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martedì 10 agosto 2021

Margherita Capitò - Il Delitto Della Via Accattapane

 Margherita Capitò

Il Delitto Della 

Via Accattapane

 

Recensione – Confronto di

Luigia Chianese Books Review Blogger

Blog Libri e Opinioni

@LibrieOpinioni

 

Mugnano di Napoli –22.07. 2021

 

Questa non è una vera e propria recensione diciamo che è una recensione/confronto, forse anche cattivella, che non ho potuto non fare.

Un libro di 170 pagine circa che scorrono velocemente, niente di geniale ma si lascia leggere sotto un ombrellone. Scritto da una donna, al suo primo romanzo, e come protagonista vi è una donna, precisamente “La Commissaria”.

Ora leggetemi bene, volevo scrivere “leggetemi con attenzione” non bene, ma sono Partenopea tollerate, per favore, le mie espressioni napoletane (Sientm’ Buon) tradotte in italiano: preparatevi sparo la bomba:

La Commissaria, la dott.ssa Sonia Castelbarco è, a parer mio, un perfetto alter ego femminile di Salvo Montalbano, sapete tutti chi è Montalbano vero? Immagino i fan in preda ad un attimo di soffocamento emotivo! 

Lei, guarda un pò! Adora il mare, scappa, appena può, al mare, non nuota ad oltranza come Salvo, ma fa vela, ma il mare "l’attrae assai"; abita in una villetta solitaria, anche lei, ma che coincidenza! (Ma la casa sulla spiaggia di Marinella con terrazzino sul mare della Sicilia non l’ha, e li parte il volgarissimo gesto dell’ombrello da nasce da un fantasma dispettoso che vive tutto nella mia testa.)  Lei adora mangiare, come Salvo Montalbano, ma ha una cosa in più, la commissaria, è esperta di vini; altra particolarità: Salvo Montalbano ragionava mentre era in pausa, fuori dal commissariato, ed anche la bella Commissaria Sonia ha questa abitudine. La Commissaria, poi, ha un modo d' investigare un po' fuori dagli schemi, come Salvo Montalbano, dirige il commissariato come una famiglia allargata, come Salvo Montalbano, (manca solo Catarella, ma forse no!) affiancata, nel suo commissariato, dal suo manipolo di fedelissimi, come Salvo Montalbano; il Vice Commissario, l’ Ispettor dott. Pasquale Cirillo, il Napoletano, che sarà l’ infiltrato, nelle vicenda narrata, mi ricorda il buon Giuseppe Fazio sempre, della serie Montalbano di Camilleri; abbiamo, poi, l’Ispettore Salvatore Giampiccolo, chiamato Ninì, lo sciupafemmine, che mi ricorda, ovviamente, il vice di Montalbano, lo sciupafemmine per eccellenza, Mimì Augello, anche se Ninì capitolerà d’amore per la sua bella Sonia; il vice Ispettore Antonini Fulvio, altro fedelissimo; e non poteva mancare un Medico Legale che state certi farà la sua strada, altri agenti con vari soprannomi, tipo Francesco Zanon, Veneziano, detto perciò Gondola, ed infine un allegro Questore; in questo caso un Questore molto disinvolto, non voglio spoilerare, ma da pagina 85:

<< è solo un uomo d’ordine.

E se c’è qualcosa di più pericoloso di un uomo di potere,

è proprio un uomo d’ordine.>>

 - << Perché>> -

<< Perché un uomo di potere è prevedibile.>>.

Il disinvolto Questore di questo romanzo è il dott.re Cesaroni, e non vi racconto come i rapporti tra i Questori e Salvo Montalbano siano particolari, che coincidenza!

Alla storia principale, giusto per trovare ancora altre similitudini con Camilleri, vi è una sotto storia, in questo caso, l’amore di Ninì per la bella Sonia e la storia del medico Michele Rocca, ex carcerato per “imputazione politica di stampo brigatista”! Storia nella storia, tipico modus operandi narrativo del Maestro. E per finire, come nelle peggiori tradizioni italiche anche qui chi è di “sinistra” è meglio tollerato … ma lasciamo perdere la politica su questo piano. 

