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sabato 23 maggio 2020
VIDEO CONSIGLIO - Giorgio Faletti - Appunti di un venditore di donne
VIDEO CONSIGLIO
Giorgio Faletti
Appunti di un venditore di donne
Mugnano
di Napoli
23.05.2020
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TRAMA
Appunti di un venditore di donne
Giorgio Faletti
Ripresa
da internet e/o dalla 4° di copertina:
1978: a Roma le Brigate Rosse hanno rapito Aldo Moro, in Sicilia boss mafiosi come Gaetano Badalamenti soffocano ogni tentativo di resistenza civile, all'ombra della Madonnina le bande di Vallanzasca e Turatello fanno salire la tensione in una città già segnata dagli scontri sociali. Ma anche in questo clima la dolcevita del capoluogo lombardo, che si prepara a diventare la Milano da bere degli anni Ottanta, non conosce soste. Si moltiplicano i locali in cui la società opulenta, che nella bella stagione si trasferisce a Santa Margherita e Paraggi, trova il modo di sperperare la propria ricchezza.
È proprio tra ristoranti di lusso, discoteche, bische clandestine che fa i suoi affari un uomo enigmatico, reso cinico da una menomazione inflittagli per uno sgarbo. Si fa chiamare Bravo.
Il suo settore sono le donne. Lui le vende. La sua vita è una notte bianca che trascorre in compagnia di disperati, come l'amico Daytona. L'unico essere umano con cui pare avere un rapporto normale è un vicino di casa, Lucio, chitarrista cieco con cui condivide la passione per i crittogrammi.
Fino alla comparsa di Carla che risveglierà in Bravo sensazioni che l'handicap aveva messo a tacere. Ma per lui non è l'inizio di una nuova vita bensì di un incubo che lo trasformerà in un uomo braccato dalla polizia, dalla malavita e da un'organizzazione terroristica. Un noir fosco su uno dei momenti più drammatici del dopoguerra italiano, in una Milano che oscilla tra fermenti culturali e bassezze morali.
Prima pubblicazione: 2000
Autore: Giorgio Faletti
Ambientazione: Italia, 1978
1ª ed. originale: 2010
CENNI SULLA VITA di:
Giorgio Faletti
Ripresa da internet e/o dalla 4° di copertina:
Giorgio Faletti, artista
poliedrico, non ha mai smesso di dare prova della sua capacità di spaziare da
un campo artistico all’altro.
Come comico ha lasciato una
forte impronta nel panorama della comicità creando una serie di personaggi
indimenticabili protagonisti di alcune fortunate serie televisive come Drive In, Emilio e Fantastico
90. Anche come musicista Giorgio Faletti
ha ottenuto negli anni numerosi consensi. Ha cominciato
pubblicando in proprio diversi album di successo. Nel 1994, con la
canzone Signor Tenente, si è
aggiudicato il secondo posto e il Premio della Critica al Festival di Sanremo.
Sono nate in seguito le collaborazioni con alcuni grandi artisti della musica
leggera italiana: ha scritto canzoni per Mina, Milva, Gigliola Cinquetti e i
versi di due album di Angelo Branduardi, Camminando
Camminando e Il dito e la luna. Il
2002 segna l’esordio in campo letterario. Il romanzo Io uccido balza
immediatamente al vertice delle classifiche italiane e con oltre 3.500.000 di
copie vendute diventa uno dei più clamorosi successi editoriali degli ultimi
anni. Nel 2004 esce Niente di vero tranne gli occhi che ne
conferma il talento letterario con oltre tre milioni di copie vendute. I suoi
libri sono tradotti in 25 lingue e pubblicati con grande successo, oltre che in
tutti gli stati d’Europa, anche in Sud America, in Cina, in Giappone, in Russia
e a partire dal mese di marzo 2007 negli Stati Uniti e nei paesi di lingua
anglosassone. Nel novembre del 2005 Giorgio Faletti ha ricevuto dal Presidente
della Repubblica il Premio De Sica per la Letteratura. Nel frattempo non
dimentica di essere un attore. Nel 2006 interpreta il prof. Martinelli in Notte prima
degli esami, film campione di incassi con oltre 20 milioni di euro
al botteghino. La sua interpretazione è stata premiata dalla critica con la
nomination al David di Donatello come migliore attore non protagonista. Il suo
terzo romanzo, Fuori da un evidente destino ha
venduto quasi 2 milioni di copie. Del 2008 la
raccolta di racconti Pochi inutili nascondigli (Baldini
Castoldi Dalai) e del 2009 l'audiolibro di uno di questi racconti, Una gomma e
una matita (Emons audiolibri) letto da Vinicio Marchioni. Nel
2010 esce Appunti di un venditore di donne (B.C.
