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martedì 19 maggio 2020

Kristin Hannah - Come neve che cade

Kristin Hannah 
Come neve che cade

Recensione – Opinione
Mugnano di Napoli
27.03.2020

Straordinario, direi quasi epico, avvincente e commovente. Rinascere dall’ inferno del dolore e dei ricordi. Riuscire ad amare ancora, nonostante ogni pezzo della vita sia stato calpestato, distrutto, annientato. È un’impresa stoica, dove paura e coraggio si fondono, dove ci si arrende e si combatte fino alla fine in base alle circostanze e alle possibilità, dove si cade e poi ci si rialza, dove ci si fida dello Stato o del proprio istinto, un’avventura che si trascina, a ritmi incostanti, per tutta la vita. Ogni pagina desta curiosità, speranza, voglia di smascherare. Il finale è un po' troppo costruito ma è bello ugualmente anche perché in tutti noi vive sempre il fanciullo speranzoso che sogna che le “favole/fiabe” abbiano sempre un lieto fine.  (Capirete leggendo il romanzo perché parlo di Favola/Fiaba). La vita e la morte si rincorrono ripetutamente in questo libro, a volte vince il male a volte il bene, come se tutto dovesse necessariamente restare in equilibrio per andare avanti. La voglia di scoprire, di comprendere gli eventi storici da altre prospettive, di afferrare le emozioni e l’amore sono i fili conduttori che fanno attaccare il lettore al libro per ritrovarsi anche noi, con il cuore, in “Giardini d’Estate e d’Inverno” che in un modo o nell’ altro riescono ad essere sfondi di gioie e dolori. La rinascita è il punto focale ed è una rinascita non solo in carne e ossa ma anche dello spirito; il sapersi perdonare e il saper accettare le proprie scelte sbagliate e non, sono compiti essenziali per tutti i protagonisti del romanzo, nessuno escluso. Il senso concreto dell’opera lo si trova, per me, in una piccola frase a pagina 385:<< Segna l’inizio di questa nuova vita, il momento in cui ho finalmente imparato che, insieme all’ amore, arriva il perdono.>> . Perdonare se stessi è quasi sempre il primo passo da compiere! Come  nel L’Usignolo e nel Il Grande Inverno l’autrice, Kristin Hannah, riesce, con magistrale chiarezza e fluidità, a farci immergere in realtà interiori molto complesse e luminose, luminose come l’aurora boreale.   L.Ch.  

TRAMA
Come neve che cade
di
Kristin Hannah

Ripresa da internet e/o  dalla 4° di copertina:
Meredith e Nina Whitson sono due sorelle molto diverse: una si dedica ai figli e al meleto di famiglia; l'altra è una fotoreporter giramondo.  A unirle è l'amore per il padre; così, quando lui si ammala, entrambe si ritrovano al suo capezzale, sotto lo sguardo gelido della madre Anya.  È proprio lei a condurle verso un antico segreto di famiglia, raccontando la storia di una ragazza vissuta nella Leningrado dilaniata dalla guerra, sepolta dalla neve, dove le donne erano disposte a tutto pur di salvare i propri figli e se stesse.

Prima pubblicazione2020


CENNI SULLA VITA
di:
Kristin Hannah

Kristin Hannah
Ripresa da internet e/o dalla 4° di copertina:
Kristin Hannah è nata il 25 settembre 1960 Garden Grove, California è una scrittrice americana. Ha vinto numerosi premi, tra cui il Golden Heart, il Maggie e il premio National Reader's Choice del 1996.  Si è laureata in legge a Washington studiando giurisprudenza a Seattle ed  ha lavorato come avvocato prima di dedicarsi  alla scrittura, nel 1991. Attualmente vive a Bainbridge Island, Washington , con suo marito e suo figlio.  È una pluripremiata autrice, con oltre venti romanzi pubblicati. Tra i suoi romanzi apparsi in Italia ricordiamo:  L'estate in cui imparammo a volare - Mondadori 2014L'usignolo  - Mondadori 2016 - Il grande inverno (Mondadori 2018).