Vogliamo parlare delle decisioni prese al limite della legalità, tipo far partecipare un civile, solo perché ha il porto d’ armi e sa sparare, in una irruzione armata? Queste sono bravate che si può permettere solo Salvo Montalbano al culmine della sua popolarità ed esperienza sul campo, non una giovane Commissaria alle prime armi, forse la si voleva rendere audace e sfrontata verso le regole come Montalbano. È, però, sull’ espressione a pagina 127:  

<< il saltafosso funzionò>>

tipica strategia interrogativa/investigativa di Salvo Montalbano, lo “Sfunnapedì” per l’appunto, che posso affermare che l’autrice, Margherita Capitò, sembra molto, ma molto, ma molto liberamente ispirata dal grande maestro Andrea Camilleri.

Tutto questo per farvi capire com’ è l’andazzo di questo giallo! Sapete però che vi dico! Che nonostante tutto il lavoro è bello, scritto bene, (non siamo ai livelli di Camilleri sia chiaro), ma è un buon lavoro, completo, leggibile, scorrevole, mai noioso, e con un bellissimo ed originale finale.

E per puro piacere personale desidero concludere con una citazione da questo libro, quella a pagina 96:

<< Ha ragione, ma sa com’è: ognuno è segnato dalla propria storia.>>.

Il mio voto, d’ incoraggiamento, è un bel 3 libri su 5. Buona lettura L.Ch.

VOTO: 📚📚📚📖📖

 

TRAMA

Il Delitto Della Via Accattapane

Margherita Capitò

Ripresa da internet e/o dalla 4° di copertina:
Un'auto incendiata lungo la via Accattapane, nel mezzo della campagna, tra vigne e oliveti; accanto, il corpo di un uomo, per metà carbonizzato. Una scena a cui la polizia non pensava certo di dover assistere nella tranquilla località turistica di Donoratico. Il caso vuole che in quegli stessi giorni un nuovo commissario sia approdato nella cittadina: è Sonia Castelbarco ed è appena arrivata dal nord Italia. Nonostante la giovane età, una massa di ricci ribelli e due occhi azzurro mare, Sonia è una donna lontana dagli stereotipi: ama cenare da sola al ristorante, fare lunghe nuotate per schiarirsi le idee, e una squadra tutta al maschile non le fa per niente paura ... anzi. Con l'aiuto dell'ispettore Giampiccolo, napoletano dalla battuta sempre pronta, tutt'altro che immune al suo fascino, si getta a capofitto nella sua prima indagine, complicata dall'arresto di Maurizio Venturini, un figlio di papà arrogante e viziato, coinvolto in un giro di cocaina. Ben presto, però, quello che sembrava un banale delitto di droga si colora di tinte più inquietanti: un intrigo mafioso internazionale, in cui si nasconde il peggior malaffare intrecciato alla politica.

 









CENNI SULLA VITA di:

Margherita Capitò

Ripresa da internet e/o dalla 4° di copertina:
Margherita Capitò è nata a Lisbona nel 1971 da padre siciliano e da madre francese. Ha studiato in Italia e dopo il liceo classico, si è laureata in lettere. Ha vissuto per brevi periodi in Marocco, Grecia e Luisiana. È stata corrispondente dal Marocco per alcuni periodici francesi. Vive fra la Provenza e la Toscana e Il delitto della via Accattapane è il suo primo libro. 

Autore: Margherita Capitò
Prima pubblicazione 24 settembre 2014
Editore:  Giunti Editore (5 gennaio 2017)
Lingua:  Italiano
Copertina flessibile:  176 pagine









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martedì 3 agosto 2021

Pasquale Capasso - L’ Incredibile Immaginazione di Mark Le Blanc

Pasquale Capasso

L’ Incredibile Immaginazione 

di Mark Le Blanc

  

Recensione – Opinione di

Luigia Chianese Books Review Blogger

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Mugnano di Napoli (Na) – 28 – 07- 2021


