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martedì 5 aprile 2022

Andrew Michael Hurley - Il Giorno Del Diavolo

Andrew Michael Hurley

Il Giorno Del Diavolo


Recensione - Opinione di
Mugnano di Napoli (Na) 
01.04.2022
 
Non consiglio questo libro se si è appassionati di Horror o Horror Psicologici. Lo consiglio se si è appassionati di ornitologia e natura in genere. Viene etichettato dalle case editrici anche come Horror perché parla del maligno, della malvagità,  del Diavolo che passa di cosa in cosa, di animale in animale e di persona in persona, ma anche di stagione in stagione attraversando i secoli, ma di tensione horror ne ha ben poca. Da pagina 10:
<< Il Diavolo non lasciava impronte nella neve, 
non bussava alla porta.
Era come se fosse l’aria stessa, dicevano.
La roba che respiravano. >>.
Suggestive, invece, sono le descrizioni dell’ambiente e in particolare dell’ambiente rurale, maestoso e molto faticoso,  in cui è avvolta la storia; le Endlands inglesi e il villaggio nella brughiera del Lancashire; Nella brughiera, appunto, non è un luogo a caso, l’autore l’ha scelto per un motivo bene preciso secondo me, forse, perché è un luogo misterioso e sinistro ed è il medesimo luogo dove sono state ambientate molte storie note al grande pubblico: è dove Sherlock Holmes passa per affrontare il terribile Mastino dei Baskerville, oppure dove hanno ballato le streghe narrate da Shakespeare nell’inizio del Macbeth, ed anche il luogo dove è ambientato il disperato amore raccontato in Cime Tempestose. Il luogo, però, è importante, ma non basta, perché la storia lo dovrebbe essere di più. Toccanti i paesaggi, ma, ad un certo punto, tediano fino all’inverosimile, la tentazione di abbandonare la lettura è forte, ma è più forte il desiderio di sapere “dove vuole andare a parare” l’autore Andrew Michael Hurley.
Come ho già accennato le descrizioni delle locations nello spazio e nel tempo, ma anche nella memoria della famiglia protagonista i Pentecost, e nella storia sono eccellenti, fin troppo meticolose direi, quasi da far perdere l’orientamento nel racconto, ma i personaggi e gli eventi non sono narrati con la medesima efficacia o  con la medesima passione, infatti, anche la morte è quasi banale. Da pagina 91
<< Ognuno di noi muore prima di ciò che possiede,
ognuno di noi tramanda ai vivi un museo accidentale. >>.
I personaggi sono flosci, arronzati, quasi forzati, in atteggiamenti e in azioni. Le vicende narrate non hanno molto pathos e sono scadenti in suspense e brividi e ricordo ancora che questo testo è catalogato negli Horror. Le tradizioni raccontate, i riti che vengono eseguiti, come svegliare e dar da mangiare al Diavolo e poi farlo andare via, non danno al racconto quel guizzo di curiosità che il lettore cerca, ciò che doveva essere ingannevole, sinistro, cupo e spaventoso semplicemente non lo è. La parte Horror doveva essere elaborata meglio perché così concepita la storia è solo un affascinante viaggio in folcloristiche tradizioni di dura vita campestre. L.Ch.
Nella mia scala libri da 1 a 5 il mio voto è un semplice 2. 📗📙📖📖📖
 
TRAMA
Il Giorno Del Diavolo
di Andrew Michael Hurley
Ripresa da internet e/o dalla 4° di copertina:
Cent'anni fa, durante una bufera eccezionale, gli abitanti delle Endlands sono rimasti confinati in casa per settimane. E quando sono finalmente usciti il Diavolo aveva seminato il suo veleno ovunque. Nessun rito, sacro o profano, è riuscito a cacciarlo. Si è portato via tredici persone in una volta sola. Il Giorno del Diavolo oggi è un giorno di tradizioni che si rinnovano per i bambini, un modo per ricordare, una messinscena intrisa di scongiuri. Ma se il Diavolo facesse veramente ritorno, a sconvolgere la vita già dura di chi ancora si occupa delle greggi, a seminare discordia tra famiglie che da sempre non si vedono di buon occhio? È autunno quando John Pentecost torna a casa, al villaggio nella brughiera del Lancashire dove è cresciuto, con la giovane moglie che aspetta un bambino. Il nonno, il patriarca, è appena morto, e oltre a congedarsi da lui bisogna dare una mano alla famiglia per riportare le pecore dai pascoli agli ovili. John e Kat sono attratti dall'idea di restare, lasciando una vita più agiata ma anche più banale per dare continuità alla tradizione. Ma antichi rancori riemersi rendono complicata la scelta, dividendo la famiglia di John, in cui sembra insinuarsi la presenza concreta del Diavolo nelle sembianze che prende quando vuole affliggerci. Una storia cupa, sinistra, inquietante, in cui la battaglia quotidiana della vita rurale è aggravata dalle complicazioni imprevedibili del soprannaturale.