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martedì 12 maggio 2020

SALVATORE CARANDENTE TARTAGLIA - LE APPARENZE La vita è una stagione enormemente sopravvalutata CONSIGLIO DI LETTURA


SALVATORE CARANDENTE TARTAGLIA

LE APPARENZE
La vita è una stagione 
enormemente sopravvalutata

CONSIGLIO DI LETTURA da
Mugnano di Napoli
06.06.2020
(NOTA: L'autore ha concesso file e permessi )

Questa Recensione è stata scritta e pubblicata da
GRANDE NAPOLI
Un'opera sconvolgente: un crocevia tra un testamento ed un viaggio, a tratti psichedelico, all'interno di una mente consapevole. Benché il titolo e la copertina del libro, suonino come un monito, si rimane davvero stupiti dalla sostanza "incontrata durante il viaggio". Una sostanza profonda, costellata di riflessioni e domande, mai di giudizi: se non per i mafiosi. Argomenti difficili anche solo da isolare nella mente di ognuno: figurarsi renderli a terzi: fede; spiritualità; amore; amicizia; consapevolezza, empatia ma anche vendetta e perdono: l'autore ci è riuscito con una naturalezza a tratti imbarazzante. Benché la trama del romanzo non abbia riscontro preciso rispetto alle vicende della vita dell'autore, appare lampante come le emozioni vissute da quest'ultimo,  siano il fil rouge indissolubile dell'opera: rabbia, tristezza, odio e soprattutto  paura: ma anche gioia nella fede, nell'amore e nell'amicizia. Il concetto dell'amicizia, dalla visione complessiva dell'opera, emerge estremamente profondo, alla stregua di quello della genitorialità: nonostante ciò la resa del concetto risulta spaventosamente naturale e credibile.
Nonostante sia un'opera di denuncia della Ndrangheta e delle parti deviate dello Stato, questa rimane un'opera d'amore. In calce al libro, nella descrizione dell'autore, ho trovato scritto: "In attesa di Enrico Quarto". Solo successivamente ho capito trattasi di un’ esemplificazione di quanto fin qui abbia cercato di rendere. Enrico Quarto sarà la ludoteca che l'autore aprirà, prossimamente, nel cuore di Gaeta. Lo ha dedicato a suo cugino/fraterno, Enrico Amelio, di Quarto, cofondatore del progetto e morto ucciso dalla camorra (come già accertato in sede giudiziaria) Si: questa è un'opera trasversale; un'opera obliqua, a tratti materica, che offre uno spaccato affidabile circa le sofferenze e le paure di un uomo impegnato: di un uomo "sporco di vita".
GRANDE NAPOLI

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TRAMA
LE APPARENZE
La vita è una stagione 
enormemente sopravvalutata
Salvatore Carandente Tartaglia

Ripresa da internet e/o dalla 4° di copertina:
Le apparenze possono ingannare; e ciò che sicuramente non fanno, è darci una visione approfondita di quanto al nostro esame. Ciò non vuol dire che le valutazioni basate sulle apparenze siano, di per sé, sbagliate; devono solo essere supportate dalla consapevolezza che sono superficiali (da non intendere, in tal caso, in senso negativo), ovvero maturate da una visione esterna, dalla visione della sola "scorza". È inevitabile che l'uomo si faccia un'idea su una persona incontrata per la prima volta, basata sul modo di parlare, linguaggio del corpo, abito, auto ecc.; a volte avviene in un attimo. Le apparenze sono tutte intorno a noi e ci sollecitano di continuo.

(NOTA: L'autore ha concesso file e permessi )

SINOSSI
LE APPARENZE
La vita è una stagione 
enormemente sopravvalutata
Salvatore Carandente Tartaglia
(Meravigliosa non potevo non pubblicarla)

