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martedì 22 giugno 2021

Francesco Cariti - Io sono Gordon Bloom

Francesco Cariti
Io sono Gordon Bloom

 

Recensione – Opinione di

Luigia Chianese Books Review Blogger

Blog Libri e Opinioni

@LibrieOpinioni

 

Mugnano di Napoli 

14.06.2021

 

Diretto, glaciale, Gordon Bloom, psicopatico esaltato, il classico ribelle ma che fa subito simpatia e che, con sferzante umorismo e cinismo, narra la sua storia in prima persona.

Gordon Bloom si descrive fin dalle prime righe come un uomo che vuole non solo essere invidiato ma adorato come un Dio e lui è il primo che adora se stesso: Da pag.8.
<<Questo è il male delle religioni:
una volta che le abbracci ne diventi schiavo, 
archivi ogni capacità di discernimento
e le elevi ad alibi per ogni gesto. 
L’entità superiore che ero arrivato ad adorare ero io stesso.>>.

Nel testo abbiamo la sua dispotica e razionale ammissione, o meglio la sua verità o visione degli avvenimenti, quella che l’ha condotto al carcere e all’isolamento. Dal suo punto di vista, ovviamente, non è colpa sua per ciò che è accaduto, per le truffe, le bugie e gli omicidi che ha dovuto commettere, perché secondo il suo modo di pensare, e vedrete che è del tutto originale, tutti siamo dei potenziali assassini e lui è stato costretto a manifestare, eseguire, rispettare la sua natura perché era utile; un po' come lo scorpione con la rana. Da pag. 17:

<< Non ho fatto il male perché mi piaceva, ma perché mi serviva.

Non sono un immorale, sono un amorale.>>.

Gordon Bloom è un sociopatico allo stato puro, un autentico narcisista sfruttatore ma non è cattivo perché il male, inteso come dolore e sofferenza non gli interessa, non è il suo fine, perché la vita e i sentimenti degli altri esseri umani non gli interessano; ciò che ci vuole far intendere Gordon Bloom è che il male, che si genera dalle sue decisioni-azioni, è solo una conseguenza, un effetto collaterale degli avvenimenti. Lui è stato obbligato per necessità a fare del male, gioco forza! Gordon è sfacciato e pieno di sé ed è assorbito solo da se stesso; lui è l’essere più importante anche quando si racconta. Da pag.19:

<< … ma ricordatevi sempre che lo scopo di questo libro

è quello di farmi passare il tempo e non quello d’intrattenervi.>>.

Prima che Gordon Bloom ci narri direttamente gli eventi che dal marzo 2004 in poi l’hanno portato alle condanne di ben nove omicidi diretti più uno provocato e varie truffe, non posso non notare che da capitolo 1 a capitolo 3, parlando di sé, è subito chiara e lucida l’ immagine che ha di se stesso e di ciò che lui vuole che il mondo veda di sé:  ovvero uomo affascinante, di successo, egoista e calcolatore iniziando già da quando sfrutta la sua donazione di midollo per la sorella malata.

Gordon Bloom nel suo cammino trova il suo secondo ostacolo più grande, direi la sua nemesi, ovvero il tenente Vincent Primey, detective della squadra omicidi.

Il suo primo ostacolo, con il senno di poi, per sua diretta ammissione, da lui confessato nel racconto, e questa sarà una delle rarissime occasioni in cui Bloom ammetterà una sua debolezza, lo troviamo a pagina 74:

<< Il vero avversario era la mia prosopopea,

troppo grande da poter sconfiggere.>>.

Ritorniamo, però, per un momento al detective Vincent Primey, la nemesi, il suo secondo grande ostacolo, di cui Gordon Bloom ne parla in maniera misurata e di cui prova ammirazione ma anche rabbia. Primey è entrato nel suo cervello e l’ha sconfitto. L’affronto che mal digerisce Gordon Bloom è di essere stato capito, scoperto, superato e preso proprio dal suo opposto.

Il tenente Vincent Primey, al contrario di Bloom è persona socievole, discreta, generosa, gentile, modesta, riflessiva ed educata e l’essere stato sopraffatto da questo tipo di persona, ovvero quella tanto derisa e disprezzata da lui, è l’offesa maggiore che si potesse fare al grande Gordon Bloom. Non vi narrerò i fatti, quelli li scoprirete leggendo questo avvincente racconto, scritto da Francesco Cariti, ma ciò che vi dirò è che, nonostante tutto, Gordon Bloom resterà sempre un amorale non credente, anzi l’unico credo, anche in una cella d’isolamento del carcere di massima sicurezza di Cedar Junction, Massachusetts, sarà sempre se stesso. Da pagina 88:

<< Volevo essere invidiato.

C’è gioia nell’animo dell’uomo che viene invidiato.

L’invidia dà una sensazione inebriante di potere,

attesta che sei il migliore.>>.

