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martedì 17 dicembre 2019

Giuseppe Savorra Come Eravamo Noi Adolescenti degli Anni Settanta

Giuseppe Savorra

Come Eravamo
Noi Adolescenti degli Anni Settanta

Recensione – Opinione
di

Mugnano di Napoli
25 novembre 2019

Una riflessione attraverso la memoria, il ricordo, l’ amore per ciò che è stato, amore per la famiglia in primis; tutto questo si trova nel libro di Giuseppe Savorra.

Ciò che colpirà il lettore, in accordo o meno con l’autore, è la franchezza che viene usata nel descrivere le sue convinzioni:


da pagina 11: << Quindi ci metto la faccia e dico che il progresso ci ha rovinato la vita rendendola frenetica e senza valori. >>.

Affermazione forte, potente e G. Savorra la mette in campo in ogni settore della vita:
Nostalgia verso il caro e vecchio Carosello  Televisivo confrontato con gli orari e le pubblicità aggressive e veloci di oggi che risuonano a palla ovunque.
I Giochi: in quegli anni quelli di gruppo, all’aperto, tra ragazzi e quelli di oggi, in cui ci si isola dietro ad uno schermo pur potendo giocare con tutto il mondo ma con “amici” che non sono Amici veri. Oggi per giocare ci vogliono anche molti soldi un tempo invece i giochi erano più fisicamente sani e alla portata economica di chiunque.
La Merenda: qui campo facile; confrontare la merenda sana e naturale, preparata da una mamma, zia o nonna, contro le preconfezionate e abbondanti di oggi.
Nessuna pietà, anzi una netta condanna verso il moderno ruolo della Donna.
- Le Fotografie e il Vestiario: non tralascia nulla l’autore. Non potevano mancare le critiche alla pubblicazioni ossessive- compulsive dei selfie e allo scarso ricordo che lasciano. Il vestiario, be! La moda degli anni ’70, per l’ autore, è qualcosa difficile da superare, soprattutto per ciò che rappresentano, ovvero, innovazione e libertà.
Il Lavoro: non mancano le critiche anche su questo, nessuna pietà verso l’evoluzione dei tempi, vista quasi interamente al negativo.
E per finire il Cinema: visto come la catacomba dei valori.
Insomma come ha premesso a pagina 11 ... il progresso ci ha rovinato ... .
Questa sua opinione, su ogni singolo punto, si può ampiamente accettare o demolire pezzo per pezzo e magari ribaltare il tutto vedendo più pro che contro nell’attuale modernità (2018/2019) ma questa decisione preferisco rimandarla al giudizio del singolo lettore.

Passiamo ora alla seconda parte del libro; ebbene si! Questo libro e composto da due parti: la prima, di cui ho già parlato, è dedicata alle “Generazioni a Confronto”, mentre la seconda è interamente dedicata alla “Storia di un Adolescente negli anni Settanta” .

Anche in questa seconda parte del libro Giuseppe Savorra ci mette ... “la sua faccia” ... anche qui sceglie di tornare sull’ argomento narrando si se stesso da bambino fino all’ adolescenza.

Racconta la sua infanzia povera ma dignitosa e felice, della sua bellissima famiglia e del suo meraviglioso padre, uomo per bene e grande lavoratore.

Racconta di traslochi, scuola, avventure con i compagnetti di quartiere nella sua eterna e meravigliosa città, Napoli, dei suoi incidenti, racconta dei suoi amori, della sua crescita come artista e lo fa, principalmente, attraverso ciò che viene fuori da quel “moderno aggeggio” che è la Televisione ma soprattutto lo racconta attraverso le canzoni di quell’ epoca.

Questa lettura è un delizioso spunto di riflessione e discussione!
L.Ch.


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TRAMA
Come Eravamo
Noi Adolescenti degli Anni Settanta
di
Giuseppe Savorra

Ripresa da internet e dalla 4° di copertina:

I ricordi sono belli ma a volte possono anche far male se accompagnati dalla nostalgia, perché ci ricordano un mondo che non vedremo più. Tanti di noi si nutrono di malinconia. Siamo consapevoli che la vita deve fare il suo corso, come un fiume che va a cercare il mare ... inarrestabile.