Dalai editore). Nel 2011 esce Tre atti e due tempi (Einaudi)
e nel 2012 Da quando a ora (Einaudi). Giorgio
Faletti scompare nel 2014, in seguito a una lunga malattia.
Consigliati
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Dall' Etichetta del Blog;
martedì 12 maggio 2020
SALVATORE CARANDENTE TARTAGLIA - LE APPARENZE La vita è una stagione enormemente sopravvalutata CONSIGLIO DI LETTURA
SALVATORE CARANDENTE TARTAGLIA
LE APPARENZE
La vita è una stagione
enormemente sopravvalutata
CONSIGLIO DI LETTURA da
Mugnano di Napoli
06.06.2020
(NOTA: L'autore ha concesso file e permessi )
Questa Recensione è stata scritta e pubblicata da
GRANDE NAPOLI
Un'opera sconvolgente: un crocevia tra un testamento ed un viaggio, a tratti psichedelico, all'interno di una mente consapevole. Benché il titolo e la copertina del libro, suonino come un monito, si rimane davvero stupiti dalla sostanza "incontrata durante il viaggio". Una sostanza profonda, costellata di riflessioni e domande, mai di giudizi: se non per i mafiosi. Argomenti difficili anche solo da isolare nella mente di ognuno: figurarsi renderli a terzi: fede; spiritualità; amore; amicizia; consapevolezza, empatia ma anche vendetta e perdono: l'autore ci è riuscito con una naturalezza a tratti imbarazzante. Benché la trama del romanzo non abbia riscontro preciso rispetto alle vicende della vita dell'autore, appare lampante come le emozioni vissute da quest'ultimo, siano il fil rouge indissolubile dell'opera: rabbia, tristezza, odio e soprattutto paura: ma anche gioia nella fede, nell'amore e nell'amicizia. Il concetto dell'amicizia, dalla visione complessiva dell'opera, emerge estremamente profondo, alla stregua di quello della genitorialità: nonostante ciò la resa del concetto risulta spaventosamente naturale e credibile.
Nonostante sia un'opera di denuncia della Ndrangheta e delle parti deviate dello Stato, questa rimane un'opera d'amore. In calce al libro, nella descrizione dell'autore, ho trovato scritto: "In attesa di Enrico Quarto". Solo successivamente ho capito trattasi di un’ esemplificazione di quanto fin qui abbia cercato di rendere. Enrico Quarto sarà la ludoteca che l'autore aprirà, prossimamente, nel cuore di Gaeta. Lo ha dedicato a suo cugino/fraterno, Enrico Amelio, di Quarto, cofondatore del progetto e morto ucciso dalla camorra (come già accertato in sede giudiziaria) Si: questa è un'opera trasversale; un'opera obliqua, a tratti materica, che offre uno spaccato affidabile circa le sofferenze e le paure di un uomo impegnato: di un uomo "sporco di vita".
