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martedì 29 settembre 2020

Lorenzo Sassoli De Bianchi - La Luna Rossa

            Lorenzo Sassoli De Bianchi 

    La Luna Rossa 


Recensione – Opinione di

Luigia Chianese Books Review Blogger

Blog Libri e Opinioni

 

Mugnano di Napoli

30.08.2020

 

Se non avessi letto la biografia di Lorenzo Sassoli de Bianchi, scoprendo che è un Italo - Parigino cresciuto a Bologna, avrei giurato sulla sua “Napoletanità”. Un vero ultrà della curva culturale partenopea, un ultrà letterario. Per scrivere ciò che leggerete in questo libro e soprattutto come è scritto penso che non bastino le fonti a cui un autore può ispirarsi; ci vuole vita, cultura, amore, immenso amore e tanto studio, senza dimenticare che serve spazio mentale ampio, ampio come i sogni che da Napoli attraversano il mondo intero.

Da pagina 67 : << … perché niente è perduto se hai un sogno e lo condividi.>>.

L’autore, è stato magistrale nel racconto infatti attraverso questa storia, bella, sensibile e tenera elogia Napoli e la Napoletanità più di un Napoletano di nascita. Scrive di Napoli cose meravigliose che nemmeno io, che ci vivo e lo sono, riesco a pensare. Lorenzo Sassoli de Bianchi è riuscito a leggere la magia che aleggia eterna su questa città, riesce, con questa storia, a percepire il mondo surreale in cui vivono i Partenopei, un misto tra mistero e pragmatismo che non si scontrano ma crescono insieme!

Da pagina 76: << Era convinto che la lentezza accorciasse le distanze e perciò Napoli sarebbe morta solo per un’epidemia di pigrizia. >>.

Io che in questa città ci vivo, la amo e la odio allo stesso tempo, gongolo nel leggere tale meraviglia perché riempie il cuore scoprire la gioia negli occhi degli altri quando parlano della mia città e della mia gente. Quindi Grazie!

Ora ritorniamo con i piedi sul 42° parallelo Napoli – New York i luoghi dove si svolge la storia. Una storia di famiglia, sogni, amore e musica e direi una storia in musica. Le parole utilizzate dall’ autore sono adagiate sulle onde del mare e danzano nel golfo di Napoli e in una New York da film. Un tuffo “a cufaniello” , come si direbbe dalle mie parti, nella vita di una famiglia semplice che ama la vita e la musica al di sopra di tutto.

Da pagina 44: << Nella nostra tradizione, le tammurriate sono riti magici, protettivi: la pelle dei tamburi che si tende rappresenta l’ energia e la vitalità dei Napoletani davanti alle tragedie e le avversità.>>.  

Una vita “classica” per noi figli di Partenope, fatta di alti e bassi certi come le pietre laviche e che sappiamo di dover affrontare immergendoci nell’ incognita della speranza, insomma come una zeppola nell’ olio bollente, o come le zucchine che trovano la morte gloriosa nell’ essere cucinate “ alla Scapece”!

Ed è questo che fanno i protagonisti di questo romanzo, gettarsi a capofitto nelle onde della musica partenopea ed americana e quindi nella vita.

Da pagina 13: << La soluzione ai problemi si trova nei posti più impensati … .>>.

Le influenze di grandi personaggi della cultura Napoletana, nella scrittura di Lorenzo Sassoli de Bianchi, si incrociano a gogò in tutta l’ opera, ma è piacevole leggere nell’epilogo e nei ringraziamenti i nomi delle fonti d’ ispirazioni. (Lo confesso moltissime mi sono sfuggite!)

Tra i ringraziamenti non ho letto il nome di Federico Salvatore artista/musicista Napoletano eppure le pagine 3 e 4 di questo romanzo mi ricordano tantissimo una sua canzone: “Se io fossi San Gennaro” … Ascoltatela insieme alla Play suggerita dall’ autore.  … “Paraboliche ed antenne sono aghi nelle vene!” …

Il libro è un testo leggero e armonico, nulla è troppo al di sopra delle righe, nulla è eccessivo o esagerato ed il timbro di scrittura e le parole scelte sono “azzeccate” per far comprendere il modus operandi e il pensiero di questa famiglia Napoletana.

La storia narrata è magica e dolce, fatta di sogni, speranze e follie, le non-materie che sono scritte nel codice genetico di ogni Napoletano. L.Ch.