Copertina flessibile: 176 pagine
Editore: Youcanprint (19 luglio 2018)
Lingua: Italiano

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CENNI SULLA VITA
di:
Giuseppe Savorra

Ripresa da internet e dalla 4° di copertina:
A metà degli anni ’50, in un popoloso quartiere di Napoli, nasce Giuseppe Savorra, (07/04/1956) l’Italia era da poco uscita dalla crisi postbellica ed era pronta al boom economico che, di lì a poco l’avrebbe trasformata.
Ancora piccolo d’età ma già predisposto all’arte, infatti, questo lo aveva portato a dipingere paesaggi con i colori ad acquerello che gli aveva regalato il papà e a scrivere i primi versi spronato sempre da lui, dal suo papà che natu-ralmente fu il primo fan.
Durante l’adolescenza cominciò a dipingere le prime tele con i colori a olio, poi dovette fermarsi per far posto alle necessità familiari. Si dedicò anima e corpo al lavoro, ma l’arte era come un fuoco che covava sotto la cenere e ap-pena gli fu possibile riprese con la stessa enfasi che lo aveva caratterizzato fino allora e avendo raggiunto, a quel punto, la maturità per far convivere le due cose, cioè, arte e lavoro, continuò su quella strada.
La prima pubblicazione è stata un’antologia di poesie che sarà lieto condividere con chi lo chiederà.




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lunedì 2 settembre 2019

MAURIZIO MAGGIANI – LA REGINA DISADORNA

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           LA REGINA DISADORNA

Recensione – Opinione


Mugnano di Napoli
02  Settembre 2019

Questo romanzo mi fu regalato, ma lo scelsi io insieme ad altri 3 testi;
fu ordinato il 26 dicembre 1999 e mi arrivò il 05 gennaio 2000, pagato ancora in lire, cara vecchia lira; oggi lo rileggo con piacere, anche perché non ricordavo più nulla lo confesso.
Bando ai ricordi e passiamo alla mia Recensione - Opinione 
Le descrizioni nel libro sono la prima cosa che mi hanno colpito, forse più della storia stessa.  Questo perché le descrizioni sono precise ed attente, saltano agli occhi.
Nella prima parte del romanzo sono descrizioni di scene, persone, animali, merci, perché è ambientato nel porto di Genova quindi un fermento di umanità. 
Pagina  13: <<Questa era la bellezza. Ed era eleganza il camminare leggero e un po’ a traverso. Come se da bambino gli avessero fatto fare i primi passi insegnandogli nel contempo a farsi portare dal sentimento dei venti. Non è che per la strada vagasse, e men che meno su una passerella o su uno scalandrone, ma dava all’andatura un singolare movimento sinusoide, appena percettibile a onor del vero, somigliante a quello di un veliero che risale i venti muovendosi lungo la sua rotta con poca fatica e molta grazia.>>.
Nella seconda parte si passa dal porto genovese all’ Oceania, un tuffo in un’altra realtà, con usi e costumi differenti, soprattutto per un inizio ‘900.
L’intreccio e le vicende sono decisamente affascinanti, come i luoghi descritti, l’ incontro con una cultura diversa è come un ponte tra due civiltà (p.s. è un anno e un mese circa che è crollato il ponte Morandi a Genova, non posso non pensarci ) che si uniscono ma con non proprie piccole forzature e difficoltà.
A volte, l’ autore, tende a essere prolisso, in particolare verso la fine, ma il racconto resta efficace.
Pagina 286:<<I due uomini si volsero a osservarli mentre si avventuravano contro la luce del tramonto, e così si accorsero che la radura si perdeva nel mare, in una spiaggia di corallo rosato e in una baia di bassi fondali stretta tra due pareti di roccia. La baia era disseminata di scogli affioranti qua e là come dalla bocca sdentata di un vecchio leone marino, e i riflessi del sole basso all’orizzonte davano ai frammenti di corallo e alle conchiglie adagiate sul fondo lo splendore di un forziere di rubini e smeraldi riverso nell’ acqua.>>.
E’ un romanzo a tratti avventuroso a tratti triste, in vari punti travolgente e riesce a lasciare il lettore sempre molto coinvolto, fino alla fine.
Lo consiglio.

L.Ch.

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TRAMA
LA REGINA DISADORNA
di

Ripresa da internet e dalla 4° di copertina:
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Il romanzo è una grande favola storica che ha per sfondo lo scenario operaio del porto di Genova e quello primitivo di un isola del Pacifico. Giacomo è uno stranito sacerdote, inviato come missionario nel Pacifico. 
A Moku Iti, sotto il suo nero vulcano, Giacomo impara la febbrile indolenza di un popolo che lui lo sa bene - non ha bisogno della sua religione. 
La figlia di re John, Lucy, gli cresce accanto, bella, forte, avviata ad un destino di regina bambina. Giacomo e Lucy si dicono, muti, le parole indecifrabili che fanno da ponte fra due civiltà, fra due storie, fra due mondi, l'uno e l'altro minacciati dalla fine, ma entrambi depositari di un'ultima ricchezza, di un'ultima folgorante, disadorna verità.