GRANDE NAPOLI
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TRAMA
LE APPARENZE
La vita è una stagione
enormemente sopravvalutata
Salvatore Carandente Tartaglia
Le apparenze possono ingannare; e ciò che sicuramente non
fanno, è darci una visione approfondita di quanto al nostro esame. Ciò non vuol
dire che le valutazioni basate sulle apparenze siano, di per sé, sbagliate;
devono solo essere supportate dalla consapevolezza che sono superficiali (da
non intendere, in tal caso, in senso negativo), ovvero maturate da una visione
esterna, dalla visione della sola "scorza". È inevitabile che l'uomo
si faccia un'idea su una persona incontrata per la prima volta, basata sul modo
di parlare, linguaggio del corpo, abito, auto ecc.; a volte avviene in un attimo.
Le apparenze sono tutte intorno a noi e ci sollecitano di continuo.
(NOTA: L'autore ha concesso file e permessi )
SINOSSI
LE APPARENZE
La vita è una stagione
enormemente sopravvalutata
Salvatore Carandente Tartaglia
(Meravigliosa non potevo non pubblicarla)
Gentilmente Inviatami
dall’ autore con il permesso di pubblicarla:
Le valutazioni
basate sull’apparenze non sono, di per sé, sbagliate. Necessitano però la
consapevolezza della superficialità: cosa che non va intesa in senso negativo.
Vuol dire solo che, esse valutazioni, sono scaturite da una visione
esclusivamente esterna; della sola “scorza”. Rispetto alle apparenze si viaggia
nel campo della legittimità. Per il merito invece, necessitano migliaia di
altre “conoscenze”. In caso contrario si correrebbe il distruttivo rischio di
confondere una verità relativa con un’assoluta. Troppo spesso
rimuginiamo sul passato o ci proiettiamo a capofitto nel futuro. Troppo spesso
viviamo nella nostra testa, quando invece dovremmo fare esperienza diretta del
mondo. Qui ed ora. La consapevolezza di ciò è l’unico modo per evitare di essere
attratti dal potentissimo vortice del confronto e del giudizio. È l’unico modo
per evitare di considerare assolute cose assolutamente relative. La conoscenza è
un percorso impegnativo che tira dritto verso l’umiltà FOTO PADRE PINO
PUGLISI (POSSIBILMENTE – IN MANCANZA
NOME): quest’uomo, della sua vita, non ha sprecato niente; nemmeno la morte. L’empatia è
straordinaria capacità di stare dentro la vita, quant’anche vi sia dolore. “Occorre compiere fino in fondo il proprio
dovere, qualunque sia il sacrificio da sopportare, costi quel che costi, perché
è in ciò che sta l’essenza della dignità umana” (John Fitzgerald Kennedy). È difficile
essere curiosi ed infelici allo stesso tempo. “So di non sapere” (Socrate): è
l’intuizione faro di uomini straordinariamente illuminati: “Io vo dattorno ricercando e investigando
secondo la parola del Dio se ci sia alcuno tra i cittadini e fra gli stranieri
che io possa ritenere sapiente; e poiché sembrami non ci sia nessuno, io vengo
così in aiuto al Dio dimostrando che sapiente non esiste nessuno” (Platone). “Bisogna, con umiltà, accettare l’idea che il
progetto su di noi ci sovrasta sempre ed è sempre avanti” (Padre Pino
Puglisi). Nostro Signore
ha strutturato l’Universo affinché non si possano avere tutte le risposte,
proprio perché in questa continua ricerca risiede il fine dell’essere umano
consapevole. La continua espansione dell’Universo, a velocità probabilmente
superiore a quella della luce, sembra corollario affidabile di tale postulato. In profondità i
dubbi e le domande aumentano in maniera proporzionale. Nella Bibbia è
scritto chiaramente: “Dio manda gli
stolti per confondere i sapienti”. Vuol dire che siamo destinati
all’approfondimento continuo, affinché ci si tenga sempre in “allenamento”. “E’ proprio quando credete di sapere qualcosa
che dovete guardarla da un’altra prospettiva” (Robin Williams). Ci si può
gratificare grazie all’incontro con quello che Padre Puglisi ha definito
“l’intuito”. La scintilla; una scintilla d’inizio, mai di una fine. Agendo nel
giusto, impegnandosi a migliorare, si riceve in dono da Dio conoscenze che
nemmeno si credeva potessero esistere. Le nostre
caratteristiche, positive o negative che siano, nulla hanno a che fare con i
nostri meriti e demeriti; questi, invece, dipendano da cosa ce ne facciamo di
tali caratteristiche: quanto siamo disposti ad impegnarci per limare i difetti
e cosa siamo disposti a fare per onorare le nostre personali vocazioni.
