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martedì 10 agosto 2021

Margherita Capitò - Il Delitto Della Via Accattapane

 Margherita Capitò

Il Delitto Della 

Via Accattapane

 

Recensione – Confronto di

Luigia Chianese Books Review Blogger

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Mugnano di Napoli –22.07. 2021

 

Questa non è una vera e propria recensione diciamo che è una recensione/confronto, forse anche cattivella, che non ho potuto non fare.

Un libro di 170 pagine circa che scorrono velocemente, niente di geniale ma si lascia leggere sotto un ombrellone. Scritto da una donna, al suo primo romanzo, e come protagonista vi è una donna, precisamente “La Commissaria”.

Ora leggetemi bene, volevo scrivere “leggetemi con attenzione” non bene, ma sono Partenopea tollerate, per favore, le mie espressioni napoletane (Sientm’ Buon) tradotte in italiano: preparatevi sparo la bomba:

La Commissaria, la dott.ssa Sonia Castelbarco è, a parer mio, un perfetto alter ego femminile di Salvo Montalbano, sapete tutti chi è Montalbano vero? Immagino i fan in preda ad un attimo di soffocamento emotivo! 

Lei, guarda un pò! Adora il mare, scappa, appena può, al mare, non nuota ad oltranza come Salvo, ma fa vela, ma il mare "l’attrae assai"; abita in una villetta solitaria, anche lei, ma che coincidenza! (Ma la casa sulla spiaggia di Marinella con terrazzino sul mare della Sicilia non l’ha, e li parte il volgarissimo gesto dell’ombrello da nasce da un fantasma dispettoso che vive tutto nella mia testa.)  Lei adora mangiare, come Salvo Montalbano, ma ha una cosa in più, la commissaria, è esperta di vini; altra particolarità: Salvo Montalbano ragionava mentre era in pausa, fuori dal commissariato, ed anche la bella Commissaria Sonia ha questa abitudine. La Commissaria, poi, ha un modo d' investigare un po' fuori dagli schemi, come Salvo Montalbano, dirige il commissariato come una famiglia allargata, come Salvo Montalbano, (manca solo Catarella, ma forse no!) affiancata, nel suo commissariato, dal suo manipolo di fedelissimi, come Salvo Montalbano; il Vice Commissario, l’ Ispettor dott. Pasquale Cirillo, il Napoletano, che sarà l’ infiltrato, nelle vicenda narrata, mi ricorda il buon Giuseppe Fazio sempre, della serie Montalbano di Camilleri; abbiamo, poi, l’Ispettore Salvatore Giampiccolo, chiamato Ninì, lo sciupafemmine, che mi ricorda, ovviamente, il vice di Montalbano, lo sciupafemmine per eccellenza, Mimì Augello, anche se Ninì capitolerà d’amore per la sua bella Sonia; il vice Ispettore Antonini Fulvio, altro fedelissimo; e non poteva mancare un Medico Legale che state certi farà la sua strada, altri agenti con vari soprannomi, tipo Francesco Zanon, Veneziano, detto perciò Gondola, ed infine un allegro Questore; in questo caso un Questore molto disinvolto, non voglio spoilerare, ma da pagina 85:

<< è solo un uomo d’ordine.

E se c’è qualcosa di più pericoloso di un uomo di potere,

è proprio un uomo d’ordine.>>

 - << Perché>> -

<< Perché un uomo di potere è prevedibile.>>.

Il disinvolto Questore di questo romanzo è il dott.re Cesaroni, e non vi racconto come i rapporti tra i Questori e Salvo Montalbano siano particolari, che coincidenza!

Alla storia principale, giusto per trovare ancora altre similitudini con Camilleri, vi è una sotto storia, in questo caso, l’amore di Ninì per la bella Sonia e la storia del medico Michele Rocca, ex carcerato per “imputazione politica di stampo brigatista”! Storia nella storia, tipico modus operandi narrativo del Maestro. E per finire, come nelle peggiori tradizioni italiche anche qui chi è di “sinistra” è meglio tollerato … ma lasciamo perdere la politica su questo piano. 

