Andrea Camilleri
La Casina di Campagna
Tre memorie e un racconto
Recensione Opinione
di Luigia Chianese
Sabato 02 Febbraio 2019
Mugnano di Napoli
La mia Recensione – Opinione, per
questa volta, inizia così: Impossibile
non lasciare due parole per l’
impaginazione del libretto.
La mia è la copia rossa.
L’ immagine di copertina riproduce una
piastrella di maiolica proveniente dalla casa di campagna di Andrea Camilleri a
Porto Empedocle.
Le altre otto maioliche presenti in
questo volume si devono alla cortese disponibilità di Guido Frilli.
Edizioni Henry Beyle, costata 36,00
euro più 2,80 € di spedizione.
La dimensione è circa 19x19x1
E’ MERAVIGLIOSA!
Copio dal retro della copertina del mio
libro rosso:
Carta Tatami Ivory Sovraccopertina su
carte giapponesi
Tela Light Blue e Tant Select
carattere Baskerville corpo undici.
Immagini pluscolor, Milano Tipografia
Jona, Paderno Dugnano Legatoria Olona, Novate Milanese
Centocinquanta copie numerate in
macchina da 1 a 150 contengono la lastra originale del Colophon
Cinquanta copie numerate a mano da I a
L contengono la lastra originale di una pagina del volume
Cento copie fuori commercio sono
riservate agli amici di Andrea Camilleri
Milano Duemiladiciotto
Ora
la Recensione – Opinione
di Luigia Chianese
Per chi conosce A. Camilleri queste
bellissime pagine non sono una novità; spesso il Maestro ci ha parlato della
sua vita di ragazzino e di adolescente, di studente e di uomo adulto. Ogni
volta però l’ amore per la memoria, per la famiglia, per gli amici cari, per la
storia attraversata, (Camilleri è nato nel 1925) si rinnova con grande
entusiasmo.
Le tre memorie raccontate, in questo
delizioso volumetto, sono commoventi e gentili, prendono il cuore e l’anima
come possono fare solo i racconti di un affettuoso e fantasioso nonno.
Queste memorie non sono solo ricordi
personali di A. Camilleri, mi azzardo a dire che, sono un po' memorie collettive
di noi Italiani nella storia, nella cultura e nelle tradizioni italiane e in
particolare sicule.
Sono momenti consegnati alla storia che
vanno tenuti stretti nel cuore.
Il racconto inedito, invece, è
esilarante:
“Il tappatopo e altri topi”, sono anch’ essi racconti sfiziosi e
memorabili. Veramente piacevoli e avvincenti!
Interessante, soprattutto nella prima
parte, ritrovare due concetti tipicamente camilleriani: nella prima memoria
“Le Vacanze alla Casina ” a pagina 16 troviamo un passo dove Camilleri
scrive qualcosa di molto particolare sulla descrizione che gli autori fanno
della vita agreste: ...
<< Ora io sono convinto,
estremisticamente lo ammetto, che la vita di campagna possa essere usata come
<< mezzo >> in una pittura o in uno scritto letterario, ma che il
suo << assoluto >> sia indicibile, e di conseguenza in alcun modo
rappresentabile, consistendo proprio nell’esserci, nello starci, e non nel dire
di esserci, nel dire di starci, o peggio ancora nel raccontarci, per immagini o
per parola non importa, di esserci stato.>>.
Questo concetto di << assoluto
>>, della vita di campagna, << indicibile >> che l’ autore percepisce, per me, è dettato
dal suo immenso amore per la campagna stessa, ed è amorevole da parte sua, ma
penso che sia perfettamente “dicibile” anche questo, soprattutto e
principalmente, se legato ad emozioni e
ricordi molto forti, anzi è bello poterlo fare e lui lo fa magistralmente.
Alla fine, di questa prima memoria, infatti, deve
ammettere a pagina 21:
<< No, non ci casco. Sto esattamente
facendo quello che all’ inizio ho detto che non era da fare: sono caduto nella
più vieta delle rappresentazioni della vita in campagna.>>.
Per me è solo Amore.