Ciò che rende originale e in alcuni punti ironica questa storia narrata dall’autore Francesco Cariti, è la prospettiva diversa che ha dato al romanzo. Ovvero dei delitti, delle truffe e di un criminale narrati dall’angolazione dello stesso delinquente, in questo caso Gordon Bloom; un criminale non pentito di ciò che ha fatto ma pentito solo del suo piccolo errore e che spesso e volentieri ritiene fermamente e convintamente che non è lui ad essere in errore ma …

<< … Siete tutti potenziali assassini.>>.

Consiglio questo crime perché pulito, lucido, senza troppi fronzoli e senza esagerazioni, se pur storia di fantasia. Scritta con semplicità, buona scelta della terminologia e con un’ attenta gestione del ritmo e della leggera suspense. L.Ch.

Voto da tre a cinque libri: 3 e mezzo 📚📚📚📙🕮


TRAMA

Io sono Gordon Bloom

Francesco Cariti

Ripresa da internet e/o  dalla 4° di copertina:

Cosa spinge il figlio di due genitori modello a trasformarsi in un criminale senza scrupoli? Ma è davvero una trasformazione? Forse no. Forse il destino di ognuno di noi è segnato dalla nascita, e non c’è molto che possiamo fare per cambiarlo. Dal carcere di massima sicurezza di Cedar Junction, Massachusetts, Gordon Bloom ci narra la sua incredibile storia. Sta scontando la pena di tre ergastoli per un’impressionante serie di delitti. Tutto è nato da una menzogna che ha raccontato quando era un ambizioso mercante d’arte: da quella scintilla è nato un rogo. Un crimine ne ha generato un altro, poi un altro, un altro ancora, e Gordon si è ritrovato a inscenare una fuga rocambolesca per tutti gli Stati Uniti, inseguito dalla polizia, dall’FBI, dalla criminalità organizzata, dai cacciatori di taglie e dai giornalisti televisivi. Si è persino infiltrato in un campo di addestramento di suprematisti bianchi, assoggettandosi ai loro fanatici rituali e partecipando ai loro comizi farneticanti. Eppure, Gordon non è pentito di quel che ha fatto. Perché non si può sfuggire alla propria natura, secondo lui. Il vero crimine è assoggettarsi alle regole imposte dalla società. Un romanzo ricco di situazioni drammatiche ma anche pervaso di un cinico umorismo, che vi terrà incollati alle pagine, dalle prime righe fino all’inevitabile epilogo. 

Il libro è pubblicato in esclusiva su Amazon: 

Libro di carta https://www.amazon.it/sono-Gordon-Bloom-Francesco-Cariti/dp/ B0942D2XYN/

e-book https://www.amazon.it/sono-Gordon-Bloom-Francesco-Cariti-ebook/dp/ B09415W8TT/


Editore : Independently Published (3 maggio 2021)

Lingua : Italiano
Copertina flessibile : 322 pagine
Dimensioni : 15.24 x 2.06 x 22.86 cm

CENNI SULLA VITA di:

Francesco Cariti

Ripresa da internet e/o dalla 4° di copertina:

Francesco Cariti ha esercitato per vent’anni la professione di avvocato, ha insegnato diritto privato all’Università di Firenze e ha svolto mansioni di giudice onorario presso il Tribunale. Ha soggiornato per lunghi periodi negli Stati Uniti. Ora vive a Berlino. Io sono Gordon Bloom è il suo primo romanzo ed è il frutto — dichiara l’autore — di un desiderio naturale che appartiene a tutti noi:

«quello di riuscire a mantenere il controllo della propria vita».
Dalla sua pagina: Sono nato a Firenze, dove ho vissuto la maggior parte della mia vita esercitando la professione di avvocato e insegnando diritto privato all’Università. Avendone avuto abbastanza, ho deciso di dedicare il resto della mia vita a quello che più amo fare, cioè scrivere romanzi. Io sono Gordon Bloom è il frutto di quel desiderio naturale che è in tutti noi, protagonista del romanzo compreso, ma che spesso tendiamo a soffocare: quello di riuscire a mantenere il controllo della propria vita. Vivo a Berlino da dieci anni. Il suo sito è www.francescocariti.it

 


NOTA: Un mio particolare Ringraziamento a Ginevra Amadio
Responsabile Ufficio Stampa e Media dell'Agenzia "Scrittura a Tutto Tondo".  ginevraamadio@yahoo.it  -  www.scritturaatuttotondo.it

 

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lunedì 10 maggio 2021

Valerio Catalli - I Racconti Nella Scatola

 Valerio Catalli

I Racconti Nella Scatola

 