Gentilmente Inviatami dall’ autore con il permesso di pubblicarla:
Le valutazioni basate sull’apparenze non sono, di per sé, sbagliate. Necessitano però la consapevolezza della superficialità: cosa che non va intesa in senso negativo. Vuol dire solo che, esse valutazioni, sono scaturite da una visione esclusivamente esterna; della sola “scorza”. Rispetto alle apparenze si viaggia nel campo della legittimità. Per il merito invece, necessitano migliaia di altre “conoscenze”. In caso contrario si correrebbe il distruttivo rischio di confondere una verità relativa con un’assoluta. Troppo spesso rimuginiamo sul passato o ci proiettiamo a capofitto nel futuro. Troppo spesso viviamo nella nostra testa, quando invece dovremmo fare esperienza diretta del mondo. Qui ed ora. La consapevolezza di ciò è l’unico modo per evitare di essere attratti dal potentissimo vortice del confronto e del giudizio. È l’unico modo per evitare di considerare assolute cose assolutamente relative. La conoscenza è un percorso impegnativo che tira dritto verso l’umiltà FOTO PADRE PINO PUGLISI  (POSSIBILMENTE – IN MANCANZA NOME): quest’uomo, della sua vita, non ha sprecato niente; nemmeno la morte. L’empatia è straordinaria capacità di stare dentro la vita, quant’anche vi sia dolore. Occorre compiere fino in fondo il proprio dovere, qualunque sia il sacrificio da sopportare, costi quel che costi, perché è in ciò che sta l’essenza della dignità umana” (John Fitzgerald Kennedy). È difficile essere curiosi ed infelici allo stesso tempo. So di non sapere” (Socrate): è l’intuizione faro di uomini straordinariamente illuminati: “Io vo dattorno ricercando e investigando secondo la parola del Dio se ci sia alcuno tra i cittadini e fra gli stranieri che io possa ritenere sapiente; e poiché sembrami non ci sia nessuno, io vengo così in aiuto al Dio dimostrando che sapiente non esiste nessuno” (Platone). Bisogna, con umiltà, accettare l’idea che il progetto su di noi ci sovrasta sempre ed è sempre avanti” (Padre Pino Puglisi). Nostro Signore ha strutturato l’Universo affinché non si possano avere tutte le risposte, proprio perché in questa continua ricerca risiede il fine dell’essere umano consapevole. La continua espansione dell’Universo, a velocità probabilmente superiore a quella della luce, sembra corollario affidabile di tale postulato. In profondità i dubbi e le domande aumentano in maniera proporzionale. Nella Bibbia è scritto chiaramente: “Dio manda gli stolti per confondere i sapienti”. Vuol dire che siamo destinati all’approfondimento continuo, affinché ci si tenga sempre in “allenamento”. E’ proprio quando credete di sapere qualcosa che dovete guardarla da un’altra prospettiva” (Robin Williams). Ci si può gratificare grazie all’incontro con quello che Padre Puglisi ha definito “l’intuito”. La scintilla; una scintilla d’inizio, mai di una fine. Agendo nel giusto, impegnandosi a migliorare, si riceve in dono da Dio conoscenze che nemmeno si credeva potessero esistere. Le nostre caratteristiche, positive o negative che siano, nulla hanno a che fare con i nostri meriti e demeriti; questi, invece, dipendano da cosa ce ne facciamo di tali caratteristiche: quanto siamo disposti ad impegnarci per limare i difetti e cosa siamo disposti a fare per onorare le nostre personali vocazioni. Dipendono, cioè, da ogni singola decisione presa nella nostra vita; partendo da quelle apparentemente meno importanti (come quella di donare o meno un sorriso). Siamo nati per l’amore”. Il principio per cui esso farebbe girare il mondo ha un fondamento consistente; l’amore ci ispira, ci stupisce, ci fortifica, c’insegna: a preoccuparci della sofferenza altrui, a saper perdonare, a comprendere gli errori degli altri. “Amore è apertura esistenziale alla trascendenza” (Padre Pino Puglisi). Le conoscenze, ci permettono di sviluppare l’empatia e non farci attirare dal vortice, tanto ben organizzato dal nostro cervello, del confronto e del giudizio. Albert Einstein, ha detto che le uniche cose infinite sono l’Universo e la stupidità umana, ammettendo poi che dell’Universo non ne era certo; ma ha anche detto che gli esseri umani sono capaci di innescare la “spirale positiva”. “Fra i tanti soprusi commessi dalle mafie vi è anche quello linguistico (Francesco Deliziosi) Potremmo stare a parlare per giorni di principi, senza scoprire, dell’altro quale religione abbia abbracciato. Dio le ha legittimate tutte; tanto è funzionale al Disegno: affinché si possa maturare la convinzione dei propri limiti e, in tal modo, navigare verso l’Infinito. Se non fosse solo una prova lampo, la vita, in essa, Dio, non avrebbe previsto la sofferenza. E, forse, se non avesse avuto bisogno di questa prova, la vita, nemmeno l’avrebbe creata”. Per gli uomini straordinari, il rischio di morte può essere serenamente accettato, certamente più di altri rischi, pur non empiricamente conosciuti. Che pure sentano essere qualcosa assomigliante alla sostanza. 