Vogliamo parlare delle decisioni prese al limite della legalità, tipo far partecipare un civile, solo perché ha il porto d’ armi e sa sparare, in una irruzione armata? Queste sono bravate che si può permettere solo Salvo Montalbano al culmine della sua popolarità ed esperienza sul campo, non una giovane Commissaria alle prime armi, forse la si voleva rendere audace e sfrontata verso le regole come Montalbano. È, però, sull’ espressione a pagina 127:  

<< il saltafosso funzionò>>

tipica strategia interrogativa/investigativa di Salvo Montalbano, lo “Sfunnapedì” per l’appunto, che posso affermare che l’autrice, Margherita Capitò, sembra molto, ma molto, ma molto liberamente ispirata dal grande maestro Andrea Camilleri.

Tutto questo per farvi capire com’ è l’andazzo di questo giallo! Sapete però che vi dico! Che nonostante tutto il lavoro è bello, scritto bene, (non siamo ai livelli di Camilleri sia chiaro), ma è un buon lavoro, completo, leggibile, scorrevole, mai noioso, e con un bellissimo ed originale finale.

E per puro piacere personale desidero concludere con una citazione da questo libro, quella a pagina 96:

<< Ha ragione, ma sa com’è: ognuno è segnato dalla propria storia.>>.

Il mio voto, d’ incoraggiamento, è un bel 3 libri su 5. Buona lettura L.Ch.

VOTO: 📚📚📚📖📖

 

TRAMA

Il Delitto Della Via Accattapane

Margherita Capitò

Ripresa da internet e/o dalla 4° di copertina:
Un'auto incendiata lungo la via Accattapane, nel mezzo della campagna, tra vigne e oliveti; accanto, il corpo di un uomo, per metà carbonizzato. Una scena a cui la polizia non pensava certo di dover assistere nella tranquilla località turistica di Donoratico. Il caso vuole che in quegli stessi giorni un nuovo commissario sia approdato nella cittadina: è Sonia Castelbarco ed è appena arrivata dal nord Italia. Nonostante la giovane età, una massa di ricci ribelli e due occhi azzurro mare, Sonia è una donna lontana dagli stereotipi: ama cenare da sola al ristorante, fare lunghe nuotate per schiarirsi le idee, e una squadra tutta al maschile non le fa per niente paura ... anzi. Con l'aiuto dell'ispettore Giampiccolo, napoletano dalla battuta sempre pronta, tutt'altro che immune al suo fascino, si getta a capofitto nella sua prima indagine, complicata dall'arresto di Maurizio Venturini, un figlio di papà arrogante e viziato, coinvolto in un giro di cocaina. Ben presto, però, quello che sembrava un banale delitto di droga si colora di tinte più inquietanti: un intrigo mafioso internazionale, in cui si nasconde il peggior malaffare intrecciato alla politica.

 









CENNI SULLA VITA di:

Margherita Capitò

Ripresa da internet e/o dalla 4° di copertina:
Margherita Capitò è nata a Lisbona nel 1971 da padre siciliano e da madre francese. Ha studiato in Italia e dopo il liceo classico, si è laureata in lettere. Ha vissuto per brevi periodi in Marocco, Grecia e Luisiana. È stata corrispondente dal Marocco per alcuni periodici francesi. Vive fra la Provenza e la Toscana e Il delitto della via Accattapane è il suo primo libro. 

Autore: Margherita Capitò
Prima pubblicazione 24 settembre 2014
Editore:  Giunti Editore (5 gennaio 2017)
Lingua:  Italiano
Copertina flessibile:  176 pagine









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martedì 27 luglio 2021

Shimada Sōji - Gli Omicidi Dello Zodiaco

Shimada Sōji
Gli Omicidi 
Dello Zodiaco

 

Recensione – Opinione di

Luigia Chianese Books Review Blogger

Blog Libri e Opinioni

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Mugnano di Napoli -16.07. 2021

 