Recensione – Opinione di

Luigia Chianese Books Review Blogger

Blog Libri e Opinioni

@LibrieOpinioni 


Mugnano di Napoli 

26.04.2021


Con questa piccola opera siamo dinnanzi ad un delizioso omaggio che questo giovane e talentuoso scrittore, di nome Valerio Catalli, fa ai più grandi autori dell’horror grottesco; da Poe a Lovecraft fino a King. 
In questi 10 piccoli racconti, legati tra loro, scopriamo un nascente scrittore che farà strada per la sua fantasia e genialità. Iniziamo dal prologo: veloce, chiaro e diretto tanto da generare istantanea curiosità! Patrick Connelly, l’astronauta disperso nello spazio profondo ci porterà alla scoperta della sua solitudine e paura attraverso strane e misteriose lettere, storie trovate in una scatola. Da pagina 127: 
 << Ciò che esiste è il sogno, l’incubo, 
e ciò che non esiste è la realtà.
La veglia è il sogno e il sogno è la verità.>>.
Già nel capitolo intitolato “La Fuga” Valerio Catalli cattura letteralmente il lettore con uno dei fenomeni più conosciuti tra coloro che gli incubi li hanno davvero! La paralisi nel sonno. Come conferma lo stesso autore, nelle meravigliose e sintetiche note a fine libro, questo capitolo è proprio ispirato a questo fenomeno/esperienza e l’autore lo interpreta  magistralmente.  È qui, infatti, che s’inizia ad alzare il ritmo del racconto, praticamente da subito, con note descrittive leggere e precise; ecco che il mondo intorno al lettore comincia ad oscurarsi e, immerso nei primi brividi, colui che sta leggendo riesce ad entrare nella narrazione. A questo punto già si hanno due scelte, continuare a leggere scoprendo da soli le curiosità o cadere nella trappola, come sono caduta io, del voler sbirciare, con avidità, le note ad ogni singolo racconto prima d’iniziare il capitolo seguente. Non aggiungo nient'altro in merito, a voi la scelta!
Nel capitolo “Resoconto Dettagliato di un’Avventura Onirica”  il riferimento alla perdita del gusto non può non farci pensare che lo spunto sia arrivato anche dalla recente Pandemia di Covid-19 che stiamo vivendo, non a caso, sempre nelle suddette note, veniamo a scoprire che il capitolo è datato 2019,  inoltre, secondo me, è proprio questo il capitolo che ci condurrà per mano alla fine del libro!
Tutte le 10 storie sono narrate in appena 130 pagine in formato piccolo, e sono, a mio avviso, dei voli pindarici altamente suggestivi, nuovi ed emozionanti, frutto di grande ispirazione e di fervida immaginazione, tanta roba come è in uso esclamare oggi! Mi ha fatto pensare molto nella struttura delicata e incisiva delle opere: “La Casa Stregata e L’Orrore di Dunwich” di Lovecraft. I tempi narrativi, infatti, sono fluidi, mai tediosi, mai striminziti o eccessivi il tutto, unito a personaggi discretamente elaborati, crea un’opera buona con un’ottima qualità di scrittura e padronanza del linguaggio horror-gotico-cosmico. 
Consiglio questo libricino e il mio voto in una scala da 1 a 5 e un 3 incoraggiante!
📚📚📚🕮🕮 L.Ch.

 

NOTE CURIOSE RILASCIATE DALL’ AUTORE:
Il libro nasce, innanzitutto e ovviamente, da una grande passione per la scrittura e dall’ispirazione tratta dai lavori di grandi scrittori come H.P. Lovecraft, Edgar Allan Poe e August Derleth e dei loro scritti a tema Horror basati sulla paura dell’ignoto. Il concetto di fondo del libro è quella di una raccolta di racconti, sotto forma di testimonianze, che hanno diversi punti in comune e che tendono a portare il lettore verso un finale che, a suo modo, porta a compimento tutte le varie e diverse storie della raccolta. L’idea per questo libro nasce dal desiderio di tramutare in storie dell’orrore alcune vicende ed esperienze personali quali, ad esempi, incubi e sogni che ho avuto premura di appuntare per poi rielaborare, rimaneggiare ed esagerare al fine di renderli grotteschi e “strani”, mantenendo pur sempre un fondo di verosimiglianza e credibilità. Idea che si è poi evoluta tentando, anche, di utilizzare alcuni espedienti orrorifici come le leggende metropolitane, fatti storici con pochi elementi documentati ( che quindi favoriscono un rimaneggiamento narrativo ai fini della scrittura), musica, arte e fatti di cronaca recenti e totalmente verificabili. Il tutto è stato confezionato seguendo l’espediente narrativo dell’ “opera ritrovata” già presente in molte opere letterarie italiane e non come, ad esempio, per citarne una, 
“I Promessi Sposi” di Alessandro Manzoni. 

TRAMA

I Racconti Nella Scatola

Valerio Catalli

Ripresa da internet e/o   dalla 4° di copertina: 
Dieci racconti dell'orrore, avvolti in una cornice che funge da prologo e epilogo. Dieci storie bizzarre, collegate tra loro e che porteranno ad un unico finale. L'origine di un più vasto universo narrativo che verrà colmato dalle paure e dai misteri. Un omaggio alla letteratura del grottesco resa celebre nel diciottesimo secolo.