 

TRAMA
La Luna Rossa
di Lorenzo Sassoli de Bianchi

 

Ripresa da internet e/o  dalla 4° di copertina:

Un uomo solo al pianoforte, lo sguardo perso tra i grattacieli di New York. Mentre la mente vaga tra note e

parole a caccia d'ispirazione, i ricordi s'insinuano in cerca di compagnia, e la luna rossa che ipnotizza il cielo lo riporta a Napoli, la città dove tutto è cominciato. Come se si alzasse un sipario, davanti agli occhi di Nino Romano scorre una vicenda spensierata e canzonatoria, felice e disperata. Dalle serate nei locali, quando, ragazzino, suonava col padre per sbarcare il lunario, fino all'incontro con l'impresario che ha reso possibile il grande salto: la partenza per quell'America mitica stampata nel cuore da film e inarrivabili musicisti. Sul filo dei ricordi e del 41° parallelo che cinge la città di Pulcinella fino all'abbraccio di New York, si dipana il racconto di una vita che pare una ballata, con la tradizione musicale partenopea e il folk rock blues americano a fare da contrappunto a un'utopia rincorsa con passione da un padre e realizzata con amore da un figlio. Mai nulla è perduto se si coltiva un sogno e lo si condivide: la vita tiene sempre in serbo un gran numero di scintillanti opportunità. Prefazione Renzo Arbore.

Copertina rigida : 218 pagine

Editore : Sperling & Kupfer (25 agosto 2020)

Lingua: : Italiano

Genere : Narrativa Moderna e Contemporanea Romanzo

Costo: 16,90 circa

 

CENNI SULLA VITA di:

Lorenzo Sassoli de Bianchi


Ripresa da internet e/o dalla 4° di copertina:

Lorenzo Sassoli de Bianchi  (Parigi, 26 novembre 1952) è un imprenditore e filantropo italiano, attuale presidente di Valsoia, azienda alimentare italiana del settore salute e benessere, dell'UPA (Utenti di Pubblicità Associati), l'associazione italiana degli investitori in pubblicità. Nato a Parigi, ma cresciuto a Bologna, Sassoli de Bianchi si è laureato in medicina presso l'Università di Bologna nel 1977, dove, come neurologo, si è occupato di malattie del sonno fino al 1985, con un periodo di specializzazione presso la Stanford University negli Stati Uniti. Ha contemporaneamente studiato alla UIA, l'Università internazionale dell'Arte di Firenze, conseguendo un Master in Critica d'arte nel 1981 sotto la guida del critico Carlo Ludovico Ragghianti. Nel 1986, è entrato nel Consiglio di Amministrazione della distilleria Buton, creatrice del brandy Vecchia Romagna, di cui nel corso dello stesso anno è stato nominato Amministratore Delegato. Lorenzo Sassoli de Bianchi ha unito le proprie conoscenze industriali e mediche fondando Valsoia, azienda dedicata al benessere alimentare, nel 1990. Nel 2006 l'azienda si è quotata a Piazza Affari e il fatturato ha superato i 50 milioni di euro. Nel 2009 l'azienda ha guadagnato il 91,38% in borsa. Nel 2014, il fatturato è stato 114 milioni di euro, e al 30 giugno 2015 il titolo è cresciuto oltre 600% dalla data di quotazione. Lorenzo Sassoli de Bianchi è stato nominato presidente dell'UPA (Utenti Pubblicità Associati) nel giugno 2007 e nel 2009, 2012 e 2015 è stato riconfermato per altri 3 anni. È stato anche nominato presidente del Museo d'Arte Moderna di Bologna nel 1995, poi riconfermato nel 2009 e nel 2013. Nel 2015, quando il Museo – insieme ad altri musei della città – è stato ricompreso nella neocostituita «Istituzione Bologna Musei Organi Direttivi», Sassoli de Bianchi è stato nominato presidente. L'organismo è responsabile di 13 musei bolognesi, tra cui il MAMbo - Museo d'Arte Moderna di Bologna, il Museo Morandi e il Museo Civico Archeologico di Bologna. Il 30 novembre 2016, lascia La Presidenza dell’Istituzione Bologna Musei. Il 2 dicembre 2016 viene nominato membro effettivo dell’Accademia Clementina di Belle Arti di Bologna. Dal 2001 al 2015 è stato inoltre vicepresidente del consiglio regionale per i Beni Culturali, e dal 1990 è membro del consiglio di amministrazione dell'associazione musicale Bologna Festival. Tra gli incarichi precedenti, è stato vicepresidente di Unindustria Bologna dal 2004 al 2007 e membro del consiglio di amministrazione dell'agenzia di sviluppo territoriale Promo-Bologna, di Banca UniCredit dal 2012 al 2015 e della Cineteca di Bologna dal 1995 al 2000. Sassoli de Bianchi ricopre incarichi direttivi in importanti associazioni di settore e di beneficenza, come la Fondazione del Monte (dal 2002 al 2012), attiva nei settori della solidarietà sociale, dello sviluppo comunitario e della ricerca scientifica, artistica e culturale e come l'associazione culturale Centro San Domenico (dal 2005). Come collezionista e critico d'arte, Lorenzo Sassoli de Bianchi ha scritto saggi di arte moderna e contemporanea, fra gli altri su Raul Dufy, Salvador Dalí, Giorgio Morandi, Julian Schnabel, Zhang Xiaotao e Feng Zhengjie. Tra i primi a portare l'arte contemporanea cinese all'attenzione dell'Occidente, è anche autore di due volumi: Cina. Pittura contemporanea (2008) e Pu Jie (2009). Ha anche scritto l'introduzione e due saggi critici per il volume Primary[15] sull'artista Feng Zhengjie (2007). Nel 2009 ha curato la personale The Solo Exhibition of Pu Jie a Pechino.