CENNI SULLA VITA di:
Andrew Michael Hurley
Ripresa da internet e/o dalla 4° di copertina:
Andrew Michael Hurley Nato nel 1975 a Preston, scrittore Britannico, dopo aver vissuto a Manchester e a Londra, vive e lavora nel Lancashire e qui  insegna letteratura inglese e scrittura creativa alla Manchester Metropolitan University.  Loney, del 2014, il suo romanzo d’esordio, pubblicato da Bompiani nel 2017, dopo la prima tiratura di 278 copie con un piccolo editore è stato rilanciato dall’editore John Murray e ha vinto molti premi e ha ottenuto un Premio Costa. è stato tradotto in venti Paesi e ha venduto oltre 150 mila copie in Gran Bretagna. Anche il suo secondo romanzo, Il giorno del diavolo, pubblicato da Bompiani nel 2019, ha ottenuto molti riconoscimenti infatti è stato insignito dell' Encore Award destinato alla seconda opera pari merito con la scrittrice Lisa Mclnerney. Giornalista per il Guardian.

Editore: ‎ Bompiani (27 marzo 2019)
Lingua: ‎ Italiano
Traduttore: Vincenzo Vega
Copertina flessibile: ‎ 352 pagine
ISBN-10: ‎ 8845296210 - ISBN-13: ‎ 978-8845296215
Dimensioni: ‎ 15 x 2.24 x 21 cm
 


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martedì 1 marzo 2022

John King - Cacciatori di Teste

John King
Cacciatori di Teste

Recensione - Opinione di
 
Mugnano di Napoli (Na) 
19.02.2022
 
I protagonisti di questo romanzo sono 5: Will, Carter, Mango, Balti ed Harry, sono amici di lungo corso, annoiati e tristi, sono uno diverso dall’altro ma hanno in comune l’essere dei maschilisti convinti e le loro parole sono intrise di cattiveria e misoginia; sono dei selvaggi urbanizzati. Questi sono i tratti dei personaggi che ci presenta l’autore in questo suo lavoro e ci riesce benissimo. Nel profondo, questi cinque uomini, non riusciranno mai a considerare le donne come loro pari, ma solo come oggetti da utilizzare e sfruttare e su di loro si scatenerà parte della loro disumanità. La loro descrizione è perfetta, di uomini mediocri e arrabbiati. Il linguaggio utilizzato per loro, dall’autore, e per tutto ciò che li circonda, è un linguaggio da sotto periferia, rozzo e di strada, il classico linguaggio da sottocultura violenta, un linguaggio eccessivo e volgare. Le loro azioni sono brutali e sono descritte con grande abilità ma senza esagerare con il numero di parole. È perfetta anche l’ambientazione che John King ci mette dinnanzi agli occhi; una Inghilterra di periferia, violente e grigia, tipica della classe operaia contemporanea inglese, nettamente in contrasto con la Londra emancipata di quegli anni. Il romanzo è duro, crudo e diretto, scritto con una lucidità fredda e forte che cattura il lettore in ogni sua pagina. L.Ch.
Il mio voto nella mia scala libri da 1 a 5 è un grande 4.  📕📗📘📙🕮
 
TRAMA
Cacciatori di Teste
di John King
Ripresa da internet e/o dalla 4° di copertina:
Cinque amici londinesi che si avvicinano alla quarantina hanno in comune molte cose: le scuole fatte insieme, il tifo calcistico, la passione per il pub, le donne concepite come prede. Così decidono di dar vita alla "Sex Division", un particolarissimo Campionato del Sesso. Vincerà quello di loro che in un determinato tempo avrà posseduto il maggior numero di donne e totalizzato i punteggi più alti sperimentando ardite varianti erotiche.
 