Editore: il mio libro self publishing
Collana: La community di ilmiolibro.it
Anno edizione: 2021
In commercio dal: 19 febbraio 2021
Pagine: 144 p., Brossura

Etichette/Genere: FictionGotica  Giallo Horror 

HorrorFiction  Narrativa  Racconti Thriller






Intervista trovata in giro nella rete precisamente nel canale 
You Tube  - Divano Cosmico -
su Valerio Catalli ed "I Racconti nella Scatola"



CENNI SULLA VITA di:

Valerio Catalli

Ripresa da internet e/o dalla 4° di copertina:
Valerio Catalli nato nel 1997; si è diplomato al Liceo Scientifico di Giulianova per poi proseguire il percorso di studi all’Università degli Studi “G. D’Annunzio” di Pescara, in Lingue e Letterature Straniere. Percorso che non ha mai ultimato, rinunciando agli studi nel 2017 per motivi personali e, successivamente, ha iniziato a lavorare. Poco dopo aver interrotto gli studi si è trasferito sull’isola di Malta, dove ha lavorato inizialmente come Croupier in un casinò per poi ha intrapreso la carriera da barman. Dopo un anno è rientrato in Italia continuando a lavorare come barman e seguendo anche un percorso come web designer e Social Media Manager Advisor. L’ Autore afferma:<< Non saprei dire quando, con esattezza, sia nata la passione per la scrittura creativa dato che, da che ne ho memoria, ho sempre amato scrivere delle storie.  Il primo lavoro che riesco a ricordare risale al periodo delle scuole elementari, quando iniziai a scrivere delle fan fiction; durante la frequentazione delle scuole medie iniziai a scrivere le prime storie originali e continuai fino al 2016 quando intrapresi il progetto che portò al compimento del libro, pubblicato poi nel 2018, “Verità Parallele”, un thriller fantascientifico che considero come un’ opera sicuramente immatura ma che ha sancito il mio esordio e mi ha fornito la confidenza necessaria per continuare a scrivere con l’intento di pubblicare libri di qualità. Subito dopo mi sono dedicato al secondo progetto che mi ha richiesto tre anni per portarlo a termine finché, nel febbraio di quest’anno, è uscito sul mercato “I Racconti nella Scatola”, una raccolta di racconti brevi a tema Horror.>>.
ELENCO OPERE
- “Verità Parallele”, auto pubblicato, Novembre 2018
- “I Racconti nella Scatola” auto pubblicato, Febbraio 2021

 

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martedì 16 marzo 2021

Vito Franchini - Il Predatore di Anime

Vito Franchini
Il Predatore di Anime
 
Recensione – Opinione di
Mugnano di Napoli
27.02.2021

<< Noi tendiamo, tutti, a scaricare le colpe delle nostre sofferenze sugli altri,
perché è più comodo ed immediato che farci carico dei nostri demeriti.
Agire su questo aspetto psicologico aiuta sempre a smussare gli angoli.>>.
Si! Il Libro è pieno di tante belle frasi, tante massime forse troppe e questo è noioso! Dall’ ultima riga dell’ ultima pagina:
<< Amore è solo una parola di cinque lettere.>>.
Finale aperto al più classico to be continued … ma va bene così; ci può stare ed è tanto di moda oggi e poi è una scusa per avere già uno spunto da cui iniziare, malauguratamente il libro abbia una qualche forma di successo! Diciamola tutta, il libro non è brutto ma non è bello. Andiamo però con ordine:
I personaggi sono ben sviluppati, con dovizia di particolari, ma su qualcuno si esagera. Il personaggio maschile Nardo Baggio, operatore Shiatsu, mi raccomando non massaggiatore altrimenti s’arrabbia, è decisamente il personaggio su cui si esagera; è di certo più enigmatico e affascinante dell’altro personaggio, la poliziotta Sabina Mondello; per alcuni potrebbe sembrare profondamente antipatico, saccente e supponente, per altri meravigliosamente folle. Per me lui è solo un uomo (una scimmia nuda, poi capirete leggendo il libro) divorato dal dolore ed incapace di Amare, l’ altra è una romantica sognatrice che si nasconde dietro il suo lavoro da dura, ma alla fine è solo un fuscello al vento.
I dialoghi non sono mai scontati e sotto certi aspetti interessanti ma tutto questo non basta a rendere il romanzo veramente affascinante, diciamo che lo si finisce per pura curiosità. La tensione nella storia, perché in fondo è pur sempre un thriller, è ottenuta, forse troppo! Da pagina 129:
<< Il silenzio è un ottimo alleato, quasi sempre.
È un’ arma potentissima, difficile da usare,
troppo spesso sottovalutata.
Il silenzio è consapevolezza,
è liberazione, è rinascita.>>.
Il punto di forza è che il testo è ricco di riferimenti antropologici e legali che sono espressi con semplicità in modo da permettere a qualsiasi lettore di avvicinarsi agli argomenti, comprenderli e non tediarsi troppo. Lo stile leggero e chiaro dell’ autore rende accettabile tutta l’opera, non vi è nulla di veramente entusiasmante.
La storia è attualissima, lo stalking, che è una piaga sociale che è bene affrontare anche in letteratura; ma, riflettendo sullo stalking, il quesito che mi viene in mente è: quando non arriva la giustizia e la legge è accettabile farsi giustizia da soli? Ai lettori, e non solo, l’ardua sentenza! La mia è sì! Nei libri e nei film sicuramente, nella vita reale, perché lo Stalking è reale, se lo Stato non è in grado di difendere il cittadino, uomo o donna che sia, trovo giusto difendersi da soli! Per me l' autodifesa è sempre legittima! L.Ch. 
Il mio voto? 2 e mezzo tendente al 3!  📚📚📖🕮🕮🕮
 
