sabato 7 marzo 2020

Video Info Box/ Recensione Opinione .... Luigia Chianese Books Review Blogger

Luigia Chianese
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Luigia Chianese 
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Mugnano di Napoli
il 07.03.2020

Salve questa in foto sono io, la foto è abbastanza recente dovrebbe essere di fine gennaio 2020 .... Cosa faccio?

Mentre il mondo è in preda alla "Guerra Corona Virus Covin19" 
in questo sabato pomeriggio di pioggia, qui, in provincia di Napoli, Mugnano di Napoli per l' esattezza, dove il virus non è ancora giunto e non siamo in quarantena, trascorro la giornata a riflettere sulle prossime recensioni che pubblicherò. 

Di certo oggi scriverò questa recensione: "Undicimila Verghe" di Guillaume Apollinaire, finito ieri sera e la Recensione - Opinione mi frulla già in testa. 

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martedì 3 marzo 2020

Ho Chi Minh - Diario Dal Carcere - Traduzione di Joyce Lussu


Ho Chi Minh 
Diario Dal Carcere
Traduzione di Joyce Lussu

Recensione - Opinione di

Luigia Chianese Books Review Blogger

Blog Libri e Opinioni

@LibrieOpinioni

 

Mugnano di Napoli (Na)
16.01.2020

La cosa più banale che posso scrivere è che quest’ opera è triste e commovente! Secondo me necessito di anni di studio, ma veramente tanti, per poter capire fino in fondo questo testo e questo autore.
La prima volta che lo lessi, nella mia copia vintage della Garzanti da 600 lire, ovvero meno di 0.50 centesimi di oggi, frequentavo il liceo e già allora ero un’anticomunista convinta.
(Premetto che oltre al libro ho letto anche della vita politica di Zio Ho).
Questo personaggio, era diverso, mi azzardo a dire che era un comunista illuminato, intelligente e sensibile, ma anche un rivoluzionario, un uomo che puntava all’ Unità Nazionale, un demagogo per l'uso della parola, un realista, un patriota, una persona che sapeva coniugare bene il concetto di libertà individuale e comunismo.
(Per me, siamo chiari, uno stato comunista significa uno stato con mancanza di libertà;  è dittatura al pari del nazismo o del fascismo; riduttiva questa mia visione? Controllate i morti ed anche i vivi visto che ci siete!).
Questo libro non è il classico diario in versi all’occidentale, sono 115 quartine e poemetti Tang in stile cinese classico scritti nel periodo che va dal 28 agosto 1942 al 16 settembre 1943 durante il quale Ho fu prigioniero della polizia del Kouomintang nella Cina meridionale.
Da pagina 10 
(Edizione, oramai vintage, della Garzanti; marzo 1972 con l’ Introduzione di Harrison E. Salisbury ) 

… tanto è vero che il 02 settembre 1945 
iniziò con queste parole 
la Dichiarazione di Indipendenza della 
Repubblica Democratica del Vietnam:

<<Tutti gli uomini sono nati uguali: 
dotati dal loro creatore di alcuni diritti inalienabili 
tra cui la vita, la libertà e la ricerca della felicità. … >>.

Vi ricorda la Dichiarazione Americana d’ Indipendenza vero? 
Infatti da lì prese spunto; non a caso Ho citava spesso Abramo Lincoln e ammirava Woodrow Wilson e Franklin Delano Roosevelt.
Queste poesie all’apparenza semplici parlano di Vita, Dolore, Angoscia, Paura, Coraggio, Nostalgia, Forza di carattere ma soprattutto raccontano di Speranza e Libertà.
La sera
Il passero stanco
ritrova il suo nido nel bosco
una nube erra lenta
nel cielo solitario
una fanciulla macina il mais
al villaggio
sul focolare d’argilla
già s’accende una fiamma.

Sono poesie uniche e importanti tanto da diventare un “Inno alla Resistenza” per buona parte della generazione di quegli anni; ovvero quella generazione che scendeva in piazza per dire basta alla guerra in Vietnam e che manifestava per cambiare il mondo; questo testo è  diventato uno dei simboli del desiderio di libertà.

Lontano dalla lotta
Piuttosto morire
che viver servi!
Quando le libere bandiere
si spiegano
che gran dolore
stare in fondo
a una cella
senza potersi battere
in campo aperto!

