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martedì 30 marzo 2021

Toshikazu Kawaguchi - 川口 俊和 - Finché il caffè è caldo

Toshikazu Kawaguchi
川口 俊和   
Finché il caffè è caldo


Recensione – Opinione di

Luigia Chianese Books Review Blogger

Blog Libri e Opinioni

@LibrieOpinioni

 

Mugnano di Napoli

13.03.2021


Un tavolino, un caffè, una scelta. Basta solo questo per essere felici ma ci sono delle regole ferree:




ECCO 5 LE REGOLE DA SEGUIRE:
1.     Le uniche persone che si possono incontrare nel passato o nel futuro
sono quelle che sono state nel caffè.
2.     Qualunque cosa si faccia o si dica nel passato o nel futuro
questo non cambierà mai il presente
3.     Per tornare dal passato o andare nel futuro,
bisogna sedersi solo ed unicamente su quella sedia
e non bisogna alzarsi da quella sedia
altrimenti si ritorna immediatamente al presente.
4.     Esiste un limite di tempo che si può stare nel passato o nel futuro
ed è scandito dal caffè, quindi ricordati di gustare il caffè a piccoli sorsi
prima che si raffreddi e di berlo tutto;
non lasciare per alcuna ragione che il caffè si raffreddi
altrimenti diventerai un fantasma e resterai bloccato su quella sedia.
5.     Chi si è seduto su quella sedia una volta per viaggiare nel tempo
non può farlo una seconda volta.

Romanzo originale composto da 4 micro storie che in un certo senso s’ intrecciano tra loro con un fine ben preciso: lo scoprire che nonostante le difficoltà … come dice a pagina 177:

<<  … se vuole, la gente troverà sempre la forza

di superare tutte le difficoltà che si presenteranno.

Serve solo cuore. >>.

È un’opera leggera e scorrevole nella sua aulica atmosfera e nella semplicità con cui i sentimenti vengono espressi. Un testo commovente e dolce che tocca la parte più sensibile di noi, insegna, in maniera diretta e unica l’importanza di saper comunicare le emozioni e che la forza di vivere è in ognuno di noi.

Il tempo è una delle parti centrali dell’opera, secondo me, perché non è un semplice scorrere, (anche se con regole ferree) ma è un doppio tempo: quello naturale che attraversa tutti noi, il presente, o meglio l’ attimo, ed il tempo interiore, quello della riflessione. In questo senso lo si potrebbe definire un romanzo umano ed introspettivo. Non a caso nella caffetteria ci sono tre grandi orologi con orari differenti che secondo me a simboleggiare il passato, il presente ed il futuro e le mancate finestre, che isolano dal mondo esterno e servono a chiudere lo spazio interiore ed aiutare le persone a meditare su se stesse.

Potrebbe sembrare non semplice per noi occidentali comprendere a fondo la cultura giapponese, ne siamo un tantino a digiuno, ma il fascino della calma che manifesta il pensiero nipponico riesce a conquistare.

L’ altro concetto centrale del libro per me si riassume a pagina 158:

<< Le persone non vedono le cose e non sentono le cose

nella maniera oggettiva che credono.

A distorcere le informazioni visive ed uditive che entrano nel cervello

intervengono i pensieri, le circostanze, le fantasie più sfrenate,

i pregiudizi, le preferenze, le conoscenze, la consapevolezza

e un’infinità di altri meccanismi celebrali.>>.