TRAMA
Il Predatore di Anime
Vito Franchini
Ripresa da internet e/o  dalla 4° di copertina:
Giovane e determinata, Sabina, commissario di polizia a Roma, si trova a destreggiarsi tra la tormentata passione per un PM sposato e un caso di omicidio-suicidio tra coniugi che non sembra rivelare troppe sorprese. Finché i sospetti non ricadono su un uomo con cui entrambe le vittime hanno avuto contatti il giorno della morte: il misterioso Nardo Baggio, operatore Shiatsu. Profondamente colpita da questa figura ambigua e magnetica, Sabina scoprirà di lì a poco la sua reale attività: dare supporto alle vittime di stalking, soprattutto coloro che le istituzioni non riescono a tutelare. La poliziotta non si aspetta certo di dover ricorrere lei stessa al suo aiuto: nel frattempo qualcuno ha iniziato a perseguitarla, in maniera subdola e cruenta. Che si tratti del PM con cui ha chiuso bruscamente la relazione? Rimossa dal suo incarico, Sabina diventa ben presto complice e amica di Nardo, arrivando ad affiancarlo nella sua attività. Così toccherà con mano la scaltrezza con cui l’uomo, basandosi su studi antropologici, domina la mente di vittime e carnefici, con metodi tutt’altro che convenzionali in grado di assicurare un’efficacia che un poliziotto, imbrigliato nelle disfunzioni del sistema, non può nemmeno sognare. Ma è giusto fidarsi di questo predatore di anime? Sabina rappresenta la legge, Nardo la viola, sistematicamente, in nome della giustizia. Sabina si fa guidare dai sentimenti, Nardo invece non crede alle passioni né all’amore, spiega tutto alla luce di istinti millenari che ancora ci legano ai comportamenti delle scimmie, degli umanoidi che siamo stati e che, secondo lui, ancora, in gran parte, siamo. Che cosa siamo noi veramente? Creature che uccidono per passione o scimmie nude schiave di un determinismo cieco? In un finale che lascia senza fiato, la poliziotta sarà obbligata a decidere definitivamente da che parte schierarsi.
 
CENNI SULLA VITA di:
Vito Franchini
Ripresa da internet e/o dalla 4° di copertina:
Nato in Iran, di origini Mantovane, ha 43 anni, è padre di due bimbe e, come ufficiale dei Carabinieri, per anni ha condotto indagini in diversi ambiti criminali. Attualmente si trova in Africa in missione per conto dell’ UE. È
 appassionato di musica e di studi antropologici, che ha utilizzato ampiamente in questo suo romanzo di esordio, pubblicato da Giunti dopo anni di lavori da indipendente. (Romanzi d’ Avventura e Saggi).

Editore: Giunti
Collana: M
Copertina: BB
Pagine: 396
Dimensione: 150.0 x 230.0
Prima pubblicazionegennaio 2021




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martedì 2 marzo 2021

Giuseppe Di Clemente E Marco Capocasa - ELBRUS

Marco Capocasa e
Giuseppe Di Clemente
ELBRUS
Recensione – Opinione di
Mugnano di Napoli - 18.02.2020
 

Sulle note “Nozze di Figaro” di Wolfgang Amadeus Morzat, capirete leggendo il romanzo del perché di quest’opera lirica in quattro atti, sento di voler iniziare la mia recensione con una citazione di Machiavelli:


«…nelle azioni di tutti gli uomini,
... si guarda al fine ...
I mezzi saranno sempre iudicati onorevoli
e da ciascuno lodati».

Quando ho intuito che questo romanzo si sarebbe intrecciato con un’esplorazione spaziale e con delle colonie i miei ricordi si sono aperti subito su Battlestar Galactica: la Serie Televisiva di Ronald D.Moore; ma questo lavoro è qualcosa in più, molto di più. Diverso. Per gli amanti del genere “spaziale-fantascientifico” - Sci-Fi (Science Fiction) - sappiate che questo è assolutamente il libro da scegliere; mentre io spero di avere un secondo, terzo e quarto volume e anche una serie televisiva ispirata o fedelmente tratta da questo capolavoro. In pratica avete già compreso che ho amato il romanzo.

Attenzione spoiler: 
il secondo volume è già stato scritto ed è in fase di revisione!
Come faccio a saperlo? 
L’ho chiesto direttamente agli autori, mentre mi complimentavo per l’ottimo lavoro! 