Diretto, Shimada Sōji l’autore, nella prima parte del libro immerge, di colpo, il lettore nel pieno degli eventi e nei dettagli degli omicidi. Nella seconda parte, invece, dà voce a due improbabili investigatori:un maestro astrologo, dal carattere chiuso e schivo e un illustratore curioso ed appassionato di misteri. Tanti sono i discorsi tra loro due, a volte eccessivi ma sono un bel modo per introdurre noi lettori occidentali nella forma mentis dei Nipponici. È un giallo ma è anche una sfida al lettore; soprattutto quando lo stesso autore s’ intromette nel testo, per ben due volte, tra i capitoli tre e quattro e poi tra i capitoli quattro e cinque, facendoci capire che oramai si hanno a disposizione tutti gli elementi del puzzle e che basta solo metterli insieme; ma si è all’ altezza? Non sono stata capace, devo ammetterlo, avevo intuito anzi capito chi fosse l’assassino/a ma non avevo capito il come degli omicidi e diciamola tutta ero incerta sul movente. Da pagina 119:
<<L’Amara verità è spesso coperta da falsi sorrisi.>>.

Un Cold Case a tutti gli effetti, un’indagine più mentale che pratica ecco cosa è questo racconto. Anche negli omicidi i Giapponesi sono maniacali, precisi, razionali e vendicativi tanto da portare avanti un mistero per oltre 40 anni per poi arrendersi al destino. (Non voglio spoilerare, capirete arrivati ai capitoli finali).

La lettura è scorrevole, semplice ed interessante; la suspense la troviamo principalmente all’inizio e verso la fine del libro, mentre i capitoli centrali sono più statici. Il linguaggio è chiaro e sono molto utili sia la genealogia della famiglia Umezawa, presentata all’ inizio del racconto, sia i disegni dei corpi tagliuzzati e ricomposti che troviamo sparsi nel testo. Bellissimi, anche, i piccoli dettagli della storia del paese del Sol Levante e delle location, un viaggio tra il moderno e l’antico Giappone; ho apprezzato, anche, a fine libro, il glossario dei termini Nipponici almeno per quelli non traducibili con una sola parola. Non è il solito giallo all’inglese o all’americana a cui siamo abituati ma è un lavoro interessante, ovviamente bisogna sempre tenere conto delle differenze culturali che ci sono tra noi occidentali e gli asiatici e queste differenze di pensiero e azione sono piacevoli da scoprire e da apprendere. Consiglio questa lettura ed il mio voto in libri è 3 su 5 libri. Buona Lettura! L.Ch. 📚📚📚📖📖

 

TRAMA

Gli Omicidi Dello Zodiaco

Shimada Sōji

Ripresa da internet e/o dalla 4° di copertina:
Siamo in Giappone sul finire degli anni Trenta. Heikichi Umezawa, un uomo assai ricco, artista eccentrico, appassionato di astrologia e alchimia, una giovinezza trascorsa a Parigi, una vita all'insegna dell'occultismo, dell'estetismo e del lusso, viene ritrovato morto, il cranio sfondato da un oggetto appuntito, nel suo studio chiuso a chiave dall'interno. È mattina e ha nevicato per tutta la notte, non ci sono tracce e tutti i possibili sospetti hanno alibi di ferro. L'artista ha appena completato l'ultimo di una serie di dipinti di soggetto astrologico. Ma soprattutto, tra gli appunti di Umezawa, gli inquirenti scoprono un progetto assurdo e mostruoso: la creazione di Azoth, l'essere femminile perfetto, assemblando parti del corpo di due sue figlie, due figliastre e due nipoti. Ognuna di queste ragazze, tutte vergini comprese tra i diciotto e i venticinque anni, appartengono a segni astrologici diversi e ideali per formare la creatura che costituisce l'ispirazione e il sogno di ogni alchimista. Il fatto è che, poco tempo dopo la morte dell'artista pazzo, le sei ragazze Umezawa vengono effettivamente uccise e ritrovate, variamente smembrate, in luoghi diversi dell'arcipelago nipponico, ciascuno con una precisa valenza magica e simbolica. Chi ha ucciso Heikichi Umezawa? E chi ha messo in pratica il suo orrendo delirio? La Seconda guerra mondiale e la catastrofe del Giappone interrompono le indagini, ma trent'anni dopo un famoso maestro astrologo, appassionato di investigazioni, e il suo giovane assistente riprendono le fila di quel cupo enigma.

