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venerdì 17 gennaio 2020

Sade – La Filosofia nel Boudoir

Sade 
La Filosofia nel Boudoir

(Donatien-Alphonse-François de Sade,
noto come il Marchese de Sade)

Recensione – Opinione
di

Mugnano di Napoli
03 novembre 2019

«Le atrocità, gli orrori, i crimini più abietti non devono meravigliarti, Eugénie: quel che c'è di più sconcio, di più infame e di più proibito dà alla testa che è un piacere... e ci fa sempre orgasmare nella maniera più deliziosa
  
E’ un libro scritto in forma di dialogo drammatico-filosofico e si scaglia principalmente contro la Monarchia, l’ Aristocrazia, e la Religione (Siamo nel 1795 a 3 anni dalla proclamazione della prima Repubblica dopo la Rivoluzione Francese.) e il palcoscenico di tutto ciò è il boudoir; ovvero la stanza da letto privata di una signora per bene.

Sembra un libro scritto da un maiale folle, questa sarebbe la conclusione più semplice e banale per una lettura “a prima sbirciata” ; un perverso essere che infetta un’innocente fanciulla; ma dietro a tutto ciò vi è qualcosa di più profondo e grande, vi è la libertà; questo è un autentico dramma socio politico. 
Quest' opera è l’ antimorale di de Sade, dove piega la vocazione pedagogica del dialogo filosofico al fine del libertinaggio e la sua dedica ne è una consapevolezza ...

«Voluttuosi di ogni età e sesso, dedico quest’opera a voi soli: nutritevi dei suoi principii, favoriranno le vostre passioni! E le passioni verso le quali certi freddi e piatti moralisti v’incutono terrore, sono in realtà gli unici mezzi che la natura mette a disposizione dell’uomo per raggiungere quanto essa si attende da lui. Obbedite soltanto a queste deliziose passioni! Vi condurranno senza dubbio alla felicità. Donne lascive, la voluttuosa Saint-Ange sia il vostro modello! Secondo il suo esempio, disprezzate tutto ciò che è contrario alle leggi divine del piacere che l’avvinsero tutta la vita. Fanciulle rimaste troppo a lungo legate ad assurdi e pericolosi vincoli d’una virtù fantasiosa e di una religione disgustante, imitate l’appassionata Eugénie! Distruggete, calpestate, e con la sua stessa rapidità, tutti i ridicoli precetti che vi hanno inculcato genitori imbecilli! E voi, amabili dissoluti, voi che fin dalla giovinezza avete come unici freni i vostri stessi desideri e come uniche leggi i vostri stessi capricci, prendete a modello il cinico Dolmancé! Spingetevi agli estremi come lui se, come lui, volete percorrere tutti i sentieri in fiore che la lascivia aprirà al vostro passaggio! Convincetevi, alla sua scuola, che solo ampliando la sfera dei piaceri e delle fantasie, solo sacrificando tutto alla voluttà, quell’infelice individuo conosciuto sotto il nome di uomo, scaraventato suo malgrado in questo triste universo, potrà riuscire a spargere qualche rosa tra le spine della vita.»

Questa non è pornografia, vizio, impudicizia, questa è lotta alla morale del tempo che vuole necessariamente, guidare, etichettare, tutto e tutti. Senza lasciare spazio all’ uomo e alle sue esigenze, alle leggi naturali; nel testo, sembrano mascherati ma vengono ben descritti, con minuzia e crudeltà, (sadismo) sia i piaceri del sesso che del corpo, ma anche molti precetti legati alla Rivoluzione e alla Nuova Repubblica.

E’ l’ altra faccia dell’ essere umano, il lato oscuro della luna che è in tutti noi; quella faccia irrazionale e selvaggia, che esiste in ogni essere vivente, che si scontra come un macigno contro quell'altra faccia, quella della logica e razionalità; è uno scontro tra titani ma il fine, secondo me, per il filosofo de Sade, è quello di far comprendere che nulla è veramente definito, recitabile, ma è tutto mutevole: nell’ animo, nel cuore, nel corpo e nello spirito, ed è solo l’ equilibrio/scelta delle parti che più generare un’esistenza felice e libera.  

“L’amore non lo si può considerare altro che l’effetto risultante 
dalle qualità di un bell’oggetto su di noi:
certi effetti ci trasportano, c’infiammano!
Se noi possediamo quell’oggetto, siamo contenti;
se non è possibile averlo, piombiamo nella disperazione.
Ma qual è la base di questo sentimento?… il desiderio.
Quali le conseguenze?… la follia.”