Torniamo, ora, a Elbrus che, oltre ad essere il titolo di questo romanzo, è il luogo dove s’incentra la vicenda ed è un luogo reale. Non so se esista, nella realtà, nelle viscere della montagna, in Russia, una base sperimentale militare stile “Aria 51 – USA”, ma il monte Elbrus, ai confini con la Georgia, è più che reale ed è sito proprio nel territorio Russo. L’ambientazione nella Russia e nel Nord Europa è straordinaria per un romanzo di genere Sci-Fi, ma so, per ammissione dell’autore Giuseppe Di Clemente che:

<<San Pietroburgo mi è rimasta nel cuore e ho trovato il modo di raccontarla.>>; 

ecco un perché della Russia e Nord Europa, ma non è l’ unico perché!
La narrazione prende lo spunto iniziale da alcuni eventi che noi stessi possiamo osservare, o meglio subire, già oggi giorno: Sovrappopolazione ed  Economia al Collasso in molti Paesi, il Global Warning che s’intreccia con l’Evoluzione Umana, la Crisi Energetica e la Crisi Migratoria soprattutto dai paesi del sud, queste premesse sono il punto di partenza della storia che sono anche le giustificazioni iniziali per le decisioni assunte dai protagonisti del romanzo. Con molta fantasia questo libro ci offre uno scenario spettacolare su come la nostra realtà potrebbe cambiare nel prossimo futuro ma, al di là del sogno d’incontrare alieni o di viaggiare a una velocità vicina a quella della luce, sfruttando le fessure dello spazio-tempo, avremo sempre gli stessi problemi morali ed etici, soprattutto in materia di Clonazione e Modificazioni delle Sequenze Nucleotidiche. Da qui il mio riferimento iniziale alle parole di Machiavelli “… fine … mezzi!”.
Certo gli argomenti trattati come le Modificazioni del Genoma Umano fanno spavento ma non dobbiamo sorprenderci più di tanto, perché, nel bene e/o nel male, siamo prossimi a vederle realizzate, in misura meno fantasiosa, forse! Gli autori, difatti, ammettono candidamente, nel poscritto, che la loro fonte d’ispirazione, che poi li ha fatti viaggiare con la fantasia, è la tecnologia di “Editing Genomico” denominata CRISPR- Cas9.
Di mio, invece, mi prenoto già per un’automobile che circola/galleggia in quota e schizza via a 180 km/h anche con pilota automatico; 
pagina 247:<< andremo con la mia Evans Classe, 
ha un motore a energia nucleare, non avremo problemi, ...>>.

Passiamo a quella che è, per me, la parte centrale e più interessante del libro: fin dove siamo disposti a spingerci, per egoismo, gloria, scienza e sopravvivenza? In questo romanzo i problemi etici e morali di alcuni protagonisti, come per il dott. Martin Meat e compagni, vengono superati, come sostenevo prima, con il più machiavellico sistema:


« …nelle azioni di tutti gli uomini, e massime de’ Principi 
... si guarda al fine ... 
I mezzi saranno sempre iudicati onorevoli e da ciascuno lodati». 

Il desiderio di sopravvivere e di gloriarsi di grandi scoperte scientifiche, pur sacrificando vite umane, nella mente di questo personaggio, vincono. Non tutti i protagonisti, però, reggono  tale pressione, come succede allo scienziato David Dunn, che mosso da sensi di colpa, abbandona il progetto e le sue personali ambizioni per schierarsi, alla fine, dall’altra parte. Scegliete voi lettori da che parte stare perché entrambe le posizioni, in virtù della premessa iniziale, hanno, secondo me, la medesima valenza! Infatti: 

Da pagina 52: 
<< Eccola l’arroganza dell’ uomo 
che erode gli equilibri che la natura ha costruito in milioni di anni, 
a opinione di molti l’ ennesimo sopruso, 
un abominio di leghe di metallo.>>.  