L’ autore scrive:
<< I racconti brevi sono un piccolo capriccio al quale
ho scoperto di non riuscire a resistere ….
Un racconto breve, d’altronde,
è frutto di un “impulso”
e può arrivare quando meno te lo aspetti: … >>.
Direi che è stato un buon “impulso” ed ha fatto più che bene l’autore Pasquale Capasso a non resistere a tale impulso perché questo piccolo libricino, di appena 43 pagine, è un delizioso mini Horror.
Come “silente lettore” inizio con il porgere i miei complimenti a Salvatore Gatti per la magnifica copertina di questo libro; i colori scelti, il tratto e la raffigurazione che ha utilizzato Salvatore rendono merito al contenuto del testo; complimenti!
Passiamo al lavoro di Pasquale: Sfilante, accattivante, ipnotico! È vero che è un brevissimo racconto ma si ha fretta di leggerlo per poi rileggerlo e gustarlo di nuovo.
Alla fine della lettura ho avuto la netta impressione, (impressione sia chiaro non sono un medico)  di trovarmi di fronte a un caso di maladaptive daydreaming (in italiano "sogni ad occhi aperti disadattivi") noto anche come disturbo da fantasia compulsiva, che in parole povere è una forma disordinata di assorbimento dissociativo associato a un'attività di fantasia intensa e smisurata che spesso coinvolge scenari ben strutturati e immaginosi; devo dire che l’autore ha trasformato questo disturbo
, del piccolo protagonista del racconto, Mark Le Blanc, in un meraviglioso horror.
Azzeccatissimo anche l’utilizzo di serie/libri famosi come citazioni per descrivere situazioni ed emozioni, ad esempio come … - “Il signore degli Anelli” – Hunger Games – Futurama – etc. etc. … perché in linea con L’ Incredibile Immaginazione del piccolo Mark Le Blanc e il suo mondo.
Il finale è stato terrorizzante, non inaspettato, perché era più che chiaro che ci sarebbe stata come vittima, anche il piccolo Georgie, ma che lo scrigno fosse … Tranquilli niente spoiler. Ottima lettura! Consiglio di sostenere questo giovane e talentuoso scrittore. L.Ch. Il mio voto da 1 a 5 libri è 3. 📚📚📚🕮🕮

 

TRAMA
di Pasquale Capasso
L’ Incredibile Immaginazione 
di Mark Le Blanc
Ripresa da internet e/o dalla 4° di copertina:
"Sua madre e suo padre gli dicevano sempre che era un ragazzino dalla fervida immaginazione e che se l’avesse sviluppata nel giusto modo sarebbe riuscito a farsi strada nel mondo dell’editoria o, perché no, nel mondo cinematografico. Dopotutto sognare non costa niente, no? si dicevano. Ma avrebbero presto imparato che qualunque cosa a questo mondo esige un prezzo; che sia pisciare in una stazione della metropolitana o leggere qualche articolo dal proprio smartphone. Tutto ha un costo. Anche stimolare la fantasia di un bambino avrebbe portato con sé le sue conseguenze". L'incredibile immaginazione di Mark Le Blanc è un racconto breve a tinte horror.





CENNI SULLA VITA di:
Pasquale Capasso
Ripresa da internet e/o dalla 4° di copertina:
Pasquale Capasso nasce nel 1994 e vive nella ridente cittadina di Mugnano di Napoli (Na), situata al Nord del capoluogo Campano. Scrittore e praticante giornalista, ha pubblicato il suo primo romanzo nel 2019. Il suo racconto – Incubo di Natale – fa parte dell’antologia - Un Natale Horror. 


Editore Independent publisher (25 marzo 2021)
Illustratore: Salvatore Gatti
Lingua Italiano
Pagine: 43
Dimensioni 12.7 x 0.25 x 20.32 cm

Etichetta – Genere: Dark fantasy Horror Horror Psicologico Narrativa 

Narrativa Psicologica Mistero







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martedì 6 luglio 2021

Nadia Morbelli - Hanno Ammazzato la Marinin

Nadia Morbelli

Hanno Ammazzato la Marinin

 

Recensione – Opinione di

Luigia Chianese Books Review Blogger

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Mugnano di Napoli 21.06.2021

 

