GUNS
Contro Le Armi
Recensione – Opinione di
Mugnano di Napoli
Martedì 18 - maggio – 2021
Andiamo diritti al punto di questo brevissimo saggio di King: è contro
le armi. Ciò, però, che si nota di più, secondo me, è il concetto di doppia
morale. Deliziosa la doppia morale, quella che applichiamo tutti i giorni a
noi stessi e agli altri per giustificare tante cose. Il dolce vivere di
contraddizioni. Ovvero accettare un principio ma anche il suo contrario, consciamente
o inconsciamente.
In questo caso la doppia morale è questa:
Fatto: Il possesso di armi da fuoco, è sbagliato, in particolare le
armi d’assalto, sono causa di morti, non solo in Usa, sono un danno, perché possono e riescono a offendere mortalmente,
con estrema facilita e velocità.
Fatto: Il possesso di armi, è giusto, poiché servono per la legittima
difesa (negli USA è più che consentito), ogni cittadino ha diritto di
difendersi e difendere la propria famiglia, casa, proprietà e Nazione con ogni
mezzo disponibile. (Sancito nel 2° Emendamento della Costituzione
Americana).
Questi sono fatti, su cui si può discutere all’infinito perché
entrambe sono posizioni valide, e per molti sono giuste entrambe. Sono fatti, allora ciò che deve cambiare è la concezione di difesa e autodifesa che vanno
misurati, studiati, adeguati, per farla breve, proporzionati alla situazione.
<< Quanti ancora devono morire,
prima che si possa abbandonare
questi giocattoli pericolosi?>>.
Questa è la prima frase che si legge sulla copertina interna di questo libricino, appena lo apriamo. Meditiamo!
King ci mette di fronte a questa scelta, a questo cambiamento. Lui stesso si
dichiara possessore di ben tre armi da fuoco, ma il punto è: avere un intero arsenale in casa è giusto? È
giusto possedere armi d’assalto che ucciderebbero un elefante con un sol colpo?
È questa la legittima difesa? Questo è il tema su cui Stephen king vuole farci
riflettere!
Codesto libricino è alquanto singolare perché questa edizione, in nero di 112
pagine, dalle dimensioni irregolari di 10.5 x 1.1 x 21 cm, con bordo basso angolato, è una
riedizione fatta stampare in Italia, precisamente per una piccola
libreria/stamperia di quartiere, un quartiere che ha una pessima reputazione
ma che da anni sta vivendo una grande rinascita: Scampia in Napoli.
Una piccola precisazione, però, va fatta: sul davanti vi è
scritto: Marotta&Cafiero Editori S.r.l. presso “La Scugnizzeria” via
Circum.na Esterna 20/a – 80017 – Melito di Napoli etc. etc. … (Stampato in
accordo con l’ autore c/o The Lott Agency, ltd, grazie al contributo della
Regione Campania) ma sul retro abbiamo anche altro ovvero il luogo, che è precisamente
dove io vivo, che cita: Stampato e allestito a Km zero a Mugnano di Napoli, in
aprile 2021 a cura di Legatoria
Salvatore Tonti; per me è realmente a km zero perché io qui ci abito. Una cosa è certa è stato realizzato in Italia in Campania
tra Napoli e provincia.
Se volessimo, però, rasentare la precisione assoluta
dovremmo dire che la prima pubblicazione di Guns è stata tra il 2012 e il 25
gennaio 2013 in USA quando Stephen King decise
di scrivere un saggio sul tema della violenza armata. Lo scrisse dopo le
riprese della Sandy Hook Elementary School, spiegando perché lasciò andare il
romanzo Rage e The Bachman Books, l'omnibus in cui appariva anche Rage.
Ora torniamo al libro.
Non possiamo non notare, nell’edizione
italiana, Made with 💓 in Scampia, le infografie, nel libro chiamate Crediti,
dalla copertina alla sua quarta fino all’interno del libricino, sono da per
tutto. Tutte queste Infografie sono bianche su fondo nero, parole ed
immagini, della Brady Campaign to Prevent Gun Violence; sono 8 in tutto e hanno
dei titoli:
Bambini - Vecteezy
Silhouette – VectorGraphic
Mani - Starline
Orologio – Macrovector
Casa - Vecteezy
Teschi – Macrovector
Stephen King - Maja Hitij/Alamy
Sono suggestivi, artistici ma soprattutto arrivano subito al punto! Le armi sono molto pericolose!
Abbiamo, infatti, sul retro, in primo
piano, un tondo del suo volto, familiare per i suoi fan , e, sotto il volto di Stephen King, uno dei suoi più
memorabili aforismi:
“I mostri sono reali,
anche i fantasmi lo sono.
Vivono dentro di noi e,
talvolta, vincono.”
Ancora più in basso troviamo, invece, una
vera e propria "scheda segnaletica verticale" dell’autore con: Nome, Cognome,
Data di nascita, Luogo di nascita, Stato, Premi selezionati, (solo tre: Bram
Stoker Award – Premio Hugo – National Book Award) e Opere selezionate (precisamente
cinque: It – Il Miglio Verde – Shining -
Misery – L’ Ombra dello Scorpione) e nella seconda pagina, infine, 19 righi che
riassumono la sua vita.