Dipendono, cioè, da ogni singola decisione presa nella nostra vita; partendo da
quelle apparentemente meno importanti (come quella di donare o meno un
sorriso). “Siamo nati per l’amore”. Il principio
per cui esso farebbe girare il mondo ha un fondamento consistente; l’amore ci
ispira, ci stupisce, ci fortifica, c’insegna: a preoccuparci della sofferenza
altrui, a saper perdonare, a comprendere gli errori degli altri. “Amore è apertura esistenziale alla
trascendenza” (Padre Pino Puglisi). Le conoscenze,
ci permettono di sviluppare l’empatia e non farci attirare dal vortice, tanto
ben organizzato dal nostro cervello, del confronto e del giudizio. Albert
Einstein, ha detto che le uniche cose infinite sono l’Universo e la stupidità
umana, ammettendo poi che dell’Universo non ne era certo; ma ha anche detto che
gli esseri umani sono capaci di innescare la “spirale positiva”. “Fra i tanti
soprusi commessi dalle mafie vi è anche quello linguistico (Francesco
Deliziosi) Potremmo stare
a parlare per giorni di principi, senza scoprire, dell’altro quale religione
abbia abbracciato. Dio le ha legittimate tutte; tanto è funzionale al Disegno: affinché
si possa maturare la convinzione dei propri limiti e, in tal modo, navigare verso
l’Infinito. Se
non fosse solo una prova lampo, la vita, in essa, Dio, non avrebbe previsto la
sofferenza. E, forse, se non avesse avuto bisogno di questa prova, la vita,
nemmeno l’avrebbe creata”. Per gli uomini
straordinari, il rischio di morte può essere serenamente accettato, certamente
più di altri rischi, pur non empiricamente conosciuti. Che pure sentano essere
qualcosa assomigliante alla sostanza.
Qualcosa che potrebbe rappresentare la scriminante tra aver vissuto o aver sprecato. Chiunque non abbia mai sbagliato non avrà provato nulla di nuovo (Albert Einstein). “Basta che siete giovani perché vi ami tantissimo” (Don Giovanni Bosco). “Nessuna battaglia è troppo lunga e nessuna guerra è troppo difficile per non combatterla fini in fondo” (On.Le Pietro Grasso). La disciplina dell’arma, rispetto a persone come queste, tendenti al valore, manifesta tutti i suoi meriti. “Tanto non possono nulla contro di noi, al massimo possono ucciderci (Joe Pistone). L’eternità è, al tempo stesso, il fine stesso della vita e l’unica cosa in grado di darle un senso. L’Universo, nella sua gamma infinita di colori, suoni, energie, costituisce un’armonia estasiante. È come se l’Universo fosse impegnato a comunicare a se stesso istantaneamente. Al di là di ogni logica di tempo e spazio. Foto Papa Francesco “Lui non è uno dei tanti; con Lui proprio non vi potete confondere. Lui è il degno rappresentante di Nostro Signore. Perché è il Papa? Mhh… no! Perché sta cambiando il mondo! Da solo! E, soprattutto, perché lo sta facendo seguendo fedelmente l’insegnamento”. “La ndrangheta è una sorta di mostruoso animale giurassico che non si estingue, perché sono ancora in tanti a proteggerla, a tutelarla, a cercarla ed a legittimarla” (Nicola Gratteri). Il progetto è di concedere lo Spirito Santo a chi si sia veramente impegnato. Le caratteristiche che ognuno di noi ha, positive e negative e concesse con immensa sapienza, non hanno nulla a che vedere con i nostri meriti o demeriti. Questi dipendono da cosa ce ne facciamo di ogn’una di queste cose è incredibilmente interessante prendere atto come una persona, una persona sola, abbia in sé, tanta potenzialità. Ovvero come possa incidere fortemente nella