Questa è la parte più delicata del romanzo ovvero il rispetto per le sensazioni e il sentire del prossimo senza mai giudicare le sue motivazioni. Questo è l’ insegnamento che io ho tratto da questa semplice lettura, che al primo passaggio potrebbe sembrare banale ma non lo è stata per me! L.Ch. voto 📚📚📚📚🕮 (4 su 5)

 

Note: 
Ho fatto delle ricerche e scoprire che quella piccola, speciale ed essenziale caffetteria, nei vicoli di Tokyo, ha un nome antico e particolare. Il nome di questo piccolo locale, dallo stile antico, è Funiculì Funiculà, ed è il titolo di una delle canzoni più famose della tradizione Partenopea. Da Napoli al Giappone, da vicolo a vicolo, il viaggio è breve e le distanze non hanno più un senso, sapere che l’autore abbia studiato, nelle lezioni di musica, questa canzone mi riempie il cuore di gioia (sono Napoletana ed amo la mia assurda e magica città).
Un indizio viene dato a pagina 11:

<<... ma Fumiko fu attratta dal nome,

preso dal testo di una canzone

che cantava sempre da piccola  …>>. 



TRAMA

Finché il caffè è caldo

Di Toshikazu Kawaguchi

川口 俊和 

Ripresa da internet e/o  dalla 4° di copertina:
In Giappone c'è una caffetteria speciale. È aperta da più di cento anni e, su di essa, circolano mille leggende. Si narra che dopo esserci entrati non si sia più gli stessi. Si narra che bevendo il caffè sia possibile rivivere il momento della propria vita in cui si è fatta la scelta sbagliata, si è detta l'unica parola che era meglio non pronunciare, si è lasciata andare via la persona che non bisognava perdere. Si narra che con un semplice gesto tutto possa cambiare. Ma c'è una regola da rispettare, una regola fondamentale: bisogna assolutamente finire il caffè prima che si sia raffreddato. Non tutti hanno il coraggio di entrare nella caffetteria, ma qualcuno decide di sfidare il destino e scoprire che cosa può accadere. Qualcuno si siede su una sedia con davanti una tazza fumante. Fumiko, che non è riuscita a trattenere accanto a sé il ragazzo che amava. Kòtake, che insieme ai ricordi di suo marito crede di aver perso anche sé stessa. Hirai, che non è mai stata sincera fino in fondo con la sorella. Infine Kei, che cerca di raccogliere tutta la forza che ha dentro per essere una buona madre. Ognuna di loro ha un rimpianto. Ognuna di loro sente riaffiorare un ricordo doloroso. Ma tutte scoprono che il passato non è importante, perché non si può cambiare. Quello che conta è il presente che abbiamo tra le mani. Quando si può ancora decidere ogni cosa e farla nel modo giusto. La vita, come il caffè, va gustata sorso dopo sorso, cogliendone ogni attimo.

 

Editore : Garzanti (12 marzo 2020, in Italia)
Lingua : Italiano
Lingua originale: Giapponese
Prima edizione dic.2015
Dimensioni:  : 21.8 x 1.6 x 14.2 cm

CENNI SULLA VITA di:

Toshikazu Kawaguchi

川口 俊和

Ripresa da internet e/o dalla 4° di copertina:

Toshikazu Kawaguchi è nato a Osaka, in Giappone, nel 1971, ha lavorato come drammaturgo e ora lavora come sceneggiatore e regista. Con "Finché il Caffè è Caldo", suo romanzo d'esordio, ha vinto il Suginami Drama Festival.



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martedì 19 marzo 2019

Catia Proietti - Da ora in poi

Catia Proietti
Da ora in poi 

Mugnano di Napoli (Na)
Teatro Comunale
Celebrazione della
Giornata della Legalità

Martedì 19 marzo 2019
ore 9:00 - 12:30

Questa è un opera di Educazione per tanto voglio iniziare da una frase, quella a pagina 170, quella che intitola la Lezione 10: 
<<Quando tutto è  sotto gli occhi di tutti, tutti smettono di vedere.>>. 
Ciò che è sotto gli occhi di tutti, in questo romanzo, è “La Scelta”.
Questo libro ci inviata a scegliere, a non arrendersi, soprattutto, utilizzando la novella di G. Verga, Rosso Malpelo, come sottofondo, ci inviata a non farci fermare dai pregiudizi e dall’ illegalità. Nel romanzo, il protagonista Claudio, sceglie di cambiare, sceglie, senza non poche difficoltà, botte e delusioni, di abbattere le barriere dei pregiudizi, quelle barriere che annullano i sogni e desideri.