Editore: ‎ Guanda (19 maggio 2000)
Lingua : ‎ Italiano
Copertina flessibile: ‎ 336 pagine
ISBN-10: ‎ 8882461866 - ISBN-13: ‎ 978-8882461867
Oppure:
Editore: ‎ TEA; 2° edizione (28 giugno 2002)
Lingua: ‎ Italiano
Copertina flessibile: ‎ 331 pagine
ISBN-10 ‏ : ‎ 8850200838 - ISBN-13 ‏ : ‎ 978-8850200832
 
Traduttore: Massimo Bocchiola
Adattamenti: Monte Carlo (2011)
Preceduto da: Fedeli Alla Tribù
 
 
CENNI SULLA VITA di:
John King
Ripresa da internet e/o dalla 4° di copertina:
John King nato a Slough nel 1960 è uno scrittore inglese. Ha studiato presso Upton Court Grammar School. Residente a Londra, è noto per alcuni libri ambientati nel mondo delle tifoserie calcistiche inglesi ed in quello delle sottoculture musicali. I suoi romanzi sono molto apprezzati dal pubblico perché lasciano trasparire il linguaggio della strada. I suoi romanzi che, per la maggior parte, trattano gli elementi più ribelli che guidano la cultura del paese. Le sue storie portano forti correnti sociali e politiche e il suo lavoro è stato ampiamente tradotto all'estero. Ha scritto articoli e recensioni per pubblicazioni alternative e tradizionali, cura la rivista di narrativa Verbale, ed è comproprietario della casa editrice London Books.
Il suo primo romanzo, Fedeli alla tribù (The Football Factory) ebbe un immediato successo, arrivando a vendere oltre 250.000 copie nel Regno Unito; da esso fu tratto il film The Football Factory (2004).
La sua opera più recente, Skinheads (2008), è dedicata ad un gruppo di Skinhead che per lavoro fanno i tassisti a Londra e sono uniti dalla passione per il Chelsea. 
 


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martedì 22 febbraio 2022

Ruth Ware - La Donna della Cabina Numero 10

RUTH WARE
La Donna della Cabina Numero 10

Recensione - Opinione di
 
Mugnano di Napoli (Na)  - 19.02.22
 
Poche volte ho scritto: questo libro è brutto! Ed eccomi di nuovo a farlo.
Questo libro è brutto, no è bruttissimo! Ed il motivo è il più semplice del mondo: è noioso da morire. Almeno ha il buon gusto di essere scorrevole e breve! Sono arrivata al punto d’iniziare a saltare dei paragrafi, poi intere pagine, l’ho terminato solo per capire fino a che punto volesse trascinare il lettore nella noia.
Prolisso e ripetitivo fino all’estremo sulle sensazioni e sulle emozioni della protagonista; ogni pagina la rendeva sempre più antipatica e sciocca; diciamo pure insopportabile. Tutti i personaggi di secondo piano sono stati decisamente migliori di Lo. Lo è Laura Blackwood,  la giornalista sfigata del giornale londinese per viaggi – Velocity – che si ritroverà, per puro caso, in una crociera di lusso, tra i fiordi norvegesi, per ammirare, tra le altre cose, l’aurora boreale, che poi è anche il nome della mini nave extra lusso, Aurora Borealis. Qui si ritroverà coinvolta in un omicidio da scoprire e da cui fuggire. 
Il testo si legge, fortunatamente, molto in fretta, perché lo stile è semplice ma ed è ripetitivo, niente di entusiasmante, anche se rientra nei gialli/thriller di suspense non ve ne è. È tutto completamente scontato!
Una sola frase mi ha colpito ed è, nella mia copia, a pagina 198:
<< … Bisogna a tutti i costi cercare di spremere la vita  fino all’ultima goccia 
per ricavarne ogni emozione possibile, non credete? 
Altrimenti è solo un breve, sgradevole e brutale 
interludio tra la nascita e la morte.>>.
Speravo che a questo punto, a metà del libro circa, iniziasse l’indagine, la suspense, il sospetto, il dubbio, il vortice di supposizioni e congetture che potessero entusiasmare un lettore, invece no! Piatta totale e mare calmo! La noia ha regnato sovrana ed indisturbata!
Il finale è stato così insulso e stupido da farmi venire voglia di gettare il libro dall’altro capo del letto. Sconsiglio questa lettura soprattutto per gli amanti dei gialli e dei thriller. L.Ch.
Il mio voto nella mia personale scala libri da 1 a 5 e un deciso 1. 📗🕮🕮🕮🕮
 