vita di altri esseri viventi. Giudicando ci si sente gratificati per esclusione. Se c’è qualcuno che non abbia mai fatto errori allora vuol dire che non è umano e se saremo consapevoli di ciò sarà il nostro inconscio a ricordarcelo e sarà molto peggio. “Ogni volta avalliamo il male siamo stranieri noi stessi” (Padre Fabio). Padre Pino Puglisi: Quando avverti che un semplice uomo possa spostare le coscienze, avverti, inevitabile, la sensazione che, credendo, si possano veramente smuovere le montagne. Non saremo stati dei buoni genitori se non avremo amato ogni singolo bambino al mondo. I bambini sono doni straordinari concessici affinché li si promuove alla vita, nel mentre s’insegna a noi stessi: loro sono, insieme, l’essenza della vita e la misura di quanto voliamo. Essere amati ci rende forti, ma amare ci rende coraggiosi. Si Signore: se andiamo rischiamo di morire tutti; ma se non andiamo rischiamo molto, molto di più. Questo manipolo di uomini straordinari, la morte, sono pronti ad affrontarla a testa alta: con la fierezza del loro immenso rapporto. Questi uomini stanno facendo, semplicemente, ciò che va fatto: prendere o dare vita per gli uomini che li hanno salvati. Niente più e niente meno. Un uomo che cade offre la possibilità di tendergli una mano. Ineluttabilmente, nella vita, siamo talvolta “quello che cade”, talaltra “quello tende la mano”. In ogni caso possiamo sentire la possente forza edificante della dignità; dell’amore. Il Malgano, inizialmente, rimane fermo. Disorientato e stupito. Poi tradisce tutta la sua debolezza ed inconsistenza, proprie dei mafiosi, pur mascherate dalla capacità di compiere azioni forti. Piagnucolando dal dolore, grida: “Mi ha rotto il naso, mi ha rotto il naso ………….. brutto stronzo, sei morto”. “Posto assurdo questo, dove il male ha preso il sopravvento in ogni parte della società, partendo da quelle più importanti. Posto dove nemmeno si pensa possa esserci un’altra possibilità. Ma non è un caso che dove vi sia tanto male, il bene, quello residuo, sia enormemente concentrato. Parlo di quelle persone veramente toste, quelle che onorano la vita, quelle che, guardandole, ti capita di capire perché, la vita stessa, esista ancora”. “Bisogna essere disposti pure al sacrificio della vita per Evangelizzare contro la cultura della morte” (Papa Giovanni Paolo II). “Chiunque scandalizzerà uno solo di questi piccoli, gli conviene che gli venga appesa al collo una macina da mulino e sia gettato nel profondo del mare”. (Gesù). Essere soli è la disgrazia più grande alla qual possiamo andare incontro (Padre Pino Puglisi) Nel 2014 Papa Francesco ha scomunicato i mafiosi. “La mafia non è affatto invincibile. È un fatto umano e come tutti i fatti umani ha un inizio e avrà anche una fine” (Giovanni Falcone). “Ogni anno vedendo quel mare di gente, quell’esercito silenzioso e pieno di speranza che vi commemora, me ne convinco ancora di più. Hai ragione, Giovanni: avrà una fine” (Pietro Grasso). “La mafia mi ucciderà quando altri lo consentiranno” (Paolo Borsellino). “La persona è immagine di Dio e Dio non disprezza la propria immagine. Trova sempre il modo di riscattarla” (Papa Francesco). “Non c’è niente di nobile ad essere migliore di un altro; nobile è essere migliore di ieri” (Oscar Wilde). “Niente e nessuno, al di fuori di noi, può dare significato alla nostra vita” (Fromm). “Perché il Maestro è dentro: dentro il profondo di ognuno di noi” (S. Agostino). “Quando la