Detto Napoletanamente (ed io sono Partenopea)  questo libro è la descrizione di un giallo narrato attraverso “l’inciucio”, un giallo molto lento che vira al caos, forse giallo è eccessivo.
Si! Perché la protagonista parla tanto, e soprattutto giudica tanto, tra un aperitivo, mangiate d’ insalata e shopping. Lei è un tantino snob, la classica “sinistra al caviale” che mal si sopporta, di quelle che annoiano e rompono le palle con il loro metro di giudizio che credono infallibile.
Nadia, la protagonista, è  una - inciuciona passiva - ovvero di quelle più subdole e infami. Di quelle  - inciucione - non aperte al pubblico, ovvero quelle di cui lo sai che sono così, come la Signora Luisa del romanzo, ma Nadia è di quelle che “Votta ‘a pretella i annasconne ‘a manella”  (persona che non intende assumere le responsabilità dei propri comportamenti, persona vile e vigliacca) ma che poi sparlano, vogliono sapere e far parlare. Insomma la pettegola impicciona della peggior specie, ovvero quella che si nasconde e soprattutto definisce “gli altri inciucioni” mai se stessa.  Da pagina 195:
<< E come poteva essere altrimenti,
in un paese dove l’ impicciarsi dei fatti altrui
è il passatempo più diffuso?>>.
La scrittura però è buona, non è tediosa ed è accessibile nonostante il dialetto ligure, ma la storia è gialla solo di copertina. Il finale è noioso e striminzito e non dà soddisfazione, suspense e gusto. Eviterò gli altri due libri  - Amin che è volato giù di sotto -  e  - La strana morte del signor Merello – lo stile – inciucioso - , senza indizi, a me non piace! L.Ch.  Voto da 1 a quattro libri: 2 Libri (per pura bontà). 📚📚🕮🕮🕮

  

TRAMA

Hanno Ammazzato la Marinin

Nadia Morbelli

Ripresa da internet e/o  dalla 4° di copertina:
È la vigilia di Pasqua e Genova è sommersa da una pioggia torrenziale. Cullata dalle suadenti note di una musica jazz, Nadia Morbelli, redattrice quarantenne magra come un'acciuga e dai capelli rosso fuoco, è immersa in un più che meritato bagno caldo, quando improvvisamente nel palazzo salta la luce. Lì per lì non ci fa troppo caso. Tre giorni dopo, però, suona alla porta un agente di polizia per comunicarle che proprio quella sera, sul suo stesso pianerottolo, è stata ammazzata ''la Marinin'', la petulante vicina di casa. Una vecchiaccia davvero tremenda. Un ladro alle prime armi colto sul fatto? Può darsi. Ma allora perché non ha toccato l'argenteria e i soldi lasciati sul comò? La tentazione è troppo forte e Nadia si fa subito prendere dalla sindrome di Maigret, spronata anche dalle intriganti conversazioni col dottor Prini, vicequestore-letterato, ruvido d'aspetto ma di modi fin troppo gentili... Così, tra un salto alla bocciofila, quattro chiacchiere davanti a uno stoccafisso alla ligure, e i tête-à-tête con Prini che assumono sempre più l'aria di un flirt, Nadia comincia a individuare una pista davvero interessante. Una pista che affonda le radici in quelle terre e in un pezzo oscuro di storia d'Italia. Brillante, intelligente, comico, ''Hanno ammazzato la Marinin'' è un romanzo che, dietro l'appassionante intrigo giallo, mette magnificamente in scena i tic e i vizi della provincia italiana.
 
Editore :  Giunti Editore (9 giugno 2021)
Lingua :  Italiano
Copertina flessibile :  224 pagine
Etichetta/Genere: Giallo Narrativa Umoristica


CENNI SULLA VITA di:

Nadia Morbelli

Ripresa da internet e/o dalla 4° di copertina:
Nadia Morbelli, nata a Genova, è laureata in paleografia e specializzata nello studio di manoscritti umanistici. Collabora con diverse riviste specialistiche sia nazionali che internazionali. È redattrice presso una piccola casa editrice ligure. I momenti più belli della sua vita li trascorre in biblioteche polverose o viaggiando per il mondo. Attualmente vive fra Genova e il Basso Piemonte. Il suo primo romanzo è Hanno ammazzato la Marinin (Giunti 2012).



NOTA: 
Ho letto, girovagando su internet, che la si vuole considerare, con i sui appena tre libricini, la Camilleri Ligure; 
per piacere riesaminate la faccenda, non è al livello del Maestro, in futuro si vedrà, forse!








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martedì 22 giugno 2021

Francesco Cariti - Io sono Gordon Bloom

Francesco Cariti
Io sono Gordon Bloom

 

Recensione – Opinione di

Luigia Chianese Books Review Blogger

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Mugnano di Napoli 

14.06.2021

 

Diretto, glaciale, Gordon Bloom, psicopatico esaltato, il classico ribelle ma che fa subito simpatia e che, con sferzante umorismo e cinismo, narra la sua storia in prima persona.

