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Le Età
di Lulù
Recensione – Opinione
di Luigia Chianese
Books Review Blogger
Blog: Libri e Opinioni
Mugnano di Napoli
14/08/2019
Almudena Grandes è un’ importante
scrittrice Spagnola, famosa e premiata, e questo è uno dei suoi libri più
celebrati e letti, diventato, nel 1990, con il regista Bigas Luna anche un film. Pilastro della letteratura
erotica, così è descritto, ma io non vedevo l’ ora di finirlo.
Più che un testo erotico, in
alcune parti, è solo testo pornografico per un eccesso di “visuale” che non
eccita, non intriga ma stanca; la mancanza di pudore dei personaggi ( Lulù, Marcelo
e Pablo) che spesso segna la linea di
base di alcuni personaggi erotici, questa volta è solo qualcosa di scontato.
La storia è noiosa, è scocciante
e non è interessante perché la crescita mentale di Lulù, attraverso il martirio del sesso, chiamiamolo
erotismo malato e violento? E’ così sciocco e banale che non strappa ne un sorriso,
né un pizzico di empatia e neppure un po' di eccitazione.
Per non parlare degli altri due
personaggi principali Marcelo, il fratello di Lulù e Pablo, l’ eterno amore,
due esseri totalmente insignificanti e sciocchi, direi solo presuntuosi.
Come romanzo è’ semplice da
leggere, da seguire e capire ma non ha mordente è decadente; inizia con
altissime aspettative ma poi si perde in un mare di sciocchezze; non vi è
nessuna “ricerca psicologica” intorno
alla figura di Lulù; lei è nuda e cruda ma è una figura stupida e basta.
E va bene così, forse è questa la
novità! Il lancio di figure noiose e
stupide! E’ un testo che occuperà un po'
di spazio sullo scaffale.
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TRAMA
Le Età di Lulù
Ripresa da internet e dalla 4° di copertina:
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«La linea di confine mi tentava, la sua prossimità esercitava
su di me un'attrazione quasi irresistibile, il richiamo dell'abisso,
precipitare nel vuoto e cadere, cadere giù per decine, centinaia, migliaia di
metri, cadere fino a schiantarmi sul fondo, e non dovere più pensare per tutta
l'eternità.»
Per Lulù, protagonista di questa opera prima, l'erotismo ha i
caratteri di un'ossessione, di una condanna da scontare, di un richiamo che la
spinge a sperimentare le estreme, più offensive forme di trasgressione:
conseguenza paradossale di una prima, violenta e tenera esperienza avuta a
quindici anni con Pablo, amico di famiglia di dodici anni più vecchio di lei, e
del rapporto che i due hanno coltivato nella lontananza e nel desiderio fino a
ritrovarsi e a sposarsi.
Ma è un rapporto fondato sulla pratica del libertinaggio. La
prossima età di Lulù sarà quella della fuga da Pablo e del tentativo di
costruire un'esistenza autonoma: rimane però, irresistibile, l'attrazione per
la sessualità più torbida e sfrenata, incarnata nella intensa figura di Ely.
il travestito che accompagna la sua discesa nei gironi dei bassifondi
madrileni. Ipnotico monologo che si distende nel ricordo e si riaffaccia di
continuo sul presente, Le età di Lulù rappresenta tutta la durezza e la
dolcezza del dialogo tra i corpi: il lettore non si stupirà scoprendo che
l'allucinata violenza della scena finale del romanzo si placa nell'ultimo,
tenero abbraccio fra Lulù e Pablo.
Prima
pubblicazione: 1989
Autore: Almudena Grandes
Adattamenti: Le età di Lulù (1990)
Generi: Letteratura erotica, Narrativa
Premi: Premio
Sor Juana Inés de la Cruz, Premio Nazionale per la narrativa
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CENNI SULLA VITA di:
Ripresa da internet
(Wikipedia) e dalla 4° di copertina:
Almudena Grandes |
Almudena Grandes Hernández
(Madrid, 7 maggio 1960)
è una scrittrice spagnola, nota al grande pubblico per il suo
romanzo Le età di Lulù (1989), dal quale nel 1990 il
regista Bigas Luna trasse
l'omonimo film. Le sue successive opere Ti chiamero venerdì (1991),
Malena: un nome da tango (1995), Atlante di geografia
umana (2007), Cuore di ghiaccio (2007), Baci sul
pane (2015), hanno contribuito a consolidare la sua fama
internazionale come importante esponente della letteratura spagnola
contemporanea. Fin da bambina Almudena espresse il desiderio di fare la
scrittrice, ma per volere della madre che desiderava per la figlia una
"carriera da donne", venne iscritta alla Facoltà di Geografia e
Storia all'Universidad
Complutense de Madrid, anziché seguire gli studi classici che
avrebbe preferito. Dopo la laurea iniziò a scrivere
articoli per enciclopedie e alcuni copioni cinematografici (es. A
contratiempo di Óscar Landoire). In quanto figlia e nipote di
"poeti appassionati", l'autrice ha dichiarato di non essersi mai
dedicata ad altro genere al di fuori della narrazione, eccezione fatta per la
sua opera drammatica Atlante di geografia umana, genere per il
quale afferma di provare "una grande passione, ma alle volte una grande
frustrazione". Il primo romanzo che pubblicò fu Le età di Lulù (1989),
opera erotica che le valse la vittoria all'undicesima edizione del premio La
Sonrisa Vertical e una trasposizione cinematografica diretta da Bigas Luna l'anno successivo. La critica
accolse positivamente il romanzo, che venne tradotto in più di venti lingue.