Qualcosa che potrebbe rappresentare la scriminante tra aver vissuto o aver sprecato. Chiunque non abbia mai sbagliato non avrà provato nulla di nuovo (Albert Einstein). “Basta che siete giovani perché vi ami tantissimo” (Don Giovanni Bosco). “Nessuna battaglia è troppo lunga e nessuna guerra è troppo difficile per non combatterla fini in fondo” (On.Le Pietro Grasso). La disciplina dell’arma, rispetto a persone come queste, tendenti al valore, manifesta tutti i suoi meriti. Tanto non possono nulla contro di noi, al massimo possono ucciderci (Joe Pistone). L’eternità è, al tempo stesso, il fine stesso della vita e l’unica cosa in grado di darle un senso. L’Universo, nella sua gamma infinita di colori, suoni, energie, costituisce un’armonia estasiante. È come se l’Universo fosse impegnato a comunicare a se stesso istantaneamente. Al di là di ogni logica di tempo e spazio. Foto Papa Francesco “Lui non è uno dei tanti; con Lui proprio non vi potete confondere. Lui è il degno rappresentante di Nostro Signore. Perché è il Papa? Mhh… no! Perché sta cambiando il mondo! Da solo! E, soprattutto, perché lo sta facendo seguendo fedelmente l’insegnamento”. La ndrangheta è una sorta di mostruoso animale giurassico che non si estingue, perché sono ancora in tanti a proteggerla, a tutelarla, a cercarla ed a legittimarla” (Nicola Gratteri). Il progetto è di concedere lo Spirito Santo a chi si sia veramente impegnato. Le caratteristiche che ognuno di noi ha, positive e negative e concesse con immensa sapienza, non hanno nulla a che vedere con i nostri meriti o demeriti. Questi dipendono da cosa ce ne facciamo di ogn’una di queste cose è incredibilmente interessante prendere atto come una persona, una persona sola, abbia in sé, tanta potenzialità. Ovvero come possa incidere fortemente nella vita di altri esseri viventi. Giudicando ci si sente gratificati per esclusione. Se c’è qualcuno che non abbia mai fatto errori allora vuol dire che non è umano e se saremo consapevoli di ciò sarà il nostro inconscio a ricordarcelo e sarà molto peggio. “Ogni volta avalliamo il male siamo stranieri noi stessi” (Padre Fabio). Padre Pino Puglisi: Quando avverti che un semplice uomo possa spostare le coscienze, avverti, inevitabile, la sensazione che, credendo, si possano veramente smuovere le montagne. Non saremo stati dei buoni genitori se non avremo amato ogni singolo bambino al mondo. I bambini sono doni straordinari concessici affinché li si promuove alla vita, nel mentre s’insegna a noi stessi: loro sono, insieme, l’essenza della vita e la misura di quanto voliamo. Essere amati ci rende forti, ma amare ci rende coraggiosi. Si Signore: se andiamo rischiamo di morire tutti; ma se non andiamo rischiamo molto, molto di più. Questo manipolo di uomini straordinari, la morte, sono pronti ad affrontarla a testa alta: con la fierezza del loro immenso rapporto. Questi uomini stanno facendo, semplicemente, ciò che va fatto: prendere o dare vita per gli uomini che li hanno salvati. Niente più e niente meno. Un uomo che cade offre la possibilità di tendergli una mano. Ineluttabilmente, nella vita, siamo talvolta “quello che cade”, talaltra “quello tende la mano”. In ogni caso possiamo sentire la possente forza edificante della dignità; dell’amore. Il Malgano, inizialmente, rimane fermo. Disorientato e stupito. Poi tradisce tutta la sua debolezza ed inconsistenza, proprie dei mafiosi, pur mascherate dalla capacità di compiere azioni forti. Piagnucolando dal dolore, grida: “Mi ha rotto il naso, mi ha rotto il naso ………….. brutto stronzo, sei morto”. Posto assurdo questo, dove il male ha preso il sopravvento in ogni parte della società, partendo da quelle più