TRAMA
La Donna della Cabina Numero 10
di Ruth Ware
Ripresa da internet e/o dalla 4° di copertina:
Come puoi fermare un assassino se nessuno crede che esista? Doveva essere la crociera perfetta. Le luci del grande Nord su una nave di lusso, l’Aurora Borealis, in compagnia di pochi e selezionatissimi ospiti. Un’ottima opportunità professionale per la giornalista Lo Blackwood, incaricata di sostituire il suo capo e ben felice di trovare sollievo dallo choc provocato da un tentativo di furto subito nella sua casa di Londra. Ma la crociera si trasforma ben presto in un incubo atroce... Durante la prima notte di viaggio, Lo assiste a quello che ha tutta l’aria di essere un omicidio, proprio nella cabina accanto alla sua, la numero 10. Non solo nessuno le crede, ma la ragazza che dice di aver incontrato nella stessa cabina sembra non essere mai esistita: non è a bordo, nessuno la conosce, e le tracce lasciate dalla sua misteriosa presenza svaniscono una dopo l’altra. Bloccata sulla nave e sempre più isolata nella sua ricerca, Lo cade in preda al terrore. Sta forse impazzendo? Oppure è intrappolata in mezzo all’oceano, unica testimone di un delitto e in balia di uno spietato assassino? Inquietante, coinvolgente, claustrofobico, «La donna della cabina numero 10» conferma la nascita di una nuova autrice di grande talento nel panorama del thriller internazionale.
 
Editore: TEA (15 febbraio 2018)
Lingua: ‎Italiano
Copertina flessibile: ‎368 pagine
ISBN-10: ‎ 8850249039 - ISBN-13 ‏ : ‎ 978-8850249039
Dimensioni: ‎ 12.8 x 2.5 x 19.8 cm
Editore: ‎Corbaccio (13 ottobre 2016)
Lingua: ‎Italiano Traduttrice: Valeria Galassi
Copertina rigida: ‎ 368 pagine
ISBN-10: ‎ 8867002023 - ISBN-13 ‏ : ‎ 978-8867002023
Dimensioni: ‎ 22.1 x 2.6 x 15 cm
 
«Dopo il successo internazionale dell'Invito,
questo romanzo conferma lo straordinario talento di Ruth Ware.» 
The Bookseller

******
«Ruth Ware possiede tutte le doti dei grandi maestri del thriller: una prosa asciutta e tagliente, uno stile elegante e nitido, e la capacità di infondere in ogni pagina un senso di minaccia incombente ... 
Sunday Express
 


CENNI SULLA VITA di:
Ruth Ware
Ripresa da internet e/o dalla 4° di copertina:
Ruth Ware è nata nel 1977 ed è cresciuta a Lewes, nel Sussex. Si è laureata all’Università di Manchester e ha lavorato come cameriera, libraia, insegnante di inglese e nell’ufficio stampa della Vintage Publishing. Ha vissuto a Parigi e a Londra, dove attualmente risiede con il marito e i figli. In Italia ha pubblicato L’invito, il suo primo thriller, e La donna della cabina numero 10. Di entrambi sono stati venduti i diritti cinematografici. Sempre con Corbaccio pubblica Il gioco bugiardo (2018) e L'eredità di Mrs Westaway (2019).




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martedì 7 dicembre 2021

Lisa Jewell - La Famiglia del Piano di Sopra

Lisa Jewell 
 
Recensione - Opinione di
 
Mugnano di Napoli (Na) – 02-12-2021
 
Libro originale ma non troppo, già il titolo –La Famiglia del Piano di Sopra– stona, in quanto ti aspetti una situazione da “condominio” invece è una sola grande casa di tre piani con giardino e sottotetto. Il testo, però, ha una giusta e moderata tensione, è scorrevole ed è colmo, fin troppo, di atmosfere oscure e cupe tipiche di un noir. Le dinamiche narrate, per quanto un tantino sopra le righe, ovattano il lettore nel racconto, infatti lo definirei mediamente coinvolgente; si lascia finire con facilità. È semplice comprendere il chi, cosa ed il perché del tutto, non ci sono grandi momenti di tensione o suspense è una lettura che io definisco “Lettura Osservata” ovvero si sa già tutto, e si legge, quasi come si stesse osservando da una finestra, solo per capire più a fondo le varie dinamiche tra i molteplici personaggi. Non è una storia spiacevole ma neanche di alto livello.
I personaggi e le ambientazioni sono abbastanza realistici, da notare i salti temporali: a qualcuno potrebbero sembrare forzati, sono posti tra un capitolo e l’altro, ma concentrandosi con attenzione ci si rende conto che sono solo queste digressioni temporali a generare vivacità nella narrazione e concedere un po' di mordente al thriller psicologico. Confesso che a un certo punto ho disegnato uno “specchietto di albero genealogico” per confermare i miei sospetti, che alla fine si sono palesati tutti. Il personaggio più inquietante ed enigmatico è stato Henry Lamb, figlio di Martina e Henry Lamb, ed intorno alla metà del libro, (prima di pagina 100) già s’intuisce come potrebbe essere andata veramente, grazie a piccole frasi, considerazioni e racconti che scorrono lente come un battello sul Tamigi. La storia ha un quieto lieto fine, ma è troppo riduttivo per i miei gusti, perché, essendo tutti i personaggi rimasti in vita, legati tra loro, da traumi e genetica, si è cercato, troppo sbrigativamente, di dare una soluzione stabile a tutti, come un grande compromesso, ma al ribasso a livello di suspense penalizzando il thriller. Ribadisco che, per me, non è un testo spiacevole ma niente di altamente entusiasmante! L.Ch.
Il mio voto, d’incoraggiamento alla lettura, è un generoso 3 su una scala da 1 a 5 libri. 📚📚📙🕮🕮
 