Questo suo primo straordinario successo, secondo
dichiarazioni della stessa autrice, le regalò la vita che aveva sempre sognato
e "mai riuscirò a pagare tale debito”. Il suo secondo romanzo, Ti
chiamerò Venerdì (1991), distaccatosi dal genere erotico, non riscosse
molto successo, al contrario di Malena, un nome da Tango (1994),
che Gerardo Herrero portò sullo schermo nel 1996. Lo stesso anno venne
pubblicata una raccolta di racconti intitolata Modelli di donna, in
parte già apparsi in pubblicazioni periodiche. Tra questi, Il
vocabolario dei balconi, ispirato ad un poema del marito Luis García Montero,
funse da spunto per il lungometraggio Benché tu non lo sappia che
Juan Vincente Córdoba diresse nel 2000, e che valse all'autrice il Premio
Rosone d'Oro. Almudena fu la prima donna e il primo autore di origine spagnola
a riceverlo. Atlante di geografia umana (1998), Gli anni difficili (2002)
e Troppo amore (2004) danno un seguito al percorso
romanzesco dell'autrice. Come le precedenti opere, anche queste sono ambientate
nella Spagna di fine '900 e inizio 2000 e dipingono con grande realismo e
introspezione psicologica la vita quotidiana di personaggi di quel periodo. Nel
2006 dal libro Gli anni difficili verrà tratto un film diretto da
Gerardo Herrero, già regista di Malena. Nel 2003 venne pubblicata
una serie di articoli apparsi in El País con il titolo Mercado
de Barceló. È del 2005 il romanzo breve Il ragazzo che apriva la
fila, un libro che raccoglie cinque storie brevi in cui si raccontano
situazioni di forte difficoltà emotiva ed esistenziale (la morte di un
fratello, l'iniziazione al sesso, la malattia di un genitore) vissute da cinque
adolescenti, e il loro cammino verso la maturità e l'età adulta. Nel 2007 esce
alle stampe Cuore di ghiaccio, ampio e complesso
racconto in cui la storia di due famiglie diventa l'emblema della storia delle
due Spagne, quella rossa e quella nera. Il libro ottenne l'anno seguente due
importanti premi: il José Manuel Lara e il Gremio de Libreros de Madrid. Il 23
marzo del 2007 uscì nelle sale Atlante di geografia umana, basato
sull'omonimo libro. Interpretato da Cuca Escribano, Montse Germán, María Bouzas e Rosa Vilas, fu diretto da
Azucena Rodríguez, amica della scrittrice. Il suo romanzo Inés e l'allegria (2010)
con il quale Almudena inizia la serie Episodi di una guerra
interminabile, vince in Messico il premio Elena Poniatowska e viene definito
"opera narrativa portentosa che, a cavallo della tradizione galdosiana e
scritta controvento e contro marea, si scontra con la tendenza generale di
andare di fretta del nostro periodo, tanto dal punto di vista di chi l'ha
scritta, come di chi la legge". Nella sua opera più recente, I
baci sul pane (2015), romanzo ambientato in un quartiere di Madrid
durante la grave crisi
spagnola del 2008 che scosse strutturalmente tutte le classi
sociali, Almudena Grandes descrive un microcosmo abitato da persone diverse per
appartenenza generazionale, provenienza, estrazione sociale: coppie, famiglie
allargate, single, giovani e anziani, spagnoli e stranieri, negozianti e
operai. Fra questa popolazione composita, secondo la scrittrice, sono i vecchi,
coloro che già hanno vissuto nella loro vita simili o peggiori catastrofi,
quelli che più di altri riescono a mantenere la dignità e resistere. "Se
io portassi qui mio nonno Manolo e gli dicessi: guarda che crisi stiamo
vivendo!, morirebbe dal ridere". I " baci sul pane" sono quelli
che, un paio di generazioni fa, i genitori insegnavano a dare al cibo caduto
per terra, in segno di rispetto per quel bene prezioso, che non doveva, in
alcun caso, essere buttato o sprecato. Una lezione dimenticata, sostiene
Almudena, negli anni del benessere e dell’abbondanza "quando ci facevano credere
di essere ricchi, sempre più ricchi". Questo di Almudena Grandes non è
soltanto un romanzo sulla nuova povertà, ma "una rivendicazione della
cultura della povertà, quella dei nostri nonni che sapevano essere poveri con
dignità ed essere felici accontentandosi di quello che c'era.
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