I capitoli sono 9:
il nono è la lista dei
succitati crediti/infografie;
l’ottavo composto, solo da due pagine, contiene la biografia e, con il suo precedente capitolo, condivide l’ infografia "Teschi";
il settimo, di
una sola mezza pagina, ovvero l’epilogo, è quasi una nuvola di speranza senza mai
dimenticare la realtà.
Il breve saggio, quindi, si snoda,
soltanto, dal primo al sesto capitolo.
È un capitolo composto di ben 22 punti che
riassumono in modo circolare e telegrafico ciò che accade quando ci troviamo di
fronte ad una stage commessa, da persone civili, con armi d’ assalto.
Chi viene veramente
ricordato?
La risposta di King è: L’ assassino e l’ arma, i morti, dopo un po',
entrano in secondo piano!
Riflettiamo su
cosa sia veramente importante!
In questo capitolo si parla di una scelta
che il grande maestro dell’horror ha compiuto anni fa ovvero ritirare dal
mercato un libro che aveva scritto in gioventù “Ossessione” sotto lo
pseudonimo di Richard Bachman. Perché l’ha fatto? Come dirà più avanti,
precisamente a pagina 98/99 di Guns:
<<Non ho ritirato
Ossessione dal commercio
perché me lo imponeva la
legge;
ero protetto dal Primo
Emendamento,
e la legge non avrebbe
potuto impormelo.
L’ho ritirato perché a
mio avviso poteva ferire qualcuno,
e questo ha richiesto che
agissi responsabilmente.>>.
King è rimasto molto scosso, e lo dice
proprio in questo secondo capitolo, dal fatto che alcuni ragazzi/adolescenti, che hanno commesso stragi, si siano ispirati anche a "Ossessione". Da pagina 35 di questo secondo capitolo:
<<Gli adulti non si scordano degli errorie delle vergogne della loro infanzia,ma quei sentimenti tendonoa perdere la loro immediatezza. >>.
In pratica, spiega King, le emozioni, le
ossessioni e le paure rivelate nel racconto ritirato dal Maestro, hanno
influenzato, anche se in minima parte, le menti di ragazzi liceali, troppo
facili da condizionare e lasciati, forse, troppo soli dagli adulti e dalla comunità
durante il processo di crescita e socializzazione.
Cosa che non posso notare in questo
capitolo è “l’incazzatura” dell’autore che trasuda da un linguaggio netto,
diretto e sporco; da Pagina 46:
<< Nessuno ascolta perché
tutti sono troppo
impegnati a pensare a cosa diranno
dopo,
per dimostrare inequivocabilmente
che
dalla bocca dell’ interlocutore esce
solo merda.>>.
Un capitolo “irritato” dalla precisa e
reale convinzione, che è poi la realtà dei fatti, che o siano Democratici o
Repubblicani, di destra o di sinistra o non politicamente schierati, o che
siano giornalisti o trasmissioni
televisive dedicate, quando si tratta del tema delle armi da fuoco si ciarla
all’infinito ma nella sostanza non si conclude mai nulla di significativo
anche perché la pressione delle lobby delle armi da fuoco è immensa, pressante
e continua. E qui King accusa spesso alla NRA che sarebbe la National
Rifle Association.
(Associazione a favore dei possessori di arma da fuoco). King, per lo meno, propone una piccola
soluzione che troviamo a pagina 48:
<<Il meglio che possiamo fare per la violenza con le armi da fuocoè imporre pene detentive rigide e obbligatorieper coloro che usano le armi o le possiedono senza autorizzazione.>>.
Questo è uno dei capitoli più importanti
secondo me in quanto King si scaglia contro la costante asserzione che afferma che
in USA esiste una “Cultura della Violenza” ed è questa cultura che
uccide non le armi.
Per spiegare ciò, a pagina 55, parte da una citazione di
George Orwell del 1984:
<<Se ripeti qualcosa
abbastanza spesso,
sarà accettato come verità.>>.
Per
Stephen King questa piccola verità, o meglio scusa, utilizzata, principalmente,
dai signori delle armi da fuoco (NRA), non corrisponde alla realtà. Da pagina 56:
<<Fatemelo dire in tutta franchezza:l’ idea che l’ America sia invischiatain una cultura della violenza è una stronzata.L’ America è immersa, semmai, nel culto dei Kardashian.>>.
Il capitolo prosegue con tanti piccoli
esempi che rigettano la teoria della Cultura della Violenza in USA.
Il mio capitolo preferito, quello della
doppia morale, di cui vi parlavo sopra; Ciò che io chiamo il dolce vivere di
contraddizioni. Questa espressione “Dalle mie gelide mani morte“ la ritroviamo, come ci riporta King nel
piccolo saggio, come slogan sui paraurti delle auto e non solo e tale motto citato
per intero dice:
<<Prenderete la mia pistola
quando la strapperete
dalle mie
gelide mani.>>.