importanti. Posto dove nemmeno si pensa possa esserci un’altra possibilità. Ma non è un caso che dove vi sia tanto male, il bene, quello residuo, sia enormemente concentrato. Parlo di quelle persone veramente toste, quelle che onorano la vita, quelle che, guardandole, ti capita di capire perché, la vita stessa, esista ancora”. Bisogna essere disposti pure al sacrificio della vita per Evangelizzare contro la cultura della morte” (Papa Giovanni Paolo II). “Chiunque scandalizzerà uno solo di questi piccoli, gli conviene che gli venga appesa al collo una macina da mulino e sia gettato nel profondo del mare”. (Gesù). Essere soli è la disgrazia più grande alla qual possiamo andare incontro (Padre Pino PuglisiNel 2014 Papa Francesco ha scomunicato i mafiosi. “La mafia non è affatto invincibile. È un fatto umano e come tutti i fatti umani ha un inizio e avrà anche una fine” (Giovanni Falcone). “Ogni anno vedendo quel mare di gente, quell’esercito silenzioso e pieno di speranza che vi commemora, me ne convinco ancora di più. Hai ragione, Giovanni: avrà una fine” (Pietro Grasso). La mafia mi ucciderà quando altri lo consentiranno” (Paolo Borsellino). La persona è immagine di Dio e Dio non disprezza la propria immagine. Trova sempre il modo di riscattarla” (Papa Francesco). Non c’è niente di nobile ad essere migliore di un altro; nobile è essere migliore di ieri” (Oscar Wilde). Niente e nessuno, al di fuori di noi, può dare significato alla nostra vita” (Fromm). Perché il Maestro è dentro: dentro il profondo di ognuno di noi” (S. Agostino). Quando la felicità non la vedi, cercala dentro” (Napoli). Ognuno di noi rappresenta solo una goccia nell’oceano: eppure senza gocce l’oceano non esisterebbe” (Madre Teresa di Calcutta) Se dovesse succedermi qualcosa di molto grave si ricordi questo incontro con il ministro Rognoni, perché a questo incontro è da collegare quanto di grave mi potrà accadere” (Pier Santi Mattarella). Legge La Torre: “E’ l’unico strumento giudiziario veramente efficace nelle mani della magistratura” (Nicola Gratteri). Boris Giuliano: “Il miglior poliziotto d’Italia” (Pietro Grasso). Ninni Cassarà ed i suoi uomini straordinari: allorquando chiedevano mezzi e risorse allo stato si sentivano rispondere che non c’erano fondi. All’epoca ministro dell’interno era un certo Oscar Luigi Scalfaro. Le indagini, le testimonianze, le ricostruzioni e le sentenze dei decenni successivi hanno accertato come, in quegli anni, si spartissero torte enormi. Io stesso ricordo come in prossimità delle elezioni per la composizione del parlamento, i candidati, almeno quelli più “in vista”, per numerose settimane organizzavano due ricevimenti al giorno in location esclusive; sfarzo, ostentazione, benessere indecente. E pure, per quegli uomini straordinari, non c’erano fondi nemmeno per comprare un binocolo! Dovettero fare una colletta per comprarne uno. Quando a Spatuzza, autore di centinaia di uccisioni e della strage di via D’Amelio, durante un esame teologico in carcere, gli venne chiesto quale fosse il delitto che lo aveva segnato di più, lui rispose quello di Padre Puglisi precisando che nulla aveva a che fare il fatto che fosse un prete. Inevitabilmente gli chiesero, quindi, quale fosse il motivo e lui rispose: “Perché nel mentre gli sparavo lui mi sorrideva; quando era in terra e la macchia di sangue si espandeva, lui mi sorrideva”. Li aveva perdonati. A Giovanni Falcone che sperava di avere, dal pur esaustivo e strutturato Tommaso Buscetta, anche i nomi dei politici, quest’ultimo gli rispose, in maniera concludente: “L’Italia non è pronta. Finiremmo al manicomio, io criminale e lei civile”!
(NOTA: L'autore ha concesso file e permessi )