 

Autore: Sōji Shimada
Prima pubblicazione: 1981
Seguito da: Murder in the Crooked House
Editore‏: ‎ Giunti Editore (2 gennaio 2019)
Lingua‏: ‎ Italiano
Copertina flessibile‏: ‎ 320 pagine

 

CENNI SULLA VITA di:

Shimada Sōji

Ripresa da internet e/o dalla 4° di copertina:
Shimada Sōji È nato il 12 ottobre 1948 nella città di Fukuyama, Prefettura di Hiroshima, Giappone. La sua principale occupazione è di Romanziere ed il suo genere è la narrativa e il mistero. Soji Shimada si è laureato alla Seishikan High School di Fukuyama City, Prefettura di Hiroshima, e successivamente alla Musashino Art University come specializzazione in Design delle arti commerciali. Dopo aver trascorso anni come autista di autocarri con cassone ribaltabile, scrittore libero e musicista, ha debuttato come scrittore di gialli nel 1981 quando The Tokyo Zodiac Murders è stato selezionato per il Premio Edogawa Rampo. Le sue opere più famose in Giappone includono la serie Detective Mitarai e la serie Detective Yoshiki. Le sue opere spesso coinvolgono temi come la pena di morte, Nihonjinron (la sua teoria sul popolo giapponese) e la cultura giapponese e internazionale. Egli è un forte sostenitore di dilettanti Honkaku (cioè autentica, ortodossi) mistero scrittori. Seguendo la tendenza della Social School of crime fiction guidata da Seicho Matsumoto, è stato il pioniere del genere di mistero logico "Shin-Honkaku" (Nuova Ortodossa). Ha allevato autori come Yukito Ayatsuji, Rintaro Norizuki e Shogo Utano, e ha guidato il boom del mistero dalla fine degli anni '80 ai giorni nostri. In quanto padre di "Shin-Honkaku", Shimada viene talvolta definito "Il Padrino di Shin-Honkaku" o "Dio del Mistero". I suoi misteri dell'umorismo come Soseki and the London Mummy Murders e Let There Be Murder, Any Kind of Murder coinvolgono uno stravagante trucco misterioso così come elementi di satira, confusione, giovinezza e sopravvivenza. Negli ultimi anni, ha iniziato una nuova sfida: una serie animata chiamata "Taiga Novels", collaborata con il famoso illustratore Masamune Shirow. Al suo lancio nel gennaio 2008, lui e Shirow progettano di creare una serie di dodici libri tramite gli editori Kodansha BOX. In cima al BOX, Shimada tiene una colonna sulla celebre rivista, il Weekly Shincho. È anche a capo di due nuovi concorsi di Amateur Mystery Novel: il primo "The City of Roses Fukuyama Mystery Award" per scrittori dilettanti in Giappone e il "Soji Shimada Mystery Award" a Taiwan, sponsorizzato dalla società Crown Publishing. Nel 2019 è entrato a far parte del gruppo curato di pluripremiati autori giapponesi Red Circle Authors.