Il secondo meraviglioso concetto che
non ho potuto non notare è tra pagina 17/18 della medesima memoria:
<< Quel chilometro e mezzo
costituiva un autentico viaggio, sia che fosse fatto a piedi, sull’asino, in
carrozza o in auto. Era il viaggio da una dimensione all’ altra, non era la
fuga dal traffico ( che allora non c’era), dallo smog (che allora non c’era),
dal ritmo frenetico di vita (che allora non c’era). Era andare verso un
mutamento dell’ esistere , verso la possibilità di una concezione diversa da
quella avuta fino al giorno avanti dello spazio e del tempo.>>.
Il passaggio “dimensionale” di cui narra Camilleri, non è solo un
passaggio fisico, di << spazio >> da una struttura/casa all’ altra è un autentico passaggio emotivo ed
esistenziale, che si evolve in un << tempo >> interiore; è un passaggio che coinvolge non solo il
pensiero e il corpo ma tutti i sensi (lo si vedrà nei racconti, non vi anticipo nulla,
tranquilli! ) e che all’ epoca in cui è ambientato il ricordo, già si percepiva
forte e chiaro ed è ancora più chiaro e aggiungerei nostalgico per noi lettori
del 2019 che viviamo tra reale e soprattutto/purtroppo nel troppo virtuale!
Grazie Maestro per queste piccole ma
intense riflessioni che ci permette di fare!
L.Ch.
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Pagina 7 Piastrella maiolicata.
Manifattura Maiurino Napoli, 1850
Pagina 9 Piastrella maiolicata.
Manifattura Sperandeo Vietri sul Mare, 1870
Pagina 23 Piastrella maiolicata.
Manifattura Bruno Napoli 1850
Pagina 33 Piastrella maiolicata.
Manifattura Mosca e Compagni Napoli, 1890
Pagina 47 Piastrella maiolicata.
Manifattura Albanese Palermo, 1890
Pagina 53 Piastrella maiolicata.
Manifattura sconosciuta Torre del Greco, 1825
Pagina 71 Piastrella maiolicata.
Manifattura Ruggiero Santo Stefano di Camastra, 1890
Pagina 83 Piastrella maiolicata.
Manifattura sconosciuta Vietri sul Mare, 1850
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Andrea Camilleri – La Casina di Campagna
Trama
Tre ricordi degli anni giovanili e
un’invenzione narrativa, a delineare, intorno alla casa di campagna dei nonni,
un’idea di felicità.
Tre testi autobiografici e una prosa
d’invenzione a ricostruire precisi ricordi d’infanzia. La memoria della casa di
campagna attraverso le lunghe estati – da maggio a settembre – trascorse da
Andrea Camilleri in un luogo dalle numerose stanze, dal ricco frutteto e dalla
vista che si estendeva verso il mare, deposito di antiche automobili e di
paramenti sacri, popolato da una vasta parentela, da accorti ingegneri, anziani
poeti, topi di inaudita intelligenza. Carte pregiate, tra cui quella giapponese
di sovraccopertina dal particolare impasto a richiamare la superficie di una
antica parete, e la riproduzione di nove piastrelle maiolicate applicate a
mano, delle quali una proveniente proprio dalla residenza estiva, rivelano,
accanto ai testi, la luminosità e i colori della casa, e racconti, carta,
immagini affidano ai lettori la conservazione di un luogo unico che il tempo,
nella sua realtà, ha irrimediabilmente distrutto.
Il libro è realizzato con Carta Tatami
Ivory. Sovraccopertina carte giapponesi. Tela Light Blue e Tant Select. Nove
immagini applicate a mano.
Editore: Henry Beyle Anno edizione: 2019
In commercio dal: 11 gennaio 2019 Pagine: ill.
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Andrea Calogero Camilleri – Vita
(breve)
Andrea Camilleri (Porto Empedocle, 1925), regista di teatro, televisione,
radio e sceneggiatore.
Ha insegnato regia presso l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica. Ha
pubblicato numerosi saggi sullo spettacolo e il volume, I teatri stabili in Italia (1898-1918). Nato a Porto Empedocle (Agrigento),
Andrea Camilleri vive da anni a Roma.
