionisti, presentatori e scrittori vari che spesso e volentieri non sbagliano solo nello scrivere ma anche nel parlare e la loro indifferenza e tolleranza verso gli orrori ed errori che commettono, verso la lingua italiana, sono maledettamente irritanti ma, con impegno e volontà, si possono risolvere anche in maniera semplice e divertente. L.Ch. Come scrive l’autore del libro a pagina 12: 
<< Che la grammatica sia con te! >>. 

Nella mia scala, da 1 a 5, gradimento libro, questo testo, merita un 3 Libri. 📗📘📙📖📖
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Ps. Sono tra quelle persone che non solo s’irritano quando sbagliano nello scrivere e nel parlare, ma si vergognano ancora tantissimo! #LuigiaChianese 


TRAMA
Le Basi Proprio della Grammatica
Manuale di italiano per italiani
di Manolo Trinci
Ripresa da internet e/o dalla 4° di copertina:
Lo sappiamo: la grammatica, come l'aritmetica, incute soggezione. Sarà colpa del nome, sarà perché alle regole noi italiani reagiamo con fastidio. Ma poi che importa fare errori nello scrivere, l'importante è farsi capire, no? Devono pensarla così amici e conoscenti, influencer e politici che non si lasciano frenare dai dubbi e scrivono post, tweet e stories tralasciando la forma. Eppure la forma dice molto, tanto quanto i contenuti. E un messaggio intenso se contiene uno strafalcione rischia di diventare oggetto di derisione e imbarazzo per chi l'ha scritto. Questo libro non vuole dare tutte le risposte ai dubbi grammaticali che quotidianamente ci assillano. Anzi, è bene continuare a farsi domande, fermarsi e controllare prima di scrivere. Se il libro di grammatica delle elementari è sepolto dalla polvere in solaio questo libro è un prontuario semplice e divertente per tutti, dai grandi scrittori ai poveri corteggiatori on line.
 
Editore: Bompiani - 8 maggio 2019
Lingua: ‎Italiano
Copertina rigida: ‎288 pagine
ISBN-10: 8845298655 - ISBN-13: 978-8845298653


CENNI SULLA VITA di:
Manolo Trinci
Ripresa da internet e/o dalla 4° di copertina:
Manolo Trinci  è nato a Roma nel 1984 ed è scrittore e bibliofilo. Dal 2015 gestisce e anima su Facebook la pagina “Gram-modi” dove raccoglie errori di grammatica e posta vignette che spiegare le regole grammaticali. Dialoga con una community di circa trentamila persone appassionate di libri, grammatica e scrittura.
 
La grammatica è un diritto e un dovere, certo non presente nella carta costituzionale, rivendicato come fondamentale. Ma (ancora più importante rispetto ai proclami dei pedanti) la grammatica è una necessità per farsi capire bene dagli altri e una ricchezza per le varie forme di comunicazione. Non è qualcosa di astratto e difficile ma è decisamente alla portata di tutti. Manolo Trinci
 

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