L’ illegalità, che regna non solo nel suo quartiere romano, San Basilio, gioca sul mettere tutto davanti agli occhi di tutti per renderlo normale. L’illegalità desidera e alimenta l’ignoranza, la violenza, gli stereotipi e i pregiudizi; essa non vuole che l’individuo sia messo in grado di decidere della sua vita autonomamente, anzi fa in modo che sia l’ individuo a chiudersi nelle gabbie dei suoi stessi pregiudizi.

Claudio, invece, riesce ad andare oltre, attraverso lo sport, lo skateboard; riesce fisicamente e psicologicamente a saltare le barriere!

Questo testo vuole farci capire che non possiamo permettere a quattro  delinquenti disgraziati ed ignoranti, di farci allontanare dai nostri sogni e di impedirci di ascoltare il nostro cuore.
Nelle pagine 44 – 45 uno studente chiede:
<< A professoré ma secondo lei, 
al mondo, sono più le perone buone o quelle cattive? 
Se uno ascolta i telegiornali quelli cattivi sono proprio tanti!>> 

. . . <<Sono più i buoni, afferma infine con convinzione>> . . . 

<<Al mondo esistono più persone che creano, 
confronto a quelle che distruggono. 
Altrimenti non saremo qui, non trovate? 
Solo che noi, perché io mi considero tra i buoni, 
non facciamo rumore quando ci muoviamo. 
Siamo silenziosi. 
Invece i cattivi fanno un baccano terribile! 
Di loro parlano tutti, giornali, televisioni, 
cinema, per questo sembrano di più.>>.

A volte basta un singolo, ma a volte, anzi quasi sempre, servono più persone, però chiunque può diventare un esempio positivo, per se stesso e per gli altri. 
Ed ecco cosa possiamo fare noi!  Combattere ed essere d’esempio, e come viene detto dal protagonista a pagina 210
:<<Pensai tra le lacrime che finalmente 
i buoni avevano cominciato a fare rumore>>.
Facciamo rumore anche noi buoni! Claudio, quando si esibisce sul Vert half-pipe, sceglie di volare, sapendo che può cadere e farsi molto male, ma vola, perché sceglie di ascoltarsi ed è questo che dovremmo fare tutti.
Il dott.re Giovanni Falcone, (magistrato Italiano ucciso dalla mafia; strage di Capaci) un giorno disse:
<<Che le cose siano così, 
non vuol dire che debbano andare così. 
Solo che, quando si tratta di rimboccarsi le maniche 
e incominciare a cambiare, 
vi è un prezzo da pagare, 
ed è allora che la stragrande maggioranza 
preferisce lamentarsi piuttosto che fare.>>.

E Noi, come il Claudio del romanzo, dobbiamo iniziare a fare! L.Ch.

Presentazione video da parte dell’ autrice

Video da You Tube


TRAMA 
Da ora in poi
Catia Proietti
Ripresa da internet e/o dalla 4° di copertina: 
Claudio, tredici anni, è nato e cresciuto a San Basilio, quartiere problematico della periferia romana. Appassionato di skateboard, rivela il suo talento iniziando a frequentare uno skatepark nelle vicinanze. Ma a casa la situazione è difficile: orfano di madre, vive con il padre Dario che, inabile al lavoro a causa di un incidente, sfrutta l'abilità del figlio per spacciare droga. Claudio ha un sogno, vorrebbe diventare uno skater professionista, ma si sente vittima di un destino imposto dai condizionamenti sociali ed è deluso dal mondo degli adulti. La scuola e lo sport gli offrono un'opportunità di riscatto e, in un susseguirsi di avvenimenti a ritmo serrato, Claudio sceglierà di ribellarsi.