Dal 1939 al 1943, dopo un periodo in un
collegio da cui viene espulso, studia ad Agrigento al Liceo Classico
Empedocle dove ottiene la maturità classica senza dover sostenere l’esame a
causa dell’imminente sbarco degli alleati in Sicilia. A giugno inizia,
come ricorda lo scrittore, "una sorta di mezzo periplo della Sicilia a
piedi o su camion tedeschi e italiani sotto un continuo mitragliamento per cui
bisognava gettarsi a terra, sporcarsi di polvere di sangue, di
paura". S’iscrive all’Università (Facoltà di lettere) ma non si
laureerà mai. Si iscrive anche al Partito Comunista.Inizia a pubblicare racconti e poesie
e vince il Premio St Vincent. Dal
1948 al 1950 studia regia all’Accademia d’Arte Drammatica Silvio d’Amico e
inizia la sua attività di sceneggiatore e regista.Perde un concorso per diventare funzionario
Rai, ma dopo qualche anno inizia a lavorarvi. Nel 1958 porta in Italia il teatro
dell'assurdo di Beckett con Finale di partita, prima al teatro dei
Satiri di Roma e poi in televisione con Adolfo Celi e Renato Rascel.
Insegna al Centro Sperimentale di
Cinematografia di Roma. Molte le
produzioni Rai di cui si occupa, particolarmente famosi gli sceneggiati del tenente
Sheridan con Ubaldo Lay e "Le inchieste del commissario Maigret" con
Gino Cervi. Nel 1977 ottiene la cattedra di Istituzioni di Regia all'Accademia
di Arte Drammatica. La manterrà per vent'anni. L’esordio in narrativa è del 1978 con Il corso delle cose pubblicato
da un editore a pagamento ed è un insuccesso. Nell’80 pubblica con Garzanti Un filo di
fumo, il primo romanzo ambientato nell’immaginario paese di Vigàta
e con questo romanzo vince il Premio Gela. Per 12 anni non escono più suoi romanzi. Nel 1992 pubblica per Sellerio La stagione
della caccia. Nel 1994 con La forma dell’acqua dà vita al
personaggio del commissario Montalbano, protagonista di una nutrita serie di
romanzi. Da quel momento la sua produzione è molto ricca e il successo immenso. Alla fine del 2002, accetta la nomina a
direttore artistico del Teatro Comunale Regina Margherita di Racalmuto. Nell’aprile 2003, in onore a Camilleri, il
comune di Porto Empedocle assume come secondo nome «Vigàta». Il 4 settembre 2008 vince il premio de Novela
Negra RBA con un inedito in lingua spagnola dal titolo La muerte de
Amalia Sacerdote pubblicato in Spagna nell’ottobre 2008 ed in
Italia nel 2009 con il titolo La rizzagliata. Tra i premi che gli sono stati conferiti ricordiamo
il Premio Campiello 2011 alla Carriera e il Premio Chandler 2011 alla
Carriera. Tra le sue opere più recenti che non hanno
come protagonista il commissario Montalbano:
Il diavolo, certamente (2012), Dentro il labirinto (2012), Il tuttomio (2013), La
rivoluzione della luna (2013), Come la penso (2013), Inseguendo
un'ombra(2014), Segnali di fumo (Utet 2014), Il cielo
rubato.
Dossier Renoir (Skira 2014), Andrea Camilleri incontra Manuel Vázquez Montalbán (Skira
2014), La relazione (Mondadori 2015), Il quadro delle
meraviglie. Scritti per teatro, radio, musica, cinema(Sellerio
2015), Le vichinghe volanti e altre storie d'amore a Vigàta (Sellerio
2015) Topiopì(Mondadori 2016), L' altro capo del filo (Sellerio
2016), La
cappella di famiglia e altre storie di Vigàta (Sellerio 2016), La
mossa del cavallo (Sellerio 2017), La rete di
protezione (Sellerio Editore Palermo 2017), La targa (Rizzoli
2017), Esercizi di memoria (Rizzoli 2017).
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