Gordon Bloom si descrive fin dalle prime righe come un uomo che vuole non solo essere invidiato ma adorato come un Dio e lui è il primo che adora se stesso: Da pag.8.
<<Questo è il male delle religioni:
una volta che le abbracci ne diventi schiavo, 
archivi ogni capacità di discernimento
e le elevi ad alibi per ogni gesto. 
L’entità superiore che ero arrivato ad adorare ero io stesso.>>.

Nel testo abbiamo la sua dispotica e razionale ammissione, o meglio la sua verità o visione degli avvenimenti, quella che l’ha condotto al carcere e all’isolamento. Dal suo punto di vista, ovviamente, non è colpa sua per ciò che è accaduto, per le truffe, le bugie e gli omicidi che ha dovuto commettere, perché secondo il suo modo di pensare, e vedrete che è del tutto originale, tutti siamo dei potenziali assassini e lui è stato costretto a manifestare, eseguire, rispettare la sua natura perché era utile; un po' come lo scorpione con la rana. Da pag. 17:

<< Non ho fatto il male perché mi piaceva, ma perché mi serviva.

Non sono un immorale, sono un amorale.>>.

Gordon Bloom è un sociopatico allo stato puro, un autentico narcisista sfruttatore ma non è cattivo perché il male, inteso come dolore e sofferenza non gli interessa, non è il suo fine, perché la vita e i sentimenti degli altri esseri umani non gli interessano; ciò che ci vuole far intendere Gordon Bloom è che il male, che si genera dalle sue decisioni-azioni, è solo una conseguenza, un effetto collaterale degli avvenimenti. Lui è stato obbligato per necessità a fare del male, gioco forza! Gordon è sfacciato e pieno di sé ed è assorbito solo da se stesso; lui è l’essere più importante anche quando si racconta. Da pag.19:

<< … ma ricordatevi sempre che lo scopo di questo libro

è quello di farmi passare il tempo e non quello d’intrattenervi.>>.

Prima che Gordon Bloom ci narri direttamente gli eventi che dal marzo 2004 in poi l’hanno portato alle condanne di ben nove omicidi diretti più uno provocato e varie truffe, non posso non notare che da capitolo 1 a capitolo 3, parlando di sé, è subito chiara e lucida l’ immagine che ha di se stesso e di ciò che lui vuole che il mondo veda di sé:  ovvero uomo affascinante, di successo, egoista e calcolatore iniziando già da quando sfrutta la sua donazione di midollo per la sorella malata.

Gordon Bloom nel suo cammino trova il suo secondo ostacolo più grande, direi la sua nemesi, ovvero il tenente Vincent Primey, detective della squadra omicidi.

Il suo primo ostacolo, con il senno di poi, per sua diretta ammissione, da lui confessato nel racconto, e questa sarà una delle rarissime occasioni in cui Bloom ammetterà una sua debolezza, lo troviamo a pagina 74:

<< Il vero avversario era la mia prosopopea,

troppo grande da poter sconfiggere.>>.

Ritorniamo, però, per un momento al detective Vincent Primey, la nemesi, il suo secondo grande ostacolo, di cui Gordon Bloom ne parla in maniera misurata e di cui prova ammirazione ma anche rabbia. Primey è entrato nel suo cervello e l’ha sconfitto. L’affronto che mal digerisce Gordon Bloom è di essere stato capito, scoperto, superato e preso proprio dal suo opposto.

Il tenente Vincent Primey, al contrario di Bloom è persona socievole, discreta, generosa, gentile, modesta, riflessiva ed educata e l’essere stato sopraffatto da questo tipo di persona, ovvero quella tanto derisa e disprezzata da lui, è l’offesa maggiore che si potesse fare al grande Gordon Bloom. Non vi narrerò i fatti, quelli li scoprirete leggendo questo avvincente racconto, scritto da Francesco Cariti, ma ciò che vi dirò è che, nonostante tutto, Gordon Bloom resterà sempre un amorale non credente, anzi l’unico credo, anche in una cella d’isolamento del carcere di massima sicurezza di Cedar Junction, Massachusetts, sarà sempre se stesso. Da pagina 88:

<< Volevo essere invidiato.

C’è gioia nell’animo dell’uomo che viene invidiato.

L’invidia dà una sensazione inebriante di potere,

attesta che sei il migliore.>>.