CENNI SULLA VITA di:

Catia Proietti


Catia Proietti
Ripresa da internet e/o dalla 4° di copertina:
L’uomo conquistava la luna e io nascevo pochi giorni dopo.Un momento storico di grande fiducia nelle capacità umane e di grande apertura, ma nonostante ciò io sono nata con il mal di mondo, una malattia autoimmune che provoca un devastante moto di ribellione verso ogni forma di ingiustizia, per cui se qualcuno dall’altra parte dell’emisfero soffre, io soffro con lui.C’è chi trascorre una vita senza vedere né sentire e chi vede e sente in eccedenza. All’inizio è stata dura. Ho pensato spesso di essere fuori luogo e fuori tempo.  Meglio rifugiarsi in un libro che vivere la difficile quotidianità delle relazioni. Ma i libri ti aprono alla vita. Ti obbligano a guardarti e scoprirti. Fatti forte, mi hanno suggerito, e io li ho ascoltati: grandi amici i libri! Mi sono diplomata assistente sociale, ma ho esercitato per pochi anni. Lavoravo per un Pronto Intervento Sociale Notturno e ho vissuto a Roma situazioni per le quali si potrebbe sceneggiare una serie televisiva firmata Netflix. Ma quella vita andava bene fino a quando non ho desiderato avere dei figli. Così decisi per un altro lavoro, partecipai a un concorso per educatrice d’infanzia e lo vinsi. Lavorare con i bambini è ogni giorno una sorpresa. Ti chiedono energia, ma te la restituiscono in abbondanza. Sono piccola fisicamente e mi capita di scomparire dietro lunghi silenzi. Però sono nata sotto il segno del leone e vengo da una famiglia di operai, gente che non si è mai tirata indietro di fronte alle fatiche, gente che si è duramente conquistata tutto quello che ha.  E io sono come loro. Non riesco a stare in finestra a guardare. Nessuno di noi, oggi, dovrebbe permetterselo. Abbiamo un mondo da ricostruire, che aspettiamo a farlo? Ho due figli e ho una responsabilità nei loro confronti. Per educare alla coerenza, in un mondo di incoerenti, devi essere coerente. Non è uno scioglilingua. Ho avuto dei grandi dolori che hanno prodotto delle grandi crisi. Ma lì dove c’è una crisi c’è un’opportunità, altrimenti non potrebbe esserci crescita. Vivo in un difficile quartiere di periferia e ho compreso che dovevo muovermi, che quello che facevo da sempre, ossia leggere, poteva essere il mio contributo e la medicina contro il mal di mondo che mi attanaglia. Ho iniziato a collaborare con la biblioteca, la libreria e le altre realtà territoriali per promuovere iniziative culturali e creare un circolo virtuoso di buone energie, grazie alle quali ci si possa sostenere a vicenda. E poi ho cominciato a scrivere seriamente. Il che significa che ho smesso di vomitare il mio dolore su un foglio, mi sono assunta la responsabilità di ciò che dicevo. Ho cominciato a fare: troppi parlano e si lamentano, pochi fanno. Quando sono arrivati i primi risultati del mio lavoro, fosse un concorso letterario vinto o la vendita di una sceneggiatura, mi sono sentita incoraggiata e allora ho cominciato a crederci. Scrivere è la mia azione. Mi consente di conoscere nuove persone e nuovi progetti, mi porta a collaborare nelle librerie, nelle scuole, in paesi che non conoscevo, ad abbracciare persone mai viste. Scrivo per costruire ponti. Perché incoraggiando m’incoraggio e non mi sento più sola. Le mie giornate sono intense, incastri di appuntamenti, pensieri, figli e letture, se sono stanca ricorro a un dolce pur sapendo tutto quello che c’è da sapere circa la sublimazione con il cibo, ma sono golosa e mia madre è una cuoca in pensione. Non posso uscirne vittoriosa. Allora chi sono io? Sono una donna, un’assistente sociale, un’educatrice d’infanzia, una moglie, una madre, una figlia e come tutte le donne vivo una vita multitasche in cui questi ruoli s’intersecano. Scrivo alle quattro e mezza o alle cinque del mattino, quando la casa è ancora nel silenzio e prima di andare a lavoro, prima di aver preparato qualcosa per il pranzo dei miei ragazzi. Scrivo a fatica perché come ben sapeva Virginia Woolf una donna fatica a trovarsi “una stanza tutta per sé”. Ma quando riesco a costruirla, quella stanza, le pareti sono azzurre e il cielo è tempestato di farfalle: mi ricordano che il mal di mondo mi schiaccia a terra, mentre io invece voglio volare.