Nessuna delle due facce dell’ essere umano, come dicevo, potrà mai completamente prendere il sopravvento nell' esistenza umana, ma ciò che veramente l’ uomo può fare è Scegliere da che parte stare o Fondere le Parti; nessuna scelta è veramente sbagliata, questo, per me, è il messaggio del Marchese de Sade. 
L.Ch.

“Nessuna azione, per quanto singolare possiate supporla,
è veramente criminale;
e nessuna può realmente chiamarsi virtuosa.
Tutto è in rapporto ai nostri costumi e
all’ambiente in cui abitiamo.” 

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TRAMA
Sade – La Filosofia nel Boudoir

Ripresa da internet e/o  dalla 4° di copertina:
Più volte arrestato, processato e imprigionato, Sade persegue con tenacia la propria ricerca esistenziale. La sua filosofia dell'insurrezione permanente contro i limiti della condizione umana - per dissolvere le tenebre dell'ignoranza e dell'inconsapevolezza, per praticare il potere demiurgico della materia, della Natura, del singolo consapevole della sua unicità di materia pensante e desiderante - istituisce un potente reattivo a più dimensioni per chiunque vi si avvicini, sempre provocando reazioni emozionali e mentali, sempre comunque coinvolgendo in un confronto ravvicinato e conflittuale con il suo universo straordinariamente moderno.
Iniziare una quindicenne appena uscita dal convento ai piaceri e al crimine, conducendola di buon passo lungo la strada della depravazione, della blasfemia e della scelleratezza. È il piano messo a punto da tre libertini di lungo corso che attirano nel loro covo la giovane Eugénie per impartirle lezioni teoriche e pratiche di immoralità. Pubblicato anonimo nel 1795, il romanzo, subito violentemente osteggiato, piega la vocazione pedagogica del dialogo filosofico agli scopi del progetto libertino: nella reclusione del boudoir, i personaggi sadiani mettono in scena il rovesciamento della morale comune, in una tensione costante tra il passato che sovvertono e il nuovo ordine che aspirano a creare. Una tensione che si rispecchia nella sorte di Sade stesso, condannato alla galera dall'ancien régime e al manicomio dalla Rivoluzione, salutato ora come l'ultimo dei classici ora come il primo dei moderni.

Copertina flessibile: 233 pagine
Editore: Garzanti (30 settembre 2004)
Collana: I grandi libri
Lingua: Italiano

Prima pubblicazione1795
SceneggiaturaMarchese de Sade
GenereFilosofia e letteratura Erotica
AdattamentiPhilosophy in the Boudoir (1969)
Lingua originalefrancese


CENNI SULLA VITA
di:
(Donatien-Alphonse-François de Sade,
noto come il Marchese de Sade)
  
Ripresa da internet e/o dalla 4° di copertina:
Scrittore e libertino francese, Donatien-Alphonse-François de Sade, noto come il Marchese de Sade, è celebre per una serie di classici della letteratura erotica e per essere lo scrittore di alcuni saggi filosofici, quasi tutti scritti mentre si trovava in prigione. La sua opera e il suo pensiero lo hanno fatto considerare un esponente dell'ala estremista del libertinismo, nonché dell'Illuminismo più radicale e materialista. Il suo nome è all'origine del termine sadismo, atteggiamento che emerge dai suoi romanzi, incentrati sulla descrizione di comportamenti sessuali trasgressivi e perversi.
Durante la sua vita Sade venne accusato (con l'assenso della sua famiglia) di vari reati, come pratiche di violenza sessuale, sodomia, tentativi di avvelenamento e condotta immorale. Incarcerato per il reato di "libertinaggio" fu soprattutto la produzione di materiale pornografico, ovvero le sue opere letterarie, a metterlo nei guai. Fu perseguitato prima dal regime monarchico, poi, in quanto nobile, dalla Rivoluzione francese (a cui aveva aderito) e infine anche dal governo napoleonico. Fu rinchiuso alla Bastiglia (dove scrisse Le 120 giornate di sodoma) e per poco evitò la ghigliottina.
Passò la fine della sua vita in un manicomio, a Charenton, dove morì solo.
Per molto tempo dimenticato, è stato rivalutato e riscoperto solo nel XX secolo grazie ai surrealisti.