Ciò che rende originale e in alcuni punti ironica questa storia narrata dall’autore Francesco Cariti, è la prospettiva diversa che ha dato al romanzo. Ovvero dei delitti, delle truffe e di un criminale narrati dall’angolazione dello stesso delinquente, in questo caso Gordon Bloom; un criminale non pentito di ciò che ha fatto ma pentito solo del suo piccolo errore e che spesso e volentieri ritiene fermamente e convintamente che non è lui ad essere in errore ma …

<< … Siete tutti potenziali assassini.>>.

Consiglio questo crime perché pulito, lucido, senza troppi fronzoli e senza esagerazioni, se pur storia di fantasia. Scritta con semplicità, buona scelta della terminologia e con un’ attenta gestione del ritmo e della leggera suspense. L.Ch.

Voto da tre a cinque libri: 3 e mezzo 📚📚📚📙🕮


TRAMA

Io sono Gordon Bloom

Francesco Cariti

Ripresa da internet e/o  dalla 4° di copertina:

Cosa spinge il figlio di due genitori modello a trasformarsi in un criminale senza scrupoli? Ma è davvero una trasformazione? Forse no. Forse il destino di ognuno di noi è segnato dalla nascita, e non c’è molto che possiamo fare per cambiarlo. Dal carcere di massima sicurezza di Cedar Junction, Massachusetts, Gordon Bloom ci narra la sua incredibile storia. Sta scontando la pena di tre ergastoli per un’impressionante serie di delitti. Tutto è nato da una menzogna che ha raccontato quando era un ambizioso mercante d’arte: da quella scintilla è nato un rogo. Un crimine ne ha generato un altro, poi un altro, un altro ancora, e Gordon si è ritrovato a inscenare una fuga rocambolesca per tutti gli Stati Uniti, inseguito dalla polizia, dall’FBI, dalla criminalità organizzata, dai cacciatori di taglie e dai giornalisti televisivi. Si è persino infiltrato in un campo di addestramento di suprematisti bianchi, assoggettandosi ai loro fanatici rituali e partecipando ai loro comizi farneticanti. Eppure, Gordon non è pentito di quel che ha fatto. Perché non si può sfuggire alla propria natura, secondo lui. Il vero crimine è assoggettarsi alle regole imposte dalla società. Un romanzo ricco di situazioni drammatiche ma anche pervaso di un cinico umorismo, che vi terrà incollati alle pagine, dalle prime righe fino all’inevitabile epilogo. 

Il libro è pubblicato in esclusiva su Amazon: 

Libro di carta https://www.amazon.it/sono-Gordon-Bloom-Francesco-Cariti/dp/ B0942D2XYN/

e-book https://www.amazon.it/sono-Gordon-Bloom-Francesco-Cariti-ebook/dp/ B09415W8TT/


Editore : Independently Published (3 maggio 2021)

Lingua : Italiano
Copertina flessibile : 322 pagine
Dimensioni : 15.24 x 2.06 x 22.86 cm

CENNI SULLA VITA di:

Francesco Cariti

Ripresa da internet e/o dalla 4° di copertina:

Francesco Cariti ha esercitato per vent’anni la professione di avvocato, ha insegnato diritto privato all’Università di Firenze e ha svolto mansioni di giudice onorario presso il Tribunale. Ha soggiornato per lunghi periodi negli Stati Uniti. Ora vive a Berlino. Io sono Gordon Bloom è il suo primo romanzo ed è il frutto — dichiara l’autore — di un desiderio naturale che appartiene a tutti noi:

«quello di riuscire a mantenere il controllo della propria vita».
Dalla sua pagina: Sono nato a Firenze, dove ho vissuto la maggior parte della mia vita esercitando la professione di avvocato e insegnando diritto privato all’Università. Avendone avuto abbastanza, ho deciso di dedicare il resto della mia vita a quello che più amo fare, cioè scrivere romanzi. Io sono Gordon Bloom è il frutto di quel desiderio naturale che è in tutti noi, protagonista del romanzo compreso, ma che spesso tendiamo a soffocare: quello di riuscire a mantenere il controllo della propria vita. Vivo a Berlino da dieci anni. Il suo sito è www.francescocariti.it

 


NOTA: Un mio particolare Ringraziamento a Ginevra Amadio
Responsabile Ufficio Stampa e Media dell'Agenzia "Scrittura a Tutto Tondo".  ginevraamadio@yahoo.it  -  www.scritturaatuttotondo.it

 

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