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martedì 25 agosto 2020

Marc Levy - La promessa di un' Estate

MARC LEVY 
LA PROMESSA 
DI UN’ ESTATE 

Recensione – Opinioni di

Luigia Chianese Books Review Blogger

Blog Libri e Opinioni

Mugnano di Napoli

20  Agosto 2020

 

È il classico libro per l’estate, quello che ti fa sognare l’amore e che ti rilassa. Un delizioso fantasy che consiglio di leggere sulla spiaggia nel tardo pomeriggio o su un’amaca al tramonto. Il linguaggio dell’opera è vivace e semplice, la storia bizzarra e coinvolgente, scivola via come un mojto con il caldo d’estate! Il rapporto padre figlio e il fulcro del romanzo, se pur un rapporto con un fantasma!

Da pagina 52:<< Nessuno è pazzo, ognuno possiede la propria percezione della realtà e come sai, o forse no, la realtà è soggettiva.>>.

Raymond è un fantasma e che fantasma! Un uomo, ex chirurgo, elegante, divertente e concreto, un protagonista eccellente! Anche da fantasma, però, è un padre e come tale cerca di insegnare o meglio, in questo frangente, consigliare al figlio di godersi la vita e di essere più sciolto.

Da pagina 67:<< La verità è talmente banale da fare pietà.>>.

Thomas, il figlio, deve capire che la vita non è solo impegno, lavoro e dovere ma che è breve e bisogna cogliere gli attimi di gioia e  cercare di farli durare il più possibile senza cadere nella routine, ma soprattutto bisogna amare sempre.

Perfino da fantasma Raymond è un padre che ama suo figlio, ama la vita e la sua donna, Camille, ed è questa la lezione che alla fine, di questa assurda storia, viene fuori: mettersi in gioco e amare senza se e senza e per l’eternità!

Da pagina 107:<<Lo so già quello che stai per dirmi: si vive una volta sola.>>. <<Eh no, anche questo è un imbroglio enorme. La verità è che si muore una volta sola; in compenso si vive tutti i giorni. … >>. L.Ch.  

 

TRAMA

LA PROMESSA DI UN’ESTATE

di MARC LEVY

 

Ripresa da internet e/o  dalla 4° di copertina:

Il Concerto n. 2 di Rachmaninov mette a dura prova anche i grandi maestri del pianoforte. Lo sa bene Thomas, giovane virtuoso tra i migliori talenti di Francia, che da mesi si prepara per andare in scena alla prestigiosa Salle Pleyel di Parigi. Ma non è per la complessità dello spartito, se la sera del debutto sbaglia le note: è perché lì, tra il pubblico, accomodato sulle ginocchia di una donna ignara, c'è il fantasma di suo padre Raymond. Sovvertendo le leggi del possibile, l'uomo è tornato dall'aldilà per chiedere al figlio di aiutarlo a esaudire un desiderio: ricongiungersi a Camille, con cui in vita ha condiviso un duraturo sentimento platonico, nato molti anni prima su una spiaggia d'estate. C'è solo un modo affinché il sogno si realizzi, un rito inaudito che dovrebbe riunire i due amanti in maniera definitiva. È così che il pianista e il fantasma di suo padre si imbarcano in una rocambolesca avventura oltreoceano, intenzionati a ricucire gli strappi del tempo e a cercare un - seppur tardivo - lieto fine.