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mercoledì 26 settembre 2018

Allan & Barbara Pease Perchè mentiamo con gli occhi e ci vergognamo con i piedi ?

Allan & Barbara Pease 
Perchè mentiamo con gli occhi e ci vergognamo con i piedi ?


Recensione – Opinione di

Luigia Chianese Books Review Blogger

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 Mugnano di Napoli (Na) 

Il Mercoledì 31 agosto 2016

Altamente consigliato per chi ama la psicologia comportamentale. Questo libro va letto, studiato, consultato ripetutamente, e imparato a memoria. Rimarrà sulla mia scrivania per sempre, lo numererò ma non lo poserò mai nella mia libraria. E’ altamente istruttivo, deve restare costantemente a portata di mano! L.Ch.
Voto: 📚📚📚📚📚 5 su 5

TRAMA

Perchè mentiamo con gli occhi e ci vergognamo con i piedi ?

 Allan & Barbara Pease  

Ripresa da internet e/o  dalla 4° di copertina:
Perché Hitler teneva sempre il cappello davanti alla cerniera dei pantaloni? Perché Saddam Hussein è riuscito a tenere in pugno un'intera nazione? Perché Victoria comanda in casa Beckham? Secondo i più recenti studi oltre il 60% della comunicazione umana è non verbale. Ovvero, al di là delle parole e dei movimenti di cui siamo consapevoli, occhi, mani, piedi e muscoli facciali esprimono emozioni spesso in contraddizione con le parole, svelando i nostri pensieri reali. Saper leggere questi piccoli segnali e imparare a dominare il proprio corpo diventa indispensabile per interpretare desideri e intenzioni dei nostri interlocutori e per controllare i messaggi che involontariamente noi stessi trasmettiamo. Basandosi sulle scoperte della biologia evoluzionistica e della psicologia, Allan & Barbara Pease ci spiegano come.

n.b.: comprato il 31 luglio 2016, domenica presso il centro commerciale Auchan Giugliano in  Campania, libreria Giunti
P.s.: Iniziato il 01 agosto 2016
Finito il 31 agosto 2016 Ma tenderà all’infinito


CENNI SULLA VITA di:

Allan & Barbara Pease  

Ripresa da internet e/o dalla 4° di copertina:
Allan Pease (nato nel 1952 in Australia) è un esperto australiano di linguaggio del corpo e autore o coautore di quindici libri. Allan Pease e sua moglie Barbara hanno scritto 18 bestseller - di cui 10 numeri uno - e tenuto seminari in 70 paesi. I loro libri sono bestseller in oltre 100 paesi, sono tradotti in 55 lingue e hanno venduto oltre 27 milioni di copie. Appaiono regolarmente sui media di tutto il mondo e il loro lavoro è stato oggetto di 11 serie televisive, 4 spettacoli teatrali, un film al botteghino e una serie TV numero uno, che hanno attirato un pubblico complessivo di oltre 100 milioni. Nel 1991, Pease è stato invitato al Cremlino per ospitare un seminario di formazione sul linguaggio del corpo per politici emergenti tra cui Vladimir Putin, allora un ex ufficiale del KGB di 39 anni, e ha trascorso fino a due mesi all'anno. ospitando seminari in Russia da allora. Nel 2009 ha aperto uno studio di registrazione a Buderim, nel Queensland. 




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