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martedì 19 marzo 2019

Catia Proietti - Da ora in poi

Catia Proietti
Da ora in poi 

Mugnano di Napoli (Na)
Teatro Comunale
Celebrazione della
Giornata della Legalità

Martedì 19 marzo 2019
ore 9:00 - 12:30

Questa è un opera di Educazione per tanto voglio iniziare da una frase, quella a pagina 170, quella che intitola la Lezione 10: 
<<Quando tutto è  sotto gli occhi di tutti, tutti smettono di vedere.>>. 
Ciò che è sotto gli occhi di tutti, in questo romanzo, è “La Scelta”.
Questo libro ci inviata a scegliere, a non arrendersi, soprattutto, utilizzando la novella di G. Verga, Rosso Malpelo, come sottofondo, ci inviata a non farci fermare dai pregiudizi e dall’ illegalità. Nel romanzo, il protagonista Claudio, sceglie di cambiare, sceglie, senza non poche difficoltà, botte e delusioni, di abbattere le barriere dei pregiudizi, quelle barriere che annullano i sogni e desideri.

L’ illegalità, che regna non solo nel suo quartiere romano, San Basilio, gioca sul mettere tutto davanti agli occhi di tutti per renderlo normale. L’illegalità desidera e alimenta l’ignoranza, la violenza, gli stereotipi e i pregiudizi; essa non vuole che l’individuo sia messo in grado di decidere della sua vita autonomamente, anzi fa in modo che sia l’ individuo a chiudersi nelle gabbie dei suoi stessi pregiudizi.

Claudio, invece, riesce ad andare oltre, attraverso lo sport, lo skateboard; riesce fisicamente e psicologicamente a saltare le barriere!

Questo testo vuole farci capire che non possiamo permettere a quattro  delinquenti disgraziati ed ignoranti, di farci allontanare dai nostri sogni e di impedirci di ascoltare il nostro cuore.
Nelle pagine 44 – 45 uno studente chiede:
<< A professoré ma secondo lei, 
al mondo, sono più le perone buone o quelle cattive? 
Se uno ascolta i telegiornali quelli cattivi sono proprio tanti!>> 

. . . <<Sono più i buoni, afferma infine con convinzione>> . . . 

<<Al mondo esistono più persone che creano, 
confronto a quelle che distruggono. 
Altrimenti non saremo qui, non trovate? 
Solo che noi, perché io mi considero tra i buoni, 
non facciamo rumore quando ci muoviamo. 
Siamo silenziosi. 
Invece i cattivi fanno un baccano terribile! 
Di loro parlano tutti, giornali, televisioni, 
cinema, per questo sembrano di più.>>.

A volte basta un singolo, ma a volte, anzi quasi sempre, servono più persone, però chiunque può diventare un esempio positivo, per se stesso e per gli altri. 
Ed ecco cosa possiamo fare noi!  Combattere ed essere d’esempio, e come viene detto dal protagonista a pagina 210
:<<Pensai tra le lacrime che finalmente 
i buoni avevano cominciato a fare rumore>>.
Facciamo rumore anche noi buoni! Claudio, quando si esibisce sul Vert half-pipe, sceglie di volare, sapendo che può cadere e farsi molto male, ma vola, perché sceglie di ascoltarsi ed è questo che dovremmo fare tutti.
Il dott.re Giovanni Falcone, (magistrato Italiano ucciso dalla mafia; strage di Capaci) un giorno disse:
<<Che le cose siano così, 
non vuol dire che debbano andare così. 
Solo che, quando si tratta di rimboccarsi le maniche 
e incominciare a cambiare, 
vi è un prezzo da pagare, 
ed è allora che la stragrande maggioranza 
preferisce lamentarsi piuttosto che fare.>>.

E Noi, come il Claudio del romanzo, dobbiamo iniziare a fare! L.Ch.

Presentazione video da parte dell’ autrice

Video da You Tube


TRAMA 
Da ora in poi
Catia Proietti
Ripresa da internet e/o dalla 4° di copertina: 
Claudio, tredici anni, è nato e cresciuto a San Basilio, quartiere problematico della periferia romana. Appassionato di skateboard, rivela il suo talento iniziando a frequentare uno skatepark nelle vicinanze. Ma a casa la situazione è difficile: orfano di madre, vive con il padre Dario che, inabile al lavoro a causa di un incidente, sfrutta l'abilità del figlio per spacciare droga. Claudio ha un sogno, vorrebbe diventare uno skater professionista, ma si sente vittima di un destino imposto dai condizionamenti sociali ed è deluso dal mondo degli adulti. La scuola e lo sport gli offrono un'opportunità di riscatto e, in un susseguirsi di avvenimenti a ritmo serrato, Claudio sceglierà di ribellarsi.