Leggendo questo testo viene da chiedersi se possano esistere una morale e un’etica che veramente tutti possano condividere e quali paletti possano imporci! Che persone stiamo diventando? Che generazioni stiamo screscendo e istruendo? Quanto saremo responsabili delle scelte che altri, dopo di noi, faranno! Questi sono i quesiti che entrano nella mente di chi legge questo romanzo! Vi è molto da riflettere! Ed una delle caratteristiche migliori di quest’opera. 
Vi è anche il fascino del racconto vero e proprio, non voglio lasciarlo in secondo piano. La storia, con la descrizione dei tre popoli del pianeta Reth, i Driihh, popolo che si è dedicato alle attività intellettuali, all’innovazione tecnologica, alla ricerca e alle esplorazioni spaziali, i Gummhh, e i Lypphh chiamati i dannati, è discretamente narrata, insieme allo scorcio di vita dei loro usi e costumi, appena accennati, quest’ ultimi, ma soddisfacenti per la narrazione, tutto molto avvincente. Da non sottovalutare il discreto peso che viene assunto, nelle “posizioni di potere”, tra uomini e donne, infatti abbiamo una generalessa terrestre, Novwak Juliana, e altre direttrici del laboratorio segreto, fino a Liilmade e alla sua grande empatia cosmica. Avrei voluto sapere qualcosa di più su questo “Frehm”; questo impulso, questo flusso energetico, questa forza che avvolge, questa connessione che guida, aiuta e unisce empaticamente e non solo, gli ibridi-cloni terrestri e gli abitanti di Reht. Interessante, anche, lo stile di scrittura di Marco e Giuseppe, molto fluido e di una chiarezza estrema, mai ridondante soprattutto per quanto riguarda le innumerevoli e necessarie descrizioni che si devono fare. Originalissimi, gli autori nell’inventare un nuovo alfabeto riportato in simboli nel romanzo, e per la capacità di comunicazione empatica tra individui anche a distanze siderali.
Devo ammettere, ad onor del vero, che il romanzo, al principio, può sembrare complicato e anche pesante, ma solo se non si è pratici del genere, e solo per le prime 35/40 pagine, ma non temete, perché l’opera procede sì, con una iniziale lentezza, che dopo si capirà doverosa, ma piano piano diventerà affascinante e molto stimolante; lo divorerete, la curiosità si farà strada nella vostra mente e vi farà fantasticare, come è successo a me! Tranquilli non impazzirete come lo stilista Andrus Sokolov o come l’informatico Lubomir Karo, che sono tra i personaggi chiave dell’intera vicenda.
Organizzato bene anche l’approccio incrociato con le “Due Linee Temporali” (Anno Domini 2113-2118 e A.D.2154-2155) che riescono a bilanciarsi molto senza confondere mai il lettore. Qui può nascere la curiosità di sapere chi ha scritto cosa; per intenderci: chi dei due autori, comunque entrambi forti di lauree impegnative e C.V. lavorativi eccezionali, avrà scritto le parti più “Tecnico–Scientifiche”? Chi le descrizioni “Spazio-Temporali” e chi si sarà dedicato alla struttura dei personaggi, che non sono pochi ma neppure tanti ma sono tutti magistralmente definiti? Chiunque dei due sia stato posso affermare che sono tutti punti elaborati veramente a dovere, diventando semplici anche per lettori meni esperti di teorie scientifiche o fantascientifiche, sono punti scritti con criterio e giusta misura considerando la portata degli argomenti, incuriosiscono e affascinano. Quindi i miei più vivi complimenti agli autori Marco e Giuseppe!
Ho, prima di concludere, una chicca per Voi lettori del Blog Libri e Opinioni rilasciatami, anche questa, dagli stessi autori. Ebbene sì! Ho posto loro alcune delle domande su chi ha scritto cosa, e la risposta è stata: 

<<Ognuno ha scritto per intero e indipendentemente una metà dei capitoli 
sulla base del soggetto che abbiamo precedentemente e compiutamente redatto assieme. 
Poi ci siamo scambiati i capitoli per una revisione incrociata e il tutto si è omogeneizzato.>>. 

Direi che questo lavoro si è omogeneizzato a meraviglia! Per me un capolavoro nel suo genere! Per questo bellissimo romanzo il mio voto è 5 su 5! 📚📚📚📚📚 Il massimo! Consigliatissimo! L.Ch.


 
Ps. Non perdetevi in questo  blog altri aneddoti che sono riuscita a farmi dare dagli autori, sul Romanzo Elbrus e sulla loro vita!




NOTE:
Aneddoti su Elbrus rilasciate per il blog dagli autori
Giuseppe di Clemente e Marco Capocasa
La genesi di Elbrus è piuttosto casuale, come ogni cosa che origina in modo spontaneo. 
Una sera ci siamo ritrovati a parlare delle nostre precedenti esperienze di scrittura (Marco in ambito scientifico e Giuseppe in ambito narrativo). Dopo averle apprezzate reciprocamente e aver trovato il comune terreno della bioetica, è emersa la nostra passione per la fantascienza e ci siamo detti che, se ci fosse venuta una buona idea, avremmo potuto scrivere qualcosa insieme. Inizialmente pensavamo a un racconto breve, ma qualche settimana dopo, senza nemmeno renderci bene conto, ci siamo ritrovati in un botta e risposta di messaggi che hanno poi rappresentato la base di una grossolana dorsale di trama a partire da una specie di visione avuta mentre uno dei due era alla guida… Che però non sveleremo per non guastare il cuore narrativo del romanzo. Qualcuno ci ha chiesto se in Elbrus abbiamo consapevolmente preso spunto da letture del nostro passato o da qualche film di genere: la risposta è no. Nei personaggi di Elbrus scoprirete le nostre aspirazioni e le nostre debolezze, i nostri sogni e le nostre angosce, vedrete i posti che noi abbiamo visto o anche solo immaginato e le sensazioni che in prima persona abbiamo provato approdando in una città, ascoltando un brano musicale, vivendo l'incertezza dell’ignoto. E, in tutto questo, condivideremo con voi i timori per un mondo e una specie, la nostra, incapace di fare quei passi in avanti avendo a cuore quanto di più prezioso possa esserci: il futuro stesso delle generazioni a venire.
 