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martedì 20 luglio 2021

Philip Roth - L’ Animale Morente

Philip Roth
L’ Animale Morente
 
Recensione – Opinione di
 
Mugnano di Napoli (Na) –  07.07.2021
 
Questo romanzo, (The Dying Animal, 2001) dello scrittore Philip Roth, è il terzo libro con il personaggio di David Kepesh, i precedenti sono - Il Seno - (The Breast, 1972) e – Il Professore di Desiderio - (The Professor of Desire, 1977).
Anche qui l’ossessione per il corpo della donna e principalmente del seno la fa da padrone. I punti focali del libro, però, sono la lussuria e il piacere ed il come averli e come viverli. Da pagina 19:
<< Ma è proprio la radicale sconvenienza 
che fa della lussuria la lussuria.>>.
David Kepesh, protagonista maschile dell’opera, è affascinato, in uno dei suoi corsi, da una studentessa; lei è una deliziosa cubana di nome Consuela Castillo. Questa semplice, alta, giovane e bella donna diventa la sua ossessione per stessa ammissione di David. Nasce una relazione erotica tra i due ma David Kepesh s’ innamora in modo tormentoso dei seni e del corpo della sua studentessa, ma riesce comunque a mantenere una seconda relazione con una vecchia amante; questa vecchia amante è quasi un rifugio o meglio salvezza dalla sua angoscia di vivere con o senza Consuela. Da pagina 19:
<< … Consuela era sempre nei miei pensieri,
per questo, con lei o lontano da lei, non mi sentivo mai sicuro di lei.
Il lato ossessivo di tutta la faccenda era terribile.>>.
David Kepesh oltre ad essere ossessionato dal corpo di Consuela ne ha anche timore perché, causa la differenza di età e la paura d’invecchiare, non riesce a impegnarsi con serietà, infatti preferisce mantenere la relazione su un piano solo fisico e sessuale, ma nel profondo, pur amando la libertà e la promiscuità nelle storie, non vorrebbe dividere e condividere la sua Consuela con nessuno. La ragazza, a sua volta, non riuscirà a trovare negli anni, nessun uomo, della sua stessa età, che riesca a soddisfare il suo bisogno di venerazione e devozione al suo corpo e ai suoi seni cosa di cui Kepesh era maestro. La disperazione di entrambi si palesa quando il professore David Kesper, ricontattato dopo diversi anni da Consuela, viene a sapere dalla stessa che dovrà subire la perdita di un seno a causa di una mastectomia e come ultimo momento di sensuale idillio fisico e mentale Consuela chiede al suo professore di scattare delle foto al suo glorioso seno. Ma il romanzo non termina così ma s’immerge in labirintici pensieri che si sono voluti sempre mantenere distanti o sminuirli ma che in realtà albergano in ogni essere e per quanto ne voglia dire anche in David Kepesh.  Da pagina 73:
<< L’ unica ossessione che vogliono tutti: l’“amore”.>>.
Il tormento di David Kepesh non finirà mai perché nel profondo della sua anima, della sua cultura, del suo sapere, dei suoi ragionamenti, dei suoi propositi sa che anche lui brama la medesima cosa di tutti gli esseri umani: L’ Amore.
Questo romanzo mentalmente capriccioso, esplorativo nei pensieri e nei desideri è meraviglioso e la magistrale potenza linguistica, elegante ma anche aperta e sfacciata, di Philp Roth, lo rendono un ennesimo capolavoro. L.Ch.
Mio voto da 1 a 5 libri è 4 Libri. 📚📚📚📚🕮
 
Note:
- In molte edizioni, in cui è stato tradotto questo romanzo, si mostra in copertina un dipinto di Amedeo Modigliani del 1971 - La grande Nù .  Nel romanzo, Consuela, la protagonista femminile, spedisce a Kepesh una cartolina raffigurante. Le grand nu, e Kepesh immagina che la donna del dipinto sia il di lei alter ego.
- Nel 2008 è stato realizzato un adattamento cinematografico con il titolo: Lezione d’Amore - Regia di Isabel Coixet e con Penelope Cruz nella parte di Consuela e Ben Kingsley in quella di David Kepesh.  
 
TRAMA
L’Animale Morente
Philip Roth
Ripresa da internet e/o  dalla 4° di copertina:
Da trent'anni, da quando la rivoluzione sessuale ha bussato alla sua porta, il professor David Kepesh tiene fede al suo giuramento: non avere mai una relazione stabile con una donna. Ma un giorno, nell'aula del suo corso di critica letteraria all'università, entra Consuela Castillo, ventiquattrenne di una bellezza conturbante, una ragazza cubana alta e affascinante che scatena il desiderio e la gelosia del maturo professore.
 
Prima Pubblicazione: 2001
Autore: Philip Roth
Titolo originale: Dying Animal
Lingua Originale: inglese
Adattamenti: Lezione d’Amore (2008)
Preceduto da: Il Professore di desiderio
Editore:  Einaudi (8 ottobre 2013)
Lingua:  Italiano
Copertina flessibile:  114 pagine
Dimensioni:  13.4 x 1 x 20.8 cm
 