CENNI SULLA VITA
Salvatore Carandente Tartaglia


Ripresa da internet e/o dalla 4° di copertina:
Salvatore Carandente Tartaglia 45 anni. Sposato e con due figli. Proviene da una onesta famiglia di lavoratori. Napoletano di provincia. 
Ha iniziato gli studi presso il liceo classico Ettore Majorano; Anno di diploma 1994 a seguire con la facoltà di Giurisprudenza presso la Federico II di Napoli; (da note indiscrete laurea quasi imposta più che amata); Anno di laurea 2000. Avvocato per oltre 15 anni, anche gestore di stabilimento balneare, per ben quattro anni. 
Quest’ultima esperienza lavorativa l’ha amata molto, donandogli gioie e soddisfazioni, infatti è in procinto di aprire un locale a Gaeta che dedicherà al suo amato cugino che non c’è più, Enrico che era originario, come l’ autore, della città di Quarto: ha già registrato il marchio “Enrico Quarto”.
Tra le sue passioni? Fare lo scrittore.



Trtli
SALVATORE CARANDENTE TARTAGLIA
LE APPARENZE
La vita è una stagione 
enormemente sopravvalutata



(NOTA: L'autore ha concesso file e permessi )

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martedì 3 marzo 2020

Ho Chi Minh - Diario Dal Carcere - Traduzione di Joyce Lussu


Ho Chi Minh 
Diario Dal Carcere
Traduzione di Joyce Lussu

Recensione - Opinione di

Luigia Chianese Books Review Blogger

Blog Libri e Opinioni

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Mugnano di Napoli (Na)
16.01.2020

La cosa più banale che posso scrivere è che quest’ opera è triste e commovente! Secondo me necessito di anni di studio, ma veramente tanti, per poter capire fino in fondo questo testo e questo autore.
La prima volta che lo lessi, nella mia copia vintage della Garzanti da 600 lire, ovvero meno di 0.50 centesimi di oggi, frequentavo il liceo e già allora ero un’anticomunista convinta.
(Premetto che oltre al libro ho letto anche della vita politica di Zio Ho).
Questo personaggio, era diverso, mi azzardo a dire che era un comunista illuminato, intelligente e sensibile, ma anche un rivoluzionario, un uomo che puntava all’ Unità Nazionale, un demagogo per l'uso della parola, un realista, un patriota, una persona che sapeva coniugare bene il concetto di libertà individuale e comunismo.
(Per me, siamo chiari, uno stato comunista significa uno stato con mancanza di libertà;  è dittatura al pari del nazismo o del fascismo; riduttiva questa mia visione? Controllate i morti ed anche i vivi visto che ci siete!).
Questo libro non è il classico diario in versi all’occidentale, sono 115 quartine e poemetti Tang in stile cinese classico scritti nel periodo che va dal 28 agosto 1942 al 16 settembre 1943 durante il quale Ho fu prigioniero della polizia del Kouomintang nella Cina meridionale.
Da pagina 10 
(Edizione, oramai vintage, della Garzanti; marzo 1972 con l’ Introduzione di Harrison E. Salisbury ) 

… tanto è vero che il 02 settembre 1945 
iniziò con queste parole 
la Dichiarazione di Indipendenza della 
Repubblica Democratica del Vietnam:

<<Tutti gli uomini sono nati uguali: 
dotati dal loro creatore di alcuni diritti inalienabili 
tra cui la vita, la libertà e la ricerca della felicità. … >>.

Vi ricorda la Dichiarazione Americana d’ Indipendenza vero? 
Infatti da lì prese spunto; non a caso Ho citava spesso Abramo Lincoln e ammirava Woodrow Wilson e Franklin Delano Roosevelt.
Queste poesie all’apparenza semplici parlano di Vita, Dolore, Angoscia, Paura, Coraggio, Nostalgia, Forza di carattere ma soprattutto raccontano di Speranza e Libertà.
La sera
Il passero stanco
ritrova il suo nido nel bosco
una nube erra lenta
nel cielo solitario
una fanciulla macina il mais
al villaggio
sul focolare d’argilla
già s’accende una fiamma.

Sono poesie uniche e importanti tanto da diventare un “Inno alla Resistenza” per buona parte della generazione di quegli anni; ovvero quella generazione che scendeva in piazza per dire basta alla guerra in Vietnam e che manifestava per cambiare il mondo; questo testo è  diventato uno dei simboli del desiderio di libertà.

Lontano dalla lotta
Piuttosto morire
che viver servi!
Quando le libere bandiere
si spiegano
che gran dolore
stare in fondo
a una cella
senza potersi battere
in campo aperto!

Ci sono state persone che certamente meglio di me hanno saputo spiegare bene questo libretto, quindi riporto alcune citazioni di Harrison Salisbury (Giornalista del New York Times autore di reportage dal Vietnam del Nord e dalla Cina) e Joyce Lussu (vedi sotto per la vita):

<<Distinguono i suoi versi la fede e la serenità pur nelle condizioni terribili, la capacità di trarre coraggio da uno squarcio di cielo azzurro, dal volo sfrecciante di un uccello, dal profumo dei fiori nella sera, dalla vista dei monti lontani e delle scene di vita contadina. (Harrison Salisbury)>>.