ELBRUS
Marco Capocasa e Giuseppe Di Clemente
Ripresa da internet e/o  dalla 4° di copertina: (Inviata da Marco)
Anno Domini 2113. La Terra è al collasso. I cambiamenti climatici prodotti dal riscaldamento globale hanno determinato nuovi equilibri geopolitici. Il sovrappopolamento e le migrazioni di massa verso i paesi "non più freddi" sono parte di un problema più esteso: l'imminente scarsità di risorse che permettano il sostentamento del genere umano nel prossimo futuro. L'esplorazione spaziale ha fallito nel suo obiettivo fondamentale, la fondazione di colonie autosufficienti dove l'Uomo del futuro potesse emanciparsi. Gli ostacoli non sono quelli dovuti alle tecnologie disponibili, ma alla natura stessa della specie umana. Ma la soluzione è dietro l'angolo e viene da un altro sistema solare, dalle cui profondità siderali, decine di anni più tardi, un messaggio risveglierà il Viaggiatore e con lui tutti i suoi simili.
Editore : Curcio
Prima uscita: ottobre 2020
Lingua: : Italiano
Copertina flessibile : 313 pagine
Dimensioni : 14 x 2.6 x 21 cm
 
CENNI SULLA VITA E CURIOSITA’ Su:
Giuseppe Di Clemente e Marco Capocasa

Ripresa da internet e/o dalla 4° di copertina: Inviate da Marco:
Giuseppe Di Clemente
nasce a Roma nel 1976. Appassionato fin da ragazzo di astronomia e fantascienza, la necessità di comprendere talune dinamiche della nostra esistenza lo porta a conseguire la laurea in economia, il che dà un’ulteriore impronta alla sua personalità, contribuendo a una visione complessa e contraddittoria del mondo. Nasce così il suo primo romanzo Oltre il Domani (L’Erudita – Giulio Perrone Editore, 2019), un racconto trasversale, dove la fantascienza è genere e pretesto per interrogarsi sul futuro degli uomini.
CURIOSITA’ RILASCIATA DAGLI AUTORI
PER IL BLOG LIBRI E OPINIONI:
Su Giuseppe: dopo aver passato l'adolescenza a consumare (fra le altre) un'enciclopedia di astronomia, chiesi e ottenni come regalo per mio il 18° compleanno un rifrattore Konus che fu un prezioso strumento per l'osservazione astronomica. La lettura, poi, di vari generi (dal giallo al romanzo storico, passando per i grandi classici, approdando infine alla fantascienza) ha precocemente instillato la curiosità per la scrittura creativa, sia poesia che prosa, stimolato e incoraggiato da personaggi chiave, fra tutti la Prof.ssa Melis del corso liceale di Storia e Filosofia.
Nel corso degli anni, l'amore per l'astronomia, la fantascienza e la scrittura mi hanno portato (dopo tante e diverse composizioni sepolte in un profondo cassetto) su una strada ben delineata, una commistione perfetta di tutte le mie passioni, una strada che ha portato alla stesura di Oltre il Domani. Suono il pianoforte da quando avevo nove anni. Grande appassionato di rock e in particolare di rock progressivo, ho fin da adolescente suonato con diversi gruppi. Finalmente, di recente, ripreso a suonare con continuità stiamo arrangiano con la band diversi brani originali: un sogno nel cassetto che si avvera. Non è mai troppo tardi per esprimere tutto quello che si ha dentro.

Ripresa da internet e/o dalla 4° di copertina:
Marco Capocasa, antropologo molecolare, deve la sua passione per la fantascienza alle letture dei classici di questo genere. Laureato in Scienze Biologiche e in Antropologia Culturale, successivamente ha conseguito un dottorato di ricerca in Antropologia Molecolare. Autore di decine di articoli su riviste scientifiche internazionali, insieme a Giovanni Destro Bisol ha recentemente pubblicato due libri di divulgazione scientifica: Italiani. Come il DNA ci aiuta a capire chi siamo (Carocci, 2016) e Intervista impossibile al DNA. Storie di scienza e umanità (il Mulino, 2018). Elbrus è il suo esordio nella narrativa del fantastico.
CURIOSITA’ RILASCIATA DAGLI AUTORI
PER IL BLOG LIBRI E OPINIONI :
Su Marco: sono sempre stato attratto dalla fantascienza, soprattutto quella ambientata in altri mondi lontani. Da ragazzino guardavo gli episodi di Star Trek in bianco e nero sulla televisione a dodici pollici nella mia cameretta. I ricordi delle vacanze estive della mia adolescenza si mescolano a quelli degli intrecci della Fondazione di Isaac Asimov, delle storie lunari di Arthur Clarke e delle cronache marziane di Ray Bradbury. La fantascienza è un interesse che è rimasto sempre presente nella mia vita. 
Gli studi universitari in biologia e antropologia hanno forse cambiato il mio modo di leggere e di pensare questo tipo di storie, focalizzando di più la mia attenzione su alcune delle riflessioni che emergono dai classici temi del genere sci-fi: il contatto con altre specie provenienti da pianeti lontani, la scoperta di forme di vita basate su una biologia diversa dalla nostra, le implicazioni etiche che potrebbero derivarne. Poi c’è stato l’incontro con Giuseppe, la scoperta della nostra comune passione e della complementarità dei nostri interessi. Elbrus nasce da tutto questo.
 
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Sci-Fi (Science Fiction)
 
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