Con La regina disadorna (1998) ha vinto il Premio Alassio e nel 1999  il Premio Stresa di narrativa e il Premio Letterario Chianti






CENNI SULLA VITA di:

Ripresa da internet (wikipedia e dalla 4° di copertina:

Maurizio Maggiani è uno scrittore e giornalista italiano.
Nascita1 ottobre 1951, Castelnuovo Magra
PremiPremio StregaPremio Campiello – Selezione Giuria dei LetteratiPremio Campiello
CandidatureCampiello Europa

Nato in una famiglia di modeste condizioni, dopo aver svolto decine di professioni (è stato anche impiegato e venditore di pompe idrauliche) è approdato alla letteratura.
Politicamente è stato vicino agli anarchici fino agli anni 2000, nonostante apprezzi anche il mazzinianesimo, le idee di Carlo Pisacane e il garibaldinismo del Risorgimento italiano.
Nel 1987 ha vinto il Premio "Inedito - L'Espresso" con il racconto Prontuario per la donna senza cuore.
Con Il coraggio del pettirosso (1995) ha vinto il Premio Viareggio e il Premio Campiello
con La regina disadorna (1998) ha vinto il Premio Alassio e nel 1999 il Premio Stresa di narrativa e il Premio Letterario Chianti.
Nel 2005 ha vinto, con il romanzo Il viaggiatore notturno, il Premio Ernest Hemingway, il Premio Parco della Maiella e il Premio Strega.  
Dal Coraggio del pettirosso (citazione del verso un pettirosso da combattimento da La domenica delle salme di Fabrizio De André che ispirò anche l'omonimo album di Loredana Bertè), ha preso spunto lo scultore Alfonso Gialdini, per la scultura dedicata a Carlo Giuliani.
Come giornalista e commentatore cura rubriche all'interno del quotidiano genovese Il Secolo XIX, su Il Fatto del Lunedì e scrive per La Stampa. Ultimamente ha anche iniziato una collaborazione settimanale con Il Sole 24 Ore. Per la casa editrice Feltrinelli pubblica dei podcast sotto il titolo Il viaggiatore zoppo.
Nel 2008 ha pubblicato il CD Storia della meraviglia, con Gian Piero Alloisio, tratto dallo spettacolo teatrale rappresentato dai due nella stagione precedente.
Nel 2010 apre il suo archivio personale ai lettori rendendo disponibili sul suo sito, con una licenza copyleft, i suoi primi racconti, pubblicati in edizioni ormai introvabili, e dei cui diritti è tornato in possesso esclusivo, nonché gli inediti, insieme agli articoli scritti in tanti anni di collaborazioni con vari giornali.
Nel 2011 firma la prefazione a La messa non è finita - processo per "smisurato" amore a don Alessandro Santoro di Saverio Tommasi.
Due suoi brani sono stati inseriti, tradotti nella lingua internazionale Esperanto, nel volume di Carlo Minnaja “Eugenio Montale kaj aliaj liguriaj aŭtoroj” (Eugenio Montale e altri autori liguri) (ed. EVA, Venafro 2013. I due brani (tradotti da Michela Lipari) sono:
“2000” (pag. 192);
“La haveno de Ĝenovo” (Il porto di Genova) (pagg. 193-195).
Alcuni brani tratti da Mi sono perso a Genova. Una guida (2007) figurano nell'etnografia di Emanuela Guano Creative Urbanity: An Italian Middle Class in the Shade of Revitalization (University of Pennsylvania Press, 2017).


dott.ssa Luigia Chianese
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martedì 23 luglio 2019