Ci sono state persone che certamente meglio di me hanno saputo spiegare bene questo libretto, quindi riporto alcune citazioni di Harrison Salisbury (Giornalista del New York Times autore di reportage dal Vietnam del Nord e dalla Cina) e Joyce Lussu (vedi sotto per la vita):

<<Distinguono i suoi versi la fede e la serenità pur nelle condizioni terribili, la capacità di trarre coraggio da uno squarcio di cielo azzurro, dal volo sfrecciante di un uccello, dal profumo dei fiori nella sera, dalla vista dei monti lontani e delle scene di vita contadina. (Harrison Salisbury)>>.

<<Emerge da questi poemetti l'umanità eccezionalmente ricca e matura del grande rivoluzionario, sempre dialettica nella sua coerenza: utopico e realista, implacabile e generoso, duttile e intransigente, indulgente e severo, scettico ed entusiasta, capace di adattarsi alle circostanze come di adattare le circostanze a sé e ai suoi fini. Nella sua lunga vita di combattente, di animatore, di organizzatore, coronata da un'esemplare vittoria storica di un piccolo popolo di contadini contro gli eserciti più potenti del mondo, c'era posto per la poesia. E questo è importante. È una lezione da non dimenticare. (Joyce Lussu)>>.

<< Leggendo il Diario dal carcere si avverte la presenza di una personalità dura come l'acciaio e insieme sensibile. 
(Harrison Salisbury).>>.

Dopo queste citazioni non vi è altro da dire: deliziatevi con questi meravigliosi versi d’Amore per la libertà. L.Ch.
La Macina
Stretto dentro la macina
soffre il seme di riso
ma passata la prova
guardate com’è bianco!
Così è pure degli uomini
nel mondo in cui viviamo:
il dolore matura
la nostra umanità.

TRAMA
Diario Dal Carcere
Ho Chi Minh
Ripresa da internet e/o  dalla 4° di copertina:
Un classico ormai introvabile, il diario di Ho Chi Minh, grande capo rivoluzionario vietnamita, scritto durante la sua disumana prigionia. Poesie incredibilmente semplici e potenti, rese eterne dalla traduzione di Joyce Lussu. Edito in Italia per la prima volta alla vigilia dell'annus mirabilis 1968, il libro ebbe un'importanza fondamentale per quella generazione impegnata a voler cambiare il mondo e a fermare la guerra del Viet Nam. Con questi versi Ho Chi Minh scolpisce un canto alla resistenza, all'amore per la vita e la libertà.


Nota: La mia copia è quella vintage


CENNI SULLA VITA
di:
Ho Chi Minh
Ripresa da internet e/o dalla 4° di copertina:
Ho Chi Minh – (1890-1969). Rivoluzionario e uomo politico indocinese. Nel corso della Seconda Guerra Mondiale organizzò la guerriglia contro i giapponesi e, nel 1941 fondò il Viet-minh (Lega indipendentista); nel 1945 divenne Presidente della Repubblica del Viet Nam e si batté contro il dominio francese in Indocina. Continuò fino alla morte la lotta di liberazione del popolo vietnamita. Saigon, dopo la conquista da parte dei vietcong, è stata chiamata Ho Chi Minh in suo onore.
Nacque il 19 maggio nel villaggio di Hoang Tru nella provincia di Nghe An, Viet Nam centro settentrionale. Gli venne dato il nome di Nguyn Sinh Cung. Come da tradizione vietnamita, all'età di dieci anni cambiò il nome e fu chiamato Nguyn Tt Thành ("Nguyn che sarà vittorioso"). Un nome del destino, Ho sconfisse sia il colonialismo francese che l’imperialismo americano. Così si rivolgeva a costoro « Potete uccidere dieci miei uomini per ognuno dei vostri che io uccido. Ma anche così, voi perderete e io vincerò. » Poi emigrato in Francia si fece chiamare Nguyen Ai Quoc (Nguyen il patriota). Dopo essersi fatto chiamare anche Ly Thuy. Nel 1938 in Cina prese il nome definitivo di Ho Chi Minh.

Non posso non citare due personaggi importanti:

Vo Nguyen Giap 
(1911-2013). Leggendario capo militare vietnamita, combatté prima l’esercito coloniale francese, vincendo, nel 1954, la battaglia di Dien Bien Phu, poi le forze statunitensi e sud vietnamite nella Guerra del Viet Nam. Dopo la riunificazione fu Ministro della difesa.