TRAMA
La Famiglia del Piano di Sopra 
di Lisa Jewell
Ripresa da internet e/o dalla 4° di copertina:
Cheyne Walk è una delle strade più eleganti di Chelsea, il quartiere in cui vive la buona società londinese. I suoi appartamenti, tuttavia, non sono soltanto la quinta di una vita ricca e spensierata, ma costituiscono a volte anche il teatro di raccapriccianti ritrovamenti. Come quello che si spalancò davanti agli occhi degli agenti di polizia accorsi al numero 16 di Cheyne Walk, dopo una telefonata anonima che segnalava un possibile triplice suicidio. Sul pavimento della cucina giacevano i corpi dei coniugi Martina e Henry Lamb e di un terzo uomo non identificato. In una camera al primo piano, c’era una bambina di circa dieci mesi in buone condizioni di salute, con una zampa di coniglio sotto la copertina della culla. Stando alle dichiarazioni dei vicini, da alcuni anni in quella casa abitavano molti bambini e diversi adulti, tutti misteriosamente svaniti nel nulla, compresi i due figli maggiori dei Lamb. Una vicenda di cronaca nera irrimediabilmente consegnata al passato per Scotland Yard, una ferita tragicamente riaperta per Libby, ovvero Serenity Lamb, la bambina che venticinque anni prima era stata adottata dai signori Jones, diventando Libby Jones. La giovane donna ha ereditato la casa di Cheyne Walk e, con lei, il suo spaventoso passato, un passato fatto di indagini senza sbocco, tracce di sangue e DNA sconosciuti, messaggi e strane scritte sui muri, pannelli segreti e un orto di piante officinali, alcune delle quali erano state usate per il palese suicidio collettivo dei suoi genitori. Cos’è accaduto davvero tra quelle mura? Che fine hanno fatto gli altri abitanti della casa di Chelsea? E, soprattutto, in che modo quei drammatici eventi hanno a che fare con gli strani rumori che Libby sente provenire dal piano di sopra, benché sia certa di essere sola in quella strana e tetra dimora?
 



CENNI SULLA VITA di:
Lisa Jewell
Ripresa da internet e/o dalla 4° di copertina:
Lisa Jewell è nata e cresciuta nel nord di Londra, dove vive ancora con il marito e le due figlie. Il suo primo libro, Ralph’s Party, è stato il romanzo d’esordio più venduto del 1999. Ha scritto numerosi altri romanzi che sono entrati nella classifica dei bestseller del Sunday Times. Con Neri Pozza ha pubblicato Io ti ho trovato (2017), Ellie all’improvviso (2018) e Qualcuno ti guarda (2020).
 
NOTE:
«Pochi scrittori di suspense escogitano trame così piene di trappole; meno ancora sono quelli capaci di creare personaggi tanto umani e complessi. La famiglia del piano di sopra brilla come una lama e taglia ancora più a fondo». - A. J. Finn

«Ricco, oscuro rompicapo, questo avvincente thriller mescola la saga familiare con il noir domestico con effetti da brivido». - Ruth Ware

Editore Inglese: Arrow Books
Prima Pubblicazione in Inghilterra: 2019
Editore ‏per l’Italia: ‎ Neri Pozza
Prima Pubblicazione Italia: 22 luglio 2021
Traduzione Italiana: Annamaria Biavasco e Valentina Guani
Copertina flessibile ‏: ‎ 336 pagine
Dimensioni ‏: ‎ 21.6 x 2.7 x 14.3 cm
 
Consigliati da
 
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