CENNI SULLA VITA di:
Philip Milton Roth
Ripresa da internet e/o dalla 4° di copertina:
Philip Milton Roth è nato a Newark, nel New Jersey, il 19 marzo 1933, figlio di immigrati galiziani di origine ebraica. è stato uno scrittore statunitense. Frequenta la Rutgers University di Newark per un anno, poi si trasferisce alla Bucknell University in Pennsylvania, dove si laurea con lode in inglese; in seguito, ha conseguito il master alla Chicago University in letteratura anglosassone. Si è dedicato poi brevemente all'insegnamento, tenendo corsi di scrittura creativa e di storia della letteratura alle università di Iowa e a Princeton. Ha poi insegnato letteratura comparata all'Università della Pennsylvania fino al 1991, quando ha deciso di dedicarsi a tempo pieno al solo esercizio della scrittura. Dopo l'università ha anche prestato servizio militare per due anni, durante i quali ha scritto racconti e recensioni per qualche rivista (Et CeteraChicago ReviewEpochCommentaryThe New Republic ed Esquire e finalmente The New Yorker e The Paris Review).
È stato uno dei più noti e premiati scrittori statunitensi della sua generazione, considerato non solo tra i più importanti romanzieri ebrei di lingua inglese. È conosciuto in particolare per il racconto lungo Goodbye, Columbus, poi unito ad altri cinque più brevi in volume (premiato con il National Book Award), ma è diventato famoso con Lamento di Portnoy, da alcuni considerato scandaloso. Da allora si è ritagliato un posto di grande interesse e attesa in occasione dell'uscita di ogni titolo, forte di una produzione ampia e costante e grazie allo scontro tra estimatori e detrattori che lo accusano di utilizzare un linguaggio troppo aperto e scurrile. È stato proposto più volte per il Premio Nobel, che non ha mai ottenuto, pur essendo stato premiato con altri riconoscimenti. I suoi romanzi tendono a essere autobiografici, con la creazione di alter ego (il più famoso dei quali è Nathan Zuckerman, che appare in diverse opere), con personaggi che portano il suo vero nome e persino usando personaggi che si chiamano Philip Roth, ma non sono lui (come in Operazione Shylock). Oltre alla vena autobiografica, i suoi ritratti famigliari e di quartiere diventano fortemente esemplari dell'umanità della zona (la periferia a ovest di New York e soprattutto Newark) e dell'epoca, tanto da contribuire a dipingere un'identità personale e collettiva. Il 10 novembre 2012, all'età di 79 anni, Roth ha annunciato pubblicamente in un'intervista alla rivista francese Les Inrockuptibles il suo addio alla letteratura, usando questa metafora: «Alla fine della sua vita il pugile Joe Louis disse: "Ho fatto del mio meglio con i mezzi a mia disposizione". È esattamente quello che direi oggi del mio lavoro. Ho deciso che ho chiuso con la narrativa. Non voglio leggerla, non voglio scriverla, e non voglio nemmeno parlarne». Poche ore dopo, la notizia è stata confermata dal suo editore Houghton Mifflin. L'autore ha anche precisato di aver dato istruzioni ai suoi parenti di distruggere il proprio archivio personale quando sarà morto, archivio che potrebbe contenere anche alcuni inediti. Contestualmente, ha abbandonato il proprio appartamento nell'Upper West Side di New York e si è definitivamente trasferito nella fattoria di sua proprietà nel Connecticut, dove nel marzo del 2013 ha rilasciato una lunga intervista alla rete televisiva pubblica PBS per la serie American Masters.
Muore a New York il 22 maggio 2018, a 85 anni, a causa di un'insufficienza cardiaca.
 
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martedì 22 giugno 2021

Francesco Cariti - Io sono Gordon Bloom

Francesco Cariti
Io sono Gordon Bloom

 

Recensione – Opinione di

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Mugnano di Napoli 

14.06.2021

 

Diretto, glaciale, Gordon Bloom, psicopatico esaltato, il classico ribelle ma che fa subito simpatia e che, con sferzante umorismo e cinismo, narra la sua storia in prima persona.

Gordon Bloom si descrive fin dalle prime righe come un uomo che vuole non solo essere invidiato ma adorato come un Dio e lui è il primo che adora se stesso: Da pag.8.
<<Questo è il male delle religioni:
una volta che le abbracci ne diventi schiavo, 
archivi ogni capacità di discernimento
e le elevi ad alibi per ogni gesto. 
L’entità superiore che ero arrivato ad adorare ero io stesso.>>.