 

CENNI SULLA VITA di:

MARC LEVY

 

Ripresa da internet e/o dalla 4° di copertina:

Marc Levy (Boulogne-Billancourt, 16 ottobre 1961) è uno scrittore e imprenditore francese. Nato in Francia nel 1961, dedica la sua vita non solo alla scrittura ma anche al lavoro per la Croce Rossa e per Amnesty International; ha inoltre diretto per anni uno studio di architettura tra Parigi e New York. Il suo primo romanzo Se solo fosse vero, pubblicato in Francia nel 2000, è stato tradotto in più di quarantadue lingue. Attualmente vive a New York. Nato in Francia il 16 ottobre del  1961 sposato con Pauline Lévêque (s. 2008) Figli: Louis Levy, Georges Levydedica la sua vita non solo alla scrittura ma anche al lavoro per la Croce Rossa e per Amnesty International; ha inoltre diretto per anni uno studio di architettura tra Parigi e New York. Il suo primo romanzo Se solo fosse vero, pubblicato in Francia nel 2000, è stato tradotto in più di quarantadue lingue. Da allora ha scritto molto ed è un autore molto letto e apprezzato non solo in Francia. Film tratti dalle sue opere: Se solo fosse vero, Mes amis, mes amours, Vismayathumbathu al suo attivo ha anche degli Album: Am ersten Tag, Die zwei Leben der Alice Pendelbury, Eine andere Vorstellung vom Glück (ungekürzt).

 

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martedì 26 maggio 2020

Marguerite Duras L' Amante

Marguerite Duras 
L' Amante 

Recensione – Opinione di

Mugnano di Napoli
03.04.2020

Travolgente come un fiume in piena, questa è la prima cosa che mi viene in mente. Un fiume di passione e ricordi.
Da pagina 11:<< Presto fu tardi nella mia vita. >>.
Il romanzo è un andirivieni vorticoso di una vita vissuta tra povertà e vergogna, tra consapevolezza e paura. La morte e la vita si intrecciano senza pietà alcuna accostandosi alla vita della protagonista con semplicità.
Da pagina 33:<< Nei libri in cui racconto la mia infanzia, ad un tratto non so più che cosa ho tralasciato e che cosa ho raccontato, credo di aver parlato del nostro amore per nostra madre, ma non so se ho parlato anche dell’ odio, di quanto ci amavamo e di quanto anche riuscivamo ad odiarci, vivendo questa storia di rovina e di morte che era la storia della nostra famiglia – una storia fatta di amore e di odio, che sfugge ancora ad ogni mio intendere, che mi è ancora inaccessibile, celata nelle profondità della mia carne, cieca come un neonato al primo giorno. >>.
La scrittura è diretta e senza filtri, veloce e istintiva, dove i pensieri e soprattutto i ricordi sono letteralmente vomitati a cascata sulle pagine con lucidità e freddezza. L.Ch. 


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TRAMA
L’ Amante
di
Marguerite Duras
Ripresa da internet e/o  dalla 4° di copertina:
La storia d'amore di una francese quindicenne con un giovane miliardario cinese, sullo sfondo di un ritratto di famiglia, nell'Indocina degli anni trenta. Racconto di lucidità struggente, di terribile e dolce bellezza, "L'amante" trasfigura e risolve integralmente in una scrittura spoglia e intensa, il complice gioco che la memoria e l'oblio ricalcano sulla trama della vita.