Joyce Lussu Salvadori 
(1912-1998). Partigiana, traduttrice, storica, letterata, attivista politica e poetessa. Testimone eccezionale dei maggiori eventi del Novecento, ha dedicato l’intensa sua vita alla lotta, unendo un instancabile lavoro d’azione ad una raffinata ricerca teorica e di traduzione dei maggiori poeti guerriglieri di tutto il mondo.


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martedì 25 febbraio 2020

SOPHIE KENDRICK - Il Volto del Mio Assassino


SOPHIE KENDRICK
Il Volto del Mio Assassino

Recensione – Opinione
di

Mugnano di Napoli
10/01/2020

Dire che un libro è brutto, ma proprio brutto, non è mai una dichiarazione piacevole!
Dietro un romanzo vi è sempre tanto lavoro e tanto cuore di qualcuno/a, ma non basta lavoro e cuore, i libri sono scritti per essere pubblicati e letti quindi sottoposti a giudizio del lettore.
Avrei voluto ritrovare nel testo ciò che è descritto a
pagina 90:<<Quando mi prende la disperazione avverto dentro di me il buio della notte. Silenzioso. Nero. Minaccioso. Poi so che qualcosa sta in agguato nell'oscurità, peggiore della mia casa distrutta, della mia amnesia, della mia paura dell' acqua. Un pericolo che mette in ombra i miei incubi più tremendi .>>.  
Ma nulla, tutto ciò non è presente nel libro o se lo si trova è descritto in modo molle.
Già l’inizio è deludente perché è, fin da subito, molto noioso, (il libro si finisce in due giorni) tetro e gironzolante, come chi vuole perdere tempo per non arrivare facilmente al punto ma non gli riesce di farlo bene perché è lagnoso!
Il segreto di un buon giallo/thriller, per me, è il saper tenere il lettore ancorato al testo e non annoiarlo anche se il racconto è chilometrico. Mantenere un po' all’oscuro il lettore è normale in questo tipo di romanzo ma non avere indizi consistenti è brutto, anche indizi che depistano, qualunque cosa va bene, perché avere un sospetto a cui aggrapparsi rende la lettura più accattivante.
Qui no! Il libro è tedioso almeno fino a pagina 200. Se non fosse che raramente lascio un libro senza terminarlo non l’avrei finito! Perché anche quando non mi piace desidero sapere come e dove “va a parare” l’autrice/ore.
Da pagina 200 in poi diventa vagamente più interessante o è la speranza del lettore, in questo caso la mia, la speranza che venga fuori qualcosa su cui fantasticare, supporre, sospettare; ma questo “interessante” non dura molto è una pallida illusione. Ho avuto la netta impressione che l’autrice cerchi, costantemente, di agganciare un episodio all’altro, d' inventare cose per mantenere una suspense che non vi è, insomma per farla breve un’accozzaglia.
Il finale è così ridicolo, così deludente da rende antipatici tutti i personaggi.
Devo anche confessare che la protagonista è stata dipinta in modo così piagnucoloso che l’irritazione verso questa donna cresceva di pagina in pagina. Un disastro!
Non mi piace dire che un romanzo è veramente un fiasco ma per me questo lo è!
L.Ch.

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TRAMA
Il Volto del Mio Assassino
SOPHIE KENDRICK

Ripresa da internet e/o dalla 4° di copertina:

Quando Clara si risveglia finalmente dal coma, la sua vita precedente è un buco nero di cui non ricorda nulla. Perfino gli occhi azzurri di Roland, l'uomo che dice di essere suo marito, sono per lei gli occhi di un estraneo. Ma ricordare è vitale, perché Clara è stata aggredita brutalmente e la sua casa incendiata da qualcuno che forse tornerà a finire il lavoro. In qualche angolo della sua mente potrebbe nascondersi quel volto, ma è difficile riportarlo alla luce in mezzo a tanti incubi confusi. Può davvero fidarsi di se stessa, visto che secondo Roland soffre da anni di psicosi e manie di persecuzione? O dovrebbe invece credere a Jan Colbe, il poliziotto che sembra insinuare dubbi su suo marito? Ricco e affascinante scrittore berlinese, Roland è l'unico legame importante di Clara, che vive con lui un'esistenza molto appartata dopo aver abbandonato il lavoro di giornalista in seguito a un crollo nervoso. Per lei è uno shock scoprire che proprio Roland le ha nascosto dettagli importanti: per esempio il fatto che Clara abbia denunciato più volte un misterioso stalker che lasciava petali di rosa sulla sua porta. O forse anche questo era solo frutto delle sue fantasie? Quando un giorno Clara rischia di essere investita da un camion, qualcosa scatta in lei. Non può più appoggiarsi a nessuno: è l'unica a poter recuperare tutta la verità su se stessa. E sul suo potenziale assassino...