felicità non la vedi, cercala dentro” (Napoli). “Ognuno di noi rappresenta solo una goccia nell’oceano: eppure senza gocce l’oceano non esisterebbe” (Madre Teresa di Calcutta) “Se dovesse succedermi qualcosa di molto grave si ricordi questo incontro con il ministro Rognoni, perché a questo incontro è da collegare quanto di grave mi potrà accadere” (Pier Santi Mattarella). Legge La Torre: “E’ l’unico strumento giudiziario veramente efficace nelle mani della magistratura” (Nicola Gratteri). Boris Giuliano: “Il miglior poliziotto d’Italia” (Pietro Grasso). Ninni Cassarà ed i suoi uomini straordinari: allorquando chiedevano mezzi e risorse allo stato si sentivano rispondere che non c’erano fondi. All’epoca ministro dell’interno era un certo Oscar Luigi Scalfaro. Le indagini, le testimonianze, le ricostruzioni e le sentenze dei decenni successivi hanno accertato come, in quegli anni, si spartissero torte enormi. Io stesso ricordo come in prossimità delle elezioni per la composizione del parlamento, i candidati, almeno quelli più “in vista”, per numerose settimane organizzavano due ricevimenti al giorno in location esclusive; sfarzo, ostentazione, benessere indecente. E pure, per quegli uomini straordinari, non c’erano fondi nemmeno per comprare un binocolo! Dovettero fare una colletta per comprarne uno. Quando a Spatuzza, autore di centinaia di uccisioni e della strage di via D’Amelio, durante un esame teologico in carcere, gli venne chiesto quale fosse il delitto che lo aveva segnato di più, lui rispose quello di Padre Puglisi precisando che nulla aveva a che fare il fatto che fosse un prete. Inevitabilmente gli chiesero, quindi, quale fosse il motivo e lui rispose: “Perché nel mentre gli sparavo lui mi sorrideva; quando era in terra e la macchia di sangue si espandeva, lui mi sorrideva”. Li aveva perdonati. A Giovanni Falcone che sperava di avere, dal pur esaustivo e strutturato Tommaso Buscetta, anche i nomi dei politici, quest’ultimo gli rispose, in maniera concludente: “L’Italia non è pronta. Finiremmo al manicomio, io criminale e lei civile”!
(NOTA: L'autore ha concesso file e permessi )
CENNI SULLA VITA
Salvatore Carandente Tartaglia
Ripresa da internet e/o dalla 4° di copertina:
Salvatore Carandente Tartaglia 45 anni. Sposato e con due figli.
Proviene da una onesta famiglia di lavoratori. Napoletano di provincia.
Ha iniziato gli studi presso il liceo
classico Ettore Majorano; Anno di diploma 1994 a seguire con la
facoltà di Giurisprudenza presso la Federico
II di Napoli; (da note indiscrete laurea quasi imposta più che amata);
Anno di laurea 2000. Avvocato per oltre 15 anni, anche gestore di
stabilimento balneare, per ben quattro anni.
Quest’ultima esperienza lavorativa l’ha amata molto, donandogli
gioie e soddisfazioni, infatti è in procinto di aprire un locale a Gaeta che dedicherà al suo amato cugino che non c’è
più, Enrico che era originario, come l’ autore, della città di Quarto: ha già
registrato il marchio “Enrico Quarto”.
Tra le sue passioni? Fare lo scrittore.
Trtli
SALVATORE CARANDENTE TARTAGLIA
LE APPARENZE
La vita è una stagione
enormemente sopravvalutata
(NOTA: L'autore ha concesso file e permessi )
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martedì 24 marzo 2020
Vincenza Alfano - L' Unica Ragione
Vincenza Alfano
L’Unica Ragione
Recensione - Opinione di
Mugnano
di Napoli
12.02.2020
Non è mai semplice
scrivere una recensione quando un libro non ti è piaciuto davvero.