Brunella Schisa - Non Essere Ridicola

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Brunella Schisa 

Non Essere Ridicola  


Recensione – Opinione
Mugnano di Napoli
18 luglio 2019


Iniziato e finito alla velocità della luce! Ho iniziato ad annoiarmi già da pagina 20. Ho capito da subito che sarebbe stata una storiella da poco. I libri, però, vanno letti fino all'ultima pagina perché si può cambiare idea in qualsiasi momento. Ebbene questa volta non è successo, questo romanzo non è ne carne e neppure pesce. Non è niente! Non è divertente, non è coinvolgente, non è sfizioso insomma è una lettura noiosa ed inutile che non porta a nulla. Non è niente! La storia è brutta e poco interessante. Però un pregio l'ha è scritto in un bellissimo italiano! 
Dimenticavo ci sono due frasi bellissime su cui riflettere un po' e magari discutere davanti ad un Gin: 
Pagina settantuno: Dice <<Sbagli della grossa. Le donne senza un uomo non sono delle sfigate. Sfigate sono quelle che pensano di essere sconfitte quando rimangono sole.>>.
Pagina : centosettantuno: ... sosteneva che l'amore non è semplicemente la promessa di una felicità facile, ma il tentativo costante di tenere vivo il sentimento attraverso la cura dell'altro. ... << Non è il primo amore che conta, è l'ultimo.>>.  Riflettiamo almeno su questo! 
L.Ch.

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TRAMA

Non Essere Ridicola  di Brunella Schisa 

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Emma ha poco più di sessant'anni, un bell'aspetto, una figlia adulta e un matrimonio apparentemente felice. Lavora in una nota libreria dove organizza incontri culturali. Ha un gruppo di amiche care che invidiano il suo buon rapporto con Pietro: venticinque anni di amore coniugale. Una fortuna, un record. Peccato che la mattina di un giorno come tanti altri, Emma scopra che Pietro le ha mentito. Perché non è a Milano nel suo solito albergo? Dov'è? Il fedifrago crolla subito. Le ha mentito perché ha una storia, peggio: è innamorato. E la rivale, ovviamente, non è una loro coetanea, bensì una donna molto giovane. Emma è tramortita dalla sorpresa, poi sconvolta da una rabbia che deborda in breve su tutto il genere maschile, quindi profondamente offesa. Una persona come lei non merita di subire la Grande Banalità maschile: credere che la giovinezza torni a sorriderti se sostituisci tua moglie con una trentenne. Con l'aiuto, o forse nonostante l'aiuto delle amiche, Emma reagisce. Non si nega niente: dallo shopping compulsivo a un paio di avventure erotiche. E, poco per volta, il suo tasso di autostima risale portandosi dietro un nuovo ottimismo. Ma non è detto che le cose vadano come le abbiamo immaginate o sperate. A volte possono andare anche meglio.


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Autore: Brunella Schisa

Prima pubblicazione: 2019
In commercio dal: 8 maggio 2019

Generi: Romanzo Rosa, Romanzo Contemporaneo, 
Letteratura Erotica

Pagine: 300  

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CENNI SULLA VITA di:
Brunella Schisa

Ripresa da internet (wikki) e dalla 4° di copertina:

Brunella Schisa  è nata a Napoli20 ottobre 1953,  è una scrittrice e giornalista italiana.

Dopo aver lavorato come traduttrice, esordisce nella narrativa nel 2006 con il romanzo La donna in nero che riceve numerosi riconoscimenti.
Nel 2007 riceve il Premio Rapallo.
Nel 2007 riceve il Premio letterario 'Citta' di Bari-Costiera del levante-Pinuccio Tatarella
Giornalista, al quotidiano la Repubblica dal 1983. Ha curato per anni la rubrica dei libri per Il Venerdì cui adesso collabora.

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Romanzi che ha scritto:
La donna in nero, Milano, Garzanti, 2006 .
Lo strappo scritto con Antonio Forcellino, Roma, Fanucci, 2007 
Dopo ogni abbandono, Milano, Garzanti, 2009 
La scelta di Giulia, Milano, Mondadori, 2013 
La nemica, Vicenza, Neri Pozza, 2017 
Non essere ridicola, Milano, Giunti, 2019 

Narrativa per l'infanzia in cui si è cimentata:
Caro Babbo Natale non fare come l'anno scorso! con Federica Lamberti Zanardi, Milano, Mondadori, 1991 
Babbo Natale pensaci tu con Federica Lamberti Zanardi, Milano, Mondadori, 1992

Traduzioni che ha fatto:
Herculine Barbin, detta Alexina B.: una strana confessione: 
memorie di un ermafrodito di Herculine Barbin, Torino, Einaudi, 1979 
Teatro di Raymond Roussel, Torino, Einaudi, 1982 
Lettera di una monaca portoghese di Mariana Alcoforado, Venezia, Marsilio, 1991 




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