Nel testo abbiamo la sua dispotica e razionale ammissione, o meglio la sua verità o visione degli avvenimenti, quella che l’ha condotto al carcere e all’isolamento. Dal suo punto di vista, ovviamente, non è colpa sua per ciò che è accaduto, per le truffe, le bugie e gli omicidi che ha dovuto commettere, perché secondo il suo modo di pensare, e vedrete che è del tutto originale, tutti siamo dei potenziali assassini e lui è stato costretto a manifestare, eseguire, rispettare la sua natura perché era utile; un po' come lo scorpione con la rana. Da pag. 17:

<< Non ho fatto il male perché mi piaceva, ma perché mi serviva.

Non sono un immorale, sono un amorale.>>.

Gordon Bloom è un sociopatico allo stato puro, un autentico narcisista sfruttatore ma non è cattivo perché il male, inteso come dolore e sofferenza non gli interessa, non è il suo fine, perché la vita e i sentimenti degli altri esseri umani non gli interessano; ciò che ci vuole far intendere Gordon Bloom è che il male, che si genera dalle sue decisioni-azioni, è solo una conseguenza, un effetto collaterale degli avvenimenti. Lui è stato obbligato per necessità a fare del male, gioco forza! Gordon è sfacciato e pieno di sé ed è assorbito solo da se stesso; lui è l’essere più importante anche quando si racconta. Da pag.19:

<< … ma ricordatevi sempre che lo scopo di questo libro

è quello di farmi passare il tempo e non quello d’intrattenervi.>>.

Prima che Gordon Bloom ci narri direttamente gli eventi che dal marzo 2004 in poi l’hanno portato alle condanne di ben nove omicidi diretti più uno provocato e varie truffe, non posso non notare che da capitolo 1 a capitolo 3, parlando di sé, è subito chiara e lucida l’ immagine che ha di se stesso e di ciò che lui vuole che il mondo veda di sé:  ovvero uomo affascinante, di successo, egoista e calcolatore iniziando già da quando sfrutta la sua donazione di midollo per la sorella malata.

Gordon Bloom nel suo cammino trova il suo secondo ostacolo più grande, direi la sua nemesi, ovvero il tenente Vincent Primey, detective della squadra omicidi.

Il suo primo ostacolo, con il senno di poi, per sua diretta ammissione, da lui confessato nel racconto, e questa sarà una delle rarissime occasioni in cui Bloom ammetterà una sua debolezza, lo troviamo a pagina 74:

<< Il vero avversario era la mia prosopopea,

troppo grande da poter sconfiggere.>>.

Ritorniamo, però, per un momento al detective Vincent Primey, la nemesi, il suo secondo grande ostacolo, di cui Gordon Bloom ne parla in maniera misurata e di cui prova ammirazione ma anche rabbia. Primey è entrato nel suo cervello e l’ha sconfitto. L’affronto che mal digerisce Gordon Bloom è di essere stato capito, scoperto, superato e preso proprio dal suo opposto.

Il tenente Vincent Primey, al contrario di Bloom è persona socievole, discreta, generosa, gentile, modesta, riflessiva ed educata e l’essere stato sopraffatto da questo tipo di persona, ovvero quella tanto derisa e disprezzata da lui, è l’offesa maggiore che si potesse fare al grande Gordon Bloom. Non vi narrerò i fatti, quelli li scoprirete leggendo questo avvincente racconto, scritto da Francesco Cariti, ma ciò che vi dirò è che, nonostante tutto, Gordon Bloom resterà sempre un amorale non credente, anzi l’unico credo, anche in una cella d’isolamento del carcere di massima sicurezza di Cedar Junction, Massachusetts, sarà sempre se stesso. Da pagina 88:

<< Volevo essere invidiato.

C’è gioia nell’animo dell’uomo che viene invidiato.

L’invidia dà una sensazione inebriante di potere,

attesta che sei il migliore.>>.

Ciò che rende originale e in alcuni punti ironica questa storia narrata dall’autore Francesco Cariti, è la prospettiva diversa che ha dato al romanzo. Ovvero dei delitti, delle truffe e di un criminale narrati dall’angolazione dello stesso delinquente, in questo caso Gordon Bloom; un criminale non pentito di ciò che ha fatto ma pentito solo del suo piccolo errore e che spesso e volentieri ritiene fermamente e convintamente che non è lui ad essere in errore ma …

<< … Siete tutti potenziali assassini.>>.