Perché non mi è
piaciuto? Perché è troppo deprimente, una tragedia è meno dolorosa. Le storie
raccontate nei libri, anche per porre un accento su un argomento preciso, in
questo caso la malattia mentale, non devono per forza essere felici o a lieto
fine ma, per me, non devono essere neppure deprimenti e angoscianti al punto
tale da far intristire il lettore fino all’ ultima pagina.
Punti di forza del
testo sono la linearità del filo conduttore, una narrazione chiara senza
eccessivi fronzoli e decisamente accattivante; la pagina senza punteggiatura
che sprigiona il flusso di pensieri all’ apparenza incoerenti sono, ad una
seconda lettura, perfettamente ordinati: è scritta benissimo!
Sono io, forse, che
ho mancato di empatia verso le protagoniste ma questo testo mi ha lasciato con
una tristezza nel cuore e nessuna domanda.
Questo è un libro,
che attraverso tre generazioni di donne, Nonna, Madre e Figlia sfiora il dramma
e il disagio della malattia mentale prima e dopo la riforma Basaglia.
L’argomento sfiorato
narra dal punto di vista di una famiglia e di una donna malata di mente, come
si vive e sopravvive a questa malattia. L’ autrice ha fatto questo scavando nei
sentimenti. Da
pagina 9:
<<Ci si perdona per affetto o forse per necessità,
per far
tacere il senso di colpa.>>.
La solitudine e il
nascondersi sono tra i punti focali di tutto il testo; la solitudine e il nascondersi
sono entrambi subiti ed entrambi cercati a causa del pregiudizio culturale e
sociale che circolava e che circola intorno a questa tremenda malattia.
Ed è proprio questa
solitudine, soprattutto affettiva ed emotiva, che acuisce ancora di più le situazioni
rendendole sempre e costantemente catastrofiche, fino alla scelta finale.
Portare a conoscenza,
attraverso una storia generazionale, questo argomento terribile della malattia
mentale forse ne attenua la paura? Non so rispondere, anzi si! Perché se mi
guardo dentro sento che la paura è aumentata non diminuita perché ad essa si sono
aggiunte la tristezza e l’angoscia. Luigia Chianese
Nella
mia scala, da 1 a 5, gradimento libro, questo testo, merita un 2 e mezzo Libri. 📕📗📚📖📖
TRAMA
L’Unica Ragione
Vincenza Alfano
In una
notte indimenticabile la piccola Ines assiste al tentativo di suicidio di sua
madre Lucia. Quest'immagine segnerà la sua vita, e toccherà alla nonna Tanina
provare a ricostruire il senso di ciò che per la bimba resterà incomprensibile.
In bilico tra passato e presente, il racconto di tre donne legate da un destino
comune, tre donne cui la libera scelta è negata da un destino atroce e
inspiegabile, condizionato in ogni passo dalla malattia. Il dramma della follia
sullo sfondo di un'Italia intimamente vissuta, dalla guerra fino ai nostri
giorni, attraverso una lucida e coraggiosa fotografia interiore, fra saga
familiare e romanzo generazionale.
Editore: Homo
Scrivens;
Copertina flessibile: 179 pagine
Prima
Edizione: 2012
Seconda Edizione: 23 maggio 2019
Collana: Direzioni
immaginarie
Lingua: Italiano
CENNI SULLA VITA
di: Vincenza Alfano
Ripresa da internet e/o dalla 4° di copertina:
Vincenza Alfano è nata e vive a Napoli.
Scrittrice, giornalista, insegnante. Conduce “L’Officina delle parole”, laboratorio di scrittura creativa. Scrive
per il Corriere
del Mezzogiorno ed è
curatrice di antologie in cento parole per L’Erudita. Ha pubblicato i saggi A Napoli con Maurizio de Giovanni (Giulio Perrone), Incipit, istruzioni
d’ uso per aspiranti scrittori (L’ Erudita), e i romanzi Via di lì (BoopenLED), Fiction (Photocity Edizioni),
Balla solo con me (Giulio Perrone), Chiamami Iris (L’ Erudita). Con la prima edizione de L’unica ragione (Homo
Scrivens) ha vinto
il premio Magaris.
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