Titolo: Il volto del mio assassino - Autrice: Sophie Kendrick
Editore: Giunti Editore (28 agosto 2019) Collana: M
Traduttore: Sara Congregati
Pagine: 312 - Lingua: Italiano
Copertina rigida: 312 pagine
ISBN-10: 8809855973  ISBN-13: 978-8809855977

CENNI SULLA VITA
di:
SOPHIE KENDRICK


Ripresa da internet e/o dalla 4° di copertina:
Sophie Kendrick ha vissuto in molti Paesi europei, tra cui la Gran Bretagna, dove ha studiato letteratura. Ha lavorato per un’agenzia letteraria e come ghostwriter, prima di scrivere il suo primo romanzo, "Il volto del mio assassino", che si è rivelato un grande successo del passaparola. L’ editore tedesco Rowohlt ha pubblicato fra i titoli di punta del 2019 anche il suo secondo thriller, molto richiesto dai lettori.






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martedì 11 febbraio 2020

Info... Box Prossimamente - Vincenza Alfano - L' Unica Ragione

Info... Box Prossimamente 
Vincenza Alfano 
L'Unica Ragione

Giovedì 30 gennaio 2020 sono stata presso la Libreria L'Acrobata sita in Mugnano di Napoli (Na) alla presentazione del libro di questa nuova (per me) scrittrice Vincenza Alfano. 
Ho trovato la presentazione interessante, ho comprato il libro e a breve (forse marzo 2020, questione di scaletta) avrete la mia Recensione. 
Nel Frattempo, come di consuetudine, nel mio Info Box ... Prossimamente ...  
Vi lascio la trama del romanzo e cenni sulla vita dell' autrice. 
  

TRAMA
L’ Unica Ragione - Vincenza Alfano
Ripresa da internet e/o  dalla 4° di copertina:
In una notte indimenticabile la piccola Ines assiste al tentativo di suicidio di sua madre Lucia. Quest'immagine segnerà la sua vita, e toccherà alla nonna Tanina provare a ricostruire il senso di ciò che per la bimba resterà incomprensibile. In bilico tra passato e presente, il racconto di tre donne legate da un destino comune, tre donne cui la libera scelta è negata da un destino atroce e inspiegabile, condizionato in ogni passo dalla malattia. Il dramma della follia sullo sfondo di un'Italia intimamente vissuta, dalla guerra fino ai nostri giorni, attraverso una lucida e coraggiosa fotografia interiore, fra saga familiare e romanzo generazionale.

Editore: Homo Scrivens; 
Copertina flessibile: 179 pagine
Prima Edizione: 2012
Seconda Edizione: 23 maggio 2019
Collana: Direzioni immaginarie
Lingua: Italiano
Genere: Narrativa Moderna e Contemporanea

  CENNI SULLA VITA
di: Vincenza Alfano
Ripresa da internet e/o dalla 4° di copertina:
Vincenza Alfano è nata e vive a Napoli. Scrittrice, giornalista, insegnante. 
Conduce “L’ Officina delle parole”, laboratorio di scrittura creativa. Scrive per il Corriere del Mezzogiorno ed è curatrice di antologie in cento parole per L’Erudita. Ha pubblicato i saggi A Napoli con Maurizio de Giovanni (Giulio Perrone), Incipit, istruzioni d’ uso per aspiranti scrittori (L’ Erudita), e i romanzi Via di lì (BoopenLED), Fiction (Photocity Edizioni), Balla solo con me (Giulio Perrone), Chiamami Iris (L’ Erudita). Con la prima edizione de L’unica ragione (Homo Scrivens) ha vinto il premio Magaris.

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