In
questo capitolo King si scaglia contro l’eccessiva e sproporzionata potenza di
fuoco concessa, quasi, ad ogni singolo Americano. Armi d’assalto e da guerra,
degne di veri e propri conflitti. TEC-9; Glock 19 – AR-15; M16; Fucili calibro
223; Pistole calibro 22, 40, 45; Bushmaster etc.. Atti, non a fermare o
dissuadere, ma letteralmente a disintegrare gruppi di persone con una potenza
di fuoco oltre ogni misura. King si chiede se realmente gli Americani abbiano
la necessità, per difendersi e
difendere la propria famiglia, casa e proprietà, di tutto questo arsenale e se
realmente siano in grado di utilizzarlo. Citazione da questo capitolo a pagina
77:
<<Gli omicidi accidentali,sono solo parte del prezzoche paghiamo per la libertà … >>.
Capitolo conclusivo che presenta, con piccole ma efficaci
argomentazioni, quelle che secondo Stephen King potrebbero essere le tre regole
che si potrebbero o dovrebbero adottare per il possesso e l’utilizzo delle armi da fuoco.
Regola 1 a pagina 90:
Controllo
completo e generale dei precedenti.
Regola 2 a pagina 94:
Vietare la
vendita di caricatori con una capacità superiore a dieci colpi.
Regola 3 a pagina 95:
Vietare la
vendita di armi d’ assalto come il Bushmaster e l’ Ar-15.
Fine! Il piccolo saggio di King è bellissimo! Gradevole da un punto di
vista estetico, azzarderei nel definirlo scenografico, e, se pur brevissimo, è adeguato
nel contenuto perché centra in pieno il punto: Armi da fuoco? Parliamone
efficacemente! L.Ch.
Voto da 1
a 5 libri: 5 📚📚📚📚📚
TRAMA
GUNS
DI STEPHEN KING
Ripresa da internet e/o
dalla 4° di copertina:
Il più
grande scrittore di thriller e horror al mondo si schiera contro la violenza
armata. Uno Stephen King inedito in Italia, che presta la sua penna al tema più
controverso d’America: l’utilizzo smodato delle armi da fuoco. Questo libro,
scritto subito dopo la strage alla Sandy Hook Elementary School in cui morirono
20 bambini, accende le luci su una situazione fuori controllo negli States.
King provoca, discute, tenta di suggerire possibili e necessarie soluzioni. Uno
scritto a cuore aperto contro la violenza e gli uomini dal grilletto facile.
Con numerose infografiche tratte dalla Brady Campaign to Prevent Gun Violence.
Tradotto
dall'inglese -"Guns" è un saggio scritto da Stephen King sul tema
della violenza armata. Lo scrisse dopo le riprese della Sandy Hook Elementary
School, spiegando perché lasciò andare il romanzo Rage e The Bachman Books,
l'omnibus in cui appariva anche Rage.
Prima Pubblicazione: 25 gennaio 2013
Editore : Marotta e Cafiero - 4 maggio 2021 - Made in Scampia – Napoli – Italia
Lingua : Italiano
Copertina Rigida : 112 pagine
Dimensioni : 10.5 x 1.1 x 21 cm
CENNI SULLA VITA
di:
STEPHEN KING
Ripresa da internet e/o dalla 4° di copertina:Stephen King è nato a Portland il 21 settembre 1947;
è uno scrittore e sceneggiatore statunitense, uno dei più celebri autori di letteratura fantastica, in particolare horror e gialli, del XX e XXI secolo. Vive e lavora nel Main con la moglie Tabitha e la figlia Naomi. Da più di 40 anni le sue storie sono best seller incredibili Scrittore prolifico, nel corso della sua carriera, iniziata nel 1974 con Carrie, ha pubblicato oltre ottanta opere, anche con lo pseudonimo di Richard Bachman; fra romanzi e antologie di racconti, entrate regolarmente nella classifica dei best seller, vendendo complessivamente più di 500 milioni di copie in tutto il mondo, le sue opere hanno ispirato famosi registi come Stanley Kubrick, John Carpenter, Brian De Palma, J. J. Abrams, David Cronenberg, Rob Reiner, Lawrence Kasdan, Frank Darabont, Taylor Hackford e George A. Romero. Pochi autori letterari, a parte William Shakespeare, Agatha Christie e Arthur Conan Doyle, hanno ottenuto un numero paragonabile di adattamenti. Buona parte dei suoi racconti ha avuto trasposizioni cinematografiche o televisive, tra cui Shining, Stand by me, Ricordo di un’estate, Le ali della libertà, Il miglio verde, solo per citarne alcuni. Tra le ultime serie tv famose abbiamo 22/11/’63. Stephen king oggi è molto seguito sui social media, ed è anche stato insignito dal presidente USA Barack Obama della National Medal of Arts. Nel 2018 ha ricevuto il PEN America Literary Service Adward.
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