Copertina flessibile: 128 pagine
Prima pubblicazione: 1984
Editore: Universale Economica; 32 edizione (7 gennaio 2015)
Collana: Universale economica
Lingua: Italiano
Ambientazione: Indocina francese
Titolo originale: L'Amant

CENNI SULLA VITA
di:
Marguerite Duras


Ripresa da internet e/o dalla 4° di copertina:
Marguerite Duras, pseudonimo di Marguerite Germaine Marie Donnadieu (Saigon, 4 aprile 1914 – Parigi, 3 marzo 1996), è stata una scrittrice e regista francese. 
Nacque a Gia Dinh, città che negli anni cinquanta viene agglomerata da Saigon, nell'Indocina francese (oggi Vietnam), il 4 aprile del 1914. Il padre, Henri Donnadieu, era dirigente scolastico e la madre, Marie, insegnante, ambedue coloni francesi. Successivamente la famiglia si trasferisce prima a Sadek e poi a Vĩnh Long. 
Viene mandata in collegio a Saigon ove si innamora di un ricco e giovane cinese. La sua esperienza in Indocina, la lebbra, la giungla, la società coloniale, la natura riemergeranno sempre dai suoi numerosi romanzi. Nel 1932 si trasferisce in Francia, per studiare diritto, matematica e scienze politiche, non smettendo mai di pensare all'Indocina. Afferma: da otto anni a diciassette ho visto, vicino a Vinh-Long, il sole tramontare fra le risaie... detesto la montagna che mi angoscia e mi nasconde i tramonti. Non mi sono mai abituata ai frutti europei.[1]. Nel 1939 sposa lo scrittore Robert Antelme. Nel 1942 muoiono il suo primo figlio e il fratello preferito Paulo. Nel 1943 cambia il proprio cognome in Duras, dal nome di un villaggio nel dipartimento del Lot e Garonna, dove si trovava la casa del padre. Partecipa alla Resistenza durante l'occupazione nazista, insieme al marito Robert Antelme, che verrà deportato a Dachau. Collaborò alla compilazione di Libres ("Liberi") giornale che informava i parenti delle persone deportate in Germania. Dopo la seconda guerra mondiale milita tra le file del PCF fino al 1950, quando viene espulsa essendo considerata dissidente. Nel frattempo, nel 1946, aveva divorziato dal primo marito ed aveva incontrato l'intellettuale Dionys Mascolo, da cui ebbe un figlio. Il suo esordio in campo letterario avvenne nel 1942 con il romanzo Gli impudenti (Les impudents), ma la fama arrivò nel 1950 con Una diga sul Pacifico (Un barrage contre le Pacifique) nel quale si sentono gli influssi delle letture di autori americani come Hemingway e Steinbeck oltre che da quelle dello scrittore italiano Cesare Pavese. Elio Vittorini definì il libro il più bel romanzo francese del dopoguerra.Duras è autrice di numerosi racconti brevi, film e, soprattutto, romanzi, incluso il best seller, nonché opera autobiografica, L'amante pubblicato nel 1984, che le vale il prestigioso premio Goncourt quello stesso anno. Dopo le riprese del film omonimo, la Duras pubblica un altro romanzo intitolato L'amante della Cina del Nord, nel quale riscrive l'intera vicenda. Altre opere importanti sono: Moderato cantabile, divenuto poi un film con lo stesso nome; Il rapimento di Lol V. SteinIndia Song divenuto anch'esso un lungometraggio nel 1975. Duras è anche l'autrice della sceneggiatura del film del 1959 Hiroshima mon amour, diretto da Alain Resnais. Partecipa alla contestazione degli studenti nel 1968, è sulle barricate, e crea lo slogan Sous le pavés, la plage. Le prime opere della Duras sono scritte in maniera molto convenzionale (il loro "romanticismo" fu molto criticato dallo scrittore Raymond Queneau); con Moderato cantabile la Duras inaugura un lungo periodo di sperimentazione, legato al Nouveau roman, un movimento letterario francese tra i cui esponenti figura anche Alain Robbe-Grillet. Il suo stile viene da lei definito stile paratattico cioè fatto solo di proposizioni principali (sono qui, ti sento, mi vedo, etc). Gli ultimi anni della sua vita li passa chiusa in casa, rifiutando anche l'invito del suo amico François Mitterrand; l'unico a rimanerle vicino sarà il compagno Yann Andréa. Dice: È difficile morire, a un certo momento t'accorgi che le cose della vita finiscono. È tutto. Muore a 81 anni per un tumore alla gola; è sepolta nel cimitero di Montparnasse. Nel 1997 è stata istituita nel Regno Unito da Michelle Porte e Madeleine Borgomano la Società Marguerite Duras che ha come fine lo studio e la promozione dell'opera dell'autrice. Nel 2014 Roberta Di Lorenzo e Milena Vukotic la omaggiano con un reading musicale dal titolo Moderato cantabile - Duras mon amour. Sempre in quest'anno è uscita una biografia sulla scrittrice, Marguerite, firmata da Sandra Petrignani.

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