<<Emerge da questi poemetti l'umanità eccezionalmente ricca e matura del grande rivoluzionario, sempre dialettica nella sua coerenza: utopico e realista, implacabile e generoso, duttile e intransigente, indulgente e severo, scettico ed entusiasta, capace di adattarsi alle circostanze come di adattare le circostanze a sé e ai suoi fini. Nella sua lunga vita di combattente, di animatore, di organizzatore, coronata da un'esemplare vittoria storica di un piccolo popolo di contadini contro gli eserciti più potenti del mondo, c'era posto per la poesia. E questo è importante. È una lezione da non dimenticare. (Joyce Lussu)>>.

<< Leggendo il Diario dal carcere si avverte la presenza di una personalità dura come l'acciaio e insieme sensibile. 
(Harrison Salisbury).>>.

Dopo queste citazioni non vi è altro da dire: deliziatevi con questi meravigliosi versi d’Amore per la libertà. L.Ch.
La Macina
Stretto dentro la macina
soffre il seme di riso
ma passata la prova
guardate com’è bianco!
Così è pure degli uomini
nel mondo in cui viviamo:
il dolore matura
la nostra umanità.

TRAMA
Diario Dal Carcere
Ho Chi Minh
Ripresa da internet e/o  dalla 4° di copertina:
Un classico ormai introvabile, il diario di Ho Chi Minh, grande capo rivoluzionario vietnamita, scritto durante la sua disumana prigionia. Poesie incredibilmente semplici e potenti, rese eterne dalla traduzione di Joyce Lussu. Edito in Italia per la prima volta alla vigilia dell'annus mirabilis 1968, il libro ebbe un'importanza fondamentale per quella generazione impegnata a voler cambiare il mondo e a fermare la guerra del Viet Nam. Con questi versi Ho Chi Minh scolpisce un canto alla resistenza, all'amore per la vita e la libertà.


Nota: La mia copia è quella vintage


CENNI SULLA VITA
di:
Ho Chi Minh
Ripresa da internet e/o dalla 4° di copertina:
Ho Chi Minh – (1890-1969). Rivoluzionario e uomo politico indocinese. Nel corso della Seconda Guerra Mondiale organizzò la guerriglia contro i giapponesi e, nel 1941 fondò il Viet-minh (Lega indipendentista); nel 1945 divenne Presidente della Repubblica del Viet Nam e si batté contro il dominio francese in Indocina. Continuò fino alla morte la lotta di liberazione del popolo vietnamita. Saigon, dopo la conquista da parte dei vietcong, è stata chiamata Ho Chi Minh in suo onore.
Nacque il 19 maggio nel villaggio di Hoang Tru nella provincia di Nghe An, Viet Nam centro settentrionale. Gli venne dato il nome di Nguyn Sinh Cung. Come da tradizione vietnamita, all'età di dieci anni cambiò il nome e fu chiamato Nguyn Tt Thành ("Nguyn che sarà vittorioso"). Un nome del destino, Ho sconfisse sia il colonialismo francese che l’imperialismo americano. Così si rivolgeva a costoro « Potete uccidere dieci miei uomini per ognuno dei vostri che io uccido. Ma anche così, voi perderete e io vincerò. » Poi emigrato in Francia si fece chiamare Nguyen Ai Quoc (Nguyen il patriota). Dopo essersi fatto chiamare anche Ly Thuy. Nel 1938 in Cina prese il nome definitivo di Ho Chi Minh.

Non posso non citare due personaggi importanti:

Vo Nguyen Giap 
(1911-2013). Leggendario capo militare vietnamita, combatté prima l’esercito coloniale francese, vincendo, nel 1954, la battaglia di Dien Bien Phu, poi le forze statunitensi e sud vietnamite nella Guerra del Viet Nam. Dopo la riunificazione fu Ministro della difesa.

Joyce Lussu Salvadori 
(1912-1998). Partigiana, traduttrice, storica, letterata, attivista politica e poetessa. Testimone eccezionale dei maggiori eventi del Novecento, ha dedicato l’intensa sua vita alla lotta, unendo un instancabile lavoro d’azione ad una raffinata ricerca teorica e di traduzione dei maggiori poeti guerriglieri di tutto il mondo.


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