CENNI SULLA VITA di:

Catia Proietti


Catia Proietti
Ripresa da internet e/o dalla 4° di copertina:
L’uomo conquistava la luna e io nascevo pochi giorni dopo.Un momento storico di grande fiducia nelle capacità umane e di grande apertura, ma nonostante ciò io sono nata con il mal di mondo, una malattia autoimmune che provoca un devastante moto di ribellione verso ogni forma di ingiustizia, per cui se qualcuno dall’altra parte dell’emisfero soffre, io soffro con lui.C’è chi trascorre una vita senza vedere né sentire e chi vede e sente in eccedenza. All’inizio è stata dura. Ho pensato spesso di essere fuori luogo e fuori tempo.  Meglio rifugiarsi in un libro che vivere la difficile quotidianità delle relazioni. Ma i libri ti aprono alla vita. Ti obbligano a guardarti e scoprirti. Fatti forte, mi hanno suggerito, e io li ho ascoltati: grandi amici i libri! Mi sono diplomata assistente sociale, ma ho esercitato per pochi anni. Lavoravo per un Pronto Intervento Sociale Notturno e ho vissuto a Roma situazioni per le quali si potrebbe sceneggiare una serie televisiva firmata Netflix. Ma quella vita andava bene fino a quando non ho desiderato avere dei figli. Così decisi per un altro lavoro, partecipai a un concorso per educatrice d’infanzia e lo vinsi. Lavorare con i bambini è ogni giorno una sorpresa. Ti chiedono energia, ma te la restituiscono in abbondanza. Sono piccola fisicamente e mi capita di scomparire dietro lunghi silenzi. Però sono nata sotto il segno del leone e vengo da una famiglia di operai, gente che non si è mai tirata indietro di fronte alle fatiche, gente che si è duramente conquistata tutto quello che ha.  E io sono come loro. Non riesco a stare in finestra a guardare. Nessuno di noi, oggi, dovrebbe permetterselo. Abbiamo un mondo da ricostruire, che aspettiamo a farlo? Ho due figli e ho una responsabilità nei loro confronti. Per educare alla coerenza, in un mondo di incoerenti, devi essere coerente. Non è uno scioglilingua. Ho avuto dei grandi dolori che hanno prodotto delle grandi crisi. Ma lì dove c’è una crisi c’è un’opportunità, altrimenti non potrebbe esserci crescita. Vivo in un difficile quartiere di periferia e ho compreso che dovevo muovermi, che quello che facevo da sempre, ossia leggere, poteva essere il mio contributo e la medicina contro il mal di mondo che mi attanaglia. Ho iniziato a collaborare con la biblioteca, la libreria e le altre realtà territoriali per promuovere iniziative culturali e creare un circolo virtuoso di buone energie, grazie alle quali ci si possa sostenere a vicenda. E poi ho cominciato a scrivere seriamente. Il che significa che ho smesso di vomitare il mio dolore su un foglio, mi sono assunta la responsabilità di ciò che dicevo. Ho cominciato a fare: troppi parlano e si lamentano, pochi fanno. Quando sono arrivati i primi risultati del mio lavoro, fosse un concorso letterario vinto o la vendita di una sceneggiatura, mi sono sentita incoraggiata e allora ho cominciato a crederci. Scrivere è la mia azione. Mi consente di conoscere nuove persone e nuovi progetti, mi porta a collaborare nelle librerie, nelle scuole, in paesi che non conoscevo, ad abbracciare persone mai viste. Scrivo per costruire ponti. Perché incoraggiando m’incoraggio e non mi sento più sola. Le mie giornate sono intense, incastri di appuntamenti, pensieri, figli e letture, se sono stanca ricorro a un dolce pur sapendo tutto quello che c’è da sapere circa la sublimazione con il cibo, ma sono golosa e mia madre è una cuoca in pensione. Non posso uscirne vittoriosa. Allora chi sono io? Sono una donna, un’assistente sociale, un’educatrice d’infanzia, una moglie, una madre, una figlia e come tutte le donne vivo una vita multitasche in cui questi ruoli s’intersecano. Scrivo alle quattro e mezza o alle cinque del mattino, quando la casa è ancora nel silenzio e prima di andare a lavoro, prima di aver preparato qualcosa per il pranzo dei miei ragazzi. Scrivo a fatica perché come ben sapeva Virginia Woolf una donna fatica a trovarsi “una stanza tutta per sé”. Ma quando riesco a costruirla, quella stanza, le pareti sono azzurre e il cielo è tempestato di farfalle: mi ricordano che il mal di mondo mi schiaccia a terra, mentre io invece voglio volare.

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