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Andrea Camilleri
Km 123
Recensione – Opinione
Mugnano di Napoli
01/aprile/2019
Si legge in poche ore ed è bellissimo,
adatto anche a chi non è amante dei gialli perché è molto molto facile e scorrevole.
Lo ritengo adatto anche a chi non è molto appassionato di gialli perché è un
giallo con notevoli sfumature rosa; in quanto l’ intreccio amoroso è
coinvolgente e lo notiamo già dalle prime due pagine. Di certo, e parlo da fan,
non mi aspettavo che ad oltre 90 anni il Maestro scrivesse un giallo in cui
buona parte dei discorsi sono via SMS e chiamate da/per mezzo telefonino; è
stata una deliziosa sorpresa. Utilizza, inoltre, lo stratagemma delle cronache
di giornale per spiegare i fatti; non è cosa nuova per Andrea Camilleri ma è
una soluzione che rende e fa riflettere tanto. Il romanzo rispetta tutti i canoni del giallo
e la sua brevità e velocità a me piacciono; ma in più ha che è sfizioso e
divertente; circa 154 pagine in un’ avvincente trama. L.Ch.
Video da youtube
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TRAMA
Km 123 di Andrea Camilleri
Ripresa da internet e dalla 4° di copertina:
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Edizione: Il Giallo Mondadori
CENNI
SULLA VITA DI:
Andrea Camilleri
Ripresa da
internet e dalla 4° di copertina:

Nato a Porto Empedocle (Agrigento),
Andrea Camilleri vive da anni a Roma.
Dal 1939 al 1943, dopo un periodo in un collegio da cui viene espulso, studia ad Agrigento al Liceo Classico Empedocle dove ottiene la maturità classica senza dover sostenere l’esame a causa dell’imminente sbarco degli alleati in Sicilia. A giugno inizia, come ricorda lo scrittore, "una sorta di mezzo periplo della Sicilia a piedi o su camion tedeschi e italiani sotto un continuo mitragliamento per cui bisognava gettarsi a terra, sporcarsi di polvere di sangue, di paura". S’iscrive all’Università (Facoltà di lettere) ma non si laureerà mai. Si iscrive anche al Partito Comunista. Inizia a pubblicare racconti e poesie e vince il Premio St Vincent. Dal 1948 al 1950 studia regia all’Accademia d’Arte Drammatica Silvio d’Amico e inizia la sua attività di sceneggiatore e regista.
Dal 1939 al 1943, dopo un periodo in un collegio da cui viene espulso, studia ad Agrigento al Liceo Classico Empedocle dove ottiene la maturità classica senza dover sostenere l’esame a causa dell’imminente sbarco degli alleati in Sicilia. A giugno inizia, come ricorda lo scrittore, "una sorta di mezzo periplo della Sicilia a piedi o su camion tedeschi e italiani sotto un continuo mitragliamento per cui bisognava gettarsi a terra, sporcarsi di polvere di sangue, di paura". S’iscrive all’Università (Facoltà di lettere) ma non si laureerà mai. Si iscrive anche al Partito Comunista. Inizia a pubblicare racconti e poesie e vince il Premio St Vincent. Dal 1948 al 1950 studia regia all’Accademia d’Arte Drammatica Silvio d’Amico e inizia la sua attività di sceneggiatore e regista.
Perde un concorso per diventare
funzionario Rai, ma dopo qualche anno inizia a lavorarvi. Nel 1958
porta in Italia il teatro dell'assurdo di Beckett con Finale di partita, prima al teatro dei Satiri di Roma e poi in televisione con
Adolfo Celi e Renato Rascel. Insegna al Centro Sperimentale di Cinematografia di
Roma. Molte le produzioni Rai di cui si occupa, particolarmente
famosi gli sceneggiati del tenente Sheridan con Ubaldo Lay e "Le inchieste
del commissario Maigret" con Gino Cervi. Nel 1977 ottiene la cattedra di
Istituzioni di Regia all'Accademia di Arte Drammatica. La manterrà per
vent'anni. L’esordio in
narrativa è del 1978 con Il
corso delle cose pubblicato da un editore a pagamento ed è un
insuccesso. Nell’80 pubblica con Garzanti Un filo di fumo, il primo romanzo ambientato nell’immaginario paese di
Vigàta e con questo romanzo vince il Premio Gela. Per 12 anni non
escono più suoi romanzi. Nel
1992 pubblica per Sellerio La
stagione della caccia. Nel 1994 con La
forma dell’acqua dà vita al personaggio del commissario Montalbano,
protagonista di una nutrita serie di romanzi. Da quel momento la sua produzione
è molto ricca e il successo immenso. Alla fine del 2002, accetta la nomina a direttore artistico
del Teatro Comunale Regina Margherita di Racalmuto. Nell’aprile 2003, in onore a Camilleri, il comune di
Porto Empedocle assume come secondo nome «Vigàta». Il 4 settembre 2008 vince il premio de Novela Negra RBA con
un inedito in lingua spagnola dal titolo La
muerte de Amalia Sacerdote pubblicato in Spagna nell’ottobre 2008 ed in Italia nel
2009 con il titolo La rizzagliata. Tra i premi che gli sono stati conferiti ricordiamo il Premio
Campiello 2011 alla Carriera e il Premio Chandler 2011 alla Carriera.
Tra le sue opere più recenti che non hanno
come protagonista il commissario Montalbano: Il
diavolo, certamente (2012), Dentro
il labirinto (2012), Il tuttomio (2013), La
rivoluzione della luna (2013), Come
la penso (2013), Inseguendo un'ombra(2014), Segnali
di fumo (Utet 2014), Il
cielo rubato. Dossier Renoir (Skira 2014), Andrea
Camilleri incontra Manuel Vázquez Montalbán (Skira 2014), La
relazione (Mondadori
2015), Il quadro delle meraviglie. Scritti per teatro, radio, musica, cinema(Sellerio 2015), Le vichinghe volanti e altre storie d'amore a Vigàta (Sellerio
2015) Topiopì(Mondadori 2016), L'
altro capo del filo (Sellerio 2016), La
cappella di famiglia e altre storie di Vigàta (Sellerio 2016), La mossa
del cavallo (Sellerio 2017), La rete di protezione (Sellerio
Editore Palermo 2017), La targa (Rizzoli 2017), Esercizi di
memoria (Rizzoli
2017).
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