Consiglio questo crime perché pulito, lucido, senza troppi fronzoli e senza esagerazioni, se pur storia di fantasia. Scritta con semplicità, buona scelta della terminologia e con un’ attenta gestione del ritmo e della leggera suspense. L.Ch.

Voto da tre a cinque libri: 3 e mezzo 📚📚📚📙🕮


TRAMA

Io sono Gordon Bloom

Francesco Cariti

Ripresa da internet e/o  dalla 4° di copertina:

Cosa spinge il figlio di due genitori modello a trasformarsi in un criminale senza scrupoli? Ma è davvero una trasformazione? Forse no. Forse il destino di ognuno di noi è segnato dalla nascita, e non c’è molto che possiamo fare per cambiarlo. Dal carcere di massima sicurezza di Cedar Junction, Massachusetts, Gordon Bloom ci narra la sua incredibile storia. Sta scontando la pena di tre ergastoli per un’impressionante serie di delitti. Tutto è nato da una menzogna che ha raccontato quando era un ambizioso mercante d’arte: da quella scintilla è nato un rogo. Un crimine ne ha generato un altro, poi un altro, un altro ancora, e Gordon si è ritrovato a inscenare una fuga rocambolesca per tutti gli Stati Uniti, inseguito dalla polizia, dall’FBI, dalla criminalità organizzata, dai cacciatori di taglie e dai giornalisti televisivi. Si è persino infiltrato in un campo di addestramento di suprematisti bianchi, assoggettandosi ai loro fanatici rituali e partecipando ai loro comizi farneticanti. Eppure, Gordon non è pentito di quel che ha fatto. Perché non si può sfuggire alla propria natura, secondo lui. Il vero crimine è assoggettarsi alle regole imposte dalla società. Un romanzo ricco di situazioni drammatiche ma anche pervaso di un cinico umorismo, che vi terrà incollati alle pagine, dalle prime righe fino all’inevitabile epilogo. 

Il libro è pubblicato in esclusiva su Amazon: 

Libro di carta https://www.amazon.it/sono-Gordon-Bloom-Francesco-Cariti/dp/ B0942D2XYN/

e-book https://www.amazon.it/sono-Gordon-Bloom-Francesco-Cariti-ebook/dp/ B09415W8TT/


Editore : Independently Published (3 maggio 2021)

Lingua : Italiano
Copertina flessibile : 322 pagine
Dimensioni : 15.24 x 2.06 x 22.86 cm

CENNI SULLA VITA di:

Francesco Cariti

Ripresa da internet e/o dalla 4° di copertina:

Francesco Cariti ha esercitato per vent’anni la professione di avvocato, ha insegnato diritto privato all’Università di Firenze e ha svolto mansioni di giudice onorario presso il Tribunale. Ha soggiornato per lunghi periodi negli Stati Uniti. Ora vive a Berlino. Io sono Gordon Bloom è il suo primo romanzo ed è il frutto — dichiara l’autore — di un desiderio naturale che appartiene a tutti noi:

«quello di riuscire a mantenere il controllo della propria vita».
Dalla sua pagina: Sono nato a Firenze, dove ho vissuto la maggior parte della mia vita esercitando la professione di avvocato e insegnando diritto privato all’Università. Avendone avuto abbastanza, ho deciso di dedicare il resto della mia vita a quello che più amo fare, cioè scrivere romanzi. Io sono Gordon Bloom è il frutto di quel desiderio naturale che è in tutti noi, protagonista del romanzo compreso, ma che spesso tendiamo a soffocare: quello di riuscire a mantenere il controllo della propria vita. Vivo a Berlino da dieci anni. Il suo sito è www.francescocariti.it

 


NOTA: Un mio particolare Ringraziamento a Ginevra Amadio
Responsabile Ufficio Stampa e Media dell'Agenzia "Scrittura a Tutto Tondo".  ginevraamadio@yahoo.it  -  www